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Ristrutturazione con Superbonus di un edificio esistente: quando è meglio cambiare la caldaia, quando è meglio installare una pompa di calore

In questi anni, grazie agli incentivi fiscali, è stato possibile ristrutturare diversi edifici esistenti, attuando interventi per il risparmio energetico, come la sostituzione del generatore di calore. Ecco alcuni consigli per come scegliere la tipologia di generatore più idonea al progetto.

Superbonus e risparmio energetico: sostituire il generatore di calore, ma quale scegliere?

Negli ultimi anni, tramite gli incentivi fiscali legati ai bonus e al Superbonus, si è ristrutturato parte del patrimonio edilizio esistente migliorando la qualità architettonica e riuscendo così a ridurre gran parte dei consumi energetici provenienti dagli immobili a destinazione d’uso residenziale.

La sostituzione del generatore di calore negli edifici esistenti è risultata una strategia molto utile al fine del contenimento energetico. Ma come scegliere il nuovo generatore? Caldaia a condensazione o pompa di calore?

Gli interventi di riqualificazione degli edifici esistenti, agevolabili tramite il Superbonus, devono rispondere al decreto sull’efficienza energetica del 06/08/2020 in cui sono riassunti i requisiti tecnici necessari per poter usufruire delle detrazioni in funzione delle varie zone climatiche. Tali requisiti riguardano le prestazioni termiche dell’involucro edilizio, le caratteristiche dei serramenti (Allegato E) e i requisiti tecnici per i sistemi di generazione del calore e di acqua calda sanitaria (Allegato A e F).

La sempre maggiore attenzione al risparmio energetico ha interessato molto da vicino i sistemi di generazione del calore, promuovendo una maggiore efficienza grazie all’introduzione di requisiti sempre più stringenti.

In particolare, la normativa europea del 2015 (DLGs 28/2012 del 26 Settembre 2015) ha vietato la produzione di caldaie tradizionali e ha emesso l’obbligo di etichetta energetica per tutti i generatori di calore al fine di valutare l’efficienza del prodotto.

In alcuni casi questo intervento era necessario, in altri è stato svolto al fine di sostituire i combustibili fossili con fonti rinnovabili.

Caldaia: quando e perché sostituire il generatore di calore

Al giorno d’oggi, il motivo che spinge la maggior parte delle persone a cambiare la caldaia di casa è il non raggiungimento del comfort indoor. Infatti, quando l’impianto non produce istantaneamente acqua calda sanitaria o non funziona correttamente, subito corriamo ai ripari e interveniamo per migliorare la situazione. Per prevenire e non trovarsi in queste situazioni di discomfort è buona prassi far controllare periodicamente l’impianto ed eseguire la corretta e obbligata manutenzione.

Infatti, il DPR 74/2013 definisce nello specifico i criteri generali riguardanti la manutenzione degli impianti di riscaldamento, stabilendo nell’Allegato A la cadenza dei controlli periodici di efficienza energetica in funzione delle potenze e del combustibile utilizzato.

Per cui oltre alle sanzioni che possono essere applicate a chi non controlla i propri impianti di climatizzazione, secondo il DPR 74/2013, si dovrebbe pensare anche all’impatto che questi impianti hanno sull’ambiente. Un impianto poco controllato consuma ed inquina di più rispetto ad un impianto manutenuto correttamente.

La manutenzione degli impianti permette di monitorare e verificare il rendimento della caldaia periodicamente.

In particolare, una regolare manutenzione degli impianti di riscaldamento viene inserita come prima regola da ENEA, nel rapporto in cui specifica le 10 regole pratiche rivolte a chi vuole garantire comfort interno alle proprie abitazioni senza sprecare soldi e/o energia.

Inoltre, tra le regole di ENEA, rientra anche l’utilizzo di impianti di riscaldamento innovativi e quindi la sostituzione del generatore di calore con una pompa di calore ad alta efficienza o con un generatore a biomassa o con un sistema ibrido e dove possibile, integrare questi impianti con collettori solari termici e/o impianti fotovoltaici. Tutti questi interventi possono accedere al superbonus.

Tra l’altro, se consideriamo che la vita media di una caldaia risulta pari a 15 anni, possiamo ben comprendere che, se non controllata periodicamente, può subire anche in pochi anni una riduzione della propria efficienza che porta inevitabilmente ad una riduzione del rendimento e ad un aumento dei consumi.

