L’isolamento acustico dei solai: la normativa, i principi teorici e i casi realizzati
L’articolo approfondisce il tema dell’isolamento acustico dei solai, analizzando la normativa vigente, i principi teorici e le soluzioni applicative per migliorare il comfort abitativo. Focus su strategie per ridurre il rumore da calpestio e isolamento aereo, con esempi pratici e dettagli sulla posa dei materiali.
L’isolamento acustico dei solai
L’isolamento acustico di un solaio è argomento usuale sia nella realizzazione di un nuovo fabbricato che nella ristrutturazione edilizia di un immobile esistente. I recenti aggiornamenti normativi indicano la necessità di intervenire su tale elemento costruttivo al fine di conferire un idoneo confort abitativo; la normativa, ormai risalente al 1997, è stata recentemente aggiornata a seconda degli ambiti di intervento.
Il recente decreto CAM del 06/08/2022 - Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi - richiama l’attenzione su vari ambiti di intervento, dagli edifici pubblici fino agli interventi su edifici esistenti, argomento quest’ultimo che ha sempre costituito un punto di criticità e discussione tra i tecnici.
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Per gli edifici pubblici, come ad esempio le scuole, il decreto richiama UNI 11532-2 mentre per gli altri ambiti di intervento si richiama la norma UNI 11367, rimasta per diversi anni inapplicata.
Inquadramento normativo
La carenza di isolamento acustico è tipica del nostro parco edilizio degli anni dopoguerra; è consuetudine nei condomini sentire qualsiasi tipo di rumore generato dal nostro vicino di casa.
Pur essendo la normativa sull’isolamento acustico risalente al 1997, è rimasta per molti anni inapplicata. Solo negli ultimi anni la tematica dell’isolamento acustico è tornata alla ribalta nel mercato immobiliare; è usuale che in fase di acquisto di un nuovo immobile l’acquirente richieda l’ottemperanza della normativa acustica.
Negli anni addietro si è dato molta importanza agli aspetti energetici trascurando spesso quelli acustici; oggi capita sempre più il contrario, ovvero che la progettazione acustica assuma maggior importanza rispetto anni addietro. La progettazione acustica, se ben condotta, comporta spesso nell’usuale iter edilizio una maggior attenzione alla realizzazione dei sistemi costruttivi ed alla posa degli isolanti.
Di seguito si riporta sommariamente l’inquadramento normativo oggi applicabile lasciando a discrezione del lettore un maggior approfondimento.
Il D.P.C.M. 5/12/1997 - Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici – resta la normativa di riferimento oggi per l’isolamento acustico. A seconda della destinazione d’uso del fabbricato, il decreto indica i valori di isolamento acustico che gli elementi costruttivi devono possedere.
Per quanto riguarda i solai i parametri in gioco sono due: il potere fono isolante (Rw) ed il livello normalizzato di calpestio (Ln,w), di cui si riportano di seguito una breve descrizione.
Le grandezze di maggiore interesse, espresse come indice di valutazione, che caratterizzano i requisiti acustici passivi degli edifici, definiti secondo le normative tecniche vigenti, sono:
- Isolamento per via aerea tra ambienti: indice di valutazione del potere fonoisolante apparente (definito dalla norma EN ISO 140 – 5:1996)
Rw = L1 – L2 + 10log (S/A) (dB)
dove:
L1: livello di pressione sonora medio nell’ambiente sorgente
L2: livello di pressione sonora medio nell’ambiente ricevente
S: area dell’elemento divisorio
A: area equivalente di assorbimento acustico nell’ambiente riceventeù
- Isolamento al rumore trasmesso per via solida: indice di valutazione del livello di pressione sonora di calpestio normalizzato rispetto al tempo di riverberazione T (definito dalla norma EN ISO 140 – 6:1996)
Ln,w = Li + 10 log T/T0 (dB)
dove:
Li: livello medio di rumore misurato in più punti dell’ambiente ricevente quando nell’ambiente sovrastante è in funzione la macchina normalizzata di rumore di calpestio
T: tempo di riverberazione nell’ambiente ricevente
T0: tempo di riverberazione di riferimento pari a 0,5 s.
