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OICE contro l’internalizzazione della progettazione della Regione SARDEGNA

L’OICE prende posizione sul disegno di legge regionale della Sardegna internalizzando la progettazione ed escludere progettisti esterni

Boi, OICE: “È folle che la regione Sardegna internalizzi le attività tecnico-progettuali ed escluda i progettisti esterni; il rischio è quello di maggiori costi e minore qualità, oltre che distorsioni operative” 

L’OICE prende posizione sul disegno di legge regionale della Sardegna in tema di disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale (finanziaria 2015) in cui si prevede una delega a riformare l’AREA internalizzando tutte le funzioni tecniche.
 
È l’ing. Maurizio Boi, vice presidente dell’OICE, ad esprimere il punto di vista dell’Associazione che da venti anni chiede con forza una maggiore esternalizzazione della progettazione e una modifica del ruolo della Pubblica Amministrazione: “Colpisce in primo luogo che nella relazione di accompagnamento del provvedimento si parli testualmente di intermediari esterni della progettazione; è assurdo che un ente pubblico si permetta di insultare una intera categoria che da sempre è al servizio dello Stato per dare concretezza ai programmi di investimento e che negli ultimi anni è sempre più vessata sotto ogni profilo. In primo luogo quindi, ci vuole rispetto per professionisti e società di ingegneria che con corrispettivi ridicoli progettano il territorio”.
 
Nel merito Maurizio Boi critica l’impostazione che guida la scelta di riformare l’AREA: “È la seconda volta che la Regione annuncia in un disegno una nuova internalizzazione delle attività tecniche. Nulla da eccepire dal punto di vista normativo perché nessuno può negare la legittimità della P.A. di rafforzare i propri organici. Ma è sul punto dell’opportunità che tutto ciò è assurdo. Il rafforzamento deve essere sulle fasi di programmazione e controllo, mentre è antistorico, fonte di inefficienza e diseconomia rafforzare la progettazione. Anche la mia esperienza come membro del board EFCA e in FIDIC mi fa dire che in tutto il mondo le amministrazioni esternalizzano al massimo l’attività progettuale che oggi è sempre più tecnicamente sofisticata e richiede metodologie e processi altamente innovativi quali ad esempio il BIM. È folle pensare di potere attrezzare e formare decine di tecnici interni alle amministrazioni, peraltro da tenere costantemente aggiornati, per fare quello che a costi più bassi e a qualità maggiore può essere fatto dai privati scelti con le dovute garanzie di trasparenza e qualità”.
 
Pesanti anche i rischi dal punto di vista finanziario per la Regione stessa: “Infine– conclude Maurizio Boi - mi permetto di notare come tutto questo sarebbe un boomerang per le stesse finanze regionali in quanto così facendo si favorirebbe l’applicazione dell’incentivo del 2% a favore dei tecnici pubblici, ancora follemente previsto dalla nostra normativa e in molti casi fonte di distorsioni di vario tipo. Chiediamo un immediato intervento delle forze politiche che hanno a cuore la dignità della professione e gli interessi pubblici generali affinché sia al più presto modificata la norma e ricondotto il ruolo della Pubblica Amministrazione alle necessarie funzioni di programmazione e controllo. Diversamente ci si prepari ad affrontare una crescente disoccupazione professionale, un’inefficienza dell’azione amministrativa e una pessima qualità progettuale”.