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Isolamento termico degli edifici: dove si può intervenire? Quali incentivi utilizzare?

Come riqualificare dal punto di vista energetico un edificio esistente, migliorando il comfort degli spazi abitati? All'interno un excursus delle varie tipologie di intervento e dei possibili incentivi da utilizzare

Come riqualificare dal punto di vista energetico un edificio esistente, migliorando il comfort degli spazi abitati? In questo periodo di intensa attività edilizia, grazie alle nuove detrazioni fiscali al 110% del Superbonus, ecco una guida pratica e riassuntiva delle possibilità in campo, con un occhio agli incentivi previsti per ciascuna tipologia di intervento.

 

Perché è così importante isolare termicamente un edificio

L’isolamento termico rappresenta una variabile fondamentale nel complesso sistema edificio-impianto. Ad essa sono connessi non solo le dispersioni termiche, e quindi il benessere termoigrometrico degli abitanti, ma anche i consumi energetici, la resa degli impianti, le emissioni di gas serra e, più in generale, l’intera vita utile dell’immobile. 

Un edificio esistente, se correttamente isolato, porta ad una riduzione dei consumi energetici fino a circa il 40%. Viceversa, un errato intervento di isolamento termico può generare danni persistenti all’intero fabbricato. Tale considerazione è sufficiente a far intendere quanto sia delicato questo argomento e quanto sia cruciale rivolgersi ad un professionista esperto per la riqualificazione energetica della propria casa.

È bene sottolineare che le dispersioni di calore non sono costanti in tutti i punti di un edificio, bensì in corrispondenza di ciascun componente edilizio la percentuale di flusso termico dispersa varia, anche in relazione ai diversi ponti termici che possono crearsi.

Generalmente, sia le pareti perimetrali che gli infissi sono responsabili di circa il 20-30% delle dispersioni totali, la copertura di circa il 10-15%, mentre il primo solaio solamente del 5% circa. Va da sé che un isolamento che voglia mirare a minimizzare le perdite di calore debba partire dagli elementi tecnici maggiormente responsabili di tali dispersioni.

Fatta questa breve ma dovuta premessa, vediamo nel dettaglio le diverse categorie di intervento riferite a ciascun componente edilizio.

 

Isolamento termico degli edifici: Dove si può intervenire? Quali incentivi utilizzare?

Isolamento termico tramite sistema a cappotto ETICS (External Thermal Insulation Composite System)

 

Quali sono le possibilità di intervento sull'involucro edilizio

Isolamento delle pareti verticali

Cappotto esterno, interno, in intercapedine, facciata ventilata

L’elemento tecnico che senza dubbio svolge un ruolo cardine all’interno del sistema edificio-impianto è la parete verticale opaca, elemento di chiusura degli ambienti riscaldati verso l’esterno. 

Non esiste una soluzione univoca per l’isolamento di tale componente, ma vi sono diverse tecniche e tipologie di pannelli isolanti, da valutare in funzione di ogni caso specifico, sulla base delle caratteristiche dell’edificio, della zona climatica in cui esso si trova, di eventuali vincoli tecnici e della disponibilità economica.

In generale, le principali strategie di isolamento delle pareti esterne possono essere suddivise in:

  • Isolamento con sistema a cappotto esterno
  • Isolamento con sistema a cappotto interno
  • Isolamento in intercapedine
  • Isolamento su facciata ventilata

L’isolamento tramite cappotto esterno è la tecnica più diffusa, in quanto opera esclusivamente sulle parti esterne delle facciate, non andando ad occupare gli ambienti interni, e garantisce la massima riduzione dei ponti termici, risolvendo problematiche quali umidità e condensa dovute alla differenza tra le temperature superficiali. Esso consiste nella posa tramite incollaggio e tassellatura di pannelli isolanti su un supporto adeguatamente preparato e successivamente rivestito con una opportuna finitura.

