Permesso di costruire: è obbligo del Comune emettere il preavviso di diniego della proroga
Il permesso di costruire è un percorso amministrativo chiaro per l'avvio di interventi edilizi, la recente sentenza n. 6237 del Consiglio di Stato chiarisce le responsabilità amministrative riguardo le proroghe dei permessi, sottolineando il dovere degli enti locali di garantire la conformità urbanistica e di operare con trasparenza.
Permessi di costruire, titoli abitativi e normative
Quando si decide di intraprendere l’inizio di una costruzione si deve tener presente di seguire un iter procedurale che fornisca una serie di permessi che diano il consenso all'inizio dei lavori.
Le pratiche amministrative, per qualsiasi tipo di intervento su un edificio, sono dette titoli abitativi, che si suddividono in varie categorie:
- edilizia libera, riguarda interventi che possono essere effettuati senza obbligo di richiedere autorizzazioni al comune o di depositare documenti;
- CILA, sono lavori di manutenzione "leggera" che non richiedono la redazione della SCIA;
- SCIA, è la segnalazione certificata di inizio attività ed è un titolo abilitativo che serve per gli interventi straordinari che possono anche riguardare le parti strutturali dell'edificio;
- super SCIA, va eseguita in alternativa al permesso di costruire e può essere ammessa per interventi più complessi, ma non tanto da richiedere il permesso di costruire;
- permesso di costruire (PdC), viene utilizzato per ogni intervento di trasformazione edilizia o urbanistica del territorio.
La vecchia norma, a cui si faceva riferimento era il DPR 380/2001, prevedeva più titoli abitativi ma dal 2016 con il d.lgs 222 sono stati introdotti diversi aggiornamenti che ne hanno comportato una semplificazione.
In particolare, il permesso di costruire ad oggi è richiesto essenzialmente per i seguenti interventi:
- nuove costruzioni;
- ristrutturazioni urbanistiche;
- ristrutturazioni edilizie.
La gestione dei permessi di costruzione e delle relative proroghe deve seguire procedure chiare come viene messo in evidenzia nella sentenza n. 6237 del 12 luglio 2024 del Consiglio di Stato.
Riconoscimento della proroga per edificio residenziale
Il Consiglio di Stato ha emesso, con la una sentenza n. 6237 del 12/07/2024, un parere significativo relativamente al ricorso di una amministrazione comunale verso la contro parte ditta privata in merito a una controversia sull’edificazione di un edificio residenziale composto da quattro unità abitative.
Il comune aveva rilasciato nel 2011 il permesso a costruire, assegnando il termine di un anno per l’inizio dei lavori e tre anni per il completamento dell’opera.
Il 5 settembre 2012 viene presentata la comunicazione di inizio lavori a cui segue, in data 6 agosto 2015, la «comunicazione di proroga del termine di fine lavori ai sensi dell’art. 30 commi 3 e 4 della Legge 9 agosto 2013 n. 98» motivata dalla complessità anche progettuale dell’intervento da eseguire, ma l’amministrazione comunale la rinnega sottolineando la mancanza della firma del direttore dei lavori e l'incompletezza della documentazione.
Inoltre, il comune rileva anche l’assenza di conformità con il nuovo regolamento urbanistico ed emana un’ordinanza di sospensione dei lavori, a cui la controparte presenta ricorso. Dopo una successione di sentenze favorevoli alla PA su una serie di quesiti posti dalla controparte, il TAR Toscana si pronuncia riconoscendo il diritto alla richiesta di una proroga.
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Responsabilità amministrative e proroghe
Il TAR della Toscana accoglie alcune motivazioni del ricorso della controparte, la quale sosteneva che il comune aveva omesso il controllo in merito alla conformità urbanistica.
Il tribunale stabilisce quindi l’obbligo di verificare la conformità urbanistica a capo all'amministrazione comunale e non alla contro parte.
A questo punto, il comune impugna presso il Consiglio di Stato tale decisione, presentando diversi motivi, tra cui:
- l'erroneità nel riconoscimento della conformità della richiesta di proroga all’art. 30, comma 3, del D.L. n. 69/2013;
- l'omessa pronuncia e illogicità manifesta riguardo le normative regionali ed urbanistiche;
- le violazioni della normativa relativa al procedimento di diniego;
- l'insufficiente valutazione della compatibilità urbanistica.
Il Consiglio di Stato analizza il caso e conferma la decisione del TAR, valutando infondati i motivi di appello del comune e sottolineando che la richiesta di proroga da parte della controparte era adeguata e che la stessa non deve necessariamente essere subordinata alla firma del tecnico competente.
Nella sentenza si specifica inoltre che l’assenza di un preavviso di diniego nella procedura amministrativa ha inciso negativamente sulla legittimità del provvedimento di negazione del Comune.
In definitiva il Consiglio di Stato chiarisce le responsabilità amministrative in materia di permessi di costruzione e delle loro eventuali proroghe, evidenziando anche l'importanza di un corretto dialogo tra le amministrazioni e i cittadini.
Nel merito, viene ribadito dalla sentenza che il dovere dell'amministrazione comunale è quello di agire con trasparenza e correttezza, seguendo pedissequamente le procedure stabilite dalla legge, ossia, nel caso in essere, il comune aveva l’obbligo di emettere il preavviso di diniego della proroga, pena la decadenza dell’atto stesso.
SCARICA la sentenza del Consiglio di stato n. 6237 del 12 luglio 2024
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