Energie Rinnovabili
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Decarbonizzazione, nel 2024 il 42% dell'energia prodotta con le rinnovabili. Serve però una riforma del mercato

Nel 2024 le fonti rinnovabili hanno coperto il 42% del fabbisogno elettrico nazionale, con l’obiettivo di arrivare al 65% entro il 2030. Al convegno di Milano, promosso da Anie Rinnovabili, si è discusso di scenari futuri, prezzi dell’energia e riforme per un sistema più sostenibile.

Rinnovabili in crescita: entro il 2030 si punta al 65%

Accelerare la transizione energetica, rendere più sostenibile il costo dell’energia per famiglie e imprese, rafforzare la competitività industriale e garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale. Sono state queste le sfide chiave al centro del convegno “Le fonti rinnovabili ed i prezzi dell’energia elettrica: analisi, dinamiche, scenari prospettici”, svoltosi ieri a Milano.

L’evento, promosso con il supporto di Anie Rinnovabili, riunisce esperti del settore, rappresentanti istituzionali e stakeholder dell’energia per un confronto strategico sul futuro del mercato elettrico italiano.

Il punto di partenza del dibattito è stata un’analisi approfondita dei dati del Mercato del Giorno Prima (MGD), con l’obiettivo di delineare scenari futuri legati alla crescente penetrazione delle fonti rinnovabili (FER) e al loro coordinamento con i sistemi di accumulo. Il tema non è solo tecnico, ma profondamente economico e politico: come sottolineato dal Presidente di Confindustria Emanuele Orsini nel suo recente intervento a Bologna, la riduzione strutturale del costo dell’energia rappresenta una priorità nazionale. 

Nel 2024 le fonti rinnovabili hanno coperto il 42% del fabbisogno elettrico nazionale. Secondo le proiezioni, questa quota potrebbe salire al 65% entro il 2030. Un risultato possibile grazie anche a strumenti di supporto come i Contratti per differenza a due vie, previsti dal DM FER 1, dai nuovi decreti FER X e dal meccanismo Energy Release. Questi strumenti non solo incentivano gli investimenti, ma offrono anche un ritorno alla collettività in presenza di prezzi elevati dell’energia.

Uno dei nodi centrali del convegno ha riguardato il meccanismo di formazione del prezzo dell’energia. Attualmente, il prezzo sul mercato all’ingrosso (PUN) è fortemente influenzato dal costo del gas, poiché il sistema è basato sul prezzo marginale: il prezzo dell’elettricità viene determinato dall’impianto più costoso necessario a soddisfare la domanda, spesso una centrale a gas. Tuttavia, quando la produzione da rinnovabili aumenta – in particolare nelle ore centrali della giornata – il PUN scende, dimostrando il potenziale delle FER nel contenere i costi.

Un recente studio dell’Agenzia europea per la cooperazione dei regolatori dell'energia (ACER) conferma questa dinamica: in Germania, dove le rinnovabili coprono il 60% del fabbisogno elettrico, si è già verificato un effetto di disaccoppiamento (decoupling) tra il prezzo del gas e quello dell’energia su base giornaliera.

   

Prezzi in discesa, ma serve una riforma del mercato

Nei primi mesi del 2025, il PUN italiano si è attestato su valori intorno ai 121 €/MWh, mentre la produzione da fotovoltaico ed eolico si colloca tra i 55 e gli 80 €/MWh. Questa forbice evidenzia una distorsione di mercato che penalizza le rinnovabili, ostacolando la piena valorizzazione dei loro vantaggi.

Da qui nasce la necessità di riformare il sistema di formazione dei prezzi, superando l’indicizzazione al PUN e promuovendo un modello più equo e coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione. Tra i temi sul tavolo, anche lo sblocco dei circa 150 GW di impianti rinnovabili attualmente fermi per motivi burocratici e una revisione profonda del mercato all’ingrosso.

   

Un’opportunità per l’Italia

La sicurezza energetica in Italia è strettamente legata alla disponibilità e al costo della materia prima”, ha affermato Andrea Cristini, Presidente di Anie Rinnovabili. “Come associazione, abbiamo voluto fornire un’analisi per evidenziare i meccanismi del mercato elettrico e il ruolo che ciascuna fonte gioca nella definizione dei prezzi. Riteniamo che l’Italia abbia oggi tutte le condizioni per guidare una riforma del mercato elettrico, capace di garantire approvvigionamenti più sicuri e una riduzione strutturale del costo dell’energia per cittadini e imprese”.

In un contesto globale segnato dalla transizione energetica e dalla crescente instabilità geopolitica, l’efficienza del mercato elettrico non è solo una questione tecnica: è una leva strategica per il futuro economico e ambientale del Paese.

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