Nuova Chiesa della “Divina Provvidenza” a Leopoli in Ucraina: problematiche affrontate e soluzioni tecniche adottate
Il presente lavoro vuole essere una sintesi descrittiva delle principali problematiche e delle soluzioni tecniche adottate nel progetto strutturale della nuova Chiesa della Divina Provvidenza in Leopoli (Ucraina). Il progetto risulta essere un esempio concreto di applicazione delle diverse teorie inerenti alla progettazione delle strutture in cemento armato.
La cupola del nuovo edificio ha un diametro di 26.5m e un'altezza di 25
Lviv, la città dei leoni, è una delle maggiori città dell’Ucraina situata nella parte ovest del paese a circa 70 km dal confine con la Polonia.
Nei primi anni 2000 la missione apostolica del Don Orione di Milano, attraverso Don Egidio Montanari, ha fondato in questa città una piccola comunità che negli anni è cresciuta diventando oggi un importante riferimento della religione cristiana per il quartiere e per l’intera città.
In quasi venti anni di attività, questa comunità è riuscita a costruire una Parrocchia caratterizzata da un oratorio e un “Monastero” nei quali si svolgono le attività pastorali del Don Orione.
Nel 2012 la comunità decide di ampliare il proprio oratorio chiedendo all’Arch. svizzero Mario Botta di curare il progetto architettonico dei nuovi edifici Monastero e Chiesa.
Il primo, costruito tra il 2013 ed il 2016, risulta essere un edificio a stecca composto da un piano terra e un piano primo caratterizzato da un portico frontale che lo mette in comunicazione con quello liturgico.
Nel 2018 la MSC Associati di Milano viene contatta dalla congregazione del Don Orione di Milano per redigere il progetto strutturale della nuova chiesa che, a differenza di quello del Monastero, appariva più complesso in relazione alle dimensioni fuori scala della cupola a copertura dell’aula liturgica.
Il progetto strutturale
Il progetto strutturale della nuova chiesa della Divina Provvidenza a Leopoli è a firma dell’Ing. Alessandro Aronica, sviluppato all’interno della MSC Associati S.r.l. di Milano, a cui ha partecipato come supervisore l’Ing. Danilo Campagna, Consigliere delegato della stessa società.
Il nuovo edificio ha previsto, tra le altre cose, la costruzione di una cupola a sesto acuto di diametro pari a 26,5 m e altezza paria a 25 m.
Il progetto dell’Arch. Mario Botta si caratterizza per la presenza di tagli di luce verticali distribuiti omogeneamente sui meridiani della cupola per permettere l’illuminazione interna dell’aula liturgica.
Il portico frontale risulta infine l’elemento di continuità architettonica e di collegamento con l’adiacente Monastero nel quale si trova la Canonica ed un piccolo Cottolengo.
Il concept strutturale
L’area su cui sorge la nuova costruzione risulta essere di carattere fortemente antropico in relazione alla presenza di terreni di riempimento il cui spessore, dalle indagini geognostiche svolte, è risultato in alcuni punti anche superiore ai 4 metri.
Le scadenti prestazioni meccaniche di questo strato eterogeneo di natura antropica e le scarse caratteristiche dei terreni sottostanti fino ad una profondità di 10 m prettamente di carattere limo argilloso, hanno richiesto di realizzare una fondazione di tipo indiretto su pali per i nuovi edifici in progetto.
Da un confronto con le maestranze locali, in questa area geografica si è riscontrato come frequente l’utilizzo di pali prefabbricati in calcestruzzo armato infissi nel terreno con pressa idraulica zavorrata. Nel dettaglio sono stati quindi realizzati pali prefabbricati di dimensione 35x35x1300 cm in classe di resistenza C25/30 XC2 e realizzati in classe con slump S3.
La pianta dei pali è stata predisposta in modo tale da sostenere direttamente i carichi verticali gravanti dagli elementi portanti dei sovrastanti edifici.
Come fondazioni, sia per la zona del porticato che per quella della chiesa, sono state realizzate delle platee superficiali che permettono di connettere le teste pali e poter quindi redistribuire le forze di taglio provenienti dai sovrastanti fabbricati.
In particolare, nella platea dell’aula liturgica è stata realizzata una trave anulare di fondazione che permette di ridistribuire al meglio eventuali azioni asimmetriche presenti in occasione di azioni dinamiche.
Nello sviluppo del progetto della struttura in elevazione della chiesa si sono valutate attentamente le fasi di cantierizzazione dell’opera in quanto le geometrie dell’edificio escludevano la possibilità di adottare tecniche di costruzione di tipo tradizionale. In particolare, viste anche le basse temperature registrate a Leopoli in gran parte dell’anno, si è escluso di realizzare una struttura gettata in opera.
L’idea progettuale si è quindi orientata su una struttura prevalentemente prefabbricata, assemblata con giunti meccanici e “cartilagini” gettate in opera con malte ad alte prestazioni. Tali scelte progettuali hanno quindi agevolato molto le fasi costruttive permettendo di correggere in opera le piccole imperfezioni geometriche rilevate in fase di montaggio delle strutture.
La cupola della Chiesa risulta così costituita da 20 archi binati che hanno permesso di generare i tagli di luce verticale previsti nel progetto architettonico. Essi risultano poi collegati da due travi anulari continue collocate in posizione mediana e sommitale.
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Nei prossimi paragrafi si parlerà anche della progettazione BIM e FEM e delle norme di calcolo ucraine, oltre a trarre le conclusioni dell'intervento descritto.
La presente memoria è tratta da Italian Concrete Conference - Napoli, 12-15 ottobre 2022
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