Pompe di calore in Italia: cosa aspettarsi al 2030 secondo il report del Politecnico
Durante l'evento Heat Pump Technologies, tenutosi il 2 e 3 aprile 2025 a Milano, l'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano ha presentato un rapporto dettagliato sullo stato attuale e le prospettive future del mercato italiano delle pompe di calore, evidenziando opportunità di crescita e ostacoli da superare. Vediamo nel dettaglio cosa si aspetta il settore.
Il ruolo cruciale delle pompe di calore nella transizione energetica
Il settore termico è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall'Unione Europea.
Secondo il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC), l'Italia prevede di ridurre significativamente i consumi energetici nel settore termico entro il 2030, aumentando l'efficienza energetica e l'uso di fonti rinnovabili. In questo contesto, le pompe di calore sono destinate a giocare un ruolo chiave, con un consumo finale previsto di 5.225 ktep al 2030, rappresentando circa il 30% dei consumi finali da fonti rinnovabili e il 10% dei consumi finali lordi del settore termico.
Stato dell'arte e scenari futuri delle pompe di calore : i risultati del report del Politecnico di Milano
Nel corso di Heat Pump Technologies, la prima manifestazione internazionale interamente focalizzata sulle pompe di calore e sulle tecnologie a esse correlate, è stato illustrato da Vittorio Chiesa del Politecnico di Milano il rapporto “Pompe di calore in Italia: stato dell’arte e scenari futuri”, elaborato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.
Il documento analizza le dinamiche che caratterizzano il mercato italiano, con l’obiettivo di individuare i principali fattori che influenzano la diffusione di queste soluzioni nei vari settori di applicazione.
Questo studio, commissionato da RX Italy - organizzatrice di HPT - Heat Pump Technologies - nasce dalla volontà di fare il punto sullo stato della tecnologia, indagare le dinamiche del mercato italiano, sviluppare potenziali scenari di diffusione delle pompe di calore in Italia, offrendo strumenti a supporto degli operatori industriali e dei policy maker.
Come nasce questo rapporto
Lo studio è il risultato di un lavoro approfondito che ha coinvolto, tramite interviste e momenti di confronto diretto, i principali attori del settore delle pompe di calore in Italia, tra cui Aermec, Ariston, Cordivari, Clivet, Daikin Air Conditioning Italy, Hisense Italia, Immergas, Italtherm, LG Electronics Italia, Midea, Mitsubishi Electric Europe BV Italian Branch, Panasonic Heating & Cooling Solutions, Rhoss, Samsung Electronics Italia, Teon, Thermal Group, Vaillant Italia e Zhejiang Zhongguang Electrical.
Il report analizza un ampio ventaglio di tecnologie, con l’intento di offrire una visione completa del comparto sia dal punto di vista tecnico che economico, mettendo in evidenza le caratteristiche fondamentali per valutare efficienza, prestazioni e costi delle pompe di calore

Il contesto normativo: un elemento chiave per la crescita del settore
Negli ultimi anni, la normativa nazionale e il quadro regolatorio hanno assunto un ruolo sempre più decisivo nel favorire — o, in alcuni casi, rallentare — la diffusione delle pompe di calore in Italia. Le scelte degli operatori e dei consumatori risultano fortemente influenzate dalla presenza di politiche energetiche adeguate e di strumenti di incentivazione efficaci, in un contesto dove decarbonizzazione ed efficienza energetica rappresentano priorità strategiche.
Affinché le pompe di calore possano affermarsi su larga scala, è fondamentale che le politiche pubbliche siano orientate a sostenerne la competitività economica. Questo tipo di intervento non solo favorisce la transizione verso un sistema energetico più sostenibile, ma consente anche di ottimizzare i costi operativi e migliorare l’efficienza dei sistemi impiantistici nei vari settori di applicazione. Tuttavia, gli strumenti di incentivazione oggi disponibili, sebbene numerosi, producono effetti ancora troppo incostanti. Questo dipende principalmente dalla mancanza di continuità nel tempo delle misure adottate e dalla scarsa chiarezza normativa che spesso accompagna la loro attuazione.

