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Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (PUMS): cosa sono e quali sono i contenuti

I PUMS sono dei piani strategici che si basano su strumenti di pianificazione esistenti e hanno l'obbiettivo di rispondere alle richieste di mobilità urbana per migliorare la qualità della vita nelle città. Ma chi sono i soggetti che redigono il piano? Chi si occupa materialmente della progettazione? Quanti Comuni l'hanno già approvato? Un approfondimento più specifico sul piano urbano per comprenderne meglio gli aspetti peculiari.

Cosa sono i PUMS – Piani Urbani della Mobilità Sostenibile

Introdotti dal D.Lgs. 16 dicembre 2016, n. 257, i PUMS sono una evoluzione dei Piani Urbani della Mobilità (PUM), previsti dall’art. 22 della Legge 340/2000, e sono piani strategici che si basano sugli strumenti di pianificazione esistenti integrandoli per soddisfare, in un arco temporale lungo (10 anni), la richiesta di mobilità di persone e cose, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle città.

Dopo la loro introduzione sono state emanate delle linee guida per la redazione, approvate con DM 396/2017 e integrate e modificate con DM 396/2019, e dal 2017 ad oggi, numerosi sono stati i finanziamenti per la redazione dei PUMS o per la realizzazione di azioni previste nei piani stessi.

Alle linee guida ha fatto seguito, il 14 ottobre scorso, un Vademecum per la redazione del PUMS - Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
Redigere il PUMS - si legge sul sito del MIMS - significa dare avvio ad un processo complesso di pianificazione della mobilità e dei trasporti, in grado di elaborare soluzioni innovative e sostenibili dal punto di vista finanziario, sociale ed ambientale, per rispondere alle dinamiche endogene ed esogene che influenzeranno l’assetto del territorio negli anni a venire.
Il Vademecum è stato predisposto dalla Struttura tecnica di missione del MIMS e dalla Direzione generale per il trasporto pubblico locale e regionale e la mobilità pubblica sostenibile, in collaborazione con il Politecnico di Milano e successivamente condiviso con il Tavolo Tecnico PUMS, istituito con DM n.232 del 08/5/2018, nella riunione del 27/09/2022.

Per approfondimenti si rimanda alla lettura del Vademecum MIMS nella sezione allegati in fondo all'articolo.

Chi deve redigere il PUMS

Inizialmente, con il D.M. 4 agosto 2017, era stato stabilito l’obbligo di predisposizione e adozione del PUMS per le città metropolitane, le province, i comuni e le associazioni di comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti, pena il mancato accesso ai finanziamenti statali destinati a nuovi interventi per il trasporto rapido di massa. Successivamente il D.M. 326/2019 ha chiarito che tale obbligo riguarda anche i Comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti non ricompresi nei territori di Città Metropolitane, (mentre per quelli ricompresi la condizione si ritiene assolta qualora sia stato adottato il PUMS metropolitano), e che l’obbligo di redigere il PUMS non si riferisce alle province. L’adozione del PUMS, comunque, rimane elemento premiante per ottenere finanziamenti dedicati al trasporto di massa e alla mobilità ciclistica.

 

Ma chi, materialmente, progetta un Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile?

Il vademecum ministeriale pone particolare attenzione alla formazione del gruppo di lavoro per la stesura del PUMS, che deve essere costituito da soggetti interni ed esterni all’amministrazione.
A tal fine, l’amministrazione deve innanzitutto analizzare le proprie competenze interne
. Tale analisi è funzionale in primis a identificare tutti i soggetti interni da coinvolgere in quanto settori dell’amministrazione interessati all’elaborazione del piano in senso stretto (es. urbanistica, mobilità, ambiente, turismo, polizia municipale, attività economiche, ufficio di bilancio, ecc.) e in grado di supportare la partecipazione di cittadini e stakeholder (es. comunicazione, ecc.).

Una particolare attenzione, anche nel vademecum, merita la figura del Mobility Manager d’area, prevista per i comuni delle città metropolitane, i comuni capoluogo di regione e di provincia e per i comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti qualora nel proprio territorio siano presenti aziende tenute ad adottare il Piano spostamenti casa lavoro, ovvero aziende con più di 100 dipendenti.

Inoltre, l’analisi delle competenze consente di individuare eventuali carenze e le modalità attraverso cui dotarsi di esperti esterni per colmarle (es. tecnici esterni, università e centri di ricerca, agenzie di comunicazione), tenuto conto delle risorse disponibili per la pianificazione.

Oltre ad acquisire esternamente competenze su specifiche tematiche o attività, le Linee guida italiane indicano tra i soggetti esterni da coinvolgere anche i comuni contermini e le conurbazioni dei comuni ove si svolge un servizio di trasporto pubblico locale.

 

Quanti Comuni hanno già approvato il PUMS?

A novembre 2022, secondo uno studio effettuato dall’ Osservatorio PUMS, partendo da tutti i capoluoghi di Provincia e di Città metropolitana italiani, nonché dagli altri Comuni aderenti all’Osservatorio PUMS e dai Comuni con più di 60.000 abitanti, risultano approvati 69 piani, adottati 50 e in corso di redazione 83. Tra gli Enti che si sono dotati di un PUMS per primi c’è Torino, che ha approvato il PUMS comunale nel 2011 e adottato il PUMS metropolitano nel 2021.

La Regione con un maggior numero di Piani, approvati o in corso di redazione, è la Puglia (42), seguita dalla Lombardia (22).

Va evidenziato che, dopo precedenti proroghe, con Decreto ministeriale n. 444 del 12/11/2021 il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili ha portato la scadenza al 1 gennaio 2023. Il Decreto modifica anche l’articolo 1, comma 2, del D.M. 4 agosto 2017, n. 397, che individua le linee guida per i piani urbani di mobilità sostenibile, che ora recita: “Le risorse statali stanziate a decorrere dal 1 gennaio 2023 per i nuovi interventi per il trasporto rapido di massa e la mobilità ciclistica non possono essere assegnate a città metropolitane e comuni superiori ai 100.000 abitanti che non abbiano adottato il Piano urbano di mobilità sostenibile. Per i comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti ricompresi nel territorio di città metropolitane e per i comuni capoluogo di città metropolitane la condizione suddetta si ritiene assolta qualora sia stato adottato il Piano urbano di mobilità sostenibile della città metropolitana.”

Dal 1 gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, comunque, l’adozione del Piano urbano di mobilità sostenibile costituiva già criterio premiale nel riparto delle risorse destinate ai i nuovi interventi per il trasporto rapido di massa e la mobilità ciclistica assegnati dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili mentre, ma a partire dal 1 gennaio 2023, l’adozione del PUMS diventa requisito indispensabile non solo per l’accesso ai finanziamenti relativi al trasporto rapido di massa, ma anche per quelli relativi alla mobilità ciclistica.

La verifica dell’adozione dei PUMS avviene attraverso la Piattaforma dell’ Osservatorio nazionale per il supporto alla programmazione e per il monitoraggio del trasporto pubblico locale e della mobilità locale sostenibile. I dati relativi all’adozione e i dati del monitoraggio dei Pums devono essere inseriti dai Comuni interessati all’interno del Portale dedicato, ai sensi di quanto previsto dal D.M. n. 444 del 12/11/2021, sempre consultabile sul sito del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

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