Professione

In questa area di INGENIO sono raccolte le pubblicazioni, gli approfondimenti, le news riguardanti il tema della professione tecnica:

etica, norme e codici, formazione, trattamento pensionistico, assicurazioni, informazione ordinistica, crediti formativi e certificazione delle competenze.

Sul Tema

Pagina 250

"Una rivoluzione che ci pone all’avanguardia in Europa”. Ma veramente?

Intervista sul nuovo sistema previdenziale di Inarcassa ai Delegati Mario Sbrozzi (Modena) e Enrico Oriella (Vicenza), fondatori, con altri...

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Pronto il regolamento sulle Stp

Informazione trasparente, requisiti di onorabilità e iscrizione separata per le società tra professionisti

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Riforma Previdenziale: cosa cambia

Un anno fa, il Governo Monti emanava il Decreto “Salva Italia” (DL 201/2011). Con riferimento alle Casse di previdenza dei liberi...

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Open data e interoperabilità: le basi per una moderna spending review

  Dal mese di giugno INGENIO ha deciso di dedicare una costante attenzione a due temi che riteniamo siano alla base di una rivoluzione...

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Donne e uomini nelle professioni. Uguali o diversi?

Donne e uomini nelle professioni. Uguali o diversi?

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Inarcassa incontra gli iscritti Architetti ed Ingegneri delle Regioni Piemonte Liguria e Val d’Aosta

Inarcassa incontra gli iscritti Architetti ed Ingegneri delle Regioni Piemonte, Liguria e Val d’Aosta Venerdì 15 febbraio 2013, ore 16.30 - Torino Centro Congressi “Torino Incontra” via Nino Costa, 8 Gli iscritti e i pensionati delle Regioni Piemonte, Liguria e Val d’Aosta sono invitati a partecipare all' incontro con Inarcassa (art. 22 dello Statuto). Il Presidente tratterà le prospettive previdenziali ed assistenziali definite dalla recente Riforma .

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BONFA': un Manifesto per il futuro del paese

BONFA': un Manifesto per il futuro del paese

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Protocollo interconfederale europeo per promozione dell’integrazione e mobilità dei professionisti

Protocollo interconfederale europeo per promozione dell’integrazione e mobilità dei professionisti FONTE: CONFPROFESSIONI I...

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Inarcassa incontra gli iscritti Architetti ed Ingegneri delle province di TR, VT, PG e RI

Inarcassa incontra gli iscritti Architetti ed Ingegneri delle province di TR, VT, PG e RI

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Il nuovo redditometro si applica già dal 2009

Dopo i numerosi annunci susseguitisi nel corso degli ultimi mesi, il nuovo redditometro è pronto per l’utilizzo: il decreto dell’Economia del 24 dicembre 2012 ne ha approvato il meccanismo applicativo e ne ha stabilito la possibilità di impiego già a partire dall’anno 2009. La vasta mole di informazioni ormai accessibili all’Agenzia delle entrate e la possibilità, offerta dal massiccio impiego della telematica nella pubblica amministrazione, di incrociare con efficacia i dati raccolti, hanno permesso di elaborare un sofisticato metodo di accertamento dei redditi delle persone fisiche basato sia sulle spese effettivamente sostenute che sul tenore di vita dei contribuenti. Il nuovo redditometro dovrebbe consentire al fisco di scovare, con maggiore precisione rispetto alla precedente versione, i soggetti che spendono più di quanto ufficialmente dichiarano.

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Il ruolo degli intermediari assicurativi

Nel rapido excursus, condotto negli articoli precedenti, sulle polizze relative al mondo delle professioni tecniche, abbiamo avuto modo più volte di sottolineare l’importanza di essere assistiti e consigliati da un buon intermediario assicurativo. Ma chi sono gli intermediari assicurativi? Come suggerisce il termine stesso, l’intermediario assicurativo è una figura “intermedia”, tra impresa di assicurazione e cliente finale. La compagnia assicurativa assume il rischio, stabilisce le condizioni di polizza, fissa i relativi premi e paga i risarcimenti in caso di sinistro.

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Il Presidente Muratorio: “Manifesto per un welfare dei professionisti italiani”

Il Presidente Muratorio: “Manifesto per un welfare dei professionisti italiani”

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Metodi, Tecniche e Strumenti Professionali per il Settore Immobiliare – XII Edizione

Il Politecnico di Milano promuove la dodicesima edizione del corso Metodi, tecniche e strumenti professionali per il settore immobiliare progettato per le esigenze di professionisti e di operatori del settore

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Assemblea Nazionale INGEGNERI del 23 gennaio 2013: discorso del Presidente ZAMBRANO

CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA - 00186 ROMA - VIA ARENULA , 71 PRESIDENZA E SEGRETERIA 00187 ROMA- VIAIV NOVEMBRE, 114 TEL. 06.6976701 r.a. - FAX 06.69767048 Circ. n. 168/XVIII Sess./2013 Oggetto: Assemblea Nazionale 23 gennaio 2013. CONSIGLIO NAZIONALE INGEGNERI 23/01/2013 U-nd/370/2013 111111111111111~111111111~11 Ai Consigli degli Ordini degli Ingegneri LORO SEDI Si trasmette la relazione con la quale il presidente ha aperto l'Assemblea Nazionale che si è svolta in data odierna sui temi "Sicurezza, Ambiente, Open Data". Seguirà un resoconto dell'evento, che ha visto la partecipazione di numerosi esponenti politici ed ha avuto un ottimo successo. Cordiali saluti. IL CONSI L/ERE SEGRETARIO IL PRESIDENTE o c: ca .. .a E ca N o 'a c: ca E .( .o; c: -.. -z (,) G) .. C") c: ... G) o :E N Il) ;:ra» _ .. C") A. N- _a» G) 'a 'a G) ftl c: G) .!:! -N .a= E-a G) o Il) .. ., .. c.S l Autorità, presidenti, relatori, colleghi, l'incontro di oggi è, in realtà, un'Assemblea aperta degli Ordini degli Ingegneri, programmata già dal Congresso Nazionale, tenutosi a Rimini lo scorso settembre. In quella occasione gli ingegneri, dopo riunioni, discussioni, dibattiti, anche accesi, hanno deciso di portare con forza all'esterno della categoria le loro proposte e le loro idee, e di verificare anche l'attuazione della mozione approvata all'unanimità, che pone importanti prospettive all'attività dell'Ordine. Questa, quindi, è per noi un'iniziativa importante, anche perché, si svolge in piena la campagna elettorale, dalla quale, ci auguriamo, possa uscire finalmente un Governo forte, attento alle esigenze non solo delle professioni, ma della collettività intera. E con l'orgoglio di rappresentare gli ingegneri italiani, cui viene riconosciuta, unanimemente, una tradizione di competenza e serietà, vogliamo affermare che intendiamo essere protagonisti del cambiamento, assolutamente ineludibile, del nostro Paese. Siamo ben consci del fatto che i nostri problemi - che riguardano le possibilità di lavoro, il futuro dei giovani, la globalizzazione dei servizi, l'invadenza delle imprese e dello stesso Stato nelle professioni, ma anche l'eccessiva fiscalità, la corruzione e la burocrazia, infine l'incapacità di assicurare tempi certi agli investitori - possono essere affrontati e risolti. Ma solo in un quadro generale che veda impegnati nel dibattito complessivo sulle scelte da attuare per rinnovare e rendere più efficiente e, soprattutto, affidabile il nostro Paese. E' il momento di porre a suo servizio, come anche a supporto e dei suoi organismi rappresentativi e decisionali, le nostre competenze e le nostre strutture. E possiamo farlo se awiamo un percorso di collegamento e di vicinanza con le altre categorie professionali, in particolare quelle tecniche, oggi coordinate proprio dagli ingegneri. Abbiamo ormai maturato, in particolare negli ultimi mesi di lavoro congiunto per attuare la riforma, un forte spirito di solidarietà e di collaborazione, tanto da decidere di organizzarci stabilmente con una struttura comune, mettendo insieme risorse, anche economiche, strutture e centri studio, oltre che capacità di lavoro, ed esperienze. Proprio giovedì scorso abbiamo, infatti, approvato lo statuto di un organismo che metterà in comune le risorse di 9 professioni tecniche, per una rappresentanza complessiva di oltre 500.000 iscritti, ma aperto anche alle altre categorie che vorranno unirsi al nostro progetto . Il percorso di questi mesi, nei quali si è definita la nostra riforma, ci ha insegnato ad avere un nuovo rapporto con la politica, da intendere in senso ampio, non limitato ai corridoi parlamentari. La percezione pubblica, talvolta negativa, del sistema degli Ordini non deriva dalla "forma" delle nostre Istituzioni - di cui pochi sanno che sono democraticamente elette- bensì dall'agire passato dei rappresentanti che, spesso, guardavano prima all'interesse della categoria piuttosto che a quello dei cittadini e dell'ambiente. E credevano, pur legittimamente, che l'attività di pura lobby politica potesse risolvere i problemi. Il radicale cambiamento delle relazioni tra politica e società ha messo in crisi anche questo sistema e, fatti salvi i principi della riforma, la vera innovazione sta nella nostra nuova volontà e capacità di relazionarci con tutti i soggetti sociali che muovono l'Italia . Per questo, senza pregiudizi ideologici, abbiamo aperto confronti e relazioni con o c ca .. .a E ca N o 'a c ca E .c • 'aD c -... -z u Q) .. "" 'l"t c Q) o :i Ntn _ ~Q) .. C") D. N- - Q) Q) 'a 'a Q) ca c Q) .2 -N .a :l E-a Q) o fl) .. ti) .. -c.5 il mondo politico, imprenditoriale, sindacale, come pure con quello ambientalista e universitario, incontrandone a più riprese i rappresentanti. Collaboriamo, discutiamo e incontriamo i Ministri, le autorità, i rappresentanti dei partiti e delle imprese. A tutti quanti proponiamo progetti, diamo disponibilità, chiediamo collaborazione. A tutti quanti illustreremo presto il progetto che abbiamo costruito insieme alle altre professioni per lo sviluppo del Paese, convinti sempre che, se vogliamo essere giudicati positivamente dalla pubblica opinione, dobbiamo offrire idee e soluzioni sostenibili e innovative. Credo sia ormai chiaro a tutti che rappresentiamo un sistema senza privilegi e riserve di mercato. Siamo lavoratori che, con impegno quotidiano, dopo aver superato studi impegnativi e l'esame di Stato (previsto dalla nostra Costituzione), svolgiamo attività delicate e complesse, volte a rendere sicura la vita dei cittadini, ma anche a mediarne le necessità con la Pubblica Amministrazione, Un ruolo, il nostro, che spesso assolve una funzione di sussidiarietà, sostituendoci, con la nostra attività gratuita, alle sue carenze strutturali. Siamo, per questo, dawero stanchi di essere ancora definiti "casta". La casta è costituita da chi non lavora, specula sul lavoro degli altri, ha tariffe garantite, ha pensioni assicurate a carico della collettività. E poi non deve rendere conto del proprio, non si assume responsabilità, non si