Tra riqualificazione urbana e ingegneria avanzata: ecco il nuovo quartiere Raaksproject di Harlem (Paesi Bassi)
Il Raaksproject di Haarlem ha previsto la realizzazione di due parcheggi interrati con oltre 1.200 posti auto, impiegando palancole AZ 36-700 per garantire tenuta stagna e stabilità. Complesse soluzioni geotecniche e strutturali hanno permesso la costruzione in presenza di falda acquifera superficiale.
A soli 20 chilometri a ovest di Amsterdam, la città di Haarlem ha affrontato una delle sfide più sentite nei centri urbani moderni: la carenza di parcheggi. Per rispondere a questa esigenza, già nel 1998 l’amministrazione comunale decise di riqualificare due ettari all’interno del tessuto cittadino. Da questa visione nacque il “Raaksproject”, avviato ufficialmente nel 2004 in collaborazione con la società immobiliare Bouwfonds MAB Ontwikkeling.
Il progetto ha dato vita a un nuovo quartiere residenziale e commerciale, comprendente 220 appartamenti e circa 20.000 metri quadrati di spazi commerciali. Ma uno degli aspetti più significativi dell’intervento è stato lo sviluppo di infrastrutture per la sosta: due grandi parcheggi sotterranei, simbolo di una complessa opera di ingegneria e pianificazione urbana.
Due parcheggi, un solo grande obiettivo
Il primo intervento è stato il parcheggio P2, con 200 posti su due livelli, avviato nel settembre 2006. Realizzato con muri di contenimento in palancole d’acciaio AZ 36, è stato temporaneamente aperto al pubblico durante la fase iniziale del progetto. A pochi mesi di distanza, nel gennaio 2007, ha preso il via la costruzione del più ambizioso parcheggio P1, con tre piani sotterranei e una capacità di 1.000 veicoli. P1 è stato diviso in due settori (P1A e P1B), completati nel 2009.

I muri di contenimento sono stati realizzati con palancole in acciaio saldate in coppie
Cuore tecnologico del progetto sono stati i muri di contenimento, interamente realizzati con palancole in acciaio AZ 36-700, saldate in coppie per garantire stabilità e impermeabilità. In totale sono state utilizzate 1.920 tonnellate di palancole, con lunghezze comprese tra i 19,5 e i 23,5 metri, trasportate in cantiere via camion.
Le condizioni geotecniche del sito — terreno sabbioso con falda acquifera quasi in superficie — hanno richiesto soluzioni complesse. I muri di contenimento dovevano resistere non solo alla pressione del terreno, ma anche a quella dell’acqua lungo quasi tutta la loro altezza. Per questo, il progetto ha previsto un doppio ordine di tiranti inclinati, posizionati rispettivamente a -1,10 m e -4,15 m, con un abbassamento temporaneo della falda fino a -5,30 m durante la fase di scavo.
Un’ulteriore soluzione ingegneristica di rilievo è stato il getto di una soletta di calcestruzzo subacqueo da 1.500 mm, realizzata su uno strato di ghiaia di 250 mm, per contrastare la spinta idraulica verso l’alto. Solo una volta consolidata questa base, l’acqua è stata pompata fuori dallo scavo.

L’installazione delle palancole ha previsto due diverse tecniche: la pressatura idraulica per gruppi di quattro palancole AZ 36, e l’infissione tramite martello vibrante ad alta frequenza per le altre. L’intero processo è stato monitorato da un sistema di rilevamento dell’incastro, capace di segnalare disinnesti tramite un’unità di controllo in superficie.
Particolare attenzione è stata data alla tenuta stagna: dopo il drenaggio dell’acqua, gli interblocchi delle palancole sono stati saldati, garantendo un contenimento impermeabile anche in condizioni difficili. A completare la struttura, una soletta in cemento armato da 700 mm è stata realizzata sopra uno strato drenante, collegata alle palancole tramite perni saldati, in grado di trasmettere le forze di taglio.
Per sostenere il peso del traffico e degli edifici sovrastanti, è stato adottato un sistema di fondazione indipendente, che scarica i carichi verticali senza gravare sulla soletta. Il solaio del piano terra, posto alla quota di +1,00 m, coincide con la testa delle palancole. La parte finale della struttura include anche solette prefabbricate in cemento armato e strati aggiuntivi di calcestruzzo gettati in opera, per ottenere un impalcato continuo di 300 mm.
Il Raaksproject è oggi un modello esemplare di rigenerazione urbana, dove esigenze abitative, commerciali e infrastrutturali sono state armonizzate in un’area storica della città. Oltre alla qualità architettonica e funzionale degli spazi realizzati, il progetto si distingue per l’uso avanzato di tecniche geotecniche e strutturali, che hanno consentito la costruzione in un contesto complesso come quello del sottosuolo olandese.
Un’opera che, con oltre un decennio alle spalle, continua a dimostrare come la sinergia tra amministrazione pubblica, progettisti e imprese possa trasformare un problema in un’opportunità di crescita urbana.
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