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Emergenza periferie: rapporto Save The Children accende un faro sulla situazione di bambini e adolescenti

In Italia, quasi 3,8 milioni di giovani affrontano la crescita in periferie urbane svantaggiate, una realtà allarmante svelata dal nuovo rapporto di Save the Children.

La Situazione delle Periferie Urbane in Italia: il nuovo rapporto di Save the Children rivela profonde disuguaglianze

Un numero impressionante di bambini e adolescenti in Italia, precisamente quasi 3 milioni e 800 mila tra 0 e 19 anni, affronta la crescita in aree urbane periferiche notevolmente svantaggiate.

Queste aree, spesso carenti degli spazi necessari, non offrono sufficienti stimoli e opportunità per un sviluppo sano, secondo il recente rapporto di Save the Children.

Malgrado una diminuzione generale della natalità nel paese, i giovani che vivono nelle metropoli italiane, particolarmente nelle zone periferiche, incontrano disparità significative che influenzano la loro educazione, benessere fisico e sviluppo socio-emozionale.

La ricerca evidenzia come queste disuguaglianze non siano solo un problema delle regioni meridionali, ma si estendano anche alle città del centro e del nord Italia.

Nelle metropoli del Sud come Catania, Palermo e Messina, più della metà dei contribuenti vive con un reddito annuo inferiore ai 15 mila euro. Tuttavia, la presenza di cittadini con redditi bassi è altamente significativa anche in città come Roma e Venezia, con percentuali rispettivamente del 38,8% e del 36,9%.

Le condizioni abitative rappresentano un'ulteriore sfida, con un numero significativo di minori che vivono in alloggi sovraffollati o inadeguati.

Save The Children: Fare Spazio alla Crescita
Save The Children: Fare Spazio alla Crescita

Problemi come umidità, danni strutturali e scarsa illuminazione sono comuni.

Più preoccupante è il fatto che, dei quasi 13 mila minori senza una dimora fissa, due su tre risiedono nelle città metropolitane, dove si verifica anche il 45% di tutti gli sfratti.

Le città metropolitane mostrano anche lacune nell'educazione, con una percentuale di edifici scolastici senza certificato di agibilità che raggiunge il 70%, ben al di sopra della media nazionale del 62,8%.

Le strutture educative mancano spesso di spazi fondamentali come mense, palestre e aule informatiche. L'accesso all'istruzione a tempo pieno è inoltre significativamente inferiore alla media nazionale, con città come Palermo, Catania e Reggio Calabria che registrano le percentuali più basse.

Il verde pubblico, cruciale per il benessere e lo sviluppo dei giovani, è anche inferiore nelle grandi città, con solo 16 metri quadrati disponibili per bambino, rispetto alla media nazionale di 19,5.

Inoltre, la carenza di trasporti pubblici limita l'accesso a tali spazi per il 30,7% delle famiglie.

Il rapporto di Save the Children, elaborato in collaborazione con Openpolis, non solo evidenzia queste disuguaglianze ma presenta anche "Fare spazio alla crescita", una nuova iniziativa che mira a combattere questi problemi attraverso interventi specifici, come il programma "Qui, un quartiere per crescere".

Questo programma, lanciato come parte della campagna di sensibilizzazione "QUI VIVO", si concentrerà su quartieri specifici in cinque grandi città italiane, con l'obiettivo di migliorare direttamente le condizioni di vita dei minori.

Le periferie urbane rappresentano le vere città dei bambini in Italia. È essenziale che questi spazi promuovano la crescita, piuttosto che alimentare isolamento e marginalità. Con 'QUI VIVO', miriamo a incoraggiare la partecipazione attiva di bambini e adolescenti, utilizzando le loro voci per guidare il cambiamento," ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.

Con la promessa di cambiamenti strutturali e sostenibili, "Fare spazio alla crescita" e "QUI VIVO" segnano un impegno significativo verso il miglioramento delle vite dei bambini nelle città metropolitane d'Italia, assicurando che ogni giovane abbia accesso alle risorse e alle opportunità necessarie per un futuro promettente.

