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Conferenze scientifiche in fuga dagli USA: visti stretti spostano i meeting in Canada

Convegni scientifici e accademici migrano oltreconfine, spinti dai timori dei ricercatori stranieri verso le nuove restrizioni sui visti degli Stati Uniti. Dall’aggressione dei controlli alle incertezze finanziarie, sempre più società scelgono Canada ed Europa per garantire partecipazione internazionale, ridisegnando la geografia dell’innovazione e mettendo in discussione il primato congressuale americano. Conseguenze economiche e scientifiche emergono, avvertendo policymaker e comunità globale.

La mobilità accademica è il carburante della scienza moderna: secondo l’UNESCO, il 23 % degli articoli peer-review è frutto di collaborazioni transnazionali.

Negli Stati Uniti, paese che nel 2019 ha ospitato oltre 1.000 grandi congressi internazionali, i controlli alle frontiere e l’inasprimento dei visti impattano ora su un’industria da US$ 325 miliardi.

L’emorragia di eventi potrebbe ridisegnare l’ecosistema della ricerca, spostando flussi di capitale intellettuale ed economico verso paesi percepiti come più accoglienti.

Secondo l’articolo “Scientific conferences are leaving the US amid border fears” di Miryam Naddaf, pubblicato su Nature il 22 maggio 2025 (URL: https://www.nature.com/articles/d41586-025-01636-5), diverse società scientifiche hanno già spostato o cancellato i propri incontri annuali Nature.

Il pezzo di Nature elenca almeno tre casi emblematici. L’International Society for Research on Aggression trasferirà il congresso 2026 da New Jersey a St. Catharines, Canada, dopo che un sondaggio interno ha evidenziato “scarsa propensione a volare negli USA”. La International Conference on Comparative Cognition, per la prima volta in 33 anni, si terrà a Montréal, mentre NOWCAM ha già dirottato il meeting 2025 su Victoria. «Conferences are an amazing barometer of international activity», spiega la storica Jessica Reinisch. «It’s a closing down of borders, closing of spaces … a moment of deglobalization». Dominic Parrott, presidente-eletto ISRA, aggiunge: “If we held a meeting in the US… we might not get enough people to register”.

Impatto scientifico – Il calo di presenze penalizza la fertilizzazione incrociata di idee: meno poster, meno networking, minor visibilità per early-career researcher. Impatto economico – Convention bureau di città come Boston o San Diego rischiano di perdere milioni di dollari in hospitality e indotto. Standard normativi – Il Canada capitalizza con visti elettronici rapidi e percorsi fast-track per ospiti accademici; l’UE discute visti “talent booster” che potrebbero accelerare ulteriormente la fuga di eventi. Trend – L’Osservatorio ICCA registra già un +38 % di manifestazioni internazionali assegnate a città canadesi fra 2023-2024.

👉 Cresce del 100% il numero di meeting spostati oltreconfine nel 2025

L’allontanamento dei congressi dagli Stati Uniti è campanello d’allarme per quanti vedono nella libera circolazione del sapere un pilastro della competitività nazionale. Serve dialogo fra comunità scientifica e decisori politici per conciliare sicurezza e apertura. In gioco non c’è solo il calendario delle conferenze, ma la capacità di un intero sistema-Paese di attrarre talenti e innovazione.

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