Si tratta di una soluzione da prediligere qualora non vi siano particolari vincoli architettonico-urbanistici sulle facciate di edifici esistenti e negli edifici di nuova costruzione.

L’isolamento tramite cappotto interno è una possibile alternativa quando la facciata esterna dell’edificio è soggetta a vincoli o vi sono particolari problematiche tecniche che rendono l’intervento dall’esterno impraticabile. La posa del materiale isolante avviene dall’interno degli ambienti abitati, con diverse possibilità di finitura, tra cui l’impiego di contropareti in cartongesso preaccoppiate con pannello isolante, oppure autoportanti attraverso una struttura metallica. È bene precisare che tale intervento non sempre è in grado di risolvere al meglio tutti i ponti termici che possono crearsi nell’edificio. Risulta quindi fondamentale la scelta di un materiale che abbia ottime prestazioni in modo da ridurre al minimo il suo spessore e quindi non diminuire eccessivamente le volumetrie interne.

Un’altra valida soluzione è rappresentata dall’insufflaggio di materiale isolante in uno strato intermedio nella muratura, ovvero nell’intercapedine talvolta presente tra due file di mattoni in laterizio, tratto caratteristico di molti fabbricati della seconda metà del Novecento. Questa opzione, diversamente dalla precedente, aiuta a prevenire la formazione di condensa superficiale e garantisce un ottimo isolamento acustico. L’isolamento mediante insufflaggio prevede la realizzazione di fori nella muratura e nell’inserimento di materiale isolante (spesso schiuma poliuretanica) attraverso questi.

La tecnica, sempre più diffusa nell’architettura contemporanea, della parete ventilata prevede l’applicazione di pannelli, generalmente in lana minerale, sul supporto murario di partenza, mantenendoli distanziati dallo strato di finitura della facciata attraverso appositi sistemi di ancoraggio e sospensione metallici. In questo modo si viene a creare una camera d’aria che sfrutta l’effetto camino, tale per cui in inverno si evitano problemi di condensa superficiale ed umidità, mentre in estate il calore viene allontanato proprio grazie ai moti convettivi naturali dell’aria. Trattandosi di un sistema installato a secco garantisce tempi e costi ridotti e rappresenta un’ottima soluzione nell’ottica della sostenibilità ambientale in edilizia.

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Isolamento del primo solaio

Isolamento in estradosso, in intradosso

Quando si parla di isolamento del primo solaio ci si riferisce al componente opaco orizzontale disperdente verso:

  • Il terreno
  • Un ambiente non riscaldato, generalmente interrato o seminterrato, come il piano cantine/garage
  • L’esterno, come nel caso di portici o piani pilotis.

In ciascuno di questi esempi vi sono tecniche, più o meno invasive, in grado di migliorare la resa termica del componente e, quindi, dell’intero edificio. In via generale, per le ultime due configurazioni è possibile isolare sia in intradosso che in estradosso, mentre nel caso di pavimento controterra si isola in estradosso del solaio.

Isolamento del primo solaio

Principali esposizioni del solaio al piano terra. a) Verso esterno; b) verso ambienti non riscaldati; c) verso terreno.

Per isolare in estradosso un pavimento si può scegliere di posizionare lo strato isolante al di sotto del massetto. Si tratta di una soluzione onerosa dal punto di vista tecnico, in quanto è necessario demolire sia la pavimentazione che il massetto, inserire l’isolante e ripristinare la stratigrafia della soletta. Inoltre, è fondamentale che lo strato di materiale isolante abbia una resistenza meccanica alla compressione tale da reggere il peso di entrambi gli strati superiori.

Una ulteriore soluzione è quella di porre l’isolante, con buone caratteristiche termiche anche con minimi spessori, direttamente sotto la pavimentazione. Viceversa, si può posare l’isolante al di sopra della pavimentazione, rivestendolo con nuova pavimentazione a secco. In ultimo, è possibile realizzare un massetto termico, costituito da una miscela di materiali isolanti inerti, che garantisce adeguate prestazioni termoisolanti senza innalzare eccessivamente il piano di calpestio.

