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A "Casa dell’Architetto": ecco cosa accede quando l'architetto è committente di sé stesso

Dialogare con la tradizione, ma allo stesso tempo staccarsene per definire una propria identità, un nuovo modo di abitare. Ecco il progetto di Casa Messner dove l'architetto è “cliente” di se stesso.

Ai piedi dello Scillar, nel suggestivo comprensorio dell’Alpe di Siusi, un fienile della tradizione altoatesina è rinato come abitazione. Se esternamente non modifica i connotati vernacolari l'interno della abitazione sorprende, disegnando spazi visionari e inaspettati. Un ambiente quasi magico, ispirato ai ricordi dell’infanzia dell’architetto che l’ha ri-progettato per viverlo.

 

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Casa Messner - courtesy studio noa* © ph. Alex Filz

 

Casa Messner è il risultato di progetto di rifunzionalizzazione di un vecchio fienile abbandonato nel centro del paese di Castelrotto (BZ).
Il progetto è a firma dello studio noa* (network for architecture) e il cliente coincide con uno dei fondatori dello studio di progettazione, parliamo dell’arch. Stefan Rier.

Una architettura residenziale premiata con l'Iconic Award 2018 – Innovative Architecture del German Design Council, e che si è inserita fra i 5 progetti finalisti al WAF – World Architecture Festival 2018 nella categoria House.

 

Una architettura residenziale che dialoga con la tradizione: il progetto di Casa Messner

Testo a cura di: Laura Ragazzola

Dialogare con la tradizione, ma allo stesso tempo staccarsene per definire una propria identità, un nuovo modo di abitare, una diversa struttura dello spazio domestico. Anche cercando ispirazione nei ricordi di un’infanzia trascorsa in alta montagna. Questa, in sintesi, la sfida affrontata da noa* nel progetto della nuova abitazione a Siusi allo Sciliar, che doveva sorgere sulle vestigia di una casa risalente al 1850 ormai abbandonata nel centro del paese.

L'intervento, iniziato nel 2015 e portato a termine alla fine del 2017, si inserisce in un contesto estremamente delicato. Siamo in Alto Adige, a 1100 metri di altitudine, ai piedi dell'Alpe di Siusi, in un paesaggio riconosciuto Unesco World Heritage per le sue bellezze naturalistiche. Era quindi importante rispettare la tipologia costruttiva originaria e l'impianto urbanistico del paese. Ma per Stefan Rier, founder insieme a Lukas Rungger dello studio noa* e, in questo caso, “cliente” di sé stesso, il progetto era l’occasione per dare un’impronta personale alla propria abitazione, allontanandosi dai canoni distributivi tradizionali anche attraverso il recupero dei ricordi di un’infanzia trascorsa tra le montagne.

 

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Casa Messner - courtesy studio noa* © ph. Alex Filz

 

Volevamo che l’intervento fosse coerente con l’estetica e l’assetto urbano del paese, dove fienili di legno si alternano a case intonacate, destinate ai contadini e al ricovero degli animali”, spiega l’architetto Rier. “Per questo, abbiamo vestito l’esterno dell’edificio con un 'abito' consono alla tradizione: una griglia di legno che l’avvolge da ogni lato, proprio come si usa nei fienili alpini. Ma all'interno ho scelto di lasciarmi alle spalle la tradizione, liberandomi da vincoli o schemi precostituiti. Per guardare avanti...ma anche un po' indietro, agli anni bellissimi della mia infanzia”.

Ne è nata un’abitazione con due anime che si confrontano. Fuori, quella della dimora alpina tradizionale, splendidamente inserita nello scenario circostante. All’interno, l’anima visionaria, la sorpresa di uno spazio libero da schemi, permeabile, osmotico, innovativo.


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Casa Messner - courtesy studio noa* © ph. Alex Filz

 

Una residenza che si allontana dai canoni distributivi tradizionali

A piano terra si apre un ambiente comune, una sorta di piazza che ha una vocazione pubblica: c'è il tavolo da pranzo da condividere con gli amici, la cucina ampia per cucinare insieme.

Ma poi la casa si sviluppa in verticale e alle classiche stanze si sostituiscono 'box galleggianti', posti a diverse altezze e collegati da scale e passerelle. Percorrendole, si ha la sensazione di salire per un sentiero di montagna, che conduce alla vetta. Ma le passerelle, oltre a fungere da collegamento, ospitano anche i restanti ambienti, tra cui la biblioteca e i bagni con vasche e docce a vista (solo i wc sono chiusi). 

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Tutta la struttura è concepita in modo tale che, a mano a mano che si sale, il livello di privacy e di intimità aumenta. Fino ad arrivare al box più elevato, che contiene la sauna, aperta sullo scenario della montagna Santner.

La rivoluzionaria disposizione degli spazi interni si percepisce anche all’esterno, creando una sorta di contrappunto con le facciate di impianto tradizionale. A Nord, infatti, i due box delle stanze, rivestiti in rame, sono visibili attraverso la facciata esterna in legno, creando un significativo contrasto di materiali. A Sud, invece, il box sauna irrompe dalla vetrata.

