Impermeabilizzazione | Materiali e Tecniche Costruttive | Edilizia | Normativa Tecnica | Progettazione | Resina
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Le resine liquide impermeabilizzanti: cosa sono e normativa di riferimento

Versatili e performanti, le resine liquide impermeabilizzanti sono oggi una scelta strategica per il progettista. Regolate da normative europee e nazionali, si distinguono per durabilità, sicurezza, sostenibilità e velocità di applicazione. Ma cosa sono? Quali vantaggi offrono? Quali norme ne regolamentano l’uso?

Impermeabilizzanti liquidi: un secolo di evoluzione

«L’impiego dei sistemi liquidi per l’impermeabilizzazione affonda le radici in quasi un secolo di storia» spiega Matteo Ottocento, presidente del Gruppo PML di SITEB (Produttori di Membrane Liquide).

Le prime formulazioni a base di polimetilmetacrilato (PMMA) risalgono infatti al 1928, seguite dalle resine poliuretaniche negli anni Trenta e dai grandi sviluppi nel periodo bellico con le resine epossidiche, quando la ricerca accelerò anche in ambito chimico. Ma è negli anni Sessanta circa che questi prodotti iniziano a essere impiegati in edilizia, dapprima per applicazioni stradali e poi per soluzioni di impermeabilizzazione vera e propria. In Italia, lo sviluppo dei Sistemi impermeabili liquidi avviene a cavallo dei primi anni 2000 con le prime formulazioni di polimeri ibridi. Da allora, le tecnologie si sono evolute fino a coprire l'intero spettro delle esigenze di cantiere.

 

Cos’è una resina liquida impermeabilizzante?

«Si tratta di una miscela fluida composta da polimeri, additivi e sostanze in dispersione, che una volta applicata ed essiccata, forma una membrana continua, elastica, resistente all’acqua e agli agenti atmosferici. La grande flessibilità e adesione a diversi supporti rendono queste soluzioni ideali per impermeabilizzazioni continue, anche su geometrie complesse e supporti eterogenei e per il recupero di vecchie impermeabilizzazioni» spiega Matteo Ottocento.

 

Da cosa è composta una resina liquida impermeabilizzante?

I principali componenti di una resina liquida impermeabilizzante sono:

  • Polimero base: garantisce elasticità, adesione e impermeabilità;
  • Elemento di dispersione (acqua o solvente);
  • Additivi funzionali come acceleranti, plastificanti, pigmenti, stabilizzanti UV, fibre, ecc.

  

Tipologie chimiche di alcuni polimeri base di una resina liquida
 - PMMA (polimetilmetacrilato)
 - Poliurea
 - Poliuretanica
 - Epossidica
 - Bituminosa
 - Dispersione acquosa elastomerica
 - Cementizia

 

Perché scegliere una resina liquida impermeabilizzante

I vantaggi applicativi e prestazionali sono numerosi:

  • Flessibilità e compatibilità con supporti di diversa natura;
  • Facilità di applicazione (non richiedono l’uso di fiamme libere in fase applicativa);
  • Rapidità di posa: applicabile con diversi strumenti, anche a spruzzo
  • Applicabilità su superfici con geometrie complesse e in punti di difficile accesso (angoli, curve, elementi passanti);
  • Riparazione/manutenzione facile, veloce ed economica, anche su impermeabilizzazioni preesistenti.
  • Spessori contenuti (mediamente 2 mm);

Chiaramente anche i sistemi più performanti richiedono una progettazione accurata: ”Spesso è proprio nei contesti più critici – coperture fortemente degradate, dettagli difficili da raccordare, vincoli architettonici complessi – che si ricorre alle resine liquide, quasi ci si aspettasse una “soluzione magica”. E la progettazione, per essere efficace, non può prescindere dal rispetto delle normative di riferimento" sottolinea Matteo Ottocento. ”Le norme sono uno strumento fondamentale per individuare le corrette destinazioni d’uso dei materiali e consentono al progettista di selezionare e dimensionare in modo appropriato il sistema impermeabile.”