Anche a livello europeo, le regolamentazioni incidono profondamente sull’evoluzione tecnologica delle pompe di calore. Le nuove norme sugli F-Gas, che disciplinano l’utilizzo dei gas fluorurati ad effetto serra, spingono il settore verso refrigeranti a minore impatto ambientale. Inoltre, il sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) potrebbe influenzare in modo significativo il costo dell’elettricità, con ripercussioni dirette sulla competitività delle pompe di calore rispetto ai tradizionali sistemi alimentati da fonti fossili.
In questo scenario, il rafforzamento del quadro normativo e l’introduzione di politiche stabili e ben definite rappresentano condizioni essenziali per stimolare la crescita del settore e favorire la transizione energetica.
Il mercato italiano delle pompe di calore: dinamiche, numeri e criticità
L’analisi condotta dal Politecnico di Milano sul periodo 2021-2023 ha offerto un quadro dettagliato dell’evoluzione del mercato delle pompe di calore in Italia, evidenziando trend di crescita, impatti degli incentivi e strutture di produzione/importazione. Il report ha preso in considerazione diverse tipologie tecnologiche, mettendo in luce un’elevata eterogeneità in termini di prestazioni commerciali e struttura industriale.
Uno degli elementi centrali emersi riguarda l’effetto del Superbonus 110%, che ha avuto un impatto significativo sull’andamento delle vendite, in particolare per i sistemi idronici a pompa di calore e ibridi di piccola taglia. Queste soluzioni hanno beneficiato di un’accelerazione nelle installazioni, con picchi di crescita legati al periodo di massima operatività dell’incentivo. Tuttavia, la sospensione e le incertezze normative successive hanno provocato un brusco rallentamento nel 2023, tendenza che si è protratta anche nel 2024, segnando una fase di contrazione del mercato.
Un altro aspetto rilevante riguarda l’indice di specializzazione commerciale, calcolato su 11 categorie di prodotto. I risultati mostrano che:
- 6 categorie registrano un indice superiore a 0,7, indicando una netta prevalenza della produzione nazionale sugli approvvigionamenti esteri;
- 2 tipologie si collocano in una fascia intermedia, con un indice compreso tra 0 e -0,5, segnalando un equilibrio tra produzione interna e importazioni;
- 3 categorie mostrano invece una forte dipendenza dall’estero, con indici tra -0,95 e -1, evidenziando criticità strutturali nella filiera produttiva nazionale.
L’incrocio tra indice di specializzazione e fatturato totale (mercato interno + export) evidenzia un ulteriore dato chiave:
le tipologie prevalentemente prodotte in Italia generano fatturati inferiori agli 80 milioni di euro, a eccezione delle unità terminali e delle pompe di calore aria/acqua superiori ai 50 kW.
Al contrario, le PdC aria/acqua ≤ 50 kW, pur registrando livelli di fatturato simili a quelle di potenza maggiore, risultano significativamente più dipendenti dalle importazioni.
Infine, i sistemi VRF e split-multi split, pur collocandosi tra i prodotti a più alto fatturato del comparto, sono quasi totalmente importati dall’estero, sottolineando la mancanza di una filiera produttiva nazionale consolidata per queste soluzioni ad alta diffusione.

Analisi dei casi studio: pompe di calore economicamente vantaggiose in tutti i settori
Il report del Politecnico di Milano ha approfondito cinque casi studio reali per valutare la sostenibilità economica delle pompe di calore in diversi contesti applicativi. Le simulazioni dimostrano come, in presenza di detrazioni fiscali e integrazione con fonti rinnovabili, queste tecnologie risultino altamente convenienti sia nel settore residenziale (monofamiliare e condominiale) che in quello terziario.
L’analisi evidenzia come l’integrazione tra pompe di calore e sistemi fotovoltaici o solare termico consenta di aumentare significativamente l’efficienza energetica degli edifici e di ridurre i costi operativi, con un IRR sempre superiore al 10-11%, a conferma della redditività dell’investimento.
Pompe di calore nelle abitazioni monofamiliari: efficienza e ritorno economico
Due abitazioni unifamiliari, diverse per dimensioni e fabbisogno termico (in funzione dei gradi giorno), sono state oggetto di analisi. In entrambi i casi, il sistema di riscaldamento esistente era alimentato da una caldaia con efficienza media (50% tradizionale e 50% a condensazione).
