Restauro e Conservazione | Calcestruzzo Armato
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Manutenzione certificata come evoluzione del restauro in chiave sostenibile di un padiglione pediatrico

Lo scopo principale di questo progetto è stato quello di valorizzare il patrimonio artistico, storico e sociale del Padiglione Pedagogico Pediatrico del Pio Istituto Costante Gris, ma soprattutto di restituirne la fruizione al valore sociale da cui era partito, dando nuova leggibilità e originalità al compendio architettonico.

Padiglione Pediatrico Pedagogico del Pio Istituto Costante Gris

Vicende storiche: Costante Gris e la Società Moglianese di fine Ottocento

La classe dirigente locale apparteneva a ricche famiglie di proprietari terrieri residenti o provenienti da Venezia. Saranno loro gli attori e protagonisti della storia che concerne la fondazione del pellagrosario. In particolar modo ci soffermeremo sulla famiglia dei Gris.

I Gris di Venezia provenivano dall'Austria, la loro famiglia di origine possedeva ad Innsbruch delle fabbriche di armi. Antonio il padre ricco commerciante abitava al ponte delle Guglie a Venezia, a Mogliano possedeva una discreta tenuta con casa di villeggiatura. Ebbe cinque figli di cui l'erede maschio Costante.

Si laureò in matematica, si formò culturalmente nello stesso clima di Luigi Luzzati, nome significativo che incontreremo nella fase di avvio del pellagrosario.
La crisi da cui era stata colpita l'agricoltura Moglianese a partire dalla fine degli anni settanta dell’ottocento aveva determinato un impressionante incremento della diffusione della pellagra.
In una delle sue numerose inchieste, Gris aveva censito a Mogliano circa 660 pellagrosi, 51 colpiti da pazzia. Il problema era gravissimo non solo sul piano sanitario, ma anche dal punto di vista sociale e politico. Chiese aiuto al Ministero dell'agricoltura, il quale rispose in maniera negativa; ben pochi aiuti sarebbero arrivati dall'alto, non restava che arrangiarsi. Il 26 novembre 1882 nasceva così la "Prima Società Italiana di Patronato dei Pellagrosi".
Gris era riuscito a dare al primo Consiglio di Direzione del Patronato una fisionomia strategicamente interclassista: cinque proprietari terrieri, un artigiano, un esercente, un ex maresciallo dei carabinieri, un agente agricolo, un colono, un impiegato. E quando nell'aprile 1883, Gris decise di acquistare, a nome proprio e a favore del Patronato, la seicentesca villa Torni per adibirla a pellagrosario, non ebbe difficoltà ad ottenere un prestito ingente dai benefattori.

Si apriranno nel tempo molte sezioni, maschili, femminili, per bambini, e furono costruiti nuovi edifici, tipo l'asilo infantile, vengono ampliate le sezioni per gli alienati, promossa una sezione per frenastenici ragazzi deboli di mente dai 6 ai 18 anni che venne attuata con la costruzione di un fabbricato, nuovo Padiglione Pediatrico, che venne inaugurato nel 1933, i lavori vengono ultimati e dal 1° luglio gli ospiti vengono accolti. Il padiglione venne progettato dall’ing. Pietro Motta Junior.

Ex padiglione pediatrico prima dell'intervento

La famiglia Motta, influenzò in ambito socio politico il territorio moglianese. Luigi Motta, nato a Venezia nel 1817, agronomo, conduceva con competenza l'azienda agricola di Campocroce di Mogliano Veneto, dove si stabilì definitivamente. Il figlio Alvise fu compagno di scuola di Costante Gris, fu ingegnere comunale e apprezzato architetto, si interessò anche della gestione della Società Operaia di Mutuo Soccorso.

Più importante il ruolo svolto dal fratello Pietro (1846-1911) si dedicò con accuratezza allo stabilimento bacologico, creò due filande con centinaia di operaie. Intorno al 1890 ricoprì la carica di sindaco gestendo la delicata fase politica Moglianese. Suo figlio, l'ingegner Pietro Motta Junior, fu il primo podestà di Mogliano e vicepresidente della Provincia, nonché progettista del nuovo Padiglione Pediatrico.

