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Clima: nuove certificazioni (UE) per ridurre le emissioni di CO2 diverse da quelle legate al suolo

L'Unione Europea ha approvato un quadro di certificazione per la rimozione del carbonio, con l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, includendo criteri per attività agricole e di gestione del suolo. Il regolamento esclude il recupero di idrocarburi e valuta lo stoccaggio geologico del carbonio nei paesi terzi.

Cambiamenti climatici (Accordo UE): nuovo rapporto di fattibilità per certificare la rimozione di emissioni

Le istituzioni dell’Unione Europea hanno recentemente raggiunto un accordo fondamentale per istituire il primo quadro di certificazione dedicato alla rimozione del carbonio dall'atmosfera. Presentata nell'autunno del 2022, questa iniziativa volontaria mira a agevolare e accelerare lo sviluppo di pratiche di alta qualità per la rimozione del carbonio e la diminuzione delle emissioni all'interno dell'UE. Una volta implementato, questo regolamento rappresenterà il primo passo verso l'introduzione di una struttura completa per gestire la rimozione del carbonio e la riduzione delle emissioni del suolo nell'ambito normativo dell'UE, contribuendo così al raggiungimento dell'ambizioso obiettivo di neutralità climatica entro il 2050, come previsto dalla legge europea sul clima.

In particolare, l'accordo amplia il campo di applicazione del regolamento per includere la riduzione delle emissioni del suolo e mantiene una definizione flessibile di rimozione del carbonio, in linea con i parametri definiti dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (IPCC).

Entro il 2026, la Commissione Europea è incaricata di redigere un rapporto sulla fattibilità della certificazione per attività che portino alla riduzione di emissioni diverse da quelle legate al suolo (come carbonio e protossido di azoto). Questo rapporto sarà basato su una metodologia di certificazione sperimentale per le attività agricole volte a ridurre le emissioni derivanti dalla fermentazione enterica e dalla gestione del letame.

 

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Cosa è escluso dal regolamento e 4 attività per rimuovere il carbonio 

Sono escluse dal regolamento le attività che non comportano né la rimozione del carbonio né la riduzione delle emissioni del suolo, come la prevenzione della deforestazione o i progetti di energia rinnovabile.

Il testo stabilisce inoltre quattro tipologie di attività per la rimozione del carbonio e la riduzione delle emissioni, che includono la rimozione permanente del carbonio, il suo stoccaggio temporaneo in prodotti durevoli (come le costruzioni in legno) per almeno 35 anni e monitorabili in loco per tutto il periodo, lo stoccaggio temporaneo derivante dall'agricoltura (come il ripristino di foreste e suoli, la gestione delle zone umide e delle praterie marine), e la riduzione delle emissioni del suolo dall'agricoltura, comprendente la diminuzione di carbonio e protossido di azoto legati alla gestione del terreno.

Per essere certificate, le attività dovranno migliorare il bilancio del carbonio nel suolo, gestire in modo sostenibile le zone umide, adottare pratiche di coltivazione senza lavorazione del terreno e promuovere l'uso ridotto di fertilizzanti. I legislatori hanno anche concordato di escludere il recupero potenziato di idrocarburi dalle attività di rimozione permanente del carbonio e di chiarire che le attività e gli operatori negli ambienti marini sono inclusi nel campo di applicazione del regolamento.

Queste nuove norme si applicheranno alle attività condotte all'interno dell'Unione Europea. Tuttavia, la Commissione, nella revisione del regolamento, dovrebbe valutare la possibilità di consentire lo stoccaggio geologico del carbonio nei paesi terzi vicini, a patto che rispettino gli standard ambientali e di sicurezza dell'UE. L'accordo provvisorio mantiene il requisito proposto dalla Commissione che le attività di rimozione del carbonio devono soddisfare quattro criteri generali per ottenere la certificazione: quantificazione, addizionalità, stoccaggio a lungo termine e sostenibilità.

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