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La Disciplina delle Prestazioni Consulenziali sul «BIM» per le Amministrazioni Pubbliche

Una riflessione di Angelo Ciribini

Digitalizzazione nei contratti pubblici: più chiarezza

La svolta operativa relativa alla digitalizzazione nei contratti pubblici sta emergendo con chiarezza sia a livello comunitario, attraverso la Road Map dello EU BIM Task Group, presentata il 2 Ottobre 2019 a Bruxelles nel corso della General Assembly, sia tramite i Programmi di Implementazione promossi dai diversi Paesi Comunitari ed Europei che, appunto, nella capitale belga si confrontano regolarmente.
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Ciò, tuttavia, richiederebbe che, in Italia, ove vige un obbligo di legge per la Domanda Pubblica più pressante che altrove, in considerazione del DM 560/2017, ma anche delle norme UNI EN ISO 19650, si chiarisse meglio la natura delle prestazioni consulenziali che debbano essere erogate a supporto delle amministrazioni pubbliche: così come, peraltro, della Domanda Privata, ove, non sempre, ad esempio, i requisiti informativi configurati dagli sviluppatori immobiliari appaiono esaurienti.
Il fatto, anzitutto, che l’atto organizzativo sia raramente predisposto, almeno in termini convincenti, dimostra probabilmente come manchi una attività sistematica, a beneficio delle stazioni appaltanti e delle amministrazioni concedenti, di revisione e di progettazione delle strutture organizzative e dei processi gestionali.
La più pregnante testimonianza di ciò è, del resto offerta, da molti capitolati informativi, documenti acritici, spesso stereotipati, che palesemente sono privi della successione logica prevista dalla normativa sovranazionale e internazionale colla formulazione sequenziale dei requisiti informativi organizzativi, patrimoniali, procedurali e, infine, operativi.
 

I capitolati informativi disponibili sono tendenzialmente scarsamente computazionali

Come si è osservato in molte occasioni, contrariamente all’impostazione che ora si tende a dare colla attività normativa in corso presso il CEN su EIR e LOIN, la natura dei capitolati informativi disponibili sullo scenario nazionale è tendenzialmente scarsamente computazionale.
Non dissimile è, d’altronde, la definizione dell’ambiente di condivisione dei dati, per cui si dispone di un prezioso riferimento pre-normativo dato dalla versione inglese delle DIN SPEC 91391, in attesa dell’attività normativa relativa in sede sovranazionale.
Non si dimentichi, infatti, che l’ambiente di condivisione dei dati darà luogo, a breve, alla maggior parte dei contenziosi prevedibili.
Formulazioni generiche e deleghe occasionali nei confronti di ciò che sarà in futuro il vero e proprio ecosistema digitale di esecuzione dei contratti pubblici denotano, in effetti, i tratti di una attitudine particolarmente rischiosa.
Oltre a tutto, come sarà evidente colla futura norma UNI EN ISO 19650-5, le questioni inerenti alla sicurezza del dato, accanto a quelle attinenti alla sua detenzione e alla sua utilizzabilità, faranno emergere sempre più in che misura l’inconsapevolezza e l’incultura digitali possano essere pagate dalle strutture di committenza a caro prezzo.
Più in generale, in attesa di una più estensiva digitalizzazione dei procedimenti e degli endoprocedimenti amministrativi concernenti i contratti pubblici, autentico valore di una prestazione consulenziale a supporto delle stazioni appaltanti e delle amministrazioni concedenti, ciò che le amministrazioni pubbliche dovrebbero richiedere con urgenza ai propri consulenti consiste in due azioni cruciali: 
  • l’integrazione dei flussi informativi prodotti dall’Information Management nei processi decisionali del Project Management; 
  • la articolazione di una strategia per la gestione digitale del patrimonio disponibile e indisponibile, resa, peraltro, cogente, dalla presenza dei modelli informativi relativi allo stato dei luoghi all’interno dei capitolati informativi.

D’altra parte, la successione crono-logica tra Common Data Environment e Digital Twin lo impone.

È tempo, dunque, che si forniscano alle stazioni appaltanti e alle amministrazioni concedenti, così come agli sviluppatori immobiliari, gli elementi conoscitivi per definire disciplinari di incarico consulenziali all’altezza della sfida digitale.

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