Pavimenti Industriali | Patologie Edili | Pavimenti per Esterni
Data Pubblicazione:

Pavimenti industriali: cosa indica la normativa per la gestione delle difettosità e la valutazione delle patologie

Tiziano Massazzi, vicepresidente CONPAVIPER, e Francesco Bianchi, socio CONPAVIPER, hanno moderato i lavori della conversazione tecnica «Patologie dei pavimenti industriali e prevenzione», facente parte del ciclo di approfondimenti «CONVERSAZIONI sui PAVIMENTI INDUSTRIALI» a cui sono intervenuti come relatori, Livio Pascali e Marco Magistrali, soci Conpaviper.
La relazione si è tenuta al SAIE di Bologna, all'interno del III FORUM NAZIONALE MASSETTI E PAVIMENTI CONTINUI il 21 ottobre 2022.

Tiziano Massazzi, vicepresidente CONPAVIPER, ha aperto i lavori della conversazione tecnica «Patologie dei pavimenti industriali e prevenzione», facente parte del ciclo di approfondimenti «CONVERSAZIONI sui PAVIMENTI INDUSTRIALI» presentando i due relatori, gli Ingegneri Livio Pascali e Marco Magistrali, nonchè il comoderatore, Francesco Bianchi.

E l’ha fatto evidenziando che si passava «al lato oscuro della forza» perchè si era parlato fino a quel momento «del buon costruire o adesso parliamo delle patologie tipiche delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo, non necessariamente innescate dal cattivo costruire o la cattiva posa, ma patologie che possono insorgere anche per natura intrinseca del materiale, dal tipo di struttura, …»

E il vicepresidente Conpaviper chiede ai relatori: «ma ad oggi la normativa cosa identifica per difettosità o patologia di un pavimento in calcestruzzo?»

Riportiamo in questo articolo l'estratto scritto della registrazione video dell'evento, disponibile in allegato.

DT 211: il vero riferimento per il calcestruzzo

Risponde per primo Livio Pascali, ricordando quanto previsto nel DT 211 «che è il punto di riferimento perché è la vera norma che riguarda la pavimentazione industriale nel suo complesso: progettazione, utilizzo dei materiali, certificazione … e in questo percorso alla fine prende in considerazione anche l'ipotesi che ci possano essere delle difettosità.

Quindi che cosa fa intanto fa il DT 211: un elenco delle possibili difettosità. Parla di planarità, parla di fessurazione, micro fessurazioni cavillari, fessurazioni invece di tipo anche strutturali, incomincia anche a dare dei numeri, per esempio dice una fessurazione che ha un'ampiezza maggiore di 0,3 mm è un tipo di fessurazione non più accettabile.

Quindi parla di colorazione, per esempio, dice che le colorazioni invece non dovrebbero essere delle difettosità, se non diversamente previste.

Parla delle classi di planarità e poi elenca anche altri tipi di difettosità.»

L’importanza delle prescrizioni d'appalto

Livio Pascali sottolinea questa funzione del DT 211 del CNR, cioè di chiarire cosa si intende per difettosità non solo in casi conclamati, come possono essere situazioni di fessurazione o pop-out, ma in quei casi che possono creare gestioni soggettive delle valutazioni, cioè "una differenza cromatica o diciamo così anche delle piccole fessurazioni quando sono difettosità? sono dei difettosità solo se sono state prima definite le regole del gioco, cioè se è stata individuata la prestazione a cui vogliamo dare quella pavimentazione. Quindi la norma intanto per prima fa l’elenco delle possibili difettosità però ci dice anche che noi, se parliamo di planarità, dobbiamo capire che livello di planarità avevamo chiesto, perché c'è una planarità che può essere accettabile per determinate destinazioni d'uso e una che non può essere assolutamente accettabile per altri destinazioni d’uso.Quindi ritorniamo dei concetti base di cui abbiamo parlato anche precedentemente.
Le difettosità sono definite se sono definite le prestazioni richieste.
Se tu prima dei lavori non hai definito o ricevuto un capitolato speciale d’appalto, non fai dei riferimenti precisi su quello che devi avere, dopo non ti puoi lamentare delle eventuali difettosità.
Parlo in generale, vi ripeto se c'è uno sfondamento per funzionamento, perché non regge i carichi, è anche là dobbiamo vedere perché, bisogna vedere che carichi gli avevano detto che c'erano su quelle pavimentazioni. Poi è chiaro che dopo che abbiamo trovato le difettosità,. le cause di difettosità sono tutta un’altra storia.
»

Le prestazioni vanno definite prima

Livio Pascali sottolinea quindi il concetto dato dalle DT 211, cioè che «le difettosità sono da intendersi alcune volte le mancate prestazioni, che avvengono se prima si definiscono le prestazioni, e quindi il
livello del pavimento che si vuole ottenere».

