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Come progettare una linea vita: un esempio applicativo

La linea vita è un dispositivo di sicurezza e pertanto, sebbene una ditta possa produrre i dispositivi, non deve sostituire il lavoro di un professionista, il quale valuterà tutti i rischi presenti in copertura.
Ricordiamo che un progetto deve sempre essere firmato da un tecnico abilitato che può fare la sua scelta progettuale a seguito di doverose considerazioni. Questo articolo esplorerà le varie fasi della progettazione di linee vita, evidenziando le normative vigenti, i materiali utilizzati e le migliori pratiche da seguire per un'implementazione efficace.

La sicurezza sul lavoro è un aspetto cruciale in qualsiasi settore, e quando si tratta di lavori in quota, l'importanza delle misure di sicurezza aumenta esponenzialmente. La progettazione di linee vita in copertura è un elemento fondamentale per garantire la protezione degli operai durante le operazioni di manutenzione e costruzione.

  

Normative e Regolamenti

In Italia la normativa di riferimento per la progettazione e l'installazione delle linee vita è il D.Lgs. 81/2008, noto anche come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro.

Questo decreto legislativo stabilisce le linee guida e i requisiti minimi per garantire la sicurezza dei lavoratori in quota.

Inoltre, le norme tecniche come UNI EN 795 e la UNI 11560 riguardano i sistemi di ancoraggio permanenti in copertura e fungono da guida per l’individuazione, la configurazione, l’installazione, l’uso e la manutenzione.

 

Fasi della Progettazione

  • Valutazione del Rischio.
    La prima fase nella progettazione di linee vita consiste nella valutazione dei rischi associati al lavoro in copertura. Questo implica l'analisi delle caratteristiche strutturali dell'edificio, l'identificazione delle aree a rischio di caduta, e la determinazione delle soluzioni più appropriate per mitigare tali rischi.
  • Scelta del Sistema di Ancoraggio. 
    A seconda delle esigenze specifiche del sito e del tipo di lavoro da eseguire, si sceglie il sistema di ancoraggio più idoneo. Le opzioni includono linee vita temporanee, permanenti, e mobili. La scelta dipenderà da fattori come la frequenza di accesso alla copertura, la durata dei lavori, e le condizioni ambientali.
  • Progettazione Strutturale. 
    La progettazione strutturale delle linee vita deve considerare la capacità di carico della copertura e la resistenza dei punti di ancoraggio. È necessario garantire che gli ancoraggi possano sostenere le forze generate in caso di caduta, seguendo le specifiche delle normative vigenti.
  • Installazione.
    L'installazione delle linee vita deve essere eseguita da personale qualificato, seguendo rigorosamente il progetto strutturale e le indicazioni del produttore del sistema di ancoraggio. È essenziale verificare la corretta installazione tramite collaudi e ispezioni post-installazione.
  • Manutenzione e Ispezione.
    Le linee vita devono essere regolarmente ispezionate per garantirne l'efficacia nel tempo. Le ispezioni periodiche, condotte da personale autorizzato, permettono di identificare e correggere eventuali difetti o deterioramenti.

  

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Come progettare i sistemi anticaduta: esempio pratico

Per realizzare un buon sistema di sicurezza in copertura è necessario un accurato sopralluogo che permetterà di valutare:

  • Accessi all’edificio nella sua interezza (presenza di scale, larghezza delle aperture…)
  • Spazi di transito (percorsi, collegamenti, corridoi che portano dall’interno alla copertura o loro eventuale assenza);
  • Accessi sul tetto: diretti (abbaini, lucernari...) o esterni, qualora si evidenzi la necessità di individuare luoghi di accesso dall’esterno dell’edificio;
  • Stato di conservazione della copertura (eventuale degrado del manto, scivolosità delle superfici impermeabilizzanti sui tetti piani…);
  • Caratteristiche geometriche del tetto: pendenze più o meno accentuate, presenza di dislivelli e di discontinuità, contropendenze ma anche assenza di parapetti nelle coperture continue;
  • Condizione statiche dell’edificio
  • Vie di accesso ai mezzi di soccorso che devono essere chiaramente individuate per agire tempestivamente in caso di infortunio.