aggiorna continuamente, non garantisce adeguatamente i propri clienti, vieta anche la pubblicità informativa, pretende di giudicarsi al suo interno, pone limiti all'accesso di nuovi lavoratori, tutela e garantisce innanzitutto i propri parenti, ma è anche chiusa al mercato, non confrontandosi con altri soggetti come società e associazioni. Tutte cose che non hanno nulla a che vedere con la nostra professione. Com'è noto, infatti, quasi il 90% dei candidati supera l'esame di Stato, iscrivendosi poi ai nostri albi. Siamo aumentati del 70% in 10 anni, inserendo nei nostri elenchi professionali quasi 100.000 nuovi ingegneri, svolgendo, di fatto, anche una funzione di ammortizzatore sociale, tanto da accogliere numerosi colleghi espulsi dalle imprese e dalla Pubblica Amministrazione. Non abbiamo tariffe obbligatorie, anzi, per una demenziale posizione ideologica, non abbiamo nemmeno tariffe di riferimento, che garantirebbero di più i nostri clienti. Ne è vietato, addirittura, l'uso, così da costringerci - ed è veramente ridicolo - a non poter utilizzare i parametri stabiliti con decreto del Ministero della Giustizia, che, in caso di contenzioso, il giudice è obbligato a riconoscere . Abbiamo l'obbligo del preventivo da fornire al cliente (pur con le difficoltà di stabilire a priori l'entità e la difficoltà di una prestazione professionale). Ci confrontiamo da anni con le società d'ingegneria, con la presenza di soci di solo capitale, che assorbono una quota rilevante del pur asfittico mercato delle opere pubbliche. Mercato nel quale le gare di affidamento degli incarichi ci spingono, spesso, a ribassi esagerati. Ma anche con la Pubblica Amministrazione, che pretende, spesso senza averne le strutture e le competenze, di progettare e dirigere opere pubbliche, senza invece impegnarsi nel fare in modo che i procedimenti siano compiuti in tempi certi, garantendo l'efficacia, la linearità, la certezza di spesa e di tempi degli stessi . O con altri soggetti pubblici, come le società in-house o le università, violando, spesso, la legge sull'affidamento degli incarichi. Abbiamo l'obbligo dell'assicurazione e della formazione continua, con conseguenti gravosi impegni per i professionisti, in particolare per i più giovani. t.:albo unico nazionale, di recente istituito, sarà l'occasione per rendere trasparente e visibile l'attività, le competenze e la correttezza del professionista iscritto all'albo. Abbiamo deciso di modificare le norme sui procedimenti disciplinari, creando strutture disgiunte dai consigli provinciali, alle quali possono partecipare componenti esterni alla categoria. o c ca .. .et E ca N o , c ca E c 'f -... -z (,) G) .. C") c ... G) o :i C'il (l) ;:ra» _ .. C") A. C'il- - G) G) 'a 'a G) " G) c ,g -N .et = E-a G) o ... ... c.5 Abbiamo chiesto con forza, pur con i problemi che abbiamo evidenziato, al Ministro della Giustizia, Paola Severino, di promulgare il regolamento che consenta di attivare le società tra professionisti. Si tratta, in definitiva, di un ulteriore strumento di modernizzazione del sistema e che consentirà, soprattutto ai giovani, di poter meglio competere sul piano internazionale, specie con la creazione di società multidisciplinari. Stiamo migliorando i nostri codici deontologici, finalizzati non solo ad assicurare comportamenti irreprensibili, ma a garantire ai professionisti una funzione, a nostro awiso indispensabile, di baluardo di legalità, anche per la delicata funzione pubblica che spesso svolgiamo. Abbiamo costruito, con nostri esclusivi sacrifici, le nostre casse di previdenza che non gravano sulla collettività e che, di recente passate al sistema contributivo, assicurano una sostenibilità a cinquant'anni. Abbiamo, infine, una percentuale ridotta di iscritti, figli di ingegneri, sicuramente, di molto, inferiore a quella che si riscontra nella politica, nell'università, ma anche nelle imprese, come accertato dal nostro Centro Studi. Un recente sondaggio ha, tra l'altro, appurato che gli ingegneri hanno un'elevata percentuale di riconoscimento di affidabilità tra le professioni, riconosciuta quasi dal 70% dei cittadini intervistati. E tutto questo a tutela della sicurezza della popolazione e del suo diritto a ricevere prestazioni di qualità, a costi giusti. Ma anche per rendere più efficiente e competitivo il nostro Paese, e, se volete, aumentandone il PIL. Per questo, la riforma delle professioni, pur con i suoi limiti, non è stata osteggiata dalle professioni tecniche, che hanno fatto di tutto perché fosse attuata. Ne hanno sposato la filosofia, cercando di attenuarne i difetti, con proposte migliorative, nell'interesse della collettività, da inserire nei regolamenti attuativi. Questo perché la legge ha sancito definitivamente che l'esercizio della professione deve essere fondato sull'autonomia e sull'indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnico, del professionista. Il principio è, come si vede, importante, ed evidenzia l'originalità della professione nel panorama lavorativo. Insieme, vi è il riconoscimento della necessità da parte degli Ordini, il mantenimento importante delle funzioni amministrative e di quelle disciplinari, anche se con modifiche condivise nei principi, ma non nell'attuazione. E' interessante vedere come tutto ciò sia fortemente condiviso dalla categoria, come si evince dai dati di un recente sondaggio su 14.000 iscritti. 55% disponibile a trasferirsi all'estero 40% abolizione tariffa ha ridotto la qualità 60% si dichiara favorevole all'aggiornamento obbligatorio 66% formazione affidata agli ordini (solo il 20% dice che la formazione deve essere affidata all'Università) 75% favorevole all'assicurazione obbligatoria 60% favorevole alla pubblicità 83% afferma che l'iscrizione all'albo è garanzia per il cittadino E' quindi evidente la mistificazione sulle professioni e sugli Ordini, additati come organismi medioevali e conservatori di privilegi. Ma questo è ormai dietro le spalle, o quasi. Ci auguriamo, infatti, che il prossimo Governo si occupi dei veri problemi del Paese, e non riprenda il solito ritornello delle liberalizzazioni, cosa giusta in principio, ma che oggettivamente non riguarda più le professioni regolamentate. o c ca .. .Q E ca N o , c ca E .