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Codice di Buona Pratica Massetti: le prestazioni meccaniche dei massetti

È possibile rilevare le varie prestazioni meccaniche del massetto direttamente, indirettamente, in cantiere e in laboratorio: quali considerare, come misurarle e con quali valori confrontarle.

Prove e test in cantiere e in laboratorio per valutare le prestazioni del massetto

Il presente è l’ottavo di 9 articoli scritti col fine di presentare le principali caratteristiche del Codice di Buona Pratica per la progettazione e il controllo dei massetti e dei pavimenti edito da Conpaviper. Il suo scopo è di fare chiarezza sul significato delle varie prestazioni meccaniche e la loro misura.

Definizione di Pavimento o Sistema Pavimento: insieme degli strati compresi tra il supporto strutturale e la pavimentazione finale: sottofondo, strati resilienti, isolanti termici, massetto, impianti radianti, giunti di varia natura, rivestimento o pavimentazione, strati di desolidarizzazione, freno al vapore.

Nei pavimenti i massetti devono presentare determinate caratteristiche meccaniche in funzione della finitura, della tipologia costruttiva, della tipologia di legante, della posizione e della destinazione d’uso.

Tra queste si possono individuare le prestazioni di seguito riportate:

  • resistenza a compressione e flessione;
  • durezza superficiale;
  • resistenza alle sollecitazioni parallele al piano di posa;
  • resistenza all’aderenza per trazione diretta;
  • resistenza alla rottura per carico dinamico.

Resistenza a compressione e flessione

La resistenza a compressione e flessione di un massetto deve essere eseguita secondo quanto stabilito dalla norma europea di prodotto UNI EN 13813.

La norma si riferisce a prove di laboratorio eseguite su malte confezionate in laboratorio con apparecchiature che consentono elevati livelli di compattazione e condizioni di umidità e temperatura standardizzate. Tali valori vengono riportati nella DOP e nella scheda tecnica del prodotto e sono segmentati in classi la cui appartenenza è valutata in conformità alla norma UNI EN 13892-2 secondo criteri di conformità statistici o secondo criteri basati su singoli risultati.

Queste prestazioni sono definite “nominali” e non vanno confuse con i valori dei provini confezionati in cantiere all’uscita del tubo getto e, tanto meno, con quelle che si suppone siano presenti nel massetto in opera.

Per quello che riguarda la valutazione delle prestazioni meccaniche del materiale per massetti all’uscita del tubo-getto, occorre definire il procedimento di campionamento, compattazione e stagionatura. La Rev. 5 del Codice propone, nell’Allegato B, una metodologia per tale valutazione per massetti autolivellanti e semi-umidi.

Per quanto concerne la valutazione delle resistenze di compressione e flessione del massetto realizzato in cantiere, non esiste un metodo riconosciuto dagli organismi nazionali ed internazionali.

Vengono riportate di seguito alcune prove da effettuare in cantiere sui massetti in opera che misurano in maniera indiretta alcune proprietà meccaniche del massetto e/o di tutto il pavimento. Nessuna di queste è correlabile alle resistenze nominali a compressione e trazione del massetto sopra descritte.

Resistenza alle sollecitazioni parallele al piano di posa per pavimentazioni UNI 10827

La norma UNI 10827 prescrive la prova di resistenza alle sollecitazioni parallele al piano di posa. Questa misura lo sforzo per distaccare, con una forza di direzione parallela al massetto, un pezzetto di legno di 10 cm2 su di esso incollato. La norma prevede di ripetere la prova 4 volte per ogni campionamento, scartando il valore più alto e quello più basso e quindi di fare la media dei due valori centrali. Tuttavia, l’elevata dispersione dei risultati la rende una prova critica e poco affidabile.

Test prestazionali massetto

Questa prova simulerebbe le azioni sul massetto dei movimenti causati dalle pavimentazioni in legno incollate dovute a variazioni igrometriche.

La norma UNI 11371 richiede valori di accettazione minimi (1,2 MPa minimo e 1,6 MPa medio) ottenibili esclusivamente su massetti pretrattati con primer. Il mercato dei massetti degli ultimi 30 anni mostra che tali valori non sono assolutamente necessari.

Resistenza al carico dinamico

La resistenza al carico dinamico serve per avere indicazioni per la classificazione ed idoneità dei massetti aderenti o desolidarizzati già posati, per la classe di destinazione ed il tipo di rivestimento previsti.

La resistenza all’impatto (impact test) può essere determinata, secondo quanto riporta l’Allegato D della BS 8204-1, sottoponendo il massetto ad una serie di quattro colpi, provocati dalla caduta lungo una guida verticale di un peso di massa 2,00 ± 0,01 kg per un’altezza di 1.000,0 ± 0,5 mm. Il peso va a scontrarsi contro un’incudine d’acciaio temprato che provoca un’impronta nel massetto. Per misurare la profondità dell’impronta si utilizza uno strumento in grado di leggere la profondità da 0 a 10 mm, con una precisione di ± 0,1 mm: nella confezione in dotazione viene fornito un micrometro con apposita maschera di posizionamento.

La prova deve essere eseguita a una distanza di almeno 50 cm da giunti e pareti.