Uso dei pavimenti esistenti

Tiziano Massazzi entra nel merito anche delle pavimentazioni esistenti, ovvero: «quanto non stiamo realizzando un nuovo pavimento ma stiamo acquistando una struttura, stiamo insediando nostra attività, il nostro magazzino all'interno di una struttura con un pavimento preesistente, e ci sono fessurazioni, ci sono planarità che non vanno bene.»
Cosa facciamo in questi casi? «demoliamo tutto e ricominciamo da capo o ci sono delle soluzioni che potremmo affrontare?»

Risponde Marco Magistrali, «a questo punto qui bisogna capire, appunto, quando ci troviamo di fronte a questi a questi difetti, insomma dove vogliamo arrivare, cioè qual'è lo scopo, qual'è l’obiettivo e quanto vogliamo spendere».
E Massazzi insiste, ed evidenzia che si sono casi in cui si deve andare verso una nuova prestazione.
E Magistrali risponde che ci saranno quindi casi in cui le prestazioni richieste sono molto elevate o differenti rispetto alle caratteristiche dell’esistente e l’intervento è drastico «nel senso che lì bisogna andare a rifare la pavimentazione e quindi occorre fare un lavoro di demolizione e ricostruzione, con una progettazione e calcestruzzi adeguati a quelle che sono le nuove richieste, le nuove esigenze.

E' chiaro che bisogna capire appunto quale siano i difetti, che possono essere molteplici: ammettiamo che ci siano dei fenomeni di scartellamento, che può essere uno dei casi: allora in quei casi è chiaro che l'approccio può essere molto meno invasivo rispetto a quello che dicevamo prima su una mancata prestazione meccanica. Allora in quel caso si procede con la classica fresatura della parte corticale del calcestruzzo e poi un ripristino con resine o malte cementizie con determinate caratteristiche, anche fibro rinforzate.»

E aggiunge «E' chiaro che la chimica ormai ha raggiunto livelli importanti e quindi ci sono veramente prodotti di qualsiasi tipo, appunto, dalle malte cementizie speciali alle resine, quindi qui diciamo che ci sono specialisti per ognuno di queste di questi campi di applicazione.»

Una storia di progettazioni assenti e prestazioni sconosciute

Tiziano Massazzi sottolinea che il problema di quando «andiamo a insediarci in uno stabilimento preesistente, venendo da decenni di costruzioni in cui sappiamo bene la progettazione era completamente assente, noi ci troviamo di fronte a un pavimento che fondamentalmente ha delle prestazioni sconosciute.

Dobbiamo quindi ridargli nuova vita. La logistica che ha bassissimi carichi, perché non ha scaffalature, mi viene in mente il classico corriere espresso dove magari però la pavimentazione ha problemi sui giunti di costruzione, ha problemi di precoce usura del manto superficiale, riusciamo a recuperare queste prestazioni con un rivestimento ad hoc ?»

Risponde Marco Magistrali «Sì certo, secondo me si può assolutamente arrivare a questi risultati» ed è essenziale partire da un check up: «come prima cosa si potrebbe andare a fare dei sondaggi per capire appunto, quali sono le caratteristiche innanzitutto della piastra e quindi del calcestruzzo con cui è stato utilizzato, e quindi andare anche a vedere qual era l'armatura della piastra e da lì si può con dei progettisti specialisti, come appunto l'ingegner Pascali, si può andare a capire quale potrebbero essere il livello di prestazioni meccaniche di questo pavimento e poi, è chiaro, che a livello superficiale, come dicevo prima, anche con la ricostruzione dei giunti.

Insomma laddove ci fosse la necessità ci sono molteplici prodotti che secondo me possono essere utilizzati per questi scopi. Poi è chiaro che ogni situazione va valutata con molta attenzione.»

Le nuove pavimentazioni più performanti rispetto a vent’anni fa

Tiziano Massazzi torna all’argomento delle pavimentazioni nuove e delle patologie più diffuse quali possano essere le cause innescanti.

