Impermeabilizzazione | Coperture | DRACO SPA
Data Pubblicazione:

Terrazzi e coperture: criticità tipiche e dettagli costruttivi

L’efficacia del sistema impermeabilizzante parte da un approccio progettuale attento ai particolari costruttivi. Per questo motivo più che di un singolo prodotto impermeabilizzante, è bene riferirsi ad un sistema impermeabilizzante in cui diversi prodotti assolvono a funzioni specifiche contribuendo nell’insieme a garantire continuità e tenuta all’acqua. Dopo un excursus sui principali particolari costruttivi, si effettuerà una disanima delle tecnologie impermeabilizzanti DRACO per terrazzi e coperture piane.

La copertura: funzioni ed origini

Nel dizionario Italiano, la copertura è definita: “complesso delle strutture portanti e degli altri elementi costruttivi usati per completare alla sommità un fabbricato, proteggendolo dall’infiltrazione delle precipitazioni atmosferiche”.

La funzione delle coperture, inclinate o piane, è appunto quella di proteggere la struttura, convogliando l’acqua verso punti di raccolta e deflusso opportunamente progettati.

L’acqua è il principale agente di degrado delle strutture civili ed industriali in quanto, genera fenomeni di gelo e disgelo, veicola all’interno dei materiali gli agenti aggressivi (principalmente anidride carbonica, cloruri), crea l’habitat ideale per lo sviluppo di agenti patogeni (come muffe e funghi).

Se nelle coperture a falde inclinate è la pendenza a favorire il rapido deflusso delle acque meteoriche rendendo più agevole l’impermeabilizzazione, nelle coperture piane il sistema impermeabilizzante presenta maggiori criticità.

L’efficacia del sistema impermeabilizzante parte da un approccio progettuale pienamente consapevole ed attento ai punti critici ed ai particolari costruttivi, che rappresentano i punti nodali dai quali partire sia nelle fasi progettuali che in quelle realizzative.

Per questo motivo più che di un singolo prodotto impermeabilizzante, è bene riferirsi ad un sistema impermeabilizzante in cui diversi prodotti assolvono a funzioni specifiche contribuendo nell’insieme a garantire continuità e tenuta all’acqua.

Di seguito, si prenderanno in analisi le principali criticità e dettagli costruttivi di terrazzi e coperture piane.

Criticità tipiche e dettagli costruttivi

È risaputo che la prima forma di impermeabilizzazione è la realizzazione di una corretta pendenza, per favorire lo smaltimento delle acque meteoriche attraverso opportuni sistemi di scarico ed impedendo la formazione di accumuli e ristagni.

Secondo la norma UNI 8178 parte 2, la pendenza minima deve essere ≥ 1% (almeno 1cm ogni metro), ma sarà la scelta progettuale della tipologia di copertura a determinare in ultima analisi la pendenza minima opportuna. La pendenza è necessaria ma non sufficiente ad evitare infiltrazioni, funzione assolta dal sistema impermeabilizzante.

La struttura di un terrazzo o di una copertura piana è soggetta a deformazioni (termiche, dinamiche, da ritiro), che riguardano non soltanto la struttura vera e propria ma anche la sovrastruttura, quindi massetti e pavimentazioni, sui quali dovranno essere creati i giunti opportuni. La norma UNI 11493 del 2013, poi sostituita dalla UNI 11493-1 del 2016 prescrive la realizzazione dei giunti, suddividendoli in 4 tipologie:

  • giunti strutturali;
  • giunti di frazionamento;
  • giunti di dilatazione;
  • giunti perimetrali.

Giunto strutturale. È l'interruzione della continuità strutturale di un'opera. Tale distacco assolve alla funzione di evitare che durante un sisma due strutture adiacenti, con un comportamento sismico sensibilmente diverso, possano urtare fra loro (fenomeno detto del martellamento). L’impermeabilizzazione di un giunto strutturale è molto delicata e può essere garantita con elementi che siano in grado di assecondare il movimento e allo stesso tempo garantire la continuità dello strato impermeabilizzante, come per esempio nastri impermeabili in PVC o TPO opportunamente incollati al supporto.

È il caso del nastro flessibile in elastomero termoplastico FLEXIJOINT di Draco, incollato al supporto con resina epossidica strutturale EP FIX HP. La bandella è in grado di garantire la tenuta idraulica non soltanto su terrazze e coperture piane, ma anche in opere idrauliche (vasche, canali, dighe) con acqua in pressione sia in spinta positiva che negativa.

Applicazione del nastro Flexijoint in combinazione alla resina epossidica strutturale Ep Fix Hp.