Una volta effettuato il sopralluogo, il progettista dovrà disporre degli elaborati grafici della copertura: planimetrie e relativi prospetti e sezioni, per comprendere lo sviluppo tridimensionale delle falde e dei volumi, i dislivelli, le altezze dal suolo e le pendenze in atto.

A tale proposito il progettista può privilegiare, in funzione della conformazione dell’edificio, due sistemi alternativi:

  1. Il sistema a trattenuta, ovvero il caso in cui viene installato un sistema di protezione individuale dalle cadute che impedisce all'utilizzatore di raggiungere le zone dove esiste il pericolo di caduta dall’alto;
  2. Il sistema a caduta libera, che invece contempla la fuoriuscita oltre i limiti del tetto ed una caduta con arresto in sicurezza.

Nel caso di arresto di caduta è indispensabile valutare lo spazio libero di caduta ovvero la distanza verticale dal punto di caduta al punto di impatto.

Al fine di garantire un arresto in condizione di sicurezza tale distanza deve risultare maggiore del tirante d’aria (ovvero la distanza minima libera entro cui il soggetto si arresta in sicurezza aumentata di un metro quale coefficiente di sicurezza previsto da norma).

  

Tirante d’aria

  • a. Ancoraggio puntuale: TA = DA + R = CL + CF + R = LC - DR + CF + IP + R
  • b. Ancoraggio lineare, cordino e assorbitore di energia: TA = DA + R = CL + CF + R = LC + FC - DR + CF + IP + R

Con:

CF - caduta frenata
CL - caduta libera
DA - distanza di arresto
DR - distanza tra l'ancoraggio e il punto di caduta
FC - freccia della linea di ancoraggio
IP - distanza tra l'attacco dell'imbracatura e i piedi dell'utilizzatore
LC - lunghezza del cordino
R - margine di sicurezza

  

Figura 1 - Calcolo tirante d'aria, UNI 11560.
Figura 1 - Calcolo tirante d'aria, UNI 11560. (Estratto dal testo normativo)

  

Il fabbricato in esame è adiacente ad un altro edificio solo da un lato, mentre risulta isolato sugli altri 3 lati. L'edificio adiacente presenta una copertura di altezza inferiore al fabbricato oggetto di studio.

Il contesto ambientale e urbano circostante non è condizione di rischio aggiuntivo per lavori svolti in  copertura .

Figura 2 - Stralcio dell'elaborato tecnico di copertura.
Figura 2 - Stralcio dell'elaborato tecnico di copertura. (@G. Fusarelli - V. Seggiaro)

  

Figura 3 - Esempio reale di cantiere relativo al progetto
Figura 3 - Esempio reale di cantiere relativo al progetto della linea vita (@G. Fusarelli - V. Seggiaro)

  

Presenta una copertura di forma rettangolare, a due falde, parzialmente calpestabile, costituita da due piani inclinati aventi un'inclinazione pari a circa 23°.

La struttura portante è costituita da portali metallici costituiti da profilati di tipo HEA220 posti a sostegno del colmo in legno lamellare di dimensioni 16x40 cm. L'orditura principale è anch'essa in legno lamellare di dimensioni 12x28 cm posti ad interasse 80 cm e, al di sopra dell'orditura principale, è disposto un tavolato di spessore 3 cm. Il manto di copertura discontinuo è caratterizzato invece da tegole. La quota di gronda è posta a 15.60 metri.

..continua la lettura nel PDF.

Immagini

@G. Fusarelli - V. Seggiaro

Esempio reale di cantiere relativo al progetto della linea vita.

@G. Fusarelli - V. Seggiaro

Figura 5 - Esempio reale di cantiere relativo al progetto della linea vita.

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