Progettare la corretta integrazione di un impianto VMC con quello di climatizzazione
L’articolo approfondisce l’integrazione tra impianto VMC e sistema di climatizzazione, evidenziando criticità comuni (portate d’aria, umidità, rumorosità) e soluzioni progettuali efficaci, come il corretto dimensionamento delle portate e l’uso di batterie di post-trattamento. Include un caso studio reale e indicazioni per una progettazione sinergica orientata all’efficienza energetica e al comfort.
In un panorama edilizio sempre più attento all’efficienza energetica e al benessere abitativo, la Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) rappresenta un tassello fondamentale.
Spesso associata alle nuove costruzioni o agli interventi di riqualificazione energetica, la VMC può essere progettata in sinergia con l’impianto di climatizzazione per ottenere prestazioni ottimali, comfort superiore e una gestione intelligente delle risorse.
Che cos’è la VMC e come funziona
La Ventilazione Meccanica Controllata è un sistema che consente il ricambio continuo dell’aria negli ambienti chiusi, evitando la necessità di aprire le finestre. Il suo obiettivo è assicurare un ambiente salubre, eliminare l’umidità in eccesso, i cattivi odori e le sostanze inquinanti, migliorando allo stesso tempo l’efficienza energetica dell’edificio.
Il funzionamento si basa su un principio semplice ma efficace: l’aria viziata viene estratta da locali come bagni e cucine, mentre aria pulita proveniente dall’esterno viene immessa in soggiorni e camere. Prima di essere espulsa, l’aria esausta passa attraverso uno scambiatore di calore che recupera l’energia termica e la trasferisce all’aria in ingresso. Il tutto avviene in modo continuo e controllato, senza sprechi.
Componenti principali
- Unità centrale di ventilazione: gestisce i flussi in entrata e in uscita.
- Scambiatore di calore: permette il recupero energetico.
- Filtri: trattengono polveri, pollini e agenti inquinanti.
- Rete di canalizzazione: distribuisce l’aria trattata nei vari ambienti.
Nota tecnica: gli scambiatori di calore più evoluti possono raggiungere un’efficienza del 90–95%, limitando le perdite di energia e contribuendo a mantenere stabile la temperatura interna.
Nel periodo invernale permette di evitare la formazione di muffe (dovute all’umidità) e rende l’aria più salubre.
Nel periodo estivo, invece, il solo rinnovo dell’aria non è sufficiente a mantenere l’umidità relativa a livelli accettabili di comfort: il vapore prodotto dalle persone all’interno delle abitazioni (carico latente) deve essere smaltito mediante un sistema di deumidificazione. Nei nuovi impianti di climatizzazione, quindi, il trattamento dell’aria (deumidificazione e raffrescamento estivo) è diventato un’esigenza imprescindibile.