( 'ai! c -... -z (,) G) ... Cf) c ..t G) o :i N cn ;:rG) _ .. c-) A. N- _G) G) 'a 'a G) ca c G) ,g -N .Q :::Il E-a G) o Cl) .. .. c.5 Ormai sono riformate e prive di qualunque privilegio, se non quello della competenza e della qualità. Ma questo ci dà una grande responsabilità, che sentiamo per intero. Possiamo e dobbiamo finalmente guardare fuori e confrontarci con il mondo e le sfide vere, quelle sì, per la nostra soprawivenza nostra e quella dell'Italia e, se vogliamo, dell'Europa. Crediamo che si stia awicinando il giorno in cui potremo vedere un Paese non più stretto nella morsa della concertazione tra Confindustria e Sindacati, ormai espressione di un mondo superato, ma che non vuole lasciare il campo alle nuove forze innovative ed efficienti, o dominate dagli interessi delle banche e delle assicurazioni. Un giorno in cui vedremo un Governo che invita ai tavoli autorevoli i professionisti per utilizzarne competenza e capacità di analisi rispetto ad un sistema economico dove l'asset fondamentale è quello della conoscenza. E che tagli fuori dalle scelte importanti coloro che, attribuendosi un'esclusiva rappresentanza sociale, con la complicità e l'acquiescenza della politica, ci ha lasciato in eredità un debito di 1.900 miliardi di euro e che grava e graverà pesantemente sulle possibilità di ripresa e sulle speranze delle giovani generazioni. Idee ne abbiamo tante, e molte originali, molte a costo zero. Il 1 marzo, nel Professional Day che ha visto a Roma riunite tutte le professioni per dar vita ad una manifestazione straordinariamente partecipata, abbiamo consegnato al Governo un documento con 20 punti importanti. Ripeteremo l'esperienza con la prossima manifestazione del 19 febbraio, sempre organizzata con il CUP e I'ADEPP. Oggi portiamo all'attenzione dell'opinione pubblica tre temi significativi, sui quali investire in futuro: - un piano nazionale per la messa in sicurezza delle abitazioni e del territorio dai rischi sismico e idrogeologico; - la razionalizzazione degli incentivi alle imprese per rilanciare la green economy; - l'open data, l'innovazione della Pubblica Amministrazione a servizio della nuova imprenditorialità neii'ICT. Idee per sbloccare investimenti, per accrescere l'efficienza del sistema delle opere pubbliche, ma anche per garantire la sicurezza dei cittadini, semplificare le norme e dematerializzare le procedure, affidando ai professionisti le attività della Pubblica Amministrazione. Ma altro dobbiamo fare, con forza. Dobbiamo ottenere che si vada verso le vere riforme, che riguardano settori importanti come le banche, l'energia, la burocrazia, la politica e lo stato . Abbiamo l'impressione che l'impegno riformatore sia in realtà inversamente proporzionale all'incidenza di questi settori sullo sviluppo del Paese. Mentre le imprese sono strozzate dal costo del denaro e del lavoro, dalla pressione fiscale, dalle lentezze burocratiche e dai costi energetici, molti interventi, anche dell'attuale Governo, riguardano invece situazioni decisamente marginali dell'economia. l professionisti non staranno a guardare chi sta colpevolmente portando allo sfascio l'Italia. Abbiamo spesso esercitato un ruolo di sussidiarietà della Pubblica Amministrazione, a volte inefficiente e scarsamente motivata. Siamo disponibili ad assumerci la responsabilità di sostituirla nel rilascio di pareri ed autorizzazioni che un sistema perverso e astrusamente complesso ritarda, bloccando la realizzazione di iniziative pubbliche e private. ' o c ftl .. .Q E ftl N o "' c ftl E .c • 'al c -... -z (,) G) .... cw,C ...tG) o:s! w Cl) ;:r! èW;'A. w- - G) G)"' "'G) ftl c G) ,g -N .Q = E "O G) o Cl) .. Cl) .. c.5 Nel perfetto rispetto della legge, ma con l'apertura mentale, la competenza e la disponibilità a risolvere i problemi, anziché evidenziarli o crearli artificiosamente, come spesso succede. E qualunque imprenditore, ma anche amministratore pubblico, sa quanto costa una burocrazia inefficiente e, a volte, corrotta. l controlli vanno fatti, ma come in tutti i paesi civili e più efficienti di noi, a conclusione degli interventi. Chi sbaglia sicuramente pagherà, ma le centinaia, migliaia di interventi corretti e forieri di occupazione potranno essere realizzati in tempi non più biblici. Chiediamo anche di essere ascoltati nel momento di formazione delle leggi, nei campi di nostra competenza. Siamo stanchi, anche in questo caso, di norme incomprensibili, scritte male, inapplicabili. Conosciamo bene i problemi che riguardano la sicurezza dei cittadini, l'esecuzione delle opere pubbliche, dell'edilizia, dell'urbanistica e dell'innovazione. E ci ritroviamo con prowedimenti, su questi temi, che tendono solo a complicare il sistema, a volte anche in buona fede. Nel campo delle opere pubbliche, ad esempio, dal '94 in poi si sono susseguite, come in un'altalena, norme più restrittive con altre di presunta semplificazione, provocando solo confusione. In questo Paese si è ipocritamente convinti che la corruzione e l'inefficienza del sistema si combattano con l'infinita produzione di pacchi di leggi e norme, invece di pensare a investire sugli uomini che devono poi attuare quelle stesse norme. Siamo convinti, infatti, che una legge pur imperfetta, ma messa in mano a funzionari capaci, preparati e motivati, possa creare effetti migliori di una legge perfetta, ma attuata da funzionari incapaci e corrotti. Perché non si istituzionalizza la collaborazione degli uffici legislativi dei inisteri con gli Ordini professionali di riferimento? Forse qualche burocrate ci rimetterebbe un po' di potere, ma sicuramente le norme sarebbero più aderenti alle vere necessità. Noi ingegneri, insieme alle altre professioni tecniche, siamo una comunità di circa 700.000 persone che con passione, competenza, e fatica tentiamo di svolgere la difficile missione di tutelare, trasformare e sviluppare il territorio, le città, i