Giunto di frazionamento. A volte erroneamente denominato giunto di controllo, viene realizzato incidendo la superficie del massetto a getto fresco oppure indurito, appena è calpestabile. Nella fase di stagionatura, il massetto subisce una contrazione (ritiro igrometrico) che può determinare fessurazioni. I tagli nel massetto devono avere profondità non superiore a 1/3 del suo spessore senza intaccare l’armatura di rinforzo se presente (per esempio per un massetto di spessore 6 cm, la profondità di incisione non deve superare 2 cm). Per tagliare una tavoletta di legno, si realizza un’incisione e poi la si spezza, certi che la rottura avverrà esattamente nel punto di incisione. Esattamente lo stesso ruolo ha il giunto di frazionamento, che riduce localmente lo spessore del massetto invitando la fessura a formarsi proprio in corrispondenza del taglio. In tal modo non si avranno fessure casuali, disordinate e difficili da riportare sia sull’impermeabilizzazione che sul pavimento, ma si avranno tagli regolari e precisi.

Il giunto di frazionamento, sul piano dell’impermeabilizzazione, va presidiato con bandelle elastiche, nastri flessibili o altri presidi elastici in grado sia di assecondare il movimento che di garantire la continuità dell’impermeabilizzazione.

Il presidio impermeabile del giunto di frazionamento, così come del risvolto perimetrale è effettuato con efficacia da MAGIJOINT di Draco, banda coprigiunto impermeabile in polimero termoplastico rinforzato da un tessuto di poliestere, da utilizzarsi in abbinamento con il rivestimento impermeabilizzante cementizio MAGIFLEX.

Giunto perimetrale. Devono sempre essere previsti ai margini del piano orizzontale, ove questo confina con altre superfici sia verticali che orizzontali, quali pilastri, muri, cordoli. La bandella autoadesiva MAGIJOINT BT è un nastro butilico adesivo che permette di presidiare agevolmente e con efficacia sia gli angoli di raccordo tra pavimento e parete sia di fare da ponte tra materiali di diversa natura: guaine bituminose, canalette e pluviali in plastica o metallo, piastrelle, massetti cementizi, marmo. Inoltre, consente di sigillare raccordi stretti e poco agibili, come quelli tra infisso e soglia, tra soglia perimetrale e massetto ed ancora tra supporto e telaio perimetrale di una griglia metallica.

Giunto di dilatazione. È necessario perché ciascun materiale si muove e presenta variazioni nella propria stabilità dimensionale, vengono quindi realizzati per compensare i movimenti che interessano estese superfici pavimentali e coinvolgono il solo spessore della piastrella. La temperatura per esempio è un fattore cruciale per la dilatazione o contrazione dei materiali. Al di sopra di un giunto di frazionamento del massetto deve sempre corrispondere un giunto di dilatazione nella pavimentazione.
Le variazioni dimensionali devono essere assecondate e non bloccate, per tale motivo il giunto di dilatazione deve essere presidiato con sigillature siliconiche o mediante giunti prefabbricati in plastica o metallo.

Tecnologie impermeabilizzanti per terrazzi e coperture piane

Le tecnologie impermeabilizzanti offerte dal mercato per terrazzi e coperture piane possono essere raccolte in 3 macro-categorie:

  • le membrane prefabbricate;
  • i prodotti cementizi;
  • gli impermeabilizzanti liquidi.

Membrane prefabbricate

Le membrane prefabbricate possono essere di vari tipi: membrane bituminose (più comunemente “guaina”) e manti sintetici in PVC o TPO.

Le più diffuse sono le membrane bituminose, tradizionalmente elastomeriche o plastomeriche, che trovano largo impiego sia nelle coperture che nelle fondazioni. Generalmente la loro applicazione avviene a caldo, cioè attraverso l’utilizzo della fiamma. Ma da oltre 20 anni, sul mercato mondiale sono disponibili membrane bituminose autoadesive che ai vantaggi applicativi uniscono maggiore funzionalità e prestazioni elevate. Le membrane bituminose sono una soluzione pratica e sicura nel caso di superfici regolari, mentre sono più difficili da applicare su superfici a geometria complessa o con molti punti critici come angoli e corpi passanti.

I manti sintetici in PVC o TPO hanno prestazioni e durabilità più elevate e possono essere impiegati sia nelle coperture che nelle fondazioni. La loro applicazione avviene mediante saldatura termica tra teli affiancati. Essa non costituisce un incollaggio, ma una vera e propria fusione e unione tra le catene molecolari, resistente al battente idraulico e alle sollecitazioni meccaniche.

