Norme tecniche calcestruzzo, Luciano (Chryso): "La EN 206 si può semplificare, ma servono controlli seri"
Progettazione e prescrizione del calcestruzzo: a rispondere alle domande del nostro Editore e Direttore Andrea Dari è Donato Luciano (Chryso) che, tra le altre cose, alla domanda su come considerare l'impatto sulla sostenibilità del calcestruzzo ritiene sia giusto calcolare l'intero ciclo di vita dell'opera. Di seguito l'intervista integrale:
Giusto dare più libertà al preconfezionatore sul mix design, visto che è lui il responsabile del prodotto
Andrea Dari:
Alla luce delle nuove tecnologie, all’uso dei cementi di miscela così come di prodotti speciali, a tuo parere si dovrebbe superare la prescrizione del rapporto acqua/cemento per andare nella direzione di una richiesta prestazionale, per esempio sui limiti della penetrazione cloruri e penetrazione acqua?
Donato Luciano:
Sicuramente la richiesta prestazionale come appunto la penetrazione ai cloruri o all'acqua sarebbe più indicata, visto l'avvento dei nuovi cementi low clinker che con le aggiunte possono aiutare questa prestazione rispetto ai tradizionali Portland. Però mi faccio una domanda: Chi controllerà queste prestazioni? Il mercato è attrezzato per fare questo?
Andrea Dari:
Nella prescrizione del calcestruzzo dovrebbe essere eliminata la parte di prescrizione a favore di una maggiore esplicitazione delle indicazioni prestazionali lasciando al fornitore di calcestruzzo la libertà di individuare il mix design più corretto per soddisfare le esigenze del progetto e dell’impresa?
Donato Luciano:
Assolutamente d'accordo, è giusto che sia il preconfezionatore a trovare il giusto mix design, visto che è responsabile della prestazione del prodotto.
Andrea Dari:
Oggi la norma UNI EN 206 sulla durabilità è più focalizzata sul calcestruzzo all’interno dello specifico ambiente che all’opera nello specifico ambiente. Qual’è la tua valutazione, ovvero, è corretta questa impostazione, oppure la norma dovrebbe essere meno prescrittiva e più limitata alle prestazioni oppure dovrebbe scendere in maggiori dettagli prescrittivi per ogni soluzione?
Donato Luciano:
La norma parla esclusivamente di calcestruzzo...è chiaro che se pensiamo all'opera per la durabilità possono entrare in campo altri componenti o altre soluzioni, magari trattamenti per proteggere l'opera stessa dai fattori che ne inficiano la durabilità. Può essere un'idea.
Andrea Dari:
L’impatto sulla sostenibilità del calcestruzzo dovrebbe essere considerata a partire dall’impronta di CO2 del calcestruzzo stesso o considerando il ciclo di vita completo dell’opera?
Donato Luciano:
Non si può non pensare al ciclo di vita di un'opera, una qualsiasi struttura che dura 50 anni non avrà lo stesso impatto di una che ne dura più di 100, è evidente che la prima andrebbe rifatta o comunque sottoposta ad una manutenzione straordinaria con impatto sulla produzione di CO2.
Andrea Dari:
Ritieni corretto classificare la sostenibilità di un calcestruzzo in base al suo contenuto di cemento (tenendo conto del suo EPD) e degli aggregati di riciclo o ritieni che sia un’indicazione non corretta perchè può spingere committenti e progettisti a compiere scelte pregiudiziali che non tengono conto degli aspetti collegati all’opera completa?
Donato Luciano:
È chiaro che l'elemento cemento è il più impattante, poi gli aggregati, ma forse bisognerebbe porgere l'attenzione su tutti gli elementi: l'acqua, il trasporto, l'utilizzo di altri componenti provenienti da altri processi industriali sarà sicuramente più eco friendly.
Andrea Dari:
Ritieni che alla luce dell’evoluzione tecnica del calcestruzzo sia necessario impostare un nuovo modo di presentare il calcestruzzo oppure è corretto mantenere un’impostazione allineata alla EN 206 come oggi?
Donato Luciano:
Visti i cambiamenti alla luce della sostenibilità si potrebbe fare uno sforzo per presentare il calcestruzzo in funzione del suo impatto del consumo, o forse meglio, del risparmio di CO2.
Andrea Dari:
La norma EN 206 andrebbe semplificata riducendo le prescrizioni su componenti e calcestruzzo, puntando su una maggiore responsabilizzazione del produttore e fornitore, oppure aggiornata alle nuove soluzioni aumentando il livello di dettaglio prescrittivo?
Donato Luciano:
Si, può essere semplificata e sicuramente data maggior responsabilità ai produttori, l'importante è che ci siano dei controlli seri. Possiamo prescrivere e fare dossier, prequalifiche, qualifiche e quant'altro, ma poi a parte i grandi cantieri, la maggior parte del calcestruzzo non viene controllato come si dovrebbe, ma questo è un problema annoso.
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