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Codice di Buona Pratica Massetti: influenza dei sottofondi sulla stabilità dei pavimenti

Le caratteristiche del sottofondo influenzano direttamente e indirettamente le prestazioni del pavimento dal punto di vista geometrico, igrometrico, termo-acustico e meccanico.

Massetto e sottofondo: caratteristiche principali e tipologie costruttive

Il presente è il quinto di 9 articoli scritti col fine di presentare le principali caratteristiche del Codice di Buona Pratica per la progettazione e il controllo dei massetti e dei pavimenti edito da Conpaviper. Il suo scopo è di fare chiarezza sull’influenza dei sottofondi sulla stabilità dei pavimenti.

Definizione di Pavimento o Sistema Pavimento: insieme degli strati compresi tra il supporto strutturale e la pavimentazione finale: sottofondo, strati resilienti, isolanti termici, massetto, impianti radianti, giunti di varia natura, rivestimento o pavimentazione, strati di desolidarizzazione, freno al vapore.

Il massetto di supporto o massetto si trova posizionato tra lo strato di finitura ed un sottofondo che può essere di diversa natura: solaio, pavimentazione esistente, massetti di sottofondo di vario tipo. A sua volta il sottofondo può essere costituito da più strati. Le sue caratteristiche influenzano in maniera determinante quelle del Sistema Pavimento dal punto di vista termico, acustico, igrometrico e statico-geometrico. Quest’ultime due prestazioni sono state prese in considerazione dalla Rev. 5 del Codice rimandando le prime due alle norme e ai testi specializzati.

Le principali caratteristiche del sottofondo prese in considerazione sono:

  • le quote,
  • la planarità,
  • la pulizia,
  • le prestazioni meccaniche,
  • il contenuto di umidità,
  • l’assorbimento dell’acqua,
  • la massa volumica.

Tali prestazioni sono analizzate in funzione della tipologia costruttiva del massetto.

Massetti aderenti

 
Massetto aderente - Particolare costruttivo

Si ipotizza che i massetti aderenti siano posati su strati relativamente resistenti e rigidi come solai, pavimentazioni esistenti, massetti aderenti esistenti, sottofondi alleggeriti e pesanti con densità superiore a 800 kg/m3 per le pavimentazioni in ceramica e legno e superiore a 1.800 kg/m3 per le pavimentazioni resinose, resilienti, laminate e tessili.

Alla tolleranza di planarità per i sottofondi alleggeriti e pesanti si richiede ±8 mm. Non è ammessa la presenza di eventuali tubazioni nel massetto. Nei casi in cui la loro presenza sia inevitabile, occorre affrontare la problematica col Progettista del Sistema Pavimento.

In fase progettuale, la quota del sottofondo deve essere pari a quella nominale aumentata della tolleranza di quota ammessa nella posa del massetto e del sottofondo. Ciò significa che il suo spessore finale deve essere inferiore a quello nominale. Questo accorgimento garantisce lo spessore minimo del massetto. Per i sottofondi alleggeriti e pesanti si richiede: ±15 mm.

Per misurare l’umidità residua presente nei sottofondi si utilizza lo stesso strumento proposto per i massetti: l’igrometro al carburo di calcio in conformità alla norma UNI 10329. Occorre però capire come adattare i risultati della suddetta prova ai materiali leggeri. Generalmente i sottofondi sono utilizzati come isolanti termici, quindi hanno massa volumica sostanzialmente inferiore rispetto ai massetti. Un metodo di conversione si basa sul contenuto di acqua libera per unità di volume.

Gli aggregati di un sottofondo leggero tipo cellulare o alleggerito con perle di polistirene espanso o con aggregati leggeri come pomice o argilla espansa, differiscono da una malta pesante sostanzialmente della densità dell’aggregato. Il campione che viene quindi inserito nell’igrometro è composto da pasta di cemento (cemento, acqua additivi) e aggregati leggeri a differenza di campioni pesanti composti da pasta cementizia ed aggregati lapidei. Per cui il contenuto di acqua libera (umidità residua) del sottofondo misurato con igrometro al carburo di calcio deve essere:

 
 
Formula calcolo umidità residua sottofondo
            
dove:
 
CM%igr,sott è il contenuto di acqua libera (umidità residua) del sottofondo leggero, misurato con l’igrometro al carburo. Per la misura di umidità oltre il 7%, che manderebbe fuori scala l’igrometro al carburo, si raccomanda di utilizzare la prova in forno in conformità alla norma UNI 10329.

CM%max è il contenuto massimo di acqua libera (umidità residua) del massetto pesante misurato con l’igrometro al carburo richiesto dallo strato di finitura.

MVsott è la massa volumica in opera del sottofondo asciutto.

Per questo motivo, per convertire il risultato acquisito dall’igrometro al carburo lo si divide per 1.800 e si moltiplica per la massa volumica del sottofondo leggero. Le masse volumiche utilizzate sono quelle a secco. 
La formula non si applica per sottofondi con massa volumica superiore a 1.800 kg/m3.
 
 

Massetti desolidarizzati

La superficie deve essere pulita e compatta: non devono essere presenti vuoti sotto lo strato desolidarizzante.