Al fine del risparmio energetico, uno dei motivi principali per cui conviene sostituire la propria caldaia, anche se a condensazione, è sicuramente l’aumento dei consumi dovuti all’usura che porta ad aumento dell’energia utilizzata e quindi dei costi.

Una caldaia datata oltre a favorire uno spreco di energia genera maggiori emissioni di CO2 e quindi impatti sull’ambiente, inquinando di più rispetto alle nuove tecnologie (es. pompa di calore).

In alcuni casi, invece, i vecchi generatori di calore risultano sovradimensionati in seguito ad interventi di riqualificazione degli edifici dal punto di vista involucro che hanno ridotto il fabbisogno energetico dell’edificio provocando uno squilibrio del sistema edificio-impianto.

Impianti sovradimensionati, oltre a consumare di più, sono soggetti a manutenzioni più restrittive e più dispendiose rispetto alle manutenzioni che regolarmente si fanno su impianti più piccoli. Quindi, un altro motivo che può indurci a sostituire il generatore di calore è quello di installare un impianto dimensionato rispetto a quelli che sono i reali fabbisogni energetici dell’edificio esistente, ottenendo un impianto sicuro e performante.

Riassumendo i motivi che possono portare alla sostituzione del generatore di calore possono essere molteplici, di seguito riportiamo quelli più importanti:

  • il generatore di calore esistente è vecchio e fa fatica a soddisfare il confort indoor (consuma molto rispetto al consumo effettivo che dovrebbe avere e che aveva all’inizio della sua vita utile);
  • il generatore di calore esistente è sovradimensionato e comporta uno spreco di combustibile, inoltre gli interventi di manutenzione sono proporzionati alla potenza del generatore e sono troppi rispetto a quelli che si dovrebbero fare nel caso in esame, (in alcuni casi, si può ricadere anche nei controlli dei vigili del fuoco);
  • il generatore di calore non è in regola con la documentazione e va sostituito;
  • si vuole inquinare il meno possibile e si vuole installare un impianto innovativo, che rispetta l’ambiente, passando dall’utilizzo di combustibili fossili alle fonti rinnovabili, ottenendo anche un notevole risparmio in termini di consumi energetici e di costo.

Riqualificazione dell’impianto termico di un edificio esistente

Prima di procedere con la progettazione e/o la scelta del più idoneo impianto di generazione è fondamentale chiarire cosa si intende per “Impianto termico” e illustrare da cosa è composto.

Il DLgs 192/2005, modificato dal DLgs 48/2020, fornisce la definizione di impianto termico: “impianto tecnologico fisso destinato ai servizi di climatizzazione invernale o estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, o destinato alla sola produzione di acqua calda sanitaria, indipendentemente dal vettore energetico utilizzato, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione, accumulo e utilizzazione del calore nonché gli organi di regolazione e controllo, eventualmente combinato con impianti di ventilazione. Non sono considerati impianti termici i sistemi dedicati esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole unità immobiliari ad uso residenziale ed assimilate…”

L’impianto termico è costituito da quattro sottosistemi:

  1. sistema di generazione, il vero e proprio generatore di calore;
  2. sistema di distribuzione, la rete di distribuzione del fluido termovettore, costituita da tubazioni che dal generatore arrivano ai terminali di emissione. A seconda che si tratti di un impianto centralizzato o di impianti autonomi a servizio della singola unità immobiliare, la distribuzione può avvenire tramite colonne montanti o tramite un sistema di distribuzione orizzontale;
  3. sistema di emissione, negli edifici residenziali esistenti il sistema di emissione più comune è rappresentato dai sistemi ad acqua, come i radiatori, realizzati in ghisa, acciaio o alluminio. Altri terminali possono essere i pannelli radianti o sistemi ad aria come i fan-coil;
  4. sistema di regolazione, consiste nella regolazione della temperatura del generatore, tarando la temperatura di mandata in funzione delle condizioni climatiche esterne, grazie alla sonda climatica esterna. Un’altra regolazione avviene localmente tramite il controllo della temperatura interna degli ambienti, un esempio di regolazione locale sono le valvole termostatiche.
Esempio di riqualificazione di centrale termica condominiale con caldaia a condensazione.
Esempio di riqualificazione di centrale termica condominiale con caldaia a condensazione.

L’impianto termico risulta quindi un sistema complesso costituito da più componenti opportunamente dimensionati.