Le tipologie di VMC
Esistono due tipologie di Ventilazione Meccanica Controllata: a semplice flusso e a doppio flusso:
- Gli impianti VMC a semplice flusso aspirano aria dall’ambiente confinato e la convogliano all’esterno. Esistono varie soluzioni impiantistiche in base alla scelta del ventilatore di estrazione: centralizzato oppure puntiforme. L’unità centralizzata è solitamente collocata in posizione remota rispetto all’ambiente, per un miglior comfort acustico. L’immissione di aria di rinnovo è effettuata naturalmente tramite apposite feritoie, posizionate sui muri perimetrali o sugli infissi. In ambito residenziale l’estrazione avviene di norma negli ambienti “umidi” (quali cucina, bagni, lavanderie) mentre l’immissione avviene negli ambienti lungamente abitati, come il soggiorno e le camere da letto. In edifici amministrativi l’immissione avviene negli uffici e l’estrazione dai corridoi tramite griglie collocate a soffitto e collegate alla canalizzazione di espulsione.
- Un impianto VMC a doppio flusso provvede meccanicamente sia all’estrazione dell’aria viziata sia all’immissione dell’aria di rinnovo in ambiente. I canali di distribuzione e aspirazione negli ambienti sono separati, entrambi i circuiti son serviti da ventilatori dedicati. I flussi d’aria immessa ed estratta sono coordinati da un sistema di regolazione. Nei sistemi a doppio flusso è consentito compensare le dispersioni energetiche per ventilazione, mediante recupero di calore attraverso lo scambio termico tra aria in ingresso e aria espulsa. È inoltre possibile trattare l’aria di rinnovo prima di immetterla nell’ambiente ossia filtrarla, raffreddarla o riscaldarla, umidificarla o deumidificarla.
Quando e dove è utile la VMC?
L’installazione di un impianto VMC è indicata specialmente in tutti quegli edifici con involucro ad alte prestazioni, dove l’ermeticità non consente un sufficiente ricambio d’aria naturale. Trova applicazione:
- In abitazioni di nuova costruzione a basso consumo energetico;
- In edifici ristrutturati, dove è necessario controllare l’umidità per prevenire muffe e condense;
- In ambienti soggetti ad alti tassi di umidità come cucine, bagni, lavanderie;
- In uffici, scuole e spazi pubblici per migliorare la qualità dell’aria indoor.
L'integrazione con l’impianto di climatizzazione
Progettare un sistema VMC in abbinamento alla climatizzazione significa ottenere un impianto completo e centralizzato che gestisce contemporaneamente il comfort termico e la qualità dell’aria.
L’aria fresca introdotta dalla VMC può essere preriscaldata o preraffreddata attraverso batterie termiche alimentate dallo stesso impianto di climatizzazione (pompa di calore o caldaia), oppure mediante sistemi autonomi dedicati. In questo modo, il sistema lavora in sinergia, riducendo il carico termico da gestire e aumentando l’efficienza globale.
Per ottenere un'integrazione corretta è essenziale una progettazione sinergica fin dalle prime fasi del lavoro. I due impianti, seppur distinti nelle funzioni – la VMC per il ricambio e la filtrazione dell’aria, il sistema di climatizzazione per il controllo termoigrometrico – devono dialogare tra loro in modo fluido.

Una delle principali criticità che può emergere riguarda la differenza nelle portate d’aria richieste dai due sistemi.
La VMC, infatti, lavora con volumi d’aria inferiori rispetto a quelli necessari per raffrescare o riscaldare efficacemente gli ambienti. Questo squilibrio può portare a una distribuzione dell’aria non omogenea o a inefficienze nei tempi di risposta dell’impianto.
La soluzione progettuale più efficace consiste nel dimensionare correttamente entrambe le portate e, ove necessario, prevedere circuiti separati o batterie di post-trattamento termico dedicate per riscaldare o raffreddare l’aria immessa dalla VMC.

Un’altra problematica ricorrente è legata alla gestione dell’umidità.
Quando si utilizza la VMC anche per deumidificare l’ambiente, è possibile incorrere in fenomeni di condensa all’interno delle canalizzazioni o nei locali serviti, specialmente in estate. Per evitare ciò, è fondamentale che la regolazione della temperatura e dell’umidità sia precisa, spesso mediante centraline evolute che controllano il punto di rugiada e intervengono sulla potenza della batteria termica o sul funzionamento del compressore della pompa di calore.
Anche la rumorosità rappresenta un aspetto delicato. L’integrazione di funzioni aggiuntive come la deumidificazione o il trattamento termico all’interno della rete VMC può incrementare i livelli sonori percepiti. Questo problema si può contenere progettando canalizzazioni correttamente dimensionate, con velocità dell’aria moderate, utilizzando materiali fonoassorbenti e componenti a bassa rumorosità certificata.

Un sistema integrato di ventilazione meccanica controllata (VMC) e climatizzazione è costituito da una serie di apparecchiature coordinate che collaborano per assicurare il rinnovo dell’aria, la regolazione termica e il controllo dell’umidità, contribuendo a migliorare il benessere interno e a ridurre i consumi energetici.
Gli elementi principali comprendono:
- un’unità VMC dotata di scambiatore di calore ad alta resa per limitare le perdite termiche e filtri per la depurazione dell’aria in entrata;
- un impianto di climatizzazione basato su pompa di calore e scambiatore termico, in grado di riscaldare o raffreddare l’aria prima della sua distribuzione negli ambienti;
- un sistema di canalizzazione che consente la diffusione omogenea dell’aria trattata tramite griglie e diffusori;
- e un modulo di gestione e controllo, composto da sensori ambientali (temperatura, umidità, qualità dell’aria) e da un pannello di comando o interfaccia domotica per una regolazione intelligente e centralizzata del sistema.
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