Nella tabella A del decreto si definisce la classificazione dei diversi edifici in base alla loro destinazione d’uso; nella tabella b sono definiti per ogni categoria i valori dei requisiti acustici passivi oer ogni categoria.
Qualora facessimo riferimento ad un’abitazione civile – categoria A - il solaio interpiano che divide due diverse unità deve avere sia un potere fono isolante superiore a 50 dB che un livello normalizzato di calpestio inferiore a 63 dB.
Tredici anni dopo all’uscita del DPCM, la norma UNI 11367 nel 2010 Classificazione acustica delle unità immobiliari definisce un nuovo metodo per la classificazione acustica degli edifici, restando però negli anni inapplicata; a distanza infatti di oltre 20 anni il decreto di riferimento sull’isolamento acustico resta il DPCM 5/12/97 e l’uscita dei recenti decreti CAM portano in attuazione diverse norme UNI di cui si rimanda al lettore per un maggior approfondimento.
A livello progettuale, solo negli ultimi 8-10 anni l’isolamento acustico ha trovato maggior applicazione nell’edilizia, vuoi da un lato per la maggior richiesta da parte degli acquirenti vuoi, dall’altro, la comprensione nel mondo dell’edilizia della importanza di tale aspetto.
I recenti decreti CAM inoltre, hanno richiamato l’attenzione sugli aspetti dell’isolamento acustico che per tale motivo non può essere trascurato negli attuali progetti che vedono l’utilizzo dei fondi del PNRR.
Oggi tratteremo uno dei molteplici campi applicativi dell’isolamento acustico all’edilizia; occorre non dimenticare che in un iter costruttivo sono infatti molteplici i campi applicativi dell’isolamento acustico dalle pareti fino agli impianti tecnici.
Nello stralcio dell’allegato del decreto CAM 23 giugno 2022 di seguito riportato, al punto 2.4.11 viene ben riassunto tutto il quadro normativo odierno.
2.4.11 Prestazioni e comfort acustici
Criterio
Fatti salvi i requisiti di legge di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 1997 «Determinazione dei requisiti acustici degli edifici» (nel caso in cui il presente criterio ed il citato decreto prevedano il raggiungimento di prestazioni differenti per lo stesso indicatore, sono da considerarsi, quali valori da conseguire, quelli che prevedano le prestazioni più restrittive tra i due), i valori prestazionali dei requisiti acustici passivi dei singoli elementi tecnici dell’edificio, partizioni orizzontali e verticali, facciate, impianti tecnici, definiti dalla norma UNI 11367 corrispondono almeno a quelli della classe II del prospetto 1 di tale norma. I singoli elementi tecnici di ospedali e case di cura soddisfano il livello di “prestazione superiore” riportato nel prospetto A.1 dell’Appendice A di tale norma e rispettano, inoltre, i valori caratterizzati come “prestazione buona” nel prospetto B.1 dell’Appendice B di tale norma. Le scuole soddisfano almeno i valori di riferimento di requisiti acustici passivi e comfort acustico interno indicati nella UNI 11532-2.
Gli ambienti interni, ad esclusione delle scuole, rispettano i valori indicati nell’appendice C della UNI 11367.
Nel caso di interventi su edifici esistenti, si applicano le prescrizioni sopra indicate se l’intervento riguarda la ristrutturazione totale degli elementi edilizi di separazione tra ambienti interni ed ambienti esterni o tra unità immobiliari differenti e contermini, la realizzazione di nuove partizioni o di nuovi impianti.
Per gli altri interventi su edifici esistenti va assicurato il miglioramento dei requisiti acustici passivi preesistenti. Detto miglioramento non è richiesto quando l’elemento tecnico rispetti le prescrizioni sopra indicate, quando esistano vincoli architettonici o divieti legati a regolamenti edilizi e regolamenti locali che precludano la realizzazione di soluzioni per il miglioramento dei requisiti acustici passivi, o in caso di impossibilità tecnica ad apportare un miglioramento dei requisiti acustici esistenti degli elementi tecnici coinvolti. La sussistenza dei precedenti casi va dimostrata con apposita relazione tecnica redatta da un tecnico competente in acustica di cui all’articolo 2, comma 6 della legge 26 ottobre 1995, n. 447. Anche nei casi nei quali non è possibile apportare un miglioramento, va assicurato almeno il mantenimento dei requisiti acustici passivi preesistenti.
