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Nel 2023 in Italia registrati 44 terremoti al giorno, uno ogni 30 minuti

Uno dei più forti è avvenuto il 1° maggio, al largo della Costa Calabra, con una Magnitudo del 5.2. Nonostante la sua potenza, la sua profondità di 268 km ha evitato allarmi. In Italia Centrale circa 5mila terremoti, nei campi Flegrei registrate 450 scosse.

La Sicilia è la regione con più terremoti (181) di Magnitudo superiore al 2

Il 2023 è stato un anno caratterizzato da una notevole attività sismica in Italia e nelle zone circostanti, con la Rete Sismica Nazionale che ha registrato un totale di 16.307 terremoti. Questi dati si traducono in una media impressionante di 44 terremoti al giorno, quasi uno ogni 30 minuti, evidenziando la costante presenza di attività sismica nella regione.

Una delle prime osservazioni notevoli è che i terremoti più potenti sono stati localizzati al di fuori del territorio italiano o nelle acque lungo le coste, seguendo una tendenza simile a quella del 2022. Eventi sismici con una magnitudo pari o superiore a 5.0 sono stati registrati in Croazia e nel Mar Tirreno meridionale.

Particolarmente significativo è stato il terremoto del 1° maggio 2023, localizzato proprio al largo della Costa Calabra, con una magnitudo di 5.2 alle 4:41 del mattino. Nonostante la sua potenza, la sua profondità di 268 km ha evitato l'allarme nel territorio calabrese.

In generale, il numero totale di terremoti in Italia nel 2023 è rimasto pressoché identico a quello del 2022, mantenendosi stabile intorno ai 16.000, una cifra che si è mantenuta costante dal 2019. Questo rappresenta un calo rispetto agli anni 2016, 2017 e 2018, che sono stati caratterizzati dalla sequenza sismica in Italia centrale (Amatrice-Norcia-Visso) iniziata nel 2016. Tuttavia, il contributo di questa sequenza rimane significativo nel 2023, rappresentando circa il 30% del totale della sismicità registrata in Italia.

Nel dettaglio, dei 16.307 terremoti registrati nel 2023, 2018 sono stati di magnitudo pari o superiore a 2.0, 233 compresi tra 3.0 e 3.9, e 26 compresi tra 4.0 e 4.9, di cui 19 localizzati in Italia. La distribuzione geografica di questi terremoti ha coinvolto diverse regioni, dal Mar Tirreno all'Adriatico, dalla Toscana alla Campania.

Il territorio italiano ha vissuto anche alcune sequenze sismiche notevoli nel 2023, tra cui quella in Italia centrale, con circa 5000 terremoti, l'Appennino tosco-romagnolo con circa 800 eventi, Umbertide in Umbria con circa 300 terremoti, e i Campi Flegrei in Campania con circa 450 terremoti di magnitudo uguale o superiore a 1.0.

Va notato che, nonostante questi dati, la Sicilia si è confermata come la regione con il maggior numero di terremoti di magnitudo pari o superiore a 2.0, registrando 181 eventi. Al contrario, la Sardegna è rimasta la regione con il minor numero di terremoti, confermando una tendenza a lungo termine.

È interessante sottolineare che nel 2023 due eventi sismici di particolare rilievo hanno colpito l'area mediterranea al di fuori dell'Italia. Il 6 febbraio, nella regione dell'Anatolia in Turchia, un terremoto di magnitudo 7.8 ha causato migliaia di vittime e gravi danni, mentre il 9 settembre, un evento sismico di magnitudo 6.8 ha colpito il Marocco, provocando circa 2900 vittime.

Per permettere una visualizzazione dettagliata di questa intensa attività sismica, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha reso disponibile una mappa interattiva attraverso la sua Rete Sismica Nazionale. Questa dashboard fornisce un'analisi completa dei terremoti del 2023, consentendo agli utenti di esplorare la distribuzione geografica, la magnitudo massima e altre informazioni pertinenti.

Il presidente dell'INGV, Carlo Doglioni, sottolinea l'importanza di queste analisi per sensibilizzare cittadini e ricercatori sulla fragilità del territorio italiano. L'investimento nella comprensione dei rischi sismici è fondamentale per proteggere il futuro del paese, considerando la natura dinamica della Terra e la continua presenza di eventi sismici. La Giornata "Parole per la Terra" promossa dall'INGV ogni gennaio è un esempio dell'impegno continuo per aumentare la consapevolezza sulla pericolosità sismica e la necessità di una migliore conoscenza della geologia nazionale.

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