Dissesto idrogeologico: ricostruzione e prevenzione, l'Emilia-Romagna non può più aspettare
Durante il SAIE Lab di Bologna, il Vice-Commissario Loffredo ha illustrato le sfide e le strategie per la ricostruzione post-alluvione in Emilia-Romagna, puntando su innovazione normativa, programmazione pluriennale e supporto scientifico. Tra i temi centrali: semplificazione delle procedure, delocalizzazione degli edifici a rischio e carenza di tecnici specializzati.
Il 15 aprile scorso, Bologna ha ospitato una delle tappe del SAIE Lab, momento di incontro e approfondimento dedicato al dissesto idrogeologico. Nel corso dell'evento, un focus particolare è stato dedicato alla ricostruzione post-alluvione in Emilia-Romagna. Sul tema è intervenuto il Vice-Commissario per la ricostruzione Gianluca Loffredo, che ha in primis portato i saluti del Commissario Fabrizio Curcio e delineato il percorso attuale e futuro della struttura commissariale istituita per far fronte agli effetti degli eventi alluvionali che hanno colpito duramente il territorio emiliano.
Continuità amministrativa e innovazione normativa
Nel suo intervento, Loffredo ha sottolineato la continuità procedurale con la precedente gestione commissariale guidata dal Generale Figliuolo, ma ha al contempo evidenziato l’esigenza di innovare. Da gennaio 2025, con il suo nuovo mandato, la struttura commissariale ha intrapreso un percorso di revisione normativa in collaborazione con in Governo, con l’obiettivo di modificare e ottimizzare il decreto-legge 61, ovvero la legge speciale che disciplina la ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali ed istitutiva altresì della struttura commissariale.
Una delle priorità è semplificare le procedure per l’accesso ai contributi da parte di famiglie e imprese, così come razionalizzare e accelerare la ricostruzione pubblica. Ma il vero nodo strategico riguarda la mitigazione del rischio idrogeologico, tema che Loffredo ha definito centrale e complesso.
Tra i punti più delicati emersi nel discorso, spicca la questione della delocalizzazione degli edifici danneggiati o situati in aree ad alto rischio. Il Vice-Commissario ha sottolineato l’urgenza di definire criteri chiari, scientificamente fondati e operativi per stabilire quando e dove spostare edifici e infrastrutture.
Una sfida che impone una riflessione non solo tecnica, ma anche giuridica e sociale, perché delocalizzare significa intervenire sull’identità dei luoghi e delle comunità. Loffredo ha auspicato che siano le ordinanze attuative e non il solo legislatore a determinare tali criteri, in modo da garantire maggiore flessibilità e aderenza al territorio.
Programmazione pluriennale e priorità delle opere
Altro punto centrale del suo intervento è stata la necessità di una programmazione pluriennale degli interventi, sia in termini di riparazione del danno, sia – e soprattutto – di prevenzione futura. L’efficacia della risposta post-alluvione, ha sottolineato Loffredo, non può esaurirsi nel ritorno alla “condizione ex ante”, ma deve puntare a una mitigazione strutturale del rischio, tenendo conto delle nuove forzanti climatiche e delle vulnerabilità sistemiche del territorio.
Nell’ambito degli interventi di riparazione dei danni e mitigazioni del rischio idrogeologico ancorché parziale e generalmente limitato ad opere puntuali, sono stati destinati circa 2,8 miliardi di euro con ordinanze già attuate per infrastrutture, ferrovie, strade e opere idrauliche. Tuttavia, la complessità tecnica e i tempi lunghi delle indagini e delle autorizzazioni rendono il processo articolato. La necessità di stabilire criteri di priorità – dalla sicurezza dei cittadini alla rapidità di esecuzione – è cruciale per orientare le scelte nei prossimi mesi in seno ad una programmazione pluriennale.
Loffredo ha poi lanciato un allarme: la carente disponibilità di tecnici specializzati, soprattutto in ambito idraulico, rischia di compromettere la realizzazione delle opere. A fronte di un’enorme mole di lavoro da compiere, sia il settore pubblico che quello privato denunciano una scarsità cronica di personale qualificato, problema che affonda le radici nel calo demografico e nella scarsa attrattività delle professioni tecniche tra i giovani. Da qui, l’invito a ripensare la formazione scolastica e universitaria per rilanciare queste competenze strategiche.
Un passaggio fondamentale dell’intervento è stato dedicato all’importanza del supporto scientifico alle scelte strategiche. Loffredo ha proposto la creazione di linee guida multirischio, sul modello di quanto già fatto in ambito sismico, per classificare il rischio idraulico e idrogeologico in modo sistemico e predittivo. In un paese in cui, secondo ISPRA, il 94% del territorio è esposto a rischio idrogeologico, diventa fondamentale capire dove e come investire le risorse pubbliche.
Cambiamenti climatici
Cambiamenti climatici e progettazione: articoli, strategie e soluzioni per mitigare gli impatti sul territorio, le infrastrutture e gli edifici. Una guida tecnica per progettisti e operatori del settore.
Dissesto Idrogeologico
Frane, alluvioni ed erosione mettono a rischio il territorio. Su INGENIO trovi strumenti, normative e soluzioni per prevenire e gestire il dissesto idrogeologico con approccio tecnico e integrato.

Sicurezza
Gli approfondimenti e le news riguardanti il tema della sicurezza intesa sia come strutturale, antincendio, sul lavoro, ambientale, informatica, ecc.
Territorio
Gestione e sviluppo sostenibile del territorio: su INGENIO articoli, normative e strategie per pianificazione urbana e tutela ambientale.
Condividi su: Facebook LinkedIn Twitter WhatsApp