 

La normativa di riferimento

Attualmente, le principali norme che regolano i prodotti liquidi sono:

  • UNI EN 15814: Rivestimenti per impermeabilizzazione di elevato spessore a base di bitume modificato con polimeri - Definizioni e requisiti | per rivestimenti a spessore in strutture interrate
    (definisce crack bridging ability, la resistenza alla pioggia, all'acqua, la flessibilità alle basse temperature e tutta una serie di dati particolari per questa specifica destinazione d'uso);
  • UNI EN 1504-2: Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della conformità - Parte 2: Sistemi di protezione della superficie di calcestruzzo | per rivestimenti protettivi del calcestruzzo
    (Definisce le caratteristiche specifiche che i protettivi per il calcestruzzo devono possedere, in relazione a cinque principi fondamentali per questa destinazione d’uso: protezione dall’ingresso di acqua e umidità, resistenza meccanica, resistenza ai prodotti chimici e durabilità complessiva);
  • UNI EN 14891: Prodotti impermeabilizzanti applicati liquidi da utilizzare sotto le piastrellature di ceramica incollate con adesivi - Requisiti, metodi di prova, valutazione e verifica della costanza della prestazione, classificazione e marcatura| per impermeabilizzazioni liquide sottopiastrella
    (La norma raccoglie tutti quei prodotti liquidi – dalle malte cementizie con polimeri modificati fino alle resine reattive – utilizzati sotto i rivestimenti ceramici o in piscine. Sebbene detti 'impermeabili', non costituiscono tenuta primaria, ma agiscono come protezione del massetto dalla spinta idraulica).

Sebbene coprano circa il 90% dei prodotti liquidi presenti sul mercato italiano, queste tre norme non abbracciano l’intero spettro applicativo. Si riferiscono principalmente all’impermeabilizzazione sotto quota, alla protezione del calcestruzzo e alla difesa del massetto dalla spinta idraulica. Esistono ulteriori destinazioni d’uso tipiche di una copertura che sono trattate in altri due importanti testi tecnici, nello specifico:

Questi due testi tecnici trattano i requisiti dei sistemi liquidi impermeabilizzanti per le diverse destinazioni d’uso tipiche di una copertura continua, sia nuova che esistente, che va dalla semplice copertura non praticabile sino alle coperture speciali come ad esempio i tetti verdi.

  

Cosa dice l’EAD 030350-00-0402 (ex ETAG 005)

L’EAD rappresenta oggi la linea guida in ambito europeo al fine di ottenere un benestare tecnico (ETA) per i sistemi impermeabili liquidi.

La conseguente marcatura CE ottenuta, oltre a fornire una valutazione oggettiva delle prestazioni, consente al progettista di selezionare soluzioni adatte alla destinazione d’uso reale dell’edificio, in base a parametri come:

  • Aspettativa di vita del sistema (attenzione: da non confondere con la garanzia) da 5 anni (W1); 10 anni (W2); fino a 25 anni (W3);
  • Pedonabilità e carichi ammissibili: da P1 (non pedonabile) a P4 (alta pedonabilità, tetti verdi, giardini pensili, tetti rovesci);
  • Zona climatica di utilizzo (Moderata o Severa);
  • Temperatura minima (TL) e massima (TH) sopportabile;
  • Pendenza della copertura (S)

  

Cosa dice la UNI 11928-1: la “carta d’identità” dei sistemi liquidi impermeabilizzanti

Dal 2023 è in vigore la UNI 11928-1, prima norma nazionale dedicata alle resine impermeabilizzanti applicate in forma liquida. Il documento definisce:

  • Requisiti minimi prestazionali dei prodotti (come ad esempio la durabilità);
  • Destinazioni d’uso (coperture visibili o protette, pedonabili, verdi, ecc.);
  • Classificazione delle prestazioni in base allo scenario applicativo (prevedendo prove e metodi).

Alla parte 1, seguiranno la parte 2 (posa) e la parte 3 (progettazione). In particolare, la parte 2 introduce criteri unificati per la preparazione dei supporti, la verifica di rugosità e umidità, l’identificazione dei punti critici e la corretta sequenza operativa. La parte 3 della norma entrerà nel dettaglio tecnico progettuale.

