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La nuova versione del Protocollo ITACA - PdR UNI 13:2023

Analisi della nuova PdR UNI 13:2023, la prassi di riferimento per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici residenziali e non residenziali.

Il Protocollo ITACA, che fin dal 2015 è una Prassi di Riferimento UNI, la PDR UNI 13, con questa nuova versione vuole sempre più porsi come riferimento per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici.

Nella nuova versione pubblicata da UNI numerosi sono i cambiamenti che sono stati ispirati, oltre che dall’introduzione del DM 23 giugno 2022 “CAM Edilizia”, anche dalle più recenti novità normative a livello europeo quali il sistema di indicatori Level(s) e la Tassonomia Europea.

I principali cambiamenti hanno riguardato la maggior parte degli aspetti che fanno parte del Protocollo: dal calcolo della valutazione finale, all’introduzione di una nuova area di valutazione sull’adattamento ai cambiamenti climatici fino alle modifiche sui singoli criteri.


Introduzione: origine del Protocollo ITACA e le motivazioni dell’aggiornamento

Il tema della certificazione di sostenibilità ambientale degli edifici sta acquisendo a livello internazionale un’importanza sempre più crescente.

In Italia ITACA (Istituto per la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale) è uno dei principali promotori delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale in edilizia.

In questo campo le direttrici lungo le quali si è sviluppata l’attività di ITACA negli ultimi venti anni possono essere riassunte nello sviluppo di strumenti di valutazione (i protocolli di valutazione a scala di edificio e a scala urbana), nella crescita culturale e professionale degli addetti ai lavori (l’attività di formazione) e nella promozione e sviluppo tramite accordi con altri soggetti che hanno come propria mission la sostenibilità ambientale in edilizia.

Il Protocollo ITACA, sviluppato da un apposito tavolo tecnico a partire dal 2004 sulla base del modello di valutazione internazionale SBTool e dedicato alla certificazione di sostenibilità degli edifici, nel tempo è diventato una Prassi di Riferimento UNI, la UNI PDR 13.

Il Protocollo rappresenta lo strumento per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici della Conferenza delle Regioni ed essendo applicato a livello nazionale in numerose regioni e data la sua origine pubblica da sempre pone grande attenzione alle normative vigenti: uno dei suoi punti di forza è sempre stato la corrispondenza fra i livelli minimi di prestazione per specifici aspetti e i limiti imposti dalle varie normative di settore.

Inoltre, fin dalla versione 2017 il Decreto “CAM edilizia” ha fatto costante riferimento ai rating systems, tra i quali veniva espressamente citato il Protocollo ITACA, sottolineandone l’importanza e la possibilità di avvalersene per verificare la corrispondenza delle richieste della stazione appaltante.

I CAM, Criteri Ambientali Minimi, sono indicazioni volte a indirizzare gli enti pubblici verso una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti e sottolineano l’importanza di integrare dei criteri ambientali nelle diverse fasi delle procedure di gara.

Il fine è quello di qualificare dal punto di vista della riduzione dell’impatto ambientale sia le forniture sia gli affidamenti lungo l’intero ciclo di vita del servizio/prodotto. L’approccio adottato è quello degli Acquisti Verdi o GPP (Green Public Procurement) per cui le amministrazioni pubbliche utilizzano dei criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisizione del servizio o del prodotto ed in questo modo incoraggiano la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale.

Per ITACA, data la sua natura di ente pubblico il cui interesse principale è legato agli appalti pubblici, i CAM rappresentano un tema estremamente importante e perciò, anche alla luce delle precedenti considerazioni, si può comprendere come l’introduzione del DM 23 giugno 2022, che rappresenta la più recente versione dei “CAM Edilizia”, abbia fornito un motivo più che valido per un aggiornamento del Protocollo.

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Le novità della PdR UNI 13:2023

Il Protocollo è uno strumento di valutazione multicriteria del livello di sostenibilità energetica e ambientale degli edifici che permette di verificare le prestazioni di un edificio in riferimento non solo ai consumi energetici e idrici, alla qualità dei materiali che nella loro produzione comportino bassi consumi energetici e nello stesso tempo assicurino un elevato comfort, ma prendendo anche in considerazione il suo impatto sull’ambiente e sulla salute dell’uomo.

