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NUVOLE DI CALCESTRUZZO: la chiesa di Bagsværd a Copenhagen (J. Utzon 1973-76)

Il progetto dell'architetto danese Utzon per la costruzione della chiesa di Bagsværd, realizzato con l'utilizzo del cemento bianco. Memoria tratta dagli Atti del III Congresso Internazionale Concrete 2014 Temoli, 25-26 settembre 2014

La Chiesa di Bagsværd di Jørn Utzon

Dopo la demolizione, nel 1536, dell’originaria chiesa di Bagsværd al fine di utilizzarne i mattoni per il restauro di un vecchio edificio che avrebbe ospitato l’università, passarono quattro secoli perché il piccolo centro a nord di Copenhagen potesse finalmente avere una propria parrocchia, giuridicamente autonoma.

Nel 1964 venne acquistata un’area destinata alla costruzione del nuovo centro di culto, ma solo tre anni dopo il pastore Svend Simonsen individuò nell’architetto danese Jørn Utzon (Copenhagen 1918-2008) la persona adatta a cui affidare il progetto. Il religioso infatti era stato colpito da alcuni disegni di una piccola chiesa che Utzon aveva elaborato in occasione del concorso per la progettazione di un nuovo centro urbano alla periferia di Farum (Danimarca) e, nel 1967, lo incaricò dello studio per il nuovo complesso ecclesiastico.

Utzon era tornato da poco dall’Australia, dove si era prematuramente conclusa la sua collaborazione con il cantiere dell’Opera House di Sidney; questa occasione, che egli stesso considerò una splendida opportunità per un progettista, gli consentì di riattivare con vigore una fase professionale che, in quel momento, appariva sofferente, ma soprattutto di realizzare quello che venne poi considerato un capolavoro dell’architettura sacra contemporanea in Danimarca.

Alcuni schizzi di studio, la cui importanza è già stata messa in evidenza ma che è utile brevemente ripercorrere, mostrano il ricorso a temi progettuali cari a Utzon e una spiccata curiosità per quegli elementi mutevoli della natura che egli troverà il modo di cristallizzare in solidi oggetti costruiti.


L'origine del progetto

In due bozzetti colorati dell’architetto danese si manifesta il passaggio diretto e inequivocabile dall’immagine naturalistica e fantastica del primo alla quasi definitiva rappresentazione, nel secondo, dell’interno della chiesa di Bagsværd.

Il primo schizzo raffigura un panorama marino secondo le regole della prospettiva centrale: una spiaggia su cui si trovano, in primo piano, alcune figure umane con il mare sullo sfondo. Sulle persone incombe un cielo nuvoloso i cui cumuli sono disposti su piani sequenziali.

Il punto di fuga è precisamente indicato sulla spessa linea d’orizzonte. Il disegno successivo, la cui didascalia rinvia alla chiesa di Bagsværd e lo colloca tra il 1968 e il 1972, ripropone una scena analoga, ma ambientata in un interno: la spiaggia è diventata un pavimento segnato dalle fughe delle lastre; gli ambiti laterali - prima indefiniti – sono ora rappresentati da una successione di linee verticali; le nuvole, dello stesso colore del disegno precedente, si trasformano in una larga copertura di cui si intuisce la forma accentuatamente ondulata; una grande croce è collocata sul punto di fuga, appena più alto della linea di terra.

All'interno dell'articolo completo, viene dettagliatamente descritto l'intervento, con particolare riferimento all'utilizzo del cemento bianco, usato per le parti gettate in opera ed  altri elementi .

Parole chiave: Utzon, Copenhagen, architettura moderna, cemento armato, architettura ecclesiastica.

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