Si ipotizza che i massetti desolidarizzati siano posati su strati relativamente resistenti e rigidi come solai, pavimentazioni esistenti, massetti aderenti esistenti, ecc. I massetti desolidarizzati su strati isolanti e/o leggeri ricadono nella tipologia dei massetti galleggianti: tappetini fono-isolanti, isolanti termici, sottofondi con densità inferiore a 300 kg/m3 per pavimentazioni in ceramica e legno e inferiore a 800 kg/m3 per pavimentazioni resinose, resilienti, laminate e tessili.

 

Massetto desolidarizzato - Particolare costruttivo

La tolleranza di planarità del sottofondo deve essere contenuta tra ±8 mm, misurata col sistema riportato nel paragrafo 6.5 della Rev. 5 del Codice. Non è ammessa la presenza di eventuali tubazioni nel massetto. Nei casi in cui la loro presenza non sia evitabile, occorre affrontare la problematica col progettista del Sistema Pavimento.

In fase progettuale, la quota del sottofondo deve essere pari a quella nominale aumentata della tolleranza di quota ammessa nella posa del massetto e del sottofondo. Ciò significa che il suo spessore finale deve essere inferiore a quello nominale. Questo accorgimento garantisce lo spessore minimo del massetto. Vedi paragrafo 6.3 della Rev. 5 del Codice. Comunque la tolleranza massima della quota del sottofondo deve essere inferiore a ±13 mm.

In queste applicazioni, in cui viene previsto un freno al vapore come elemento desolidarizzante, il contenuto di acqua libera del sottofondo non influenza direttamente il piano di posa. Comunque, in presenza di pavimentazioni in legno, è buona norma tenere presente che un’eccessiva umidità del sottofondo potrebbe, nel tempo, aumentare quella ambientale dei locali con effetti negativi sulla pavimentazione. Analogamente, anche in presenza delle altre pavimentazioni occorre non eccedere con il contenuto di acqua libera nel sottofondo che potrebbe risalire dai muri fino a staccare i battiscopa o infiltrarsi tra rivestimento e massetto. 

Massetti galleggianti e massetti radianti

La superficie deve essere pulita e compatta. Ad esempio scarti di materiali leggeri possono affiorare sulla superficie dei massetti autolivellanti. 

Massetti galleggianti e massetti radianti

 Lo strato isolante del sistema radiante e i pannelli isolanti devono poggiare su sottofondi leggeri con tolleranza di planarità non superiore a ±5 mm, per garantire che i vuoti al di sotto dei pannelli radianti siano contenuti. Per i sottofondi alleggeriti e pesanti si richiede la stessa tolleranza massima di planarità dei massetti: ±3 mm.

In fase progettuale, la quota del sottofondo deve essere pari a quella nominale aumentata della tolleranza di quota ammessa nella posa del massetto e del sottofondo. Ciò significa che il suo spessore finale deve essere inferiore a quello nominale. Questo accorgimento garantisce lo spessore minimo del massetto. Comunque la tolleranza massima della quota del sottofondo per i sottofondi leggeri deve essere inferiore a ±8 mm. Per i sottofondi alleggeriti e pesanti si richiede la stessa tolleranza massima della quota dei massetti: ±2 mm.

Il modulo di elasticità, e quindi la cedevolezza, del sottofondo influenza in maniera determinante la resistenza meccanica e in generale le deformazioni di tutto il Sistema Pavimento. Gli stati limite ultimi saranno diversi in funzione della finitura: rottura del pavimento ceramico e lapideo, distacco del parquet e rottura del massetto in presenza di finiture resilienti, laminate tessili e resinose (vedi Allegato A della Rev. 5 del Codice).

In queste applicazioni, in cui viene previsto un freno al vapore come elemento desolidarizzante, il contenuto di acqua libera del sottofondo non influenza direttamente il piano di posa. Comunque, in presenza di pavimentazioni in legno, è buona norma tenere presente che un’eccessiva umidità del sottofondo potrebbe, nel tempo, aumentare quella ambientale dei locali con effetti negativi sulla pavimentazione. Analogamente, anche in presenza delle altre pavimentazioni occorre non eccedere con il contenuto di acqua libera nel sottofondo che potrebbe risalire dai muri fino a staccare i battiscopa o infiltrarsi tra rivestimento e massetto.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al paragrafo 8.3 della Rev. 5 del Codice di Buona Pratica.


Rev.05 Codice di Buona Pratica per la progettazione e il controllo dei massetti e dei pavimenti

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Massetti: prescrizioni per il progetto e controllo

Lo speciale si compone di 9 articoli scritti col fine di presentare le principali novità introdotte dalla Rev. 05 del Codice di Buona Pratica per la progettazione e il controllo dei massetti e dei pavimenti edito da Conpaviper.

Piano Editoriale dello Speciale

  1. Dal massetto al pavimento.
  2. Il progettista del Sistema Pavimento.
  3. I parametri che influenzano la resistenza meccanica del pavimento.
  4. Il dimensionamento del pavimento.
  5. Influenza dei sottofondi sulla stabilità dei pavimenti.
  6. I giunti nei massetti.
  7. I massetti ribassati e a bassa inerzia.
  8. Prestazioni meccaniche dei massetti.
  9. Codice di Buona Pratica Massetti: l’Allegato A.

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