ponti e le strade, i campi ed i boschi di questo Paese, bello ed insieme così difficile. Siamo, o dovremmo essere, gli autori della mediazione necessaria tra la tutela del bene pubblico, e lo sviluppo economico; coloro che integrano, nelle loro idee e progetti, il miglioramento dell'habitat e la sostenibilità ambientale. Questo sappiamo fare. Dalla Germania all'India al Brasile, le politiche economiche di chi cresce hanno messo al centro noi, gli ingegneri, chiedendo innovazione, idee e tecniche nuove, adeguate alla sfida tecnologica ed alla salvaguardia dell'ambiente. In Italia si ragiona di tariffe, corporazioni e valore legale del titolo di studio in un clima di recessione culturale, oltreché economica. Ma oggi i giovani ingegneri e gli altri professionisti tecnici continueranno ad essere alla periferia dello sviluppo, disoccupati o poveri, senza alcuna possibilità di mettere al servizio dell'Italia le loro idee e competenze. Alla faccia della strategia di Usbona, che doveva mettere al centro l'economia della conoscenza che sta morendo sotto i colpi della dis-economia della finanza, dei rating e degli spread. Per tutto questo noi chiediamo una seconda fase, immediata, nella quale ci venga data l'opportunità di discutere ed attuare veri progetti per lo sviluppo sostenibile, nella quale le professioni possano ritrovare il ruolo che compete loro non per diritto divino, ma perché serve all'Italia. o t: ca .. .a E ca N o , t: ca E .. cc 'ai t: -.. -z (,) G) .. ""t: '1"1 G) o!! N Cl) ;:rG) _ .. CII) A. N- _G) a» 'a 'a G) c t: G .S! -N .a :l E-a ... GO ... cc.5 Certo, siamo consapevoli che l'idea di professioni che si organizzano, che propongono soluzioni, che vogliono non essere più suddite di questo o quel partito, che hanno ben chiara la propria forza, che non rivendicano più per sé, ma per la società ed il Paese, che non continuino nella sterile attività di lobby, ma che vogliono fortemente assumere quel ruolo sociale che gli compete per esperienza, responsabilità, serietà possa paventare o preoccupare chi ritiene che l'Italia debba essere governata con vecchi schemi o dai soliti tradizionali gruppi di potere. Siamo preoccupati per un sistema elettorale che impedisce a chi non rientra negli schemi dei partiti, di poter emergere e che, probabilmente, non darà a questo Paese un governo stabile. E di troppe facce vecchie presenti nelle liste elettorali. Siamo preoccupati per le riforme che non si sono fatte e che non si faranno, mantenendo in piedi un sistema politico costosissimo ed inefficiente, che consente ad un milione di persone di vivere di politica, sia nelle istituzioni che nei sindacati e nelle società pubbliche, con costi enormi che il nostro Paese non può più permettersi. Siamo preoccupati per gli effetti devastanti dell'art.117 della Costituzione, che crea sovrapposizioni e duplicazioni di competenze tra Stato e Regioni. Siamo preoccupati per i nostri giovani, che faticano a trovare lavoro, dopo anni e anni di studio faticoso ed impegnativo, ma anche per i tanti anziani che vedono, in questi anni, ridursi la propria attività. Siamo preoccupati per una visione manichea del lavoro, per cui dobbiamo diventare tutti dipendenti di qualcuno o di qualcosa, per poter lavorare, senza aver rispetto di chi, spesso per scelta e per esigenza di libertà, decide di essere un professionista. Ed essere considerato un evasore. Troviamo assurdo il prowedimento recente del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, che farà sparire dal mercato del lavoro tanti professionisti iscritti agli albi, (collaboratori di studi professionali), perché la norma presuppone, in tali casi, un'attività di dipendenza, dimostrando una completa ignoranza dei meccanismi di lavoro professionale . Così come troviamo indecente il tentativo di appropriarsi dei patrimoni delle nostre Casse previdenziali, costruito con il gravoso sacrificio dei nostri iscritti, senza alcun contributo dello Stato, o di imporre loro tassazioni ingiuste ed incomprensibili. Casse che, come sappiamo, hanno profondamente modificato il sistema pensionistico, passando al contributivo, e quindi, rendendo più onerosi i contributi e assicurando una sostenibilità a 50 anni. Mentre I'INPS non garantisce la sostenibilità che per qualche anno, gravando enormemente sulla fiscalità generale. Siamo stanchi di un sistema fiscale che mortifica le persone oneste e non colpisce i veri evasori. Vorremmo accertamenti fiscali che, alla fine, possano concludersi con una stretta di mano ed il riconoscimento della buona condotta del contribuente, senza la ricerca ossessiva di violazioni, anche solo banalmente formali. Siamo preoccupati perché, come diceva Albert Einstein nel 1951, "non possiamo risolvere i problemi con i medesimi schemi di pensiero con cui li abbiamo creati". E non vediamo segnali di cambiamento nella mentalità della stragrande parte degli attuali partiti. Siamo alle solite riproposizioni di slogan e promesse impossibili. Ma le professioni non ci stanno più. • • ~ .. ~·.' ~ o c ca .. .a E ca N o 'a c ca E c 'ai c -... -z (,) G) .. (W) C ..t G) o:5! Ncn !:!! (W) A. N- - G) G) "a 'a G) ca c G) ,g -N .a :l e, G) o Cl) .. .. 111(.5 La riforma delle professioni ha costituito infatti quel cambiamento tanto atteso che ci stimola, ma, penso, ci obbliga anche ad essere un pilastro essenziale per l'evoluzione sociale ed economica del Paese, ormai improrogabile. Lo crediamo con grande convinzione e vigileremo affinché la macchina awiata funzioni, dando prova di vera partecipazione. Ma partecipazione anche alle scelte del Paese, perché, permettetemi un'altra citazione, "Non esiste vento favorevole per un marinaio che non sa dove andare" (Seneca). Noi abbiamo fatto le nostre scelte e sappiamo dove andare: verso l'efficienza, la qualità, la competitività. Ma le altre forze sociali e la politica sanno dove andare? L'auspicio, per noi, ma anche per l'intera collettività, è ripartire, tutti insieme, questa volta ingranando una marcia in più. Gli ingegneri ci sono, e saranno in grado di rinnovare questo Paese, insieme.