L’isolamento del pavimento in intradosso è una soluzione tecnicamente meno invasiva, che non richiede demolizioni. È possibile applicare il materiale isolante direttamente sul solaio verso ambiente non riscaldato o verso esterno, oppure realizzare un controsoffitto isolante con finitura in cartongesso.

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Isolamento dell’ultimo solaio

Isolamento in estradosso, in intradosso, del solaio sottotetto

Un’altra struttura che, se non isolata, influisce massivamente sulle dispersioni termiche di un fabbricato è l’ultimo solaio, chiusura orizzontale disperdente verso l’esterno.

Anche in questo caso, vi sono diverse possibilità di intervento.

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Superbonus 110%: un’occasione per impermeabilizzare e coibentare le nostre coperture

Si può intervenire direttamente sul solaio di copertura, sia esso piano o inclinato, oppure se presente, si può isolare l’ultima soletta che delimita l’ambiente riscaldato da un eventuale ambiente sottotetto non riscaldato.

Intervenendo su una copertura piana, l’isolamento all’estradosso è la soluzione più opportuna per eliminare i ponti termici ed il rischio di condense, anche grazie all’inserimento di una barriera al vapore. Dal punto di vista tecnologico, il sistema consiste nell’applicare, al di sopra della struttura esistente, lo strato isolante, il nuovo manto impermeabile e lo strato protettivo. Quando questa soluzione non risulti praticabile, è possibile l’incollaggio dei pannelli isolanti direttamente all’intradosso della soletta, opportunamente pulita con asportazione delle tinteggiature. 

Per quanto riguarda l’isolamento in estradosso delle coperture a falde, occorre operare una suddivisione tra coperture ventilate e non ventilate: le prime si differenziano dalle seconde perché caratterizzate da una intercapedine d’aria al di sotto del manto di tegole. Questa particolare configurazione permette di smaltire il vapore acqueo in eccesso attraverso una corrente continua naturale che si viene a creare nell’intercapedine. L'installazione dell'isolante può avvenire dall'alto, rimuovendo temporaneamente il manto di copertura, oppure dal basso, spingendolo nell’intercapedine ventilata senza sollevare il manto di copertura. Con la seconda opzione si ottiene una riduzione dei costi ed un intervento meno oneroso dal punto di vista tecnico e delle opere provvisionali da impiegare, ma si riscontra una ifficoltà maggiore nel posizionamento e il rischio di rovinare la struttura. Nelle coperture non ventilate, l’isolamento in estradosso avviene attraverso l'applicazione di uno strato continuo di pannelli isolanti protetti all’esterno da uno strato di finitura. Nell’isolamento in intradosso di una copertura a falde, invece, la posa in opera dello strato isolante avviene direttamente sulla struttura della falda, che può essere in listelli di legno, ferro o travetti prefabbricati o laterocemento, mediante l'impiego di pannelli di materiale coibente o anche di elementi contenenti l’isolante, prefiniti a gesso che si prestano ad essere ulteriormente trattati.

L’ultima opzione percorribile è l’isolamento all’estradosso del solaio sottotetto, che consiste nella posa, sulla parte superiore del solaio, di uno strato di materiale isolante ed eventualmente di un ulteriore strato di materiale vario che renda praticabile il solaio per la manutenzione del tetto.

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I migliori materiali isolanti ed i relativi requisiti prestazionali

Per quanto riguarda la scelta dei materiali, sono da prediligersi pannelli isolanti durevoli, ignifughi, traspiranti, atossici, resistenti all’umidità, che assicurino oltre ad un isolamento termico anche una buona protezione acustica, nonché abbiano un’alta percentuale di riciclabilità.