Risponde Livio Pascali, che evidenzia «che il settore negli ultimi anni ha avuto un miglioramento un buon miglioramento. Quindi le pavimentazioni che si realizzano adesso si fanno con più coscienza e qualitativamente sono anche più prestazionali, più conformi alle aspettative rispetto a quelle che si facevano 15/20 anni fa.»
E Livio Pascali ricorda una parte della sua storia di tecnico «Sono stato per 13-14 anni direttore tecnico di un gruppo che produceva calcestruzzo, e l'80-90 per cento del contenzioso veniva dalle pavimentazioni, quindi è sempre stato un elemento estremamente delicato
».

Ma la situazione è migliorata «Oggi si è alzato il livello pavimentazioni. Un 15 per cento, dicevamo prima, di fatturato produceva il 90% di contenziosi, ai miei tempi era così, ora credo che la situazione sia migliorata

Oggi però «la pavimentazione si sta realizzando di qualità sempre superiore e sta diventando sempre più ricca perché si progetta, c'è una stratificazione, quindi, diciamo anche, i soldi che si spendono, facendo le giuste proporzioni in questo momento sul metro quadrato, sono decisamente superiori a quelli che si spendevano prima. E' chiaro che il contenzioso nasce sempre, e bisogna capire la catena delle responsabilità che, contrariamente a prima, oggi c'è un attore che prima non c'era che il progettista.

Proprio perché incominciamo a fare riferimento a dei documenti tecnici, se il progettista da un determinato spessore, da determinati possibilità perché fa le verifiche in esercizio, per cui i tagli di giunti di controllo possono essere fatti ogni 6/7 metri, se poi quella pavimentazione si fessura e i materiali sono stati conformi, è chiaro che bisogna assumersi ognuno le proprie responsabilità.»

Chi si assume le responsabilità delle difettosità

E quando avvengono le difettosità risalire a chi ne ha le responsabilità non è mai semplice.

Lo sottolinea Livio Pascali, «Il DDT 211 aiuta, per esempio per lo scartellamento evidenzia che ce ne è uno adesivo e uno coesivo, li definisce, e questo ti aiuta. Quindi è chiaro che se c'è uno scartelamento adesivo è difficile tirare il produttore di calcestruzzo. Se coesivo bisogna andare a vedere .... E' la tecnologia, è lo stato dell'arte che migliorando intanto ci permette di evitarle. Abbiamo quindi degli strumenti più chiari per individuare la catena di responsabilità.
Un po' anche per il calcestruzzo, le norme tecniche hanno introdotto la verifica in opera. Prima c’erano degli articoli, delle linee guida, cioè documenti tecnici che erano spesso incontrasti tra di loro. Oggi come oggi se vogliamo andare a verificare la qualità dei Calcestruzzi in opera abbiamo delle leggi.
Quindi tutto sta migliorando, insomma io sono fiducioso

Prevenire i difetti dei pavimenti: come

Interviene anche Francesco Bianchi per chiedere cosa si possa fare a livello di prevenzione «Se vogliamo parlare in maniera molto generica mi rendo conto quali possano essere, ma quali sono diciamo le attenzioni che è opportuno porre per cercare di avere meno problemi in fase post-getto?».

E Livio Pascali risponde «A monte io consiglio un buon CSA, un buon, anzi un ottimo Capitolato Speciale d’Appalto, cioè definire tutto le qualità dei materiali, definire le modalità di messa in opera, definire le condizioni climatiche in cui vengono gettate queste pavimentazioni. Chiaramente voi lo sapete meglio di me, cioè che non ci deve essere ventilazione, cioè se siamo all'interno di un capannone deve crearsi un microambiente che deve essere idoneo per aiutare chi fa la lavorazione e quindi la stagionatura. Ci sono una serie di prodotti per esempio, gli autostagionanti, quindi tecnologie che possono supportare la tecnologie. Utilizzarle costa perché si rallentano le produzioni, aumentano i costi, ma rifare e sistemare costa di più

La pavimentazione industriale deve durare 50 anni

Livio Pascali tocca anche il tema della manutenzione e della durata in esercizio. "La pavimentazione la dobbiamo progettare per 50 anni, ma i giunti il DDT 211 ci precisa no, però non dice per quanti anni, dice semplicemente che i giunti non possono essere progettati per una vita utile di esercizio di 50 ed è giusto ma sarebbe stato meglio dire un pochettino di più»

