Parquet: nel 2022 dati in flessione (-2.8% di acquisti) ma si tratta del secondo miglior dato degli ultimi 10 anni

La Polonia in testa alla classifica dei produttori di parquet in Europa (17.76%)

Nei giorni scorsi a Barcellona (Spagna) si è tenuta la 67^ edizione dell'Assemblea Generale della Federazione Europea dei Produttori di parquet, evento che è stato anche l'occasione di presentare i risultati dell'indagine FEP sul mercato dei pavimenti in legno in Europa nel 2022.
I dati evidenziano una flessione piuttosto moderata (-2.8%) per un totale di 87.116.000 m² di parquet acquistati in Europa, il secondo miglior dato degli ultimi 10 anni dopo il boom del 2021.

Un'eccezione è rappresentata dalla Germania, che continua la propria crescita anche nel 2022.
Per quanto riguarda la produzione, il calo è leggermente più accentuato, assestandosi ad un -4.69% nei Paesi FEP, con 78 mln di metri quadrati prodotti in totale. La produzione di parquet 2022 per tipologia è simile a quella degli ultimi dieci anni: il multistrato è primo con l’83% del totale (come era nel nel 2021), seguito dal parquet massiccio (incluso lamparquet) al 15% (stabile anche qui) e dal mosaico, con un 2%.

La Polonia si conferma in testa alla classifica dei produttori europei (17.76%), seguita dall'Austria, poi Svezia e Germania.
In termini di consumi per Paese, la Germania consolida la sua prima posizione con il 22,40%. L’Italia è seconda, con l’11,27% e la Francia, con il 9,20%, precede la Svezia (9,08%). La Svizzera (7,50%) prende la quinta posizione dall’Austria (6,89%), seguita dal Cluster nordico (6,76%) e dalla Spagna (6,01%).
Per quanto riguarda il consumo pro capite di parquet, Austria, Svizzera, Estonia, Croazia e Svezia guidano la classifica. Nella superficie totale FEP, il consumo per abitante scende leggermente da 0,21 m² nel 2021 a 0,20 m² nel 2022.

Per l'anno in corso ci si aspetta segnali negativi per il primo trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, visto che la spinta dettata dalle ristrutturazioni si è ormai conclusa e c'è stata una diminuzione delle nuove costruzioni, frenate dall'aumento dei costi e dei tassi d'interesse. Previsto un calo del -20/30%, ma anche una risalita dopo la pausa estiva.