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Redditometro: le spese d’impresa e dei professionisti Il Redditometro non riguarda le spese esclusive per l'attività dell'impresa o del professionista ma include quelle per beni ad uso promiscuo come le auto aziendali, il computer e il cellulare: ecco i dettagli Barbara Weisz - 10 gennaio 2013 inShare Redditometro, le spese d'impresa e dei professionisti Non rientrano nel Redditometro le spese sostenute dalla persona fisica per beni e servizi destinati ad attività d’impresa o esercizio di arti e professioni: lo stabilisce il DM sul Redditometro 2013 (scarica il decreto), ma attenzione ai beni in uso promiscuo, per i quali la situazione è più complessa. Vediamo come imprenditori e liberi professionisti devono considerare le proprie entrate ai fini del Redditometro:

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Riforma degli ammortizzatori sociali: Indennità e Assicurazione sociale per l'impiego

Riforma degli ammortizzatori sociali Indennità e Assicurazione sociale per l'impiego Con l'entrata in vigore dei nuovi ammortizzatori sociali da gennaio 2013 cambiano le tutele per tutti i lavori dipendenti compresi i giovani precari. La riforma si fonda su due pilastri: Aspi (Assicurazione sociale per l'impiego) e fondi di solidarietà bilaterali, per i quali il Governo si è impegnato con la legge di stabilità a garantire risorse. L'Aspi, sarà "più generosa" della vecchia disoccupazione e mobilità. "Un lavoratore che percepisca 1.300 euro al mese per 13 mensilità, ora avrà tra il 6 e il 10% in più rispetto al vecchio sistema. Chi prendeva 1.800 euro avrà tra il 14% e il 21% in più": è quanto sostiene il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero su un articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 2 gennaio 2013. All'indennità, pensata in primo luogo per i giovani, si potrà accedere avendo lavorato almeno 13 settimane degli ultimi 12 mesi, senza ulteriori requisiti.