Sul punto interviene anche Tiziano Massazzi: «Ed è giusto, prima stavo facendo un esempio che ci sono delle logistiche che dopo qualche settimana di esercizio hanno già dei problemi. Certo questo non è sicuramente accettabile».
E prosegue Livio Pascali «E' chiaro anche che alcune problematiche vengono messe in evidenza dalla nostra volontà, dal nostro desiderio. Prima quanti chiedevano di realizzare pavimentazioni con mille metri quadrati senza giunti? pochissimi. Adesso le logistiche richiedono sempre di più. Quanti prima chiedevano delle planarità impegnative? pochissimi. Quindi aumenta il livello, ma aumenta anche la richiesta della prestazione e può darsi che ci siano delle difettosità di cui prima non si teneva proprio conto.
Secondo me è tutto il settore che sta cambiando, perciò sono positivo da questo punto di vista. Recentemente vedo belle cose

Il progetto del pavimento dov’è?

Tiziano Massazzi aggiunge «Vedo oggi, perché anch'io a volte vengo chiamato come consulente per qualche problematica che si verifica in qualche cantiere, la patologia più grave è ancora nonostante gli obblighi delle NTC 2018 e ancora la mancanza totale di un progetto che porta poi a vari sintomi e si ritrova il cliente finale un pavimento che non è in grado di assolvere al suo compito. La normativa, gli obblighi di legge, ci ha portato in un settore migliore ma deve ancora essere recepita.»

«E direi che c'è una patologia nella patologia» riprende Pascali "perché quando c'è la patologia e si va nel contenzioso, l'ultima che poi diventa uno dei problemi più grandi è l'ignoranza del CTU. Sempre di più abbiamo dei CTP che sono preparati, però se tu hai due CTP preparati e hai un CTU che non capisce niente, completamente avulso dalla problematica, fai una fatica incredibile. Poichè si parte proprio da come si pone il quesito, che indica quello che si deve andare a indagare».

E in conclusione Massazzi «Ci troviamo anche CTU che ci chiedono consulenze telefoniche perché non sanno che pesci pigliare.» e Pascali «Un buon CTP deve formare prima il CTU, deve fargli un corso accelerato in 15-20 giorni per poi poter dialogare.»

D’accordo su questo problema della progettazione anche Marco Magistrali: "ci siamo trovati ultimamente in molti casi di pavimentazioni, tipo aree parcheggio, su interrati, piani su solai con pavimentazioni sottili quindi, sotto i 12 cm, circa 10 cm, senza nessun tipo di prescrizione a livello progettuale sulle caratteristiche del calcestruzzo, sui livelli di ritiri. E' chiaro che se tu pensi di poter fare una struttura di questo tipo con un calcestruzzo con un ritiro normalissimo è chiaro che qualche problemino lo troverai nel breve periodo. Però quando tu vai poi a spiegare i motivi dell'utilizzo di un calcestruzzo con delle prestazioni differenti a livello di ritiri all’impresa, e quindi alla committenza, subentra il classico problema della moneta. Allora se succede qualcosa, e succederà, poi vediamo chi pagherà, quali sono i contenziosi che ne usciranno.»

E Tiziano Massazzi aggiunge «Sempre perché la manutenzione non è un valore inserito in fase di progetto».

L’evento si è concluso con osservazioni e considerazioni nate dal pubblico e discusse dai relatori, visibili nel video.

Video

Forum Pavimenti industriali: normativa e la valutazione delle patologie e delle difettosità

Patologie Edili

Tutto quello che riguarda il tema delle patologie edili: le tecniche di controllo e analisi, l’evoluzione normativa, le soluzioni tecnologiche,...

Scopri di più

Pavimenti Industriali

Con il topic "pavimento industriale" vengono raccolti tutti gli articoli pubblicati sul Ingenio su queste tipologie di pavimentazioni in calcestruzzo e riguardanti la normativa, la progettazione, l'applicazione, l'innovazione tecnica, i casi studio, i controlli e i pareri degli esperti.

Scopri di più

Pavimenti per Esterni

Tutto quello che riguarda le pavimentazioni per esterni ad uso pedonale o per la mobilità lenta: i materiali e le soluzioni tecniche, la...

Scopri di più

Leggi anche