Dissesto idrogeologico, nasce il gruppo di lavoro del CNI
È stato istituito il gruppo di lavoro del CNI su "Ingegneria e prevenzione del rischio idrogeologico" composto da liberi professionisti, docenti universitari e rappresentanti di Enti istituzionali esperti della materia. L’obiettivo è di elaborare delle linee guida che, partendo da alcune problematiche in essere, propongano delle soluzioni alle Istituzioni.
Più del 90% dei Comuni italiani è esposto ad uno di questi tre rischi: frana, inondazione e erosione
Il 21 giugno 2023 si è insediato presso il CNI il gruppo di lavoro in materia di ingegneria e prevenzione del rischio idrogeologico, composto da liberi professionisti, docenti universitari e rappresentanti di Enti istituzionali esperti della materia.
Il gruppo, già nell’ambito del primo incontro, ha delineato alcuni elementi essenziali dello scenario che caratterizza un tema complesso e di attualità per il nostro Paese tenendo conto che oltre il 90% dei Comuni italiani è esposto ad almeno una delle tre seguenti forme di rischio: frana, inondazione o erosione.
Nonostante la molteplicità degli interventi di contrasto al rischio idraulico attuati negli ultimi anni in Italia, persistono notevoli criticità messe in evidenza, ancora una volta, dagli eventi che hanno colpito di recente vasti territori dell’Emilia-Romagna. L’Ispra certifica che negli ultimi 20 anni sono stati investiti 6,6 miliardi di euro per un totale di 6.063 opere in emergenza o di prevenzione. Il Piano Proteggitalia, varato nel 2019, ha reso disponibili 14,3 miliardi di euro per il periodo 2019-2030, mentre il PNRR prevede una dotazione di 2,4 miliardi di euro per misure di gestione del rischio idrogeologico.
“Pur essendo il primo incontro – afferma Domenico Condelli, Consigliere del CNI e coordinatore del GDL – il Gruppo è stato in grado di elaborare una agenda di lavoro finalizzata alla elaborazione di un documento da proporre al Consiglio Nazionale. Intendiamo identificare ed esplicitare in tempi brevi alcune criticità, soprattutto a livello di governance e a livello normativo in materia di prevenzione del rischio idrogeologico. Continuiamo ad affrontare casi di emergenza che costano vittime e ingenti danni materiali senza riuscire a realizzare in modo sistematico ed efficace interventi di prevenzione.
L’obiettivo che il Gruppo di lavoro si è dato è di elaborare delle linee guida che, partendo da alcune problematiche in essere, propongano delle soluzioni attraverso cui il CNI chiederà una interlocuzione con le istituzioni affinché la questione del rischio e gli strumenti di prevenzione possano acquisire una reale centralità nelle politiche di gestione del territorio. Sarà un percorso difficile ma ci poniamo l’obiettivo di produrre in tempi brevi un documento operativo che possa diventare una buona base di discussione.”
Il Gruppo di lavoro ha messo in evidenza come, nonostante gli sforzi messi in campo negli ultimi anni, il Paese si trova ad intervenire prevalentemente in casi di emergenza, quando i danni si sono già manifestati, dedicando relativamente poche risorse ad una programmazione di medio periodo finalizzata ad interventi di prevenzione. È questo forse anche il frutto di un sistema di coordinamento degli interventi contro il dissesto idrogeologico, sia a livello centrale che locale, molto parcellizzato con grande dispendio di energie ed una limitata ed efficace visione del problema.
L'ARTICOLO PROSEGUE NELLA NOTA IN ALLEGATO.
Dissesto Idrogeologico
Degrado ambientale dovuto principalmente all'attività erosiva delle acque superficiali, in contesti geologici naturalmente predisposti o per cause antropiche.
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