Pertanto, la sostituzione del singolo generatore di calore deve essere compatibile con gli altri sistemi già presenti in un edificio. Infatti, nella maggior parte dei casi, la riqualificazione della centrale termica condominiale deve essere svolta adattando il nuovo generatore di calore ai sottosistemi di emissione esistenti.

Anche nel caso in cui si vuole passare all’utilizzo di fonti rinnovabili, e sostituire il vecchio generatore di calore con una pompa di calore, è necessario analizzare il sistema di emissione presente e in alcuni casi valutare l’utilizzo di una pompa di calore ad alta temperatura.

Vediamo di seguito il funzionamento della caldaia a condensazione e della pompa di calore in modo da capire quando è meglio utilizzare uno o l’altro impianto.

Caldaie a condensazione: funzionamento, pro e contro

La caldaia a condensazione è un generatore che trasforma l’energia generata dalla combustione del vettore di alimentazione (i più utilizzati sono gas metano e GPL) in calore. Questo tipo di generatore ha un rendimento molto elevato in quanto ha un doppio ciclo: nella prima fase sfrutta il combustibile per la produzione di calore, nella seconda fase sfrutta i fumi caldi e il vapore in uscita per recuperarne e riutilizzare il calore latente.

Al fine di ridurre i consumi e promuovere l’efficienza energetica questo sistema risulta particolarmente indicato in quanto si ottiene calore senza utilizzare nuova materia prima, evitando inoltre la liberazione dei vapori di combustione nell’atmosfera.

È necessario per questo tipo di sistemi prevedere un tubo di scarico della condensa che, essendo acida, deve essere conferita in appositi scarichi. Inoltre, nel caso di installazione di una caldaia a condensazione, è obbligatorio riqualificare o verificare le prestazioni del sistema di emissione fumi, che deve avvenire tramite una canna fumaria adatta.

Un importante punto a favore nell’utilizzo di questi sistemi è che esistono numerosi modelli di caldaie a condensazione a servizio del riscaldamento con anche la possibilità di produzione di acqua calda sanitaria. La flessibilità di questi impianti consente di adattare questa tecnologia, in funzione delle diverse esigenze, sia nelle singole unità immobiliari, sia nei condomini o in impianti a servizio di attività commerciali o industriali. Quelli più utilizzati per la climatizzazione degli appartamenti sono i modelli murali, in quanto sono di facile installazione e possono essere posizionate a parete in ambiente interno, esterno o in nicchia, mantenendo le stesse prestazioni. Invece, se abbiamo a che fare con un impianto condominiale la caldaia sarà posizionata all’interno della centrale termica, un locale tecnico condominiale, dove sono collocati anche tutti gli altri componenti che costituiscono l’impianto, come serbatoi di accumulo o pompe di circolazione.

Vantaggi e svantaggi di una caldaia a condensazione.
Vantaggi e svantaggi di una caldaia a condensazione.

L’installazione di una caldaia a condensazione si adatta molto bene nei casi di riqualificazione di centrali termiche condominiali in cui il sottosistema di emissione è costituito da vecchi radiatori installati in corrispondenza delle pareti esterne (magari in ghisa e magari installati nei nei sottofinestra, che limitano le possibilità di aggiunta di elementi scaldanti).

Per maggiori informazioni sulla tematica è possibile consultare il seguente articolo che illustra come incrementare la compatibilità tra radiatori e pompe di calore:

Questa soluzione risulta particolarmente indicata anche per le seconde case, in cui non vi è un funzionamento continuo e la richiesta non è costante. Infatti, in questi casi l’adozione di una pompa di calore risulterebbe molto dispendiosa e non garantirebbe il comfort indoor avendo dei tempi di accensione e di raggiungimento delle temperature ottimali più lunghi rispetto a quelli di una caldaia a condensazione. Infine, anche quando il fabbisogno energetico condominiale è elevato (come nei casi di edifici poco coibentati), risulta più conveniente l’installazione di una caldaia a condensazione.

In questo caso, infatti, qualora si vorrebbe installare una pompa di calore, ne servirebbe una di grosse dimensioni che, soprattutto se non abbinata ad un impianto fotovoltaico, causerebbe un aggravio dei consumi elettrici e quindi dei costi condominiali, oltre a non garantire in alcuni periodi dell’anno il giusto comfort indoor.


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