Vicende costruttive dell'edificio

L’edificio in oggetto fu progettato dall’ing. Pietro Motta junior nel 1930 e inaugurato nel 1933. L’immobile è una porzione di complesso a corte aperta, a due piani fuori terra, costituito da diversi corpi di fabbrica realizzati in epoche diverse. Nel 1939, c’è un progetto per ampliamento delle scuole e officine della sezione pediatrica dell’Ing. Arturo Schiavon.
Consistente l’ampliamento che risale al 1958 delle ali Nord Ovest, ad opera del progettista Ingegner Giuseppe dall’Armi. L’ala Nord, nel 2006 subì un crollo che interessò quasi l’intero corpo.

Nel 1962 si realizza un edificio ad un solo piano, sopraelevato nel 1967. Nel 1964 si ebbe l’aggiunta dell’ala Est, nel 1992 venne realizzata la torre ascensore per il superamento delle barriere architettoniche.
Le numerose fonti di archivio ci hanno permesso di ricostruirne puntualmente le vicende.
I documenti originali narreranno i passaggi e i protagonisti di questo elegante corpo di fabbrica.

Metodologia progettuale: tra oggetto e soggetto

Intento principale di questo progetto redatto dallo Studio Chiave di Volta in collaborazione con l'Architetto Davide Bortolato è stato valorizzare il patrimonio artistico, storico e sociale del Padiglione Pediatrico Pedagogico del Pio Istituto Costante Gris, ma soprattutto restituire la fruizione dello stesso, al valore sociale da cui era partito, ripristinando nuova leggibilità e originalità al compendio architettonico.

Il concetto di partenza è stato ragionare esclusivamente con la prevenzione e manutenzione per cercare la tanto ricercata sostenibilità, poiché solo attraverso azioni di cura preventiva si può dare inizio a questo processo. In fase progettuale si è considerato il corpo di fabbrica direttamente proporzionale alle persone che avrebbero poi lavorato nell’edificio, il primo elemento di distinzione sono state le persone, questo ci ha permesso di creare un unicum tra oggetto e soggetto progettando finalmente la “Cura”, insieme. I nostri Curatori di cantiere hanno lavorato sulle caratteristiche da noi richieste comprendendo che non era un semplice lavoro ma un bene di tutti. Il ragionamento ha seguito esattamente un progetto “bio educativo culturale” in cui gli elementi diventano filosofia.

In virtù delle esperienze progettuali ed operative e dell'esigenza di tutelare il bene, vedi Codice Unico dei Beni Culturali Art.29, 1,2,3 si ricerca la sostenibilità nella conservazione dello storico e del contemporaneo, attraverso la programmazione degli interventi, la razionalizzazione degli investimenti e la sinergia tra le professionalità coinvolte, determinando una spinta verso uno sviluppo culturale e una doverosa multidisciplinarietà.
Il criterio progettuale ha tenuto conto del minimo intervento nel rispetto dell’originalità attraverso la cura, le fasi metodologiche e di un monitoraggio e manutenzione programmata fondamentali per la prevenzione attuale e futura.

Tali azioni pertinenti e indispensabili permettono di tutelare il patrimonio culturale ed economico nel tempo. La redazione del modello di pianificazione ricognitiva ed economica degli interventi manutentivi, parte dall'analisi preventiva dello stato di fatto (già a livello progettuale) che tenga conto dell'arco temporale nel quale si valuta la cura, delle attese rispetto all'autenticità e alla svalutazione del bene, il costo delle attività produttive, le modalità di convenzioni con partner che completino il processo vedi assicurazioni ed altri enti.

L’indagine visiva che, come sappiamo, consiste nel rilevare i diversi materiali presenti, le relative caratteristiche macroscopiche (granulometria, colore, lavorazione) e le tipologie di posa in opera, ha consentito di ottenere una prima conoscenza dello stato di conservazione del bene, come attestato dalla relazione.

