"Affidabilità" nelle costruzioni: spunti di riflessione circa l’approccio probabilistico alla sicurezza
L'approccio probabilistico alla sicurezza, secondo le riflessioni dell'Ing. Lucchese, propone di sostituire il concetto di "sicurezza assoluta" con quello di "affidabilità", riconoscendo l'impossibilità del rischio zero. La proposta è parte di un nuovo testo unico sulle costruzioni, che mira a introdurre norme tecniche basate su criteri probabilistici per garantire un livello di rischio socialmente accettabile.
Spunti di riflessione di Ing. Lucchese circa l’approccio probabilistico alla sicurezza nelle costruzioni
Queste mie riflessioni sul tema, che vorrei condividere con gli attenti lettori di Ingenio, nascono dalla lettura del testo rielaborato dell’intervento tenuto dall’ottimo prof. Antonio Borri – che ho avuto il piacere di incontrare in più di un’occasione – nel gennaio 2024 presso l’Accademia delle Scienze di Bologna, in occasione del Convegno “Prevenzione antisismica del costruito”, e pubblicato su Ingenio dell’11 giugno scorso.
Nell’interessante intervento del prof. Borri, nel quale viene approfondito il tema “sicurezza e conservazione”, c’è un passaggio sul quale mi sono particolarmente soffermato:
"A questo riguardo, però, la Giustizia ha ben poche incertezze: se si leggono le sentenze passate in giudicato, ci si accorge che per la giustizia conta sempre e prima di ogni altra cosa, la sicurezza.
Non conta se mancano i soldi per fare l'intervento, non conta se il bene è un bene tutelato e quindi non si possono fare interventi efficaci. Se una costruzione non è sicura non deve essere usata, né va fatta usare. Se si fa utilizzare significa che si ritiene sicura, ma se poi crolla allora vuol dire che non era sicura, e quindi qualcuno ha sbagliato …”
Quanto sottolineato dal prof. Borri, che si condivide pienamente, ci riporta a un tema che io ritengo estremamente importante e per taluni versi drammatico per la nostra attività professionale: nel sentire comune, se c’è sicurezza vuol dire che non c’è rischio, se c’è rischio vuol dire che non c’è sicurezza; e sappiamo tutti che in particolare per la Giustizia questo sentire comune assume il livello di certezza. Da qui tante dolorose e talvolta singolari sentenze che hanno condannato nostri colleghi perché non hanno saputo “garantire la sicurezza”.
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Per tentare di superare questo stato di cose, occorre a mio avviso intraprendere una vera e propria rivoluzione di pensiero, e insistere per orientare leggi e norme verso un “approccio probabilistico alla sicurezza”.
D’altra parte, se ci riflettiamo, tutto il nostro operato di ingegneri, in particolare se strutturisti, è guidato da scelte probabilistiche.
Solo per citare alcuni aspetti:
- La resistenza che assumiamo nel calcolo, per gran parte dei materiali da costruzione, naturali o frutto di un processo produttivo, non è un numero certo, ma una scelta probabilistica; la resistenza caratteristica del calcestruzzo è un frattile 5%, abbastanza cautelativo se vogliamo, ma comunque una probabilità accettata;
- Le azioni assunte nei calcoli, a parte i carichi permanenti, sono il frutto di modelli ed analisi probabilistiche;
- Per le azioni sismiche, ai fini delle verifiche agli SLV, abbiamo scelto una probabilità di accadimento del 10%;
- Gran parte delle formule che adottiamo nei calcoli e nelle verifiche degli elementi strutturali sono frutto spesso di approssimazione a modelli che simulano il comportamento reale; altrettanto approssimati sono spesso i modelli agli elementi finiti, ormai diffusamente adoperati;
- Alle “approssimazioni” che precedono si aggiungono tutti i possibili errori costruttivi.
C’è da chiedersi dunque che senso ha, in questo contesto, parlare di “sicurezza” intesa, sempre nel sentire comune, come “assenza di rischio”.
Vorrei quindi portare all’attenzione dei lettori di Ingenio, un tentativo - che definirei coraggioso, passatemi il termine – di capovolgere l’attuale concetto di sicurezza; faccio riferimento alla proposta di un nuovo testo unico sulle costruzioni, definito “Disciplina delle costruzioni”, testo messo a punto da un Tavolo tecnico, che ho avuto l’onore di coordinare, sul quale non mi soffermo oltre in quanto se ne è già parlato in diversi articoli di Ingenio.
Proprio sull’argomento in questione vorrei invece portare alla vostra attenzione la bozza dell’articolo 66, commi 1 e 2 del nuovo testo unico proposto:
Art. 66
Norme tecniche per le costruzioni
1. Ai fini delle disposizioni di cui al presente Titolo si intendono per “costruzioni” tutte le opere sia pubbliche che private di natura edilizia, infrastrutturale e impiantistica, ivi comprese le opere geotecniche e le opere di protezione ambientale, caratterizzate dalla presenza di una struttura portante o comunque di dispositivi tecnici atti a garantire resistenza meccanica e stabilità, robustezza e durabilità, il cui fallimento costituisca un pericolo per l’incolumità delle persone, la disponibilità di beni e servizi, nonché la salvaguardia dell’ambiente. Tali opere devono essere progettate e realizzate in osservanza di apposite Norme tecniche per le costruzioni (di seguito “Norme tecniche”), fissate con decreti del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministro dell’Interno ed il Dipartimento per la Protezione Civile, su proposta del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, sentita la Conferenza Stato-Regioni.
2. Le Norme tecniche sono finalizzate a definire, con criteri probabilistici, il livello minimo di affidabilità di una costruzione in relazione ad un determinato livello di rischio, che rappresenta la soglia da ritenersi socialmente accettabile sulla base delle conseguenze del danno, o del collasso, sulle persone e sui beni. In tal senso è consapevolmente esclusa la possibilità di un cosiddetto “rischio zero”.
Come si vede, il termine sicurezza è sostituito dal termine “affidabilità” delle costruzioni, termine chiaramente coerente con l’approccio probabilistico di cui si è detto.
La proposta di legge “Disciplina delle costruzioni”, composta da 142 articoli, è stata ultimata dal Tavolo tecnico e consegnata alla politica alla fine del 2021, ma non ha ancora visto la luce; si auspica quindi che il Governo o il Parlamento portino avanti l’iter approvativo della proposta, previo ovviamente un opportuno aggiornamento.
Concludo quindi questo spunto di riflessione, che spero stimoli la discussione ed il confronto fra i colleghi su un tema così importante.
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