Per la prima volta si richiama un miglioramento acustico rispetto allo stato preesistente; questo significa che il tecnico deve, nel caso ad esempio di intervento su un solaio esistente, dapprima accertare i parametri acustici allo stato ante opera e poi rilevarli nuovamente a lavori ultimati, misurando un miglioramento seppur non raggiungendo i parametri di legge. Nel caso non sia possibile un miglioramento, il decreto prevede comunque che venga documentato lo stato acustico ante opera.
Si rammenta che in molti casi, interventi ritenuti conservativi sotto il punto di vista acustico, comportano spesso un peggioramento delle prestazioni acustiche di un solaio. La sola posa, ad esempio, di una pavimentazione in ceramica sopra all’esistente pavimentazione, se non realizzata seguendo alcuni accorgimenti acustici, comporta una perdita di isolamento stimata in dai 3 ai 5 decibel.
Principi generali teorici ed esempi pratici
Isolare acusticamente un solaio significa aumentare considerevolmente il comfort abitativo e ridurre i rumori che interessano le superfici orizzontali, specialmente per i rumori da impatto.
Il solaio è una struttura piana orizzontale che divide un piano dall’altro e, per isolare acusticamente un solaio, può essere sufficiente un intervento senza demolizioni oppure si può ricorrere a manovre più invasive.
Il rumore da calpestio viene generato dall’insieme dei rumori causati da urti, impatti e sollecitazioni meccaniche all’interno di un edificio oltre che dai rumore aerei. La maggior parte dei rumori impattivi interessano le partizioni orizzontali (solai): sono infatti quelli provenienti dai passi, movimentazione di mobilio o altri contatti con le superfici del locale.
Essi vengono trasmessi per via aerea e per via strutturale, come schematicamente illustrato nella seguente figura.
Quando un solaio è sollecitato da un urto è posto in vibrazione e irradia energia sonora non solo agli ambienti direttamente adiacenti o sottostanti per via aerea ma anche per via strutturale attraverso tutti quegli elementi a cui il solaio è rigidamente vincolato.
Per caratterizzare la capacità di una struttura orizzontale a ridurre questo tipo di disturbo acustico, si definisce il cosiddetto livello di rumore di calpestio Ln,w come livello di pressione sonora rilevabile nell'ambiente disturbato sottostante allorché sulla struttura stessa agisca una macchina normalizzata per rumore di calpestio.
Anche in questo caso, si definisce un livello di rumore di calpestio normalizzato per ricondurre la misura ad una condizione standard:
Ln,w = Li + 10 log T/T0
con il consueto significato dei simboli. Il livello, così definito, fornisce un’indicazione immediata del grado d’isolamento della struttura. A livelli più elevati corrisponde, ovviamente, uno scarso isolamento acustico nei riguardi dei rumori impattivi, mentre un buon comportamento del solaio è testimoniato da bassi valori di Ln,w.
Per caratterizzare invece l’attitudine del solaio ad isolare dai rumori aerei viene in aiuto il potere fono isolante Rw; a livelli più elevati corrisponde un maggior isolamento acustico nei riguardi dei rumori aerei.
Rw = L1 – L2 + 10log (S/A) (dB)
Questi indici consentono di caratterizzare, con un solo numero, le proprietà di isolamento acustico di un solaio.
I principi teorici hanno a volte forti limiti nell’applicazione delle innumerevoli applicazioni pratiche; semplice è l’applicazione dei principi teorici citati dalla norma ad un solaio in latero cemento, ad esempio, mentre è più complicato per un solaio in legno o in putrelle e lamiera grecata ad esempio.
Molto importanti a tal fine, sono le schede tecniche di soluzioni testate in opera dalle ditte fornitrici dei materiali o dai tecnici professionisti o da laboratori su campioni tipo.