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Fisco, lavoro e professioni: ecco l'agenda Confprofessioni

Fisco, lavoro e professioni: ecco l'agenda Confprofessioni [News] In un'intervista a ItaliaOggi, il presidente Stella indica alla politica i punti per rilanciare l'economia “Il clima di rinnovamento che soffia sottotraccia in queste prime battute di campagna elettorale ci lascia ben sperare. Finora il rapporto tra professionisti e politica è stato condizionato da una serie di equivoci e disattenzioni che ci auguriamo di chiarire con la forza delle nostre idee”. Le parole del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, in un’intervista pubblicata da ItaliaOggi, confermano la massima attenzione che i professionisti italiani stanno riservando ai tatticismi delle forze politiche in vista dell’imminente campagna elettorale che porterà al voto di febbraio. Una campagna elettorale che, secondo Stella, dovrà basarsi necessariamente sulle idee e sulle proposte per rilanciare l’economia del Paese. “Nel nostro ruolo di parte sociale dobbiamo guardare con attenzione a quel livello superiore della politica” ha detto Stella “perché il settore delle libere professioni è un laboratorio di idee, in continuo movimento. I professionisti italiani occupano trasversalmente la mappa dei saperi e della conoscenza e ogni giorno, con il loro lavoro, si pongono quali mediatori qualificati tra le imprese e il mercato, tra i cittadini e le istituzioni, in ogni ambito economico e sociale. Il Paese e le forze politiche non possono più chiudere gli occhi davanti a un soggetto economico e sociale capace di dare una risposta concreta ai problemi reali del Paese”. Secondo il presidente di Confprofessioni, “L’Italia ha davanti a sé un lungo percorso per portare il livello del debito a una soglia meno allarmante e, contemporaneamente, riprendere a crescere eliminando ostacoli e spese improduttive, riorganizzando le istituzioni e la macchina pubblica, semplificando e tagliando regole e leggi, incoraggiando responsabilità e merito. Ma servono provvedimenti immediati”. Molti sono contenuti ne “Il piano di sviluppo per l’Italia dei liberi professionisti”, un documento elaborato da Confprofessioni, consegnato a tutti i parlamentari lo scorso autunno per avviare il Paese sulla strada della competitività, dell’innovazione e dello sviluppo, valorizzando le competenze e i punti di forza che sono universalmente riconosciuti alla nostra nazione. Tra i primi interventi citati da Stella spiccano fisco e occupazione. “Al di là di una riforma fiscale seria, che tratti civilmente i contribuenti e che possa ridurre veramente la pressione fiscale, servono misure alternative per recuperare risorse necessarie a finanziare la crescita e la modernizzazione del Paese”. Secondo Stella “appare indispensabile intensificare la lotta all’evasione, magari con riconoscimento premiale alle istituzioni che collaborano”. Sul fronte del lavoro, “qualsiasi intervento teso a garantire occupazione stabile non può prescindere da una riduzione del costo del lavoro” ha dichiarato Stella a ItaliaOggi. “Vanno premiate, con modalità di defiscalizzazione simili a quanto già previsto per le assunzioni a tempo indeterminato al Sud (relative a lavoratori ”svantaggiati”) tutte le assunzioni a tempo indeterminato”. L’ultimo passaggio è dedicato ai professionisti. Secondo Stella “Il Governo Monti ha riformato il sistema degli ordini professionali, ma senza intervenire sulle competenze e sulle specializzazioni professionali. Adesso bisogna rendere più competitivi i professionisti sul mercato”. Come? “Il prossimo governo, al di là della compagine politica che uscirà dalle urne, dovrà mettere mano a uno Statuto dei liberi professionisti” che dovrà essere “una bandiera per il riconoscimento del valore sociale delle professioni. Ma dovrà anche sancire “ruolo e dignità di un terzo "polo" nella struttura economica del Paese”.

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SALDO INARCASSA: Possibilità di posticipo del versamento del conguaglio 2011 al 30/04/13

Possibilità di posticipo del versamento del conguaglio 2011 al 30/04/13 Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato - nella riunione del 19 ottobre u.s. - di consentire che il saldo del conguaglio dei contributi previdenziali relativi all’anno 2011, previsto per il 31/12/2012, possa essere versato entro il 30/04/2013 con l’applicazione di un interesse dilatorio nella misura del 2% fisso. I professionisti che vorranno usufruire di tale facilitazione, dovranno semplicemente generare il bollettino MAV relativo al conguaglio 2011, tramite l'apposita funzione su Inarcassa On line, e versare l’importo corrispondente entro e non oltre il 30 aprile 2013. Il versamento entro la scadenza suddetta non genererà alcuna sanzione e l’importo relativo al 2% fisso d’interesse sarà oggetto di riscossione da parte di Inarcassa unitamente alla prima o alla seconda rata dei minimi contributivi 2013. Il ritardo di pagamento anche di un solo giorno rispetto al termine del 30/04/2013 comporterà l’applicazione delle sanzioni e degli interessi nella misura prevista a decorrere dall’1/01/2013 al momento del pagamento.