Un’architettura, dunque, estremamente innovativa e coraggiosa, ma capace anche di evocare un’atmosfera antica. La vista della struttura in larice che sostiene i box galleggianti, della travatura del tetto a 12 metri d’altezza, e ancora, il respiro degli spazi, tutto sembra richiamare l’immagine degli antichi fienili.

Del resto, ho passato l’infanzia a giocare nei fienili”, sottolinea Stefan Rier, “e uno dei ricordi più belli era quando mi arrampicavo in alto e poi mi buttavo giù, tuffandomi nel fieno. Forse senza quell’esperienza non sarei mai arrivato a disegnare questa casa...”.

Casa Messner recupera la tipologia costruttiva degli edifici rurali del luogo. Sul basamento in pietra (m 10x8), si erge su tre livelli una struttura in larice, che sostiene il tetto a doppia falda, tipico delle abitazioni del paese. 

Una facciata di legno riveste come un guscio tutta la casa, schermando la luce del sole nei periodi più caldi e suggerendo forme strutturali tipiche dei fienili alpini. 

Due box in rame e uno vetrato 'spuntano' dalle facciate, rispettivamente a Nord e a Sud, rivelando già all'esterno l'articolazione complessa e originale che caratterizza il layout interno. 

A Sud le ampie vetrate, il dehors e un terrazzo, aprono l'edificio alla vista del paesaggio dolomitico, dominato dal massiccio dello Sciliar.

 

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Casa Messner - courtesy studio noa* © ph. Alex Filz

 

Gli spazi interni di Casa Messner sono una sfida alla statica

All’interno, la distribuzione di spazi e funzioni è davvero inusuale. Alla struttura lignea portante, visibile in tutto il suo sviluppo (12 metri di altezza), sono appesi i box che ospitano le tre camere da letto

Progettate come delle micro-case, ognuna con un suo disegno particolare, queste stanze sembrano quasi galleggiare nell’ampio volume interno (1100 metri cubi). 

Vi si accede attraverso una scala e un sistema di passerelle, che oltre a funzionare come elementi distributivi, ospitano i bagni con doccia e vasche a vista. 

All’ultimo livello si trova un box che irrompe attraverso la facciata vetrata verso Sud: è qui che si trova la sauna panoramica.

A completamento degli spazi dei livelli superiori, una biblioteca con una stufa in maiolica, reminiscenza della casa preesistente, e un ambito guardaroba.

Il piano terreno si presenta come un ampio open space, articolato in tre diverse isole funzionali: l'angolo conversazione, l'area pranzo e la cucina, risolta con un maxi-bancone in ottone naturale, rivestito sui lati con piastrelle in cotto di produzione artigianale.

 

Ai materiali della tradizione si affiancano altri dal gusto contemporaneo

Ai materiali della tradizione locale – legno e pietra – il progetto ne affianca altri di gusto contemporaneo, richiamando, in alcuni casi, uno stile Mediterraneo. 

La resina del pavimento, che dà uniformità visiva al piano terreno, si alterna all'argilla cotta delle piastrelle blu mare, riproposte anche per il rivestimento del bancone della cucina.

L'ottone dà lucentezza e toni caldi ai dettagli d'arredo e al lungo piano di lavoro che ospita piano cottura e lavello. La scala, in ferro finemente intagliato, evoca le grate di tradizione araba, creando chiaroscuri davvero inusuali per il mondo alpino.

Il tessuto gioca insieme al legno un ruolo importante nel creare all'interno della casa un'atmosfera quasi teatrale: abbondanti tendoni in velluto blu incorniciano come sipari i diversi ambienti, aprendo prospettive sempre nuove.

Texture décor anche per il rivestimento dei box-camera da letto, dove la carta da parati, sempre nei toni del blu, crea una funzionale barriera fonoassorbente.

Avere massima luce naturale negli ambienti interni della casa

Il progetto ha puntato a valorizzare al massimo l’illuminazione naturale: a Sud, la facciata è interamente vetrata e la luce viene filtrata dalla griglia lignea esterna, montata a circa 2,5 metri dal prospetto, mentre il tetto aggettante ombreggia gli interni nelle ore più calde della stagione estiva. 

Sul tetto, un lucernaio aperto a Est fornisce un ulteriore apporto sfruttando la luce zenitale. A Nord non ci sono finestre.

Per quanto riguarda l’illuminazione interna, nello spazio giorno a doppia altezza prevalgono luci a sospensione per garantire un'illuminazione puntuale delle diverse aree funzionali (in particolare, pranzo e cucina). Molte delle lampade utilizzate nella casa sono state realizzate su disegno.

>>> Soglia la gallery completa di Casa Messner sul sito di studio noa* network of architecture


Casa Massner - Crediti di progetto

Nome progetto: Casa Messner
Tipologia: casa privata
Luogo: Siusi allo Sciliar, Castelrotto (Italia)

Cliente: Stefan Rier
Architettura e interior design: noa* network of architecture

Inizio lavori: primavera 2015
Fine lavori: dicembre 2017
Realizzazione: nuova costruzione

Volume: 1100 m3
Superficie: 220 m2

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