Nel caso del calcolo del potere fono isolante Rw di un solaio di tipo massivo, viene in aiuto la legge della massa e svariate norme UNI mentre per il calcolo del livello normalizzato di calpestio si utilizza la norma UNI EN 12354/2:2017 - Acustica in edilizia - Valutazioni delle prestazioni acustiche di edifici a partire dalle prestazioni dei prodotti - Parte 2: Isolamento acustico al calpestio tra ambienti.
Il parametro fondamentale per la progettazione acustica resta la rigidità dinamica s’ su cui occorre spesso indagare; il calcolo da normativa, privilegia materiali con rigidità dinamica bassa, compresa tra 10 e 20 N/mc, ma non è detto che la scelta di un materiale con rigidità dinamica modesta comporti il risultato in opera migliore rispetto ad un materiale con rigidità dinamica superiore ma con caratteristiche intrinseche differenti.
Importante sapere che la rigidità dinamica viene misurata in laboratorio secondo la norma EN 29052-1 e viene misurata senza alcun pre-carico.
CONSIGLIO
L’esperienza ormai ventennale mi ha aiutato a comprendere ed indagare approfonditamente sugli isolanti disponibili in commercio, e di porre molta attenzione sul parametro della rigidità dinamica ma di non limitarsi ad esso; reperire un test di rottura dei materiali può significare ad esempio la durevolezza nel tempo del risultato.
La pratica in cantiere mi ha insegnato che materiali troppo rigidi, aventi magari rigidità dinamica certificata pari a 12-15 N/mc, comportano risultati peggiori rispetto ad un materiale “più morbido” ma con rigidità dinamica pari a 25-30 N/mc; il calcolo teorico della norma UNI porta, a parità di stratigrafie, a risultati migliori con rigidità dinamica basse.
È usuale imbattersi in schede tecniche di materiali ove le prestazioni dichiarate sono basate esclusivamente su principi teorici e non su test acustici in laboratorio o in cantiere, molto più utili questi ultimi rispetto ai primi.
Materiali dell’ordine di pochi millimetri la cui compressione ed elasticità è nulla, difficilmente possono conseguire risultati soddisfacenti; al contrario isolanti acustici di svariati centimetri posso conseguire nel tempo a differenti problematiche quali ad esempio l’assestamento dello stesso.
Passando alla fase realizzativa, l’isolamento acustico di un solaio può essere realizzato in diversi modi: il primo, il più comune, è quello di applicare all’estradosso del solaio un idoneo isolante acustico mentre il secondo può essere quello di realizzare un controsoffitto isolante all’intradosso della soletta. Quest’ultima soluzione a volte viene realizzata unitamente alla prima soluzione o, in altri casi, quando non sia possibile intervenire all’estradosso del solaio.
Fondamentale resta la corretta posa in opera degli isolanti acustici ma soprattutto di tutti quegli accorgimenti che consentono il “disaccoppiamento meccanico degli strati”, come schematicamente illustrato di seguito.
La posa dell’isolante acustico all’estradosso del solaio – ben descritta nella norma UNI 11516/2013 - Indicazioni di posa in opera dei sistemi di pavimentazione galleggiante per l'isolamento acustico – è fondamentale e viene in aiuto a posatori e professionisti addetti al settore.
Lo schema tipico di isolamento di un solaio è quello di prevedere, dopo la realizzazione della struttura del solaio, almeno due strati di massetto al fine di frapporre tra i due un isolante acustico, secondo gli schemi di seguito riportati.
Rispettando questo generico schema di posa, si ottiene il disaccoppiamento meccanico che consente la limitazione di trasmissione del rumore per contatto diretto agli elementi che delimitano il solaio. Nello schema di isolamento è sempre previsto anche la posa di una fascia verticale lungo le pareti che delimitano il solaio, in modo tale da limitare la propagazione dl rumore alle pareti; in questo modo si è realizzato il cosiddetto sistema flottante.
In figura 4 è illustrata la posa dell’isolante acustico e della fascia perimetrali sul massetto di contenimento degli impianti tecnici, mentre in figura 5 la realizzazione del sottofondo finale su cui verrà posata la pavimentazione.
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