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Pompe di calore: nuova call per partecipare al piano d'azione UE per incentivarne la diffusione

La Commissione Europea ha attivato una consultazione pubblica per definire il nuovo piano d'azione per accelerare la diffusione delle pompe di calore all'interno del mercato europeo. Presentare dei contributi è possibile entro il 26 maggio 2023.

Pompe di calore: piano d'azione per la diffusione nel mercato europeo

Nuova consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea per coinvolgere sul piano d'azione per la distribuzione delle pompe di calore.

“L'uso di pompe di calore efficienti negli edifici, nell'industria e nelle reti termiche locali è fondamentale per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e conseguire gli obiettivi del Green Deal e di REPowerEU”, sottolinea la Commissione Ue.

4 i filoni d'intervento

Per intervenire in questo senso all'accelerazione nel mercato delle pompe di calore sono previsti quattro filoni d'intervento:

  • partnership tra la Commissione, i paesi dell'UE e il settore industriale (compresa la ricerca e innovazione)
  • legislazione (progettazione ecocompatibile, etichettatura energetica)
  • comunicazione a tutti i gruppi d'interesse e un'alleanza sulle competenze per la diffusione delle pompe di calore
  • finanziamenti accessibili.

I commenti per la consulta possono essere inviati entro il 26 maggio 2023 (mezzanotte ora di Bruxelles).

Cause dei rallentamenti

Diverse possono essere le cause dei rallentamenti della diffusione delle pompe di calore sui lati offerta/domanda come:

  1. ostacoli strutturali – le infrastrutture e i sistemi di riscaldamento attuali, gli elevati costi iniziali delle pompe di calore, una capacità insufficiente della rete elettrica e la scarsa compatibilità tecnica degli edifici con il riscaldamento a bassa temperatura;
  2. ostacoli informativi lacune informative sulle soluzioni offerte dalle pompe di calore e sui lavori necessari per installarle e una scarsa consapevolezza e accettazione da parte dei clienti e degli installatori;
  3. fallimenti del mercato – modelli commerciali non ancora pronti o sottosviluppati nel settore del riscaldamento, la divergenza di interessi, lo squilibrio tra le esigenze di finanziamento dei progetti di ristrutturazione e i prodotti tipicamente offerti dagli istituti finanziari, la mancanza di prodotti finanziari attraenti, il ricorso limitato a meccanismi che mobilitano capitali pubblici per attrarre investimenti privati e la diffusione limitata dell'efficienza energetica e di alcune tecnologie rinnovabili e intelligenti;
  4. un contesto normativo e politico non sufficientemente propizio in termini di norme tecniche ed etichette dei prodotti, procedure di autorizzazione, regolamenti edilizi nazionali, teleriscaldamento e pianificazione centralizzati, tassazione energetica favorevole e possibilità di gestione della domanda;
  5. limiti dell'industria e della catena del valore che non consentono ancora all'industria dell'UE di sfruttare appieno le necessarie risorse industriali e finanziarie e di aumentare la capacità produttiva fino a livelli di produzione di massa; 
  6. carenze di competenze lungo la catena del valore e una crescente mancanza di consulenti e installatori qualificati.

PER ACCEDERE ALLA CONSULTAZIONE PUBBLICA

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