Le caratteristiche che deve possedere un materiale isolante idoneo riguardano in primis la resistenza alle sollecitazioni termiche in inverno e in estate, al fine di evitare la loro fessurazione e quindi l'infiltrazione di acqua. Inoltre, lo spessore e la conducibilità termica (lambda) del materiale sono fondamentali: ad un maggior spessore corrispondono migliori prestazioni termiche e più è piccolo il valore della lambda maggiore sarà il potere isolante del materiale. È altresì essenziale una buona traspirabilità.

Inoltre, al fine di garantire buone prestazioni anche nei mesi più caldi, sono consigliati materiali coibenti con un’alta inerzia termica e quindi una bassa trasmittanza termica periodica, in modo da rallentare l’ingresso del calore dall’esterno (sfasamento dell’onda termica).

Gli isolamenti realizzati con materiali naturali come lana di pecora e fibra di legno sono altamente compatibili con gli edifici tradizionali e oggi facilmente reperibili sul mercato nelle più svariate composizioni. La compatibilità è data dalla loro caratteristica porosità, che li rende capaci di assorbire e rilasciare l'umidità che sarà sempre presente nella struttura. Materiali consigliati sono quindi la fibra di legno, la lana di pecora, la cellulosa e le fibre di lana. 

Un altro requisito divenuto oggi pressoché imprescindibile nella scelta di un materiale isolante è la dotazione di dichiarazione ambientale di prodotto EPD, nonché della certificazione in materia del rispetto dei Criteri Ambientali Minimi di cui al D.M. 11 ottobre 2017. 

 

Gli incentivi fiscali per isolare la propria casa: Superbonus 110% ed Ecobonus

Come incentivare i lavori iniziati prima del 6 ottobre 2020: Ecobonus e Bonus Facciate

In caso di lavori le cui spese sono precedenti al 6 ottobre dello scorso anno, si può applicare la disciplina prevista dal comma 345, Legge n. 296/2006 che disponeva già la detraibilità delle spese sostenute per tutti gli interventi realizzati su edifici esistenti, parti di edifici o unità immobiliari, riguardanti le strutture opache verticali, le strutture opache orizzontali (quali coperture e pavimenti) a condizione che siano rispettati i requisiti di trasmittanza termica prevista dalla legge. 

L’inquadramento degli interventi agevolabili di cui al comma 345, Legge n. 296/2006, è fornito dal D.L. 19 febbraio 2007, art. 1, comma 3. 

L’agevolazione in questo caso (che si applica a tutto il patrimonio edilizio sia residenziale che non residenziale, avrà un’aliquota del 65%.  Ecco di seguito alcune delle alternative fruibili per l’agevolazione degli interventi sopra descritti. 

Il bonus facciate consiste in una detrazione d’imposta del 90% per gli interventi di recupero o restauro della facciata esterna di edifici esistenti, di qualsiasi categoria catastale. Il bonus spetta solo per le porzioni di facciata visibili da strada o da suolo pubblico; gli immobili devono inoltre trovarsi nelle zone A e B (indicate nel decreto ministeriale n.1444/1968) o assimilabili, in base ai regolamenti edilizi locali. 

La detrazione, ripartita in 10 quote annuali costanti e di pari importo nell’anno di sostenimento delle spese e in quelli successivi, spetta per gli interventi anche per gli interventi di Efficientamento energetico dell’involucro opaco, che interessino oltre il 10% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio. 

Queste sarà in vigore, però, solo fino alla fine di quest’anno, fatta salvo proroghe. 

 

Gli incentivi fiscali per isolare la propria casa: Superbonus 110% ed Ecobonus

 

Come ormai noto i requisiti soggettivi e oggettivi per l’accesso alle agevolazioni sono numerosi e restrittivi, tutti i requisiti tecnici in materia di coibentazioni sono stati trattati in dettaglio all’articolo pubblicato su INGENIO.

L'articolo continua con la trattazione degli incentivi se i lavori sono iniziati dopo il 6 ottobre 2020.

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