 

PER APPROFONDIRE
La nuova norma che definisce gli impermeabilizzanti applicati liquidi
La UNI 11928-1:2023 definisce le caratteristiche tecniche e i metodi di prova degli impermeabilizzanti applicati liquidi, fornendo un riferimento chiaro per produttori, progettisti e applicatori.

 

Impermeabilizzanti liquidi: sostenibilità e resilienza climatica

Nel contesto edilizio attuale, la sostenibilità non è più un’opzione ma un obbligo.

Le resine liquide possono offrire un contributo concreto:

  • Cool Roof: i sistemi a elevata riflettanza termica (indice SRI elevato) riducono l’effetto “isola di calore urbana” e migliorano l’efficienza dell’involucro. I sistemi “cool” sono richiamati dai Criteri Ambientali Minimi (CAM) Edilizia.
  • Durabilità e manutenzione ridotta: una membrana longeva e ispezionabile riduce l’impatto ambientale nel tempo.
  • Compatibilità con tetti verdi: se testati secondo il metodo FLL, possono essere impiegati sotto vegetazione senza rischio di penetrazione delle radici.
  • Sicurezza: l’assenza di fiamma libera, tipico ausilio per la posa di manti bituminosi preformati. Protezione da eventi climatici estremi: le resine liquide mostrano prestazioni superiori rispetto ai sistemi tradizionali in caso di grandinate o sollecitazioni da shock termici.
  • Per impianti fotovoltaici: i prodotti liquidi caratterizzati dalla marcatura Broof T2-T3-T4 utili per la corretta progettazione del rischio rispetto alla resistenza al fuoco in copertura
  • Ridotto impatto ambientale: soluzioni liquide con Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD) per conoscere il reale impatto ambientale dei prodotti utilizzati

Le resine liquide impermeabilizzanti rappresentano oggi una soluzione tecnica avanzata, flessibile, sicura e sempre più sostenibile.

Tuttavia, la loro efficacia è subordinata a un corretto progetto, alla scelta del sistema certificato adeguato, e soprattutto a una posa qualificata. Le nuove norme, come la UNI 11928, offrono un quadro di riferimento tecnico e operativo solido. Il progettista ha oggi gli strumenti per progettare con maggiore consapevolezza anche l’involucro orizzontale, spesso trascurato ma strategico per durabilità, sicurezza e comfort.

 


Questo articolo è una sintesi dell’intervento di Matteo Ottocento, Presidente del Gruppo PML di SITEB, tenuto durante un webinar tecnico con rilascio di CFP dedicato ai sistemi impermeabilizzanti liquidi a base di resine, organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma in collaborazione con Assimp Italia e Gruppo PML di SITEB. Il webinar è stata un’occasione di confronto tecnico per comprendere a fondo le potenzialità e i limiti delle tecnologie impermeabilizzanti più avanzate, in linea con la normativa UNI 11928 e le esigenze dell’edilizia contemporanea.

>>> Puoi accedere alla video registrazione a questo link: ARRM3618 Sistemi liquidi impermeabilizzanti on Vimeo

Coordinatore scientifico: Giuseppe Parisio – C.T.F. OAR - Tutor: Antonella De Bonis – Formazione OAR.

Sono intervenuti: Roberta Bocca (Vicepresidente Ordine Architetti PPC Roma, delegata alla formazione e coordinatrice CTF - Saluti); Giovanni Grondona Viola (Presidente ASSIMP - Saluti), Matteo Ottocento (Presidente Gruppo PML di SITEB), Marco Colle (Componente Consiglio Direttivo ASSIMP Italia), Leonardo Castelvecchio (Gruppo PML di SITEB, Membro del Comitato Tecnico), Alessandro Stevanella (Gruppo PML di SITEB).

 

Chi è il Gruppo PML di SITEB

Il Gruppo PML di SITEB (Produttori di Membrane Liquide), raccoglie oggi i principali player italiani, rappresentando un know-how collettivo su tutte le tipologie di impermeabilizzanti liquidi.

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