COREFLEX XP di Draco è una membrana termoplastica di 1,5 mm rinforzata con un tessuto armato di poliestere unito integralmente a un nucleo in tecnologia XP. Questa tecnologia avanzata di polimeri ha una funzione reattiva di autosigillatura che fornisce prestazioni eccezionali contro un’ampia gamma di contaminanti del terreno, comprese condizioni di salinità elevata. La membrana termoplastica COREFLEX XP è rinforzata con uno tessuto armato in poliestere, possiede proprietà di resistenza chimica elevate e antiradice, tanto da renderla idonea per tetti giardino, oltre che strutture interrate.

Membrana impermeabilizzante termoplastica idro-reattiva COREFLEX XP.

Prodotti cementizi

I prodotti cementizi trovano ampio utilizzo nell’impermeabilizzazione di balconi e terrazzi e di superfici in calcestruzzo in generale. Negli anni ’90 hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione nel settore delle impermeabilizzazioni orizzontali, permettendo di spostare lo strato impermeabilizzante da sotto a sopra il massetto, immediatamente al di sotto della pavimentazione. In questo modo consentono di proteggere dall’acqua tutta la stratigrafia del solaio, compreso anche il massetto, evitando il suo degrado e la conseguente macchiatura della pavimentazione e delle fughe.

MAGIFLEX è un impermeabilizzante bicomponente cementizio caratterizzato da elevata flessibilità, resistenza alla trazione e adesione al supporto che, armato con rete in fibra di vetro MAGINET, consente di realizzare rivestimenti impermeabilizzanti con spessori di 1,5-3 mm su superfici in genere anche soggette a microfessurazioni.

Impermeabilizzante bicomponente cementizio Magiflex armato con rete in fibra di vetro Maginet.

Impermeabilizzanti liquidi

I prodotti liquidi, rispetto alle membrane prefabbricate e ai cementizi, si caratterizzano per un’applicazione più comoda e veloce (pennello, rullo o spruzzo), che li rende idonei all’impermeabilizzazione anche di superfici a geometria complessa e molto estese.

Inoltre, alcune tipologie di impermeabilizzanti liquidi hanno un’elevata resistenza agli agenti atmosferici (raggi UV, gelo e disgelo), sono pedonabili e talvolta anche carrabili.

Il loro utilizzo è molto diffuso nell’impermeabilizzazione di terrazze e coperture civili ed industriali e sono la soluzione ideale negli interventi di ristrutturazione in cui non si voglia rimuovere la pavimentazione o l’impermeabilizzazione esistenti, in quanto consentono la sovrapposizione a materiali di diversa natura (metallo, calcestruzzo, legno, guaina bituminosa), riducendo i tempi di esecuzione ed evitando il costo di smaltimento in discarica

La famiglia delle cosiddette guaine liquide è molto ampia e comprende al proprio interno prodotti di composizione chimica e quindi, caratteristiche tecniche, ben diverse tra loro:

  • siliconici;
  • acrilici;
  • acrilpoliuretanici;
  • poliuretanici;
  • epossipoliuretanici;
  • poliureici.

Draco dispone di due possibili soluzioni impermeabilizzanti appartenenti alle membrane liquide:

  • ELASTOCOATING EP, rivestimento bicomponente epossipoliuretanico flessibile per l’impermeabilizzazione e la protezione di superfici esposte ad ambienti aggressivi quali acque piovane inquinate, acque nere e biodigestori;
  • ELASTOCOATING PU, membrana liquida a base di poliurea pura, impermeabile ed elastica, a rapidissimo indurimento, da applicarsi a spruzzo con apposita macchina per bicomponenti a caldo. Specifico per tetti piani, lastrici solari, con allungamento a rottura (EN 12311-2) > 350% e resistente alle basse temperature, tanto da mantenere flessibilità fino a -40°C e a +90°C ed idoneo al contatto con acqua potabile.

Oggi l’interesse del mercato per gli impermeabilizzanti liquidi è in continua crescita grazie alla numerosa serie di VANTAGGI che, nella maggior parte dei casi, essi offrono:

  • praticità;
  • velocità di posa;
  • elevata elasticità e flessibilità;
  • resistenza alla trazione e alle sollecitazioni termiche;
  • capacità di ripristinare vecchie impermeabilizzazioni in guaina bituminosa.
Vecchia copertura in guaina bituminosa ripristinata con Elastocoating Ep.

[...] CONTINUA LA LETTURA NEL PDF ALLEGATO
L'articolo prosegue con un paragrafo dedicato alla corretta progettazione del sistema impermeabilizzante.

Per scaricare l’articolo devi essere iscritto.

Iscriviti Accedi

Leggi anche