3 domande 
sulla riqualificazione delle periferie

🙋‍♂️ Quali strategie innovative possono architetti e urbanisti adottare per riconfigurare le periferie urbane svantaggiate, rendendole spazi inclusivi e promuovendo l'engagement dei giovani nelle loro comunità?

🙋‍♂️ Considerando le sfide uniche delle periferie urbane, come possono i progettisti integrare infrastrutture sostenibili e tecnologie verdi nei loro piani per migliorare la qualità della vita dei giovani residenti?

🙋‍♂️ In che modo la partecipazione attiva dei giovani nel processo di pianificazione e progettazione può influenzare positivamente lo sviluppo urbano, e quali metodi potrebbero essere utilizzati per incorporare le loro idee e feedback?

Il caso della Città Metropolitana di Roma: Dinamiche Socio-Urbanistiche e Sfide Future

Roma, una metropoli vibrante con oltre 4 milioni di residenti, si erge come la più grande città metropolitana d'Italia, articolata in 121 comuni e suddivisa ulteriormente in 15 municipi.

Questa complessa struttura urbanistica, tuttavia, non è esente da disparità significative, in particolare quando si tratta delle opportunità e delle risorse disponibili per i giovani nelle diverse zone.

Uno sguardo ravvicinato alle statistiche demografiche rivela contrasti marcanti tra i vari municipi, soprattutto riguardo alla presenza di minori, minori stranieri e residenti con un livello di istruzione limitato o in cerca di occupazione. Il Municipio VI, ad esempio, si distingue non solo per la più alta percentuale di giovani (20,5% della sua popolazione), ma anche per i crescenti indici di svantaggio sociale ed economico.

È qui che la mancanza di opportunità educative e di lavoro diventa più evidente, con quasi la metà dei residenti oltre i 9 anni con solo una licenza media e un allarmante 40% della popolazione in età lavorativa senza impiego.

Questa tendenza preoccupante non è un caso isolato. Altri municipi, come il IV, V, X, XIII, XIV e XV, mostrano simili segnali di svantaggio, sebbene con proprie peculiarità. Per esempio, il Municipio V ospita la più alta concentrazione di minori stranieri e affronta sfide parallele in termini di istruzione e occupazione.

Al contrario, il Municipio XV, pur avendo un alto numero di minori, mostra un tasso di disoccupazione sopra la media, mentre la percentuale di residenti con solo licenza media rimane sotto la media comunale.

In questo contesto, emergono questioni cruciali: come possono architetti, urbanisti e progettisti intervenire per ridurre queste disparità e promuovere uno sviluppo urbano più inclusivo ed equo? Quali strategie possono essere implementate per incoraggiare l'istruzione, l'occupazione e l'integrazione sociale dei giovani, specialmente in aree con alti livelli di diversità culturale?

Mentre Roma si confronta con queste dinamiche interne, la partecipazione attiva dei suoi giovani residenti nel processo di pianificazione urbana e lo scambio di idee possono dare forma a un futuro più promettente, trasformando le sfide in opportunità per una città veramente cosmopolita e accogliente.

LINK al Rapporto di Save The Children


Rigenerazione urbana: "Le sfide della città contemporanea e le responsabilità dell'architettura" (Arch. Alfonso Femia)

Leggi l'articolo Rigenerazione urbana: Le sfide della città contemporanea e le responsabilità dell'architettura" (Arch. Alfonso Femia) con l'analisi dell'Arch. Alfonso Femia (Alfonso Femia Atelier (s)) sui dati riscontrati nel Report Save The Children legato alla situazione drammatica delle periferie urbane in Italia e sulla carenza di luoghi di relazione e aggregazione nelle città. L'architetto racconta le sfide dell'architettura e il ruolo degli architetti nel progettare gli spazi pubblichi attraverso un gioco di responsabilità e di generosità.

Guarda qui sotto l'intervista

Abuso Edilizio

L'abuso edilizio rappresenta la realizzazione di opere senza permessi o in contrasto con le concessioni esistenti, spaziando da costruzioni non autorizzate ad ampliamenti e modifiche illegali. Questo comporta rischi di sanzioni e demolizioni, oltre a compromettere la sicurezza e l’ordine urbano. Regolarizzare tali abusi richiede conformità alle normative urbanistiche, essenziale per la legalità e il valore immobiliare.

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