La sostituzione con una pompa di calore abbinata a un serbatoio di accumulo per acqua calda sanitaria (ACS), oppure con un sistema ibrido, ha prodotto risultati positivi. In tutti gli scenari valutati, l’investimento ha mostrato un rendimento interno (IRR) superiore all’11%, con un ulteriore miglioramento nei casi in cui l’intervento è stato accompagnato da tecnologie rinnovabili come il fotovoltaico.
Efficienza nei condomini: il caso del residenziale plurifamiliare
Nel comparto residenziale collettivo, lo studio ha preso in esame un condominio composto da 12 unità abitative, simili per dimensioni e gradi giorno, ma con un fabbisogno termico differente dovuto all’esposizione. Anche in questo caso, l’impianto esistente era centralizzato e basato su caldaia a rendimento medio.
L’intervento di sostituzione con un sistema ibrido, incentivato attraverso detrazioni fiscali, ha portato a un miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione dei costi. Il rendimento economico è risultato sempre superiore al 10%, confermando la validità dell’investimento anche in edifici con impianti centralizzati.
Pompe di calore nel terziario: soluzioni efficienti e flessibili
Nel settore terziario sono stati analizzati due edifici con caratteristiche differenti per dimensioni, destinazione d’uso e fabbisogno termico. Entrambi disponevano di impianti simili a quelli dei casi residenziali, con caldaie miste (50% tradizionali e 50% a condensazione).
Le soluzioni considerate prevedevano la sostituzione con sistemi VRF combinati con pompe di calore per la produzione di ACS, oppure con pompe di calore a gas naturale, supportate da incentivi come detrazioni fiscali e certificati bianchi. Anche in questi scenari, i risultati hanno evidenziato IRR superiori al 10%, a conferma della sostenibilità economica anche nel comparto non residenziale.
L’analisi dei casi, sottolinea il report, conferma la versatilità delle pompe di calore e la loro capacità di adattarsi a differenti tipologie edilizie, contribuendo alla riduzione dei consumi, alla decarbonizzazione e alla razionalizzazione dei costi energetici.
Scenario 2030: crescita delle pompe di calore e sfide da affrontare
Il report del Politecnico di Milano ha delineato quattro scenari di diffusione delle pompe di calore in Italia entro il 2030, combinando dati del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) con le stime di 18 operatori del settore. Due scenari si basano su politiche vigenti e obiettivi UE, mentre gli altri due riflettono visioni conservative e ottimistiche degli attori di mercato.
Secondo le proiezioni più ambiziose (PNIEC obiettivi UE), al 2030 le unità vendute potrebbero aumentare del 180% rispetto al 2024, superando del 50-70% le aspettative degli operatori e del 160% lo scenario a politiche invariate. Lo stock installato crescerebbe del 60%, contro il +40% previsto dagli stakeholder più ottimisti.
L’analisi evidenzia però diversi ostacoli da superare: instabilità normativa, carenza di incentivi stabili, prezzi dell’energia elettrica ancora elevati e un gap di competenze tecniche lungo la filiera. Il Conto Termico 3.0 e l’adozione di refrigeranti a basso impatto come l’R290 sono elementi chiave per rafforzare la strategia di sviluppo sostenibile del settore.
IN BREVE- Scenari futuri delle pompe di calore in Italia al 2030
Lo studio "Pompe di calore in Italia: stato dell’arte e scenari futuri", presentato a Heat Pump Technologies 2025 e realizzato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, ha tracciato quattro scenari previsionali per il mercato italiano delle pompe di calore entro il 2030:
I 4 scenari analizzati:
- Scenario a politiche vigenti (PNIEC)
- Scenario PNIEC con obiettivi UE
- Scenario conservativo (stime operatori di settore)
- Scenario ottimistico (stime operatori di settore)
Crescita attesa nel migliore scenario (PNIEC obiettivi UE):
- +180% di unità vendute annue al 2030 rispetto al 2024
- +60% nello stock totale installato rispetto al 2024
Questi valori superano:
- del 50-70% le previsioni più ottimistiche degli operatori
- del 160% lo scenario PNIEC a politiche invariate
Principali ostacoli emersi:
- Instabilità normativa che ostacola la pianificazione degli investimenti
- Incentivi poco stabili e difficili da interpretare
- Costo elevato dell’energia elettrica, che incide sulla competitività delle pompe di calore
- Introduzione di refrigeranti come R290, che comportano sfide tecniche e regolatorie
- Gap di competenze lungo la filiera, che rende necessaria una formazione mirata
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