Reti idriche, perdite ancora molto alte: disperso il 42.4% di acqua potabile
Le reti idriche italiane perdono il 42,4% dell'acqua potabile, un volume sufficiente per 43,4 milioni di persone. Le regioni del Sud, come Basilicata e Abruzzo, registrano le perdite più alte, evidenziando un persistente divario infrastrutturale Nord-Sud. Il 19 maggio, tra l'altro, è stato l'Overshoot Day italiano.
Il volume d'acqua che viene disperso potrebbe soddisfare le esigenze di 43.2 mln di persone per un anno intero
Le reti idriche italiane continuano a registrare perdite significative: secondo i dati del 2022 diffusi dall'Istat, il 42,4% dell'acqua potabile viene disperso. Questo volume d'acqua potrebbe soddisfare le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un anno intero, equivalenti al 75% della popolazione italiana. Questo dato, peggiore rispetto al 42,2% registrato nel 2020, evidenzia la persistente inefficienza delle infrastrutture idriche del Paese.
Ogni giorno, le reti comunali erogano 214 litri di acqua potabile per abitante, un calo significativo rispetto ai 250 litri del 1999. Inoltre, nel 2023, il 28,8% delle famiglie italiane ha dichiarato di non fidarsi dell'acqua del rubinetto, una percentuale rimasta stabile rispetto all'anno precedente.
Dati regione per regione: l'Emilia-Romagna ha il dato perdite più basso (29.7%), la Basilicata il più alto (65.5%)
L'analisi dell'Istat rivela disparità regionali significative. L'Emilia Romagna registra la perdita più bassa con il 29,7%, seguita dalla Valle d'Aosta con il 29,8%. In contrasto, la Basilicata mostra la situazione peggiore, con un tasso di perdita del 65,5%, seguita dall'Abruzzo con il 62,5%. Tra i comuni capoluogo di provincia, Potenza registra la perdita più alta con il 71%. In più di un capoluogo su tre, le perdite superano il 45%, con situazioni critiche a Chieti (70,4%), L’Aquila (68,9%), Latina (67,7%), e altre città del Sud.
Le differenze territoriali evidenziano un chiaro divario Nord-Sud. Le regioni del Centro e del Mezzogiorno, situate nei distretti idrografici appenninici e insulari, presentano le condizioni più critiche. Nel 2022, i distretti idrografici con le perdite maggiori erano la Sardegna (52,8%), la Sicilia (51,6%) e l’Appennino meridionale (50,4%), mentre il distretto del Fiume Po registrava la perdita minima con il 32,5%.
Distretto idrografico del Fiume Po che peraltro è il sito di maggior prelievo di acqua per uso potabile: 2,80 miliardi di metri cubi (30,7% del totale nazionale), segue il distretto idrografico dell’Appennino meridionale (2,32 miliardi di metri cubi d’acqua per uso potabile, 25,4% del volume nazionale).
Si conferma il consueto assetto tra le regioni, che vede la Lombardia con il volume maggiore di acqua prelevata per uso potabile (1,48 miliardi di metri cubi; 16,2% del totale nazionale). Quantitativi consistenti sono captati anche nel Lazio (1,12 miliardi di metri cubi; 12,2%) e in Campania (0,90; 9,8%).
Cause delle Perdite
Il volume totale delle perdite idriche nella fase di distribuzione nel 2022 è stato di 3,4 miliardi di metri cubi. Questo valore evidenzia una leggera crescita rispetto al 2020, confermando l'inefficienza delle reti di distribuzione. Nonostante gli sforzi di molti gestori del servizio idrico per migliorare la misurazione dei consumi e ridurre le perdite, il problema persiste. Le perdite sono attribuibili a vari fattori:
- Fattori fisiologici: presenti in tutte le infrastrutture, poiché non esiste un sistema a perdite zero;
- Rotture e vetustà degli impianti: prevalente in alcune aree del Paese;
- Fattori amministrativi: errori di misurazione dei contatori e usi non autorizzati, come gli allacci abusivi.
Nel 2023, la quota di famiglie che lamentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle loro abitazioni è pari all’8,9% ed è in lieve diminuzione rispetto al 2022 (9,7%). Il disservizio investe le regioni in percentuali molto diverse e interessa circa 2 milioni 300mila famiglie; tra queste, oltre i due terzi è residente nel Mezzogiorno (1,6 milioni di famiglie). Calabria (38,7% di famiglie) e Sicilia (29,5%) sono le regioni più esposte ai problemi di erogazione dell’acqua nelle abitazioni.
In allegato il report integrale ISTAT.
Overshoot day: L'Italia ha consumato le sue risorse naturali per il 2024
Il 19 maggio è stato l'Overshoot Day italiano, il giorno in cui il Paese ha virtualmente esaurito tutte le risorse naturali disponibili per l'intero anno. Questo indicatore, calcolato mettendo a confronto la biocapacità globale con l’impronta ecologica dell’Italia, segna un lieve miglioramento rispetto all'anno scorso, quando l’Overshoot Day era caduto il 15 maggio. Tuttavia, la situazione italiana rimane migliore di quella dell'Unione Europea, che ha raggiunto il suo Overshoot Day il 3 maggio.
Secondo il Global Footprint Network, l'organizzazione che calcola l’Overshoot Day, se tutti consumassero come gli italiani, sarebbero necessari oltre 2,5 pianeti per soddisfare i nostri consumi annuali.
L’Overshoot Day viene calcolato annualmente dal Global Footprint Network, che analizza l'impronta ecologica dell'umanità e dei singoli Stati.
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