I rivestimenti in resina per pavimentazioni industriali per la logistica

Pavimenti industriali per la logistica: resina sì o resina no?

Giovanni Saba, Vicepresidente CONPAVIPER ha avviato l’approfondimento con una dichiarazione molto netta: «in genere, nelle pavimentazioni industriali destinate alla logistica la resina non è utilizzata.»

Andrea Invernizzi ha poi spiegato il perché di questa scelta. Nella logistica le pavimentazioni hanno superficie molto ampie, superiori spesso ai 20.000 metri quadri. I costi di un rivestimento in resina, quindi, a meno di specifiche esigenze, non sono compatibili con quanto previsto nelle commesse di realizzazione di questi pavimenti.

Certo è, e ne hanno convenuto tutti i relatori, che il punto debole da gestire è quello dei giunti, perché la rottura di questi punti di discontinuità porta poi a delle conseguenze sulla produttività e sullo stato di manutenzione delle macchine di spostamento (in genere muletti). Spesso, per questo motivo si realizzano pavimentazioni joint-less con uso di fibre o attraverso la post-tensione.

Nel corso della conversazione si è quindi affrontato con maggiore attenzione il tema della levigazione e dei pavimenti lucidati trattati con silicati, dell’uso di spolveri speciali dure, come il corindone, delle situazioni in cui è necessario evitare la produzione di polvere o il raggiungimento di caratteristiche antistatiche, e in alcuni casi, particolari capacità di pulibilità.

Una conversazione quindi molto interessante, in cui è emersa anche l’uso dei sistemi resinosi, in particolare nelle aree di stoccaggio, o di carico/scarico. E così si è evidenziato quali siano i sistemi resinosi più adatti da utilizzare, anche in considerazione dell’esigenza di limitare i tempi di manutenzione straordinaria.

E grazie alla presenza di Gerardo Luongo è stato possibile entrare nel merito anche delle attività operative, a cominciare dalla preparazione e dalla rettifica dei pavimenti.

Ed è emerso che i sistemi al momento per riuscire a fare un pavimento VNE non ce ne sono tanti e «quindi è un po' complicato perché comunque ci sono delle normative da rispettare, normative danno dei delle tolleranze». Per Luongo è importante l’anamnesi, ovvero l’analisi iniziale della situazione, quali le prestazioni e caratteristiche da raggiungere. E oggi ci sono dei macchinari che permettono di fare il lavoro in funzione della normativa e delle prestazioni che si vogliono raggiungere. Caratteristiche e prestazioni che poi vanno verificate nel tempo.

Sulla vita utile programmata delle pavimentazioni

Su sollecitazione di Giovanni Saba si è parlato anche di vita utile programmata, in particolare delle corsie, e di quali operazioni occorre fare per allungare questa vita utile. Anche in questo caso il contributo di Luongo è stato utile per entrare nel merito delle lavorazioni, dove la rettifica non è sufficiente.

Giovanna Saba ha voluto affrontare anche il tema di cosa fare quando in una logistica cambia la disposizione delle scaffalature, e si ritene necessario fare un lifting della pavimentazione. In questo caso la scelta dell’intervento - ovvero se usare interventi di rettifica poco invasivi o drastici - nasce da un’analisi iniziale e quali prestazioni si vogliono ottenere.

Questo, e molto altro, all’interno della registrazione video. L’interessante conversazione è visibile nel video che segue.