Architettura climatica bio-integrata: la sfida del Belgio alla Biennale di Architettura 2025
Come si evolverà l'architettura con l'influenza dell'intelligenza delle piante? Alla Biennale Architettura 2025, il Belgio presenta Building Biospheres, un prototipo immersivo che integra l’intelligenza vegetale nella progettazione climatica degli edifici. Bas Smets e Stefano Mancuso immaginano un’architettura bio-integrata e dinamica.
Architettura e intelligenza vegetale: nasce Building Biospheres
Alla 19ª Biennale Architettura di Venezia (10 maggio – 23 novembre 2025), il padiglione belga si trasforma in un laboratorio sperimentale che ridefinisce il rapporto tra architettura e natura. Curato dall’architetto paesaggista Bas Smets in collaborazione con il neurobiologo Stefano Mancuso, Building Biospheres esplora come l’intelligenza delle piante possa essere impiegata per generare e regolare il microclima interno degli edifici.

Il progetto, promosso dal governo fiammingo e dal Flanders Architecture Institute (VAi), si inserisce nella cornice tematica "Plant Intelligence", aprendo scenari inediti per la progettazione sostenibile.
PADIGLIONE DEL BELGIO
Building Biospheres
Commissario: Flanders Architecture Institute;
Curatori: Bas Smets, Stefano Mancuso;
Espositori: Bureau Bas Smets (Bas Smets, Eva De Meersman, Luka Cockx, Erik De Waele), University of Ghent (Kathy Steppe), Plant AnalytiX (Dirk De Pauw), Elmēs, Maud Gerard Goossens, Henri Uijtterhaegen, Panta, Lisa Mandelartz and Steven Schenk with Lisa De Visscher, Petrus Kemme
Sede: Giardini
Il prototipo climatico: piante come agenti climatici attivi
Il cuore della mostra è un prototipo architettonico funzionante, installato all’interno del padiglione belga, che per sei mesi sperimenterà una nuova simbiosi tra pianta, spazio costruito e abitante.
Le piante selezionate – tipiche delle zone subtropicali – vengono monitorate in tempo reale: il loro comportamento biologico attiva automaticamente sistemi di irrigazione, illuminazione e ventilazione.
Perché piante subtropicali? Perché il clima subtropicale è quello che gli esseri umani percepiscono come più piacevole, spiega Bas Smets in un video.

«Il prototipo di Venezia ci permette di testare la possibilità per le piante di produrre e controllare attivamente il clima interno di un edificio. Questo ci fa sperare in un'architettura come microclima in cui piante e esseri umani possano vivere insieme», afferma Bas Smets, ideatore e curatore del progetto.
Dalla protezione al dialogo: l'evoluzione della climatizzazione
Nel tempo, l’architettura ha costruito rifugi sempre più sofisticati per difendere l’essere umano dalle condizioni atmosferiche esterne. Ma questa separazione tra interno ed esterno ha prodotto ambienti chiusi, energivori, spesso distaccati dai ritmi naturali. Building Biospheres propone una svolta: edifici che non riproducono il clima, ma lo coltivano, insieme alle piante.
«Per troppo tempo, il paesaggio è servito da sfondo per l'architettura. Se vogliamo costruire un futuro che sia veramente sostenibile, l'intelligenza naturale deve diventare l'agente principale, plasmando il modo in cui viviamo insieme», dichiara Dennis Pohl, direttore del Flanders Architecture Institute e commissario del padiglione.

Un padiglione vivente per progettare con la biosfera
Building Biospheres non è solo una mostra, ma un dispositivo architettonico vivo, in cui l’interazione tra piante, tecnologie e utenti suggerisce nuove possibilità progettuali.
Il padiglione belga si propone così come un modello replicabile, dove l'intelligenza vegetale non è ornamento ma infrastruttura. Un modello olistico e rigenerativo che cerca di riunire architettura, natura e clima in un unico sistema, andando oltre la sostenibilità “tecnica” per abbracciare una visione ecologica e sistemica dell’ambiente costruito.
L’iniziativa, realizzata da Bureau Bas Smets con il supporto del VAi e della Comunità francese del Belgio, conferma la Biennale come piattaforma di ricerca avanzata sull’architettura bio-integrata.
Il Padiglione del Belgio come laboratorio vivente
Storicamente il più antico tra i padiglioni nazionali dei Giardini della Biennale (costruito nel 1907), il padiglione belga si trasforma in un vero e proprio laboratorio architettonico attivo. L’installazione principale, composta da oltre 200 piante, occupa la sala centrale illuminata naturalmente dal grande lucernario, dove prende forma il prototipo di Building Biospheres.
Le sale anteriori offrono un inquadramento storico e teorico del progetto, illustrando l’evoluzione del rapporto tra architettura e natura.
La sala posteriore è dedicata alla visualizzazione dei dati in tempo reale, raccolti dal sistema che monitora costantemente il comportamento delle piante e la risposta dell’ambiente costruito.
Nelle due sale laterali, espongono una nuova generazione di architetti, che attraverso installazioni e contributi progettuali riflettono sul significato e sulle implicazioni dell’intelligenza vegetale per la pratica architettonica contemporanea.
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