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Il tardivo pagamento di 3 giorni non «travolge» la dilazione

ACCERTAMENTO Il tardivo pagamento di 3 giorni non «travolge» la dilazione Deve sempre essere valido il principio di collaborazione tra contribuente e Fisco / Alfio CISSELLO e Elena SCRIBONI SHARE / Giovedì 27 dicembre 2012STAMPAINVIA Il comportamento del contribuente che ritarda solamente di 3 giorni il pagamento di una rata relativa alla dilazione delle somme risultanti dagli “avvisi bonari”, ai sensi del DLgs. 462/97, non può essere paragonato al comportamento tenuto nel caso di mancato pagamento. In quel caso, infatti, in base alla normativa vigente all’epoca dei fatti (ex art. 3-bis comma 4 del DLgs. 462/97) al momento dell’emissione della cartella di pagamento (2009) il mancato pagamento di anche una sola rata comportava la decadenza della rateazione e l’importo dovuto per le imposte, interessi e sanzioni in misura piena, dedotto quanto versato, veniva iscritto a ruolo. Secondo la C.T. Prov. di Torino del 23 febbraio 2012 n. 24/06/12, tale tardività non può essere trattata allo stesso modo del mancato pagamento. Inoltre, per i Giudici, richiamando la circ. dell’Agenzia delle Entrate del 28 giugno 2001 n. 65 in tema di accertamento con adesione, la lieve carenza e tardività dei versamenti eseguiti, in presenza di valide giustificazioni giunte da parte del contribuente (nel caso di specie, il ritardo dovuto era imputabile a problemi tecnici della banca), devono essere opportunamente prese in considerazione dall’Ufficio al fine di valutare il permanere o meno del concreto ed attuale interesse pubblico al perfezionamento dell’adesione. Peraltro, la presa di posizione dell’Agenzia delle Entrate è stata ribadita nella circolare n. 9 del 2012 in tema di mediazione. La Commissione, dunque, giustifica il ritardato versamento quando questo non dipenda da manovre dilatorie, ma da semplici anomalie tecniche. Oltretutto, l’Ufficio ha l’onere di considerare al pari dei principi costituzionali lo Statuto del Contribuente, che sancisce la piena e continua collaborazione tra contribuente e Fisco. Il medesimo caso è stato più volte oggetto di attenzione da parte di Eutekne.info, in riferimento alla condotta assunta dall’Agenzia delle Entrate relativa al disconoscimento (quasi immediato) del beneficio del termine per violazioni da parte del contribuente di carattere meramente irrisorio (si vedano “Niente decadenza della dilazione per tardivo versamento di appena 4 giorni” del 7 maggio 2012 e “Dilazione degli avvisi bonari: un giorno di ritardo, salta la rateazione” del 31 agosto 2011). Dello stesso avviso è stata la giurisprudenza. La sentenza emessa dalla C.T. Prov. di Genova n. 35 dello scorso 26 gennaio ne è un esempio. Nel caso di specie, i Giudici avrebbero discusso al massimo sull’applicazione di un’eventuale sanzione per omesso versamento, peraltro definibile mediante ravvedimento operoso, ma non di certo sul disconoscimento di tutto il piano di dilazione per il tardivo versamento di appena 4 giorni. Sul punto è intervenuto, di recente, il famoso “Decreto Monti”. La nuova dilazione degli avvisi bonari dà più tempo Il (nuovo) art. 3-bis comma 4 del DLgs. 462/97, modificato appunto dall’art. 10 comma 13-decies del DL 201/2011, prevede ora che il mancato pagamento di anche una sola delle rate diverse dalla prima entro il termine di pagamento della rata successiva, comporta la decadenza della rateazione e l’importo dovuto per imposte, interessi e sanzioni in misura piena, dedotto quanto versato, è iscritto a ruolo. Dunque, se la rata (tardiva) viene pagata entro il termine della rata successiva, non cessa il beneficio della dilazione, ma viene irrogata la sanzione prevista dall’art. 13 del DLgs. 471/97, commisurata all’importo della rata versata in ritardo. Si rileva che il DL 201/2011 stabilisce espressamente che le nuove norme “si applicano altresì alle rateazioni in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, quindi le conclusioni a cui è pervenuta la Commissione sono, di fatto, una soluzione “obbligata”, almeno per la dilazione degli avvisi bonari.

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Certificazione Qing, valorizzare la professione

Intervista a Stefano Calzolari, Presidente Ordine degli Ingegneri di Milano Nei Decreti recenti, nelle indicazioni del Governo e dal mercato...

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Primi appunti sulla riforma previdenziale di INARCASSA

Dal 1 gennaio 2013 si cambia. La riforma epocale del sistema previdenziale di Inarcassa, figlia inizialmente non voluta del Decreto cosiddetto...

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