Responsabilità delle PA negli appalti: limitare responsabilità per accelerare e migliorare i processi

PNRR e decisioni di chi opera nella PA

"Per realizzare il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, occorre riflettere su quale sia la responsabilità che si chiede ai funzionari e ai dirigenti della Pubblica Amministrazione per le decisioni collegate.

Al di là delle riforme che sono state fatte, che comunque spesso rimangono sulla carta, il funzionario pubblico si trova di fronte a responsabilità enormi, sotto tutti i profili, quello penale, quello contabile e quello civile, e questo a fronte di che cosa? di una presunzione errata che si possa effettivamente lavorare a rischio zero.

Il rischio Zero non esiste in nessuna attività nella nostra legislazione, che ritiene che se le cose vanno male ci debba essere per forza un colpevole."

Una normativa basata sulla Just Culture

"L'unico modo per venirne fuori è quello dell'introduzione di una normativa che modifichi qual'è il livello di rischio accettabile per la società.

E' chiaro che questa è un'opera che deve fare il legislatore, è un tipo di azione normativa che è già stata fatta in altri paesi come la Francia, come UK, che hanno riconosciuto che solo in questo modo si riesce realmente a far sentire libero l'operatore di lavorare e non essere invece portato a paralizzare il processo a paralizzare il processo per paura di quelle che potrebbero essere delle conseguenze a cui potrebbe essere chiamato pur essendo lui non realmente responsabile della situazione.

Un intervento normativo di questo genere applicato a tutti i settori della sicurezza, della progettazione nel campo dei trasporti, ma non solo, consentirebbe di velocizzare le pratiche e consentirebbe anche un ottimale allocazione delle risorse degli investimenti."

Portare gli investimenti dove i rischi sono più alti

"Noi oggi abbiamo nei settori delle costruzioni, piuttosto che in quelli dei trasporti, settori che hanno aree a più alto rischio e altre che sono a minor rischio.

Questo non significa che poi gli investimenti vengano canalizzati su quelli dove il rischio è più è più alto. Faccio un esempio concreto. L'incidentalità stradale e molto più alta dell'incidentalità ferroviaria: ciò non di meno si continua ad investire sulla sicurezza ferroviaria che è già a livelli altissimi e si veste molto poco sulla sicurezza stradale.
Senza una normativa basata sulla Just culture non riusciremo a produrre un PNRR realmente efficace"

Commento di Andrea Dari, editore di INGENIO

La lezione riportata nel breve saggio di Cesare Beccaria "Dei delitti e delle pene» apparentemente è stato recepito culturalmente e normativamente in tutti i Paesi che oggi chiamiamo moderni ed evoluti. Eppure non è così, e come ha evidenziato Fabio Croccolo nel suo intervento, che mi trova perfettamente concorde, quando accade un problema siamo spesso più concentrati nella ricerca del colpevole che nella causa e nel rimedio.

Ecco perchè ritengo corretto il fatto che sia sempre più avvertita l’esigenza di considerare l’errore involontario commesso in realtà complesse come un evento dal quale apprendere, per evitare che lo stesso errore possa ripetersi, piuttosto che una ricerca di stampo più giustizialistico (e giornalistico) come oggi accade. Occorre quindi che, per quanto questo sia possibile, sia necessario superare la “cultura della colpa”, orientata esclusivamente ad individuare il colpevole.

Ecco perchè nell’ambito della pubblica amministrazione e delle opere pubbliche ritengo che Fabio Croccolo abbia perfettamente ragione e che sia altrettanto importante promuovere processi di Just Culture che mettano i professionisti nelle condizioni di distinguere i comportamenti accettabili da quelli non accettabili, in linea con le finalità indicate e nel solo ed esclusivo interesse della prevenzione e della gestione del rischio.

La diffusione di una cultura di questo tipo contribuirebbe a realizzare sistemi progettati e gestiti secondo i principi di management delle organizzazioni, aumenterebbe l'affidabilità delle persone, la loro efficienza, contribuirebbe ad abbassare il tasso di errore, favorirebbe il lavoro di team.

Nelle nostre aziende, in famiglia, quante volte abbiamo ripetuto di non nascondere gli errori, di portarli alla luca per poterli da un lato affrontare per tempo dall’altro favorire la definizione di procedure mirate a ridurre il rischio della ripetizione degli stesse.

Sono quindi perfettamente allineato con Croccolo nella convinzione che i miglioramenti organizzativi e lo sviluppo della sicurezza - in ambito PNRR e qualsiasi altro ambito - siano obiettivi raggiungibili solo attraverso la riconfigurazione dell’attuale modello di attribuzione della responsabilità penale e civile e mediante una ragionevole limitazione della responsabilità penale di chi opera in organizzazioni complesse ai soli eventi avversi realizzati con “colpa grave”.