In parallelo è stata effettuata la mappatura fotografica e la mappatura del degrado. Questa consiste nell’osservazione in situ delle principali forme di alterazione presenti, nella valutazione delle relative cause, nella compilazione di apposite schede ed infine, nell’elaborazione in forma grafica. Ciò ha permesso di focalizzare con immediatezza lo stato di conservazione del manufatto, in modo da indirizzare correttamente il piano di diagnostica e delle indagini della campagna stratigrafica, nell’ottica preventiva e manutentiva.

A tal fine, in fase di studio e di progettazione dell’intervento di restauro e conservazione, si è redatta una relazione storico artistica con documenti di archivio che hanno svelato molto del progetto originale in tutta la sua interezza, la relazione di indagini stratigrafiche e lo stato di fatto attuale, tutto ha permesso di ripercorrere con esattezza le fasi precedenti ed il percorso verso la rilettura originale dell’elegante oggetto architettonico.

La visione pre-progettuale del percorso manutentivo ha reso la fase esecutiva puntuale nel concetto di prevenzione, riuso, il team di “Curatori Certificati”, ha portato ad una visone comune di azione affinché si portasse a compimento il risultato ma esclusivamente attraverso azioni minime creando durante le fasi di cantiere già il percorso preventivo; la sostenibilità si è ottenuta attraverso il riuso dei materiali esistenti, minime sostituzioni la riabilitazione dei manufatti; ridotti anche gli sprechi di cantiere, gli allestimenti con materiali naturali in cui l’obiettivo finale è stato usare materiali puri per rendere anche l’ambiente sanificato e confortevole verso la destinazione d’uso.

L’edificio dopo l’intervento

La fase preventiva di cantiere è stata caratterizzata dalla rimozione degli elementi incompatibili: quali persiane, infissi, portoncini, tubi di scolo in pvc, rampe disabili obsolete, griglie metalliche di contenimento, tamponamenti lignei a lunetta, rimozione impianti elettrici, leghe ferrose non originali, scossaline in pvc, linoleum interni.

Il sondaggio stratigrafico ha rilevato e confermato intonaci di particolare interesse, con le cromie originali sottostanti, ripristinandole con pigmenti-terre naturali e calce, previa campionatura.

Gli intonaci esterni fortemente ridipinti sono stati oggetto di descialbo per la messa in luce delle cromie originali, tramite azioni blande, meccaniche e di lavaggio puntuale, effettuata una rimozione delle porzioni medio piccole, ripristinandole con intonaci tradizionali simili all’originale, ricreando la finitura in armonia con i corpi di fabbrica originali poco rimaneggiati per una migliore leggibilità complessiva.

La pavimentazione originale interna, come da documenti storici riconduce a cementine di Appiani bordeaux, si presentava occultata da linoleum. Per questo motivo si è rimosso completamente il pavimento non compatibile, recuperando interamente quello originale. Particolare attenzione è stata data alla rimozione, effettuata a mano meccanicamente con spatole in legno, per non incidere il materiale, lasciando i difetti di fabbricazione dei manufatti.
Ritrovati i marmorini dell’epoca già menzionati nei documenti progettuali dell’ing.
Pietro Motta Junior, manufatti rari e bellissimi. Il parco esterno è stato valorizzato tra pavimentazione e sculture.
La pavimentazione dell’ingresso principale con disegno geometrico a rombo ripreso esattamente dai bracci delle lampade originali, tutto nel rispetto profondo del significante luogo.

La sostenibilità attraverso il percorso culturale, che porta ad assumere l’atteggiamento di prevenzione, attraverso azioni, relazioni e piani manutentivi.

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Questo articolo è tratto dalle MEMORIE di CONCRETE 2022, sesta edizione della manifestazione

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Francesca Cappelli: La manutenzione certificata ed ordinaria

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