Il numero di prove deve essere concordato contrattualmente ed è funzione dell’estensione della superficie.

Test per valutare le prestazioni meccaniche dei massetti

 Con la prova della resistenza al carico dinamico, in realtà si verifica la resistenza di tutto il sistema pavimento. Infatti la capacità di assorbire urti da parte di un massetto è strettamente connessa all’elasticità e alla cedevolezza degli strati su cui è posato, solai compresi. Quindi i massetti galleggianti e radianti dovranno essere progettati appositamente per poter affrontare la prova senza rompersi.

La prova della resistenza al carico dinamico descrive correttamente il comportamento dei massetti che prevedono finiture resilienti, laminate, tessili e resinose sottoposte ad urti. Per avere indicazioni dell’idoneità dei massetti aderenti o desolidarizzati già posati, la resistenza all’impatto può essere anche determinata con lo sclerometro.

Questo strumento è stato ideato per avere una misura indiretta della resistenza a compressione di un calcestruzzo in opera. La relazione che lega l’indice di rimbalzo e le prestazioni meccaniche dei massetti in opera ad oggi non è chiara e condivisa: è possibile utilizzare questo strumento nei massetti aderenti per controllare l’uniformità di adesione su grandi superfici.

 

Durezza superficiale

Per durezza superficiale s’intende la resistenza alla scalfittura del primissimo strato del massetto che è connessa alla sua resistenza meccanica della parte superiore.

Una bassa durezza superficiale potrebbe provocare il distacco della pavimentazione è quindi da evitare. Valori medi caratterizzano massetti adatti a ricevere finiture ceramiche e lapidee, mentre per pavimentazioni in legno, resilienti, laminate, tessili e resinose occorrono superfici del massetto con relativamente elevata durezza superficiale.

In cantiere la verifica della durezza superficiale si può eseguire in maniera empirica, graffiando la superficie del massetto con il durometro, strumento dotato di una punta assimilabile al classico chiodo di cantiere, spinto da una molla che ne standardizza la pressione, che va ad incidere la superficie del massetto. Si eseguono 6 scalfitture rettilinee della lunghezza di circa 10 cm, come riportato in Figura 14, parallele tre a tre, inclinate da 30° a 60° tra loro. Non si devono formare incisioni profonde, non si devono produrre sgretolamenti e non si deve avere sviluppo di polvere, in funzione anche della pavimentazione prevista.

Tale prova è comunque empirica ed acquista valenza se effettuata da un tester esperto che riesce ad interpretare correttamente le scalfitture provocate dal durometro. 

Test e prove sui massetti

 

Determinazione della forza di adesione di un massetto al sottofondo EN 13892-8 

La norma UNI EN 13892-8 Metodi di prova dei materiali per massetti - Determinazione della forza di adesione misura lo sforzo per distaccare, con una forza di direzione perpendicolare al massetto, un tassello di acciaio o di alluminio a sezione circolare (diametro di 50 mm) o quadrata (di lato di 50 mm) su di esso incollato dopo che è stata realizzata una carota della stessa forma del tassello.

La norma è nata per valutare in laboratorio la capacità di adesione di un massetto in aderenza su un provino standard di calcestruzzo di dimensioni 300x300x50 mm. Per massetti di spessore maggiore di 2 cm la norma consiglia di usare tasselli quadrati. Il numero di prove previsto dalla norma per ogni campionamento è di 5. Una sua applicazione in cantiere prevede di definire contrattualmente il numero di prove e la valutazione dei risultati prima dell’esecuzione del massetto.

Tuttavia l’elevata dispersione dei risultati la rende una prova critica e poco affidabile. Quindi, nel caso si voglia utilizzare tale prova, si consiglia di aumentare il numero di prove per ogni singolo campionamento. 

Prove per valutare le prestazioni dei massetti

Determinazione della resistenza del massetto alle tensioni perpendicolari al piano di posa

Il Codice propone nell’Allegato C una metodologia di prova per la determinazione della resistenza del massetto alle tensioni perpendicolari al piano di posa definita “resistenza superficiale”. I valori misurati vengono utilizzati nell’Allegato A (tabella A.3 e tabella A.4) per stabilire l’adeguatezza dei massetti ad essere rivestiti da pavimentazioni in legno.


Rev.05 Codice di Buona Pratica per la progettazione e il controllo dei massetti e dei pavimenti

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Massetti: prescrizioni per il progetto e controllo

Lo speciale si compone di 9 articoli scritti col fine di presentare le principali novità introdotte dalla Rev. 5 del Codice di Buona Pratica per la progettazione e il controllo dei massetti e dei pavimenti edito da Conpaviper.

Piano Editoriale dello Speciale

  1. Dal massetto al pavimento.
  2. Il progettista del Sistema Pavimento.
  3. I parametri che influenzano la resistenza meccanica del pavimento.
  4. Il dimensionamento del pavimento.
  5. Influenza dei sottofondi sulla stabilità dei pavimenti.
  6. I giunti nei massetti.
  7. I massetti ribassati e a bassa inerzia.
  8. Prestazioni meccaniche dei massetti.
  9. Codice di Buona Pratica Massetti: l’Allegato A.


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