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Sanatoria o condono edilizio rigettati: il comune deve spiegare i motivi in anticipo

I motivi del diniego della domanda di condono edilizio devono essere comunicati dal comune tempestivamente e prima di adottare formalmente il provvedimento negativo

C'è un preciso 'modus-operandi' che il comune deve rispettare in caso di rigetto dell'istanza di sanatoria/condono in edilizia. Se i passaggi non vengono rispettati, il diniego è illegittimo, perché prima del provvedimento definitivo la PA deve fornire al privato le motivazioni.

Il tutto è riassunto nella sentenza 7586/2023 dello scorso 4 maggio del Tar Roma, relativo al ricorso contro il provvvedimento con il quale un Comune aveva rigettato la domanda di rilascio di permesso di costruire in sanatoria ex art. 36 del dpr 380/2001, per la regolarizzazione di alcuni interventi edilizi realizzati su un fabbricato.

Mancata comunicazione del preavviso di diniego

I ricorrenti hanno dedotto quattro motivi di diritto, con cui lamentano: 

  • i) la mancata comunicazione del preavviso di diniego, in violazione dell’art. 10 bis della legge 241/1990;
  • ii) deficit di motivazione in merito al ritenuto superamento dei limiti volumetrici massimi, concernendo gli interventi un edificio preesistente regolarmente assentito;
  • iii) deficit di motivazione e di istruttoria, non avendo il provvedimento valutato se e quali volumi fossero da considerarsi tecnici, e come tali esclusi dal computo della cubatura;
  • iv) violazione del legittimo affidamento, essendo decorsi oltre 40 anni dalla data di realizzazione degli abusi.

Provvedimento illegittimo: la sanatoria rifutata esige una motivazione preventiva

 Il ricorso viene accolto dal TAR in ragione della fondatezza dell’assorbente censura sollevata con il primo mezzo, con cui è stata dedotta l’illegittimità del diniego per violazione dell'art. 10 bis della legge 241/1990.

Come noto, tale disposizione impone, in primo luogo, che, nei procedimenti ad istanza di parte, il responsabile del procedimento o l'autorità competente, prima della formale adozione di un provvedimento negativo, comunichino tempestivamente agli istanti i motivi che ostano all'accoglimento della domanda (cfr comma 1, primo periodo).

I giudici amministrativi ricordano che “L'istituto del preavviso di rigetto, previsto dall'art. 10 - bis, L. n. 241 del 1990, si applica anche nei procedimenti di sanatoria o di condono edilizio, con la conseguenza che deve essere ritenuto illegittimo il provvedimento di diniego dell'istanza di permesso in sanatoria che non sia stato preceduto dall'invio della comunicazione, in quanto in mancanza di tale preavviso al soggetto interessato risulta preclusa la piena partecipazione al procedimento e dunque la possibilità di un apporto collaborativo” (cosi T.A.R. Lazio, II quater, 3.11.2020, n. 11307, nonché recente Cons. Stato, Sez. VI, 12.04.2023, n. 3672).

Ne consegue che, in presenza di una domanda di sanatoria presentata ai sensi dell'art. 36 del Testo unico Edilizia, occorre attivare un contraddittorio endo-procedimentale al fine di portare a conoscenza degli interessati le ragioni che l’amministrazione intende porre a fondamento della determina di segno negativo, onde consentire loro di presentare le proprie osservazioni, eventualmente corredate da documenti, giusta il disposto di cui al suddetto art. 10 bis, comma 1, secondo periodo.

Ma in questo caso - chiude il TAR Roma - non emerge che il medesimo sia stato preceduto dalla comunicazione dei motivi ostativi all’accoglimento della domanda, ai sensi della disposizione sopra richiamata.

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