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Rigenerazione urbana: proseguire con case green e incentivi

In ottica di transizione ecologica, Fabrizio Capaccioli, AD di ASACERT e vicepresidente di Green Building Council Italia afferma l'importanza degli incentivi e di continuare la rotta adottata per portare gli impianti delle abitazioni a impatto zero entro il 2030.

Obbiettivi UE: eliminare le emissioni nocive del costruito

Occorre la massima determinazione per rispettare gli obiettivi dell’Unione Europea fissati nel luglio scorso con il cosiddetto ‘pacchetto climatico Fit for 55’, sull’abbattimento totale delle emissioni nocive in atmosfera da parte del costruito. E’ un percorso condiviso e approvato dai Paesi membri ed è importante in questa sfida che si tenga fede agli impegni presi, nonostante le difficoltà e le resistenze legittime che si possono incontrare”.

Lo afferma Fabrizio Capaccioli, AD di ASACERT e vicepresidente di Green Building Council Italia, rispetto alla polemica innescata in queste ore sulla direttiva UE delle “Case Green”, che obbliga i privati a dotarsi di sistemi energetici a impatto zero per le proprie abitazioni entro il 2030.

“Dalla direzione intrapresa in Italia – continua Capaccioli - con l’introduzione del Superbonus 110% e degli altri incentivi sulla casa, non si può e non si deve tornare indietro. Sono le misure strutturali di rigenerazione, come appunto quelle apportate dal Superbonus, che riguardano il cappotto termico e gli interventi sugli impianti di calore e prevedono la rigenerazione sistematica dell’intero abitato, a garantire i risultati più efficaci in termini di sostenibilità e benessere abitativo.

“Siamo consapevoli che il patrimonio edilizio italiano da rigenerare è assai consistente e che è molto costoso per i privati poter trasformare tutti gli impianti ad energia pulita entro il 2030. Ma è uno sforzo che dobbiamo necessariamente compiere. Prima di tutto perché in Italia la gran parte del costruito, che risale agli ’70, è altamente energivoro ed inquinante e mette a repentaglio qualsiasi tentativo di avviare una vera transizione ecologica, senza la quale non c’è futuro”, afferma Capaccioli, che conclude: “Ma i privati non devono essere lasciati soli, occorre mettere in campo il più grande patto per lo sviluppo sostenibile in edilizia che sia mai stato pensato in un accordo tra istituzioni di ogni livello e categorie professionali del settore. Il piano di finanziamenti del PNRR è una base da cui partire ma vanno pensati nuovi e più efficaci incentivi per la casa, che non lascino spazi a frodi e ritardi. L’Italia è un Paese pieno di risorse e competenze molto avanzate, Milano e Roma sono tra le città d’Europa dove si stanno riqualificando il maggior numero di edifici vetusti. E’ un ottimo segnale”.

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