Tale analisi deve non solo tenere conto delle normative nazionali vigenti, di cui si è parlato nel capitolo precedente, ma anche tener conto delle novità normative a livello europeo (quali ad esempio gli indicatori ambientali proposti nell’ambito dell’iniziativa Level(s) e della Tassonomia europea) e delle nuove tendenze nella pratica corrente legata a innovazioni tecniche che sono introdotte fra una versione e l’altra del Protocollo.

La presa d’atto di tutti gli aspetti citati ha portato alla modifica di alcuni criteri ed alla eliminazione di altri; entrambi i capitoli in cui la Prassi 13 è divisa (Parte 1 per edifici residenziali e Parte 2 per edifici non residenziali) includono alcuni criteri specifici per le varie tipologie di edifici trattate.

Infine, per mantenere una forte connessione con lo strumento internazionale che rappresenta l’origine del Protocollo ITACA, SBTool, le codifiche di alcuni criteri sono state modificate per renderle maggiormente corrispondenti a quelle di SBTool.

Tralasciando le modifiche di piccola entità le principali variazioni hanno riguardato i seguenti punti:

  1. La modifica dell’equazione finale per il calcolo del punteggio finale;
  2.  L’introduzione dell’area di valutazione H, Adattamento ai cambiamenti climatici, e di due categorie afferenti alla medesima area;
  3. La modifica dell’equazione per il calcolo della valutazione della qualità dell’edificio che tiene conto della nuova area di valutazione e di altre modifiche nel numero dei criteri delle altre aree di valutazione;
  4. La ridenominazione e lo spostamento di alcune aree, categorie e criteri che tengono conto delle codifiche dell’edizione più recente di SBTool;
  5. L’introduzione del criterio B.3.7, Adattabilità per usi futuri, per i soli edifici per uffici che tiene conto delle indicazioni del set di indicatori europei Level(s);
  6. L’eliminazione dei criteri B.4.1, C.3.2, C.4.1, D.3.1 e D.3.3 presenti nella PDR 13/19;
  7. L’unione dei criteri D.2.1 e D.2.2 contenuti nella PDR 13/19 nel criterio D.1.8 della PDR 13/23;
  8. L’unione dei criteri E.6.5 e E.6.6 contenuti nella PDR 13/19 nel criterio E.2.1 della PDR 13/23;
  9. Aggiornamenti e modifiche di minore entità ad altri criteri.


Per meglio comprendere i cambiamenti riassunti nei punti 1. e 3. della lista precedente va ricordato che l’analisi dell’edificio avviene tramite l’esame dei vari aspetti ambientali che lo caratterizzano e che sono sintetizzati in altrettanti criteri.

Gruppi di criteri sono poi riuniti in categorie ed aree di valutazione, ciascuna valutata secondo un diverso peso. I risultati raggiunti nei singoli criteri, mediati dal differente peso reciproco di categorie ed aree, sono poi riuniti in un punteggio finale che rappresenta il grado di sostenibilità ambientale raggiunto. Le modifiche introdotte hanno riguardato le equazioni intermedie e finale di calcolo della valutazione complessiva.

La modifica descritta nel punto 2. concerne l’introduzione di una nuova area di valutazione relativa all’adattamento ai cambiamenti climatici che rappresentano sempre più un tema di attualità. In tale area sono stati inseriti due criteri che valutano la permeabilità delle superfici esterne e l’albedo delle superfici e quindi la capacità di resilienza nei confronti di eventi atmosferici estremi e di ondate di calore.

Il punto 4. ha visto una rivisitazione dei nomi e delle codifiche di categorie e criteri per una maggior corrispondenza col modello base SBTool.

La tabella che segue fornisce una panoramica di tutti i cambiamenti di codifica effettuati fra la PDR 13/19 e la PDR 13/23.

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