La definizione di RISCHIO e la sua valutazione
Ma cosa è il RISCHIO? Di seguito una definizione del Rischio tratta dal volume “La Protezione civile in Italia”.
Qualche anno fa il Dipartimento della Protezione civile e il Ministero dell’Istruzione hanno pubblicato il volume “La Protezione civile in Italia”.
Nel testo dopo una panoramica sulle competenze e sulle attività del servizio del Dipartimento della Protezione civile, si passa a una rappresentazione della fragilità del territorio italiano rispetto ai diversi rischi.
Ma cosa è innanzitutto il RISCHIO? Di seguito una definizione del Rischio tratta dal volume sopracitato.
La definizione di RISCHIO
L’UNDRR-United Nations Office for Disaster Risk Reduction definisce il rischio in termini di potenziali vittime e feriti, distruzioni e danni che potrebbero accadere in un certo periodo di tempo a un sistema o a una comunità.
Si tratta di una stima probabilistica che tiene conto di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione, nonché della capacità di fare fronte al fenomeno.
La definizione di rischio delle Nazioni Unite può ricondursi sinteticamente alla seguente equazione generale:
R = f (H, E, V, C)
R è il rischio riferito ai beni esposti nell’area di interesse, espresso per quanto possibile in termini di probabilità o frequenza di accadimento di predefinite conseguenze
f esprime la funzione (il rischio è funzione di... )
H esprime la pericolosità dell’area di interesse: al suo aumentare, aumenta il rischio
E esprime l’esposizione nell’area di interesse: al suo aumentare, aumenta il rischio
V esprime la vulnerabilità dei beni esposti: al suo aumentare, aumenta il rischio
C esprime la capacità di risposta degli esposti che si stanno considerando e del sistema di protezione civile: al suo aumentare, il rischio diminuisce.
Questa espressione del rischio è molto ampia, sia perché può essere riferita a qualsiasi tipo di pericolo, sia perché per un certo tipo di pericolo non esiste un’unica valutazione di rischio.
Essa, infatti, può essere riferita a determinati esposti (persone, edifici, infrastrutture di trasporto, beni culturali, sistemi industriali, intere comunità, ecc.) e a una precisa metrica (gravità del danno, costi di ripristino, numero di vittime, costi indiretti per interruzione di attività economiche, impatto sulle comunità sociali, impatto sul panorama, ecc.).
Inoltre, il rischio può essere riferito a un singolo evento di scenario oppure a tutti gli eventi che potranno avvenire, con le relative probabilità di accadimento, in un dato arco temporale (1, 10, 50, 100 anni e via dicendo), in una certa area geografica (paese, città, regione, ecc.).
Se avviene un evento pericoloso cui può associarsi una certa probabilità o frequenza di accadimento – come un terremoto di data magnitudo con un certo epicentro oppure una frana o un’alluvione in una determinata area geografica – le domande a cui devo/ posso rispondere facendo una valutazione del rischio sono, ad esempio:
• quante vittime mi posso aspettare?
• quanti senzatetto dovranno essere sistemati in tende o alloggi provvisori?
• quali saranno i danni ai beni culturali e alle chiese?
• quali saranno i costi di ripristino degli edifici danneggiati?
• quali saranno i costi per compensare le perdite subite dalle attività produttive danneggiate a causa della loro interruzione?
Queste domande possono essere riferite a un piccolo paese, una città, una regione o a tutto il territorio nazionale. Inoltre, occorre distinguere se si fa riferimento a un singolo evento di scenario oppure a tutti i possibili eventi di quel tipo che possono impattare sull’area scelta in un prefissato arco temporale, ad esempio di un anno o di cento anni.
Quando si parla di valutazione del rischio occorre, pertanto, avere ben chiara la finalità dell’analisi, e dunque come si vuole esprimere il pericolo (scenario o pericolosità), quali elementi esposti considerare (edifici di abitazione, infrastrutture, beni culturali, ecc.), quale grandezza e quale metrica adottare per effettuare la valutazione ed esprimere il risultato della valutazione. La questione si complica considerevolmente se si vuole effettuare una valutazione multipericolo/multirischio, nella quale si voglia tener conto contemporaneamente di diversi pericoli (terremoti, frane, eventi meteorologici estremi, ecc.).
Tali pericoli possono essere considerati sia indipendentemente, combinandoli con le loro probabilità di occorrenza, sia tenendo conto delle interazioni che determinano effetti domino o a cascata (ad esempio un terremoto che determina una frana o un maremoto). La valutazione multipericolo/multirischio è spesso molto complessa, al punto che non è possibile adottare approcci probabilistici rigorosi ed è necessario ricorrere a procedure semplificate.
Dal Glossario del volume
Esposizione. La presenza di persone, infrastrutture, abitazioni, capacità produttive e altri beni materiali situati in zone a rischio.
Annotazione: Le misure di esposizione possono includere il numero di persone o il tipo di beni in un'area. Queste possono essere combinate con la vulnerabilità e la capacità specifica degli elementi esposti a qualsiasi particolare pericolo per stimare i rischi quantitativi associati a tale pericolo nell'area di interesse. Fonte: Prevention Web
Vulnerabilità. Le condizioni determinate da fattori o processi fisici, sociali, economici e ambientali che aumentano la suscettibilità di un individuo, di una comunità, di beni o sistemi agli impatti dei pericoli. Fonte: Prevention Web
Capacità. L’insieme di tutti gli elementi di forza, gli attributi e le risorse disponibili all’interno di una organizzazione, di una comunità o di una società per gestire e ridurre i rischi di disastro e rafforzare la resilienza.
Annotazione: la capacità può includere le infrastrutture, le istituzioni, la conoscenza e le competenze umane, e gli attributi collettivi quali relazioni sociali, leadership e amministrazione.
La capacità di reazione (coping capacity) è la capacità delle persone, delle organizzazioni e dei sistemi, utilizzando le competenze e le risorse disponibili, di affrontare condizioni avverse, rischi e disastri. Essa richiede consapevolezza continuativa, risorse e buona gestione, sia in tempi ordinari sia durante i disastri o condizioni avverse.
La capacità di reazione contribuisce alla riduzione dei rischi. Fonte: Prevention Web
Testo estratto dall'Approfondimento 1 del volume “La Protezione civile in Italia”
Si ringrazia la Protezione Civile per la gentile autorizzazione
Gli approfondimenti di INGENIO
Classificazione del rischio nelle costruzioni: cos'è e chi lo stabilisce?
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