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Pavimentazioni: i metodi di valutazione della resistenza allo scivolamento secondo norma EN 16165

A luglio 2021 i membri del CEN hanno approvato la norma europea che ha lo scopo di determinare la resistenza allo scivolamento delle superfici pedonabili. Cosa è importante sapere? Quali novità sono state introdotte?

Metodi di prova per la scivolosità delle pavimentazioni

Nel presente articolo non verrà fatta una descrizione dettagliata dei metodi di prova, poiché questi sono già stati  trattati in precedenti approfondimenti, dedicati al tema della scivolosità delle pavimentazioni in ceramica e ai quali vi rimando per ulteriori dettagli (guarda nella sezione "Leggi anche" in fondo a questo articolo).

 

Finalmente uno standard Europeo per misurare la resistenza allo scivolamento delle superfici pedonabili

La UNI EN 16165 stabilisce quattro metodi di prova:

  • Test della rampa a piedi nudi definito nell’Annex A;
  • Test della rampa a piedi calzati definita nell’Annex B;
  • Test del pendolo definito nell’Annex C;
  • Test tribometro definito nell’Annex D.

In virtù della suddetta norma, ora ai fini della marcatura CE è necessario che il valore della scivolosità debba essere determinato secondo i metodi di prova contenuti nella EN 16165 a meno di una norma cogente nazionale.

I test di prova sopra elencati erano già utilizzati per la misurazione della scivolosità, ma esistevano vari standard e regole tecniche, con differenze a volte sottili per lo stesso metodo di misura, che variavano da nazione a nazione (per esempio il pendolo spagnolo diverso da quello inglese).

Con la norma EN 16165 i metodi di misurazione sono stati migliorati e oggi consentono una precisione maggiore.

Sottolineo che i quattro metodi sono validi e univoci in tutta Europa. La norma certifica il metodo di misurazione, ma non determina come devono essere utilizzati i risultati per fissare requisiti di sicurezza che vengono demandati ai singoli paesi UE.

 

Capitolati e specifiche di contratto pavimenti ceramici: le DIN 51097 e DIN 51130 non possono più essere usate come riferimento

Nel presente articolo facciamo riferimento alle norme DIN 51097 e DIN 51130 (oggi ritirate) in quanto sono state ampiamente utilizzate anche in Italia come norme di riferimento per i capitolati e le specifiche di contratto.

Ricordiamo che in Italia comunque sono cogenti (quindi prevalenti) i seguenti decreti:

  • D.lgs 81/2008 art 63 (obbligatorietà pavimentazione antiscivolo);
  • DM 236/89 (definizione e misura pavimentazione antiscivolo, norma cogente in Italia).

Il Decreto Ministeriale 236/98 utilizza come metodo di misura del coefficiente di attrito dinamico la norma inglese B.C.R.A. Questo metodo non è compreso fra i metodi di misura previsti dalla EN 16165. Un’anomalia questa che personalmente ritengo sia necessario risolvere.

Vale la pena ricordare quali sono i valori minimi di attrito richiesti per una pavimentazione pubblica e le parti comuni di un edificio privato:

  • 0,40 utilizzando cuoio come elemento scivolante su pavimentazione asciutta;
  • 0,40 utilizzando gomma dura standard come elemento scivolante su pavimentazione bagnata.

Oggi i singoli stati membri UE possono comunque adottare requisiti per la classificazione dei pavimenti anche se la tendenza sembra essere quella di continuare a seguire gli standard della DIN 51130 (valore R di scivolosità) e DIN 51097 (A-B-C).

Nella versione tedesca della norma EN 16165 (DIN EN 16165) è stato incluso un allegato informativo nazionale che contiene la stessa classificazione di prima, in modo che nei certificati di prova secondo la versione tedesca, oltre all'angolo di scivolamento, possa essere indicata direttamente anche la classe raggiunta valore.

I certificati eseguiti secondo le vecchie norme DIN sono validi per i cinque anni successivi alla emanazione della EN 16165, in attesa di adeguamento delle regole, (ma questo vale solo in Germania o anche in Italia).

Nel periodo di transizione:

  • i certificati di prova secondo i vecchi standard (e il nuovo standard) sono sufficienti se le regole tecniche e le offerte dei progettisti fanno riferimento alla nuova norma DIN EN 16165;
  • i certificati di prova secondo la nuova norma (e le vecchie norme) sono sufficienti se le regole tecniche e le gare d'appalto dei progettisti non sono ancora state aggiornate alla norma DIN EN 16165.

Riportiamo, al solo scopo di memorandum, una tabella dei valori del coefficiente R in relazione agli angoli di scivolamento della rampa.

Classificazione
Classificazione in accordo con DIN 51130.

 

Pendolo e tribobemetro

Il metodo di prova del Pendolo nell’Annex C e del Tribometro nell’Annex D non vengono normalmente utilizzati in Italia. Per entrambi i metodi di prova vale il principio della EN 16165, ovvero che si è normata una procedura (come fare la prova), ma non l’espressione dei risultati e la relativa determinazione del livello di accettazione o pericolo di scivolosità.
Il metodo del Pendolo è utilizzato soprattutto nel mondo anglosassone.

Nel 2022 si è completato il recepimento della EN 16165:2021 nei paesi interessati e di conseguenza la norma BS 7976:2012 è stata ritirata.

Nella EN 16165 Annex C non sono indicati i gradi di scivolosità che troviamo la suddivisione del livello di scivolosità e che erano parte della BS 7976:2012 e che giova ricordare:
“Il metodo nelle condizioni di gomma asciutta e cuoio bagnato prevede un coefficiente > 0,40. I valori ottenuti con il pendolo secondo le BS 7976 sono suddivisi in tre categorie:

  1. scivolosità eccessiva: valore minore di 0,24;
  2. scivolosità moderata: valore maggiore a 0,25 e minore di 0,35 ;
  3. scivolosità bassa: valore maggiore a 0,36”.

La BS EN 16165 riporta anche una premessa e un allegato nazionale che specifica che il test del Pendolo viene certificato come il migliore, tra quelli della norma EN 16165, per la valutazione del rischio di scivolamento su superficie bagnata.
La procedura del metodo di prova riportata nell’Annex D (Test Tribometro) della EN 16165 è sostanzialmente lo stesso della DIN 51131, norma che ricordiamo non essere utilizzata in Italia.

Il mondo ceramico fa dunque un passo in avanti per una codificazione unica dei metodi di prova maggiormente utilizzati nei vari paesi europei per la definizione e misura della scivolosità pur senza arrivare ancora alla definizione di un metodo unico valido in tutte le nazioni che restano ancora legate ai propri standard e alle proprie leggi cogenti.

L’obiettivo è ancora tecnicamente e politicamente lontano anche se un comitato tecnico se ne sta interessando in quanto i metodi di prova dei vari paesi sono molto diversi e i risultati che ne derivano non sono tecnicamente correlabili fra loro (un angolo di scivolamento non è la misura di un coefficiente di attrito) e inoltre alcuni metodi sono utilizzabili solamente in laboratorio ragion per cui, penso sia auspicabile la definizione di un metodo unico che superi posizioni preconcette e utilizzabile anche in sito.

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