Come misurare la permeabilità al vapore dei sistemi murari
Approfondimento sull'importanza della permeabilità al vapore dei materiali edili, focalizzandosi sui sistemi isolanti. Dopo la descrizione dei concetti di coefficiente di resistenza al vapore (μ) e spessore equivalente di aria (Sd), l'articolo illustra un esempio pratico di errore di progettazione nei sistemi a cappotto e le conseguenti problematiche di accumulo di condensa e perdita di resistenza termica. Avverte anche sulle possibili criticità legate a intonaci di cemento e finiture poco permeabili, suggerendo la verifica preventiva dei materiali utilizzati.
Cosa è il μ e cosa è l’Sd e a cosa servono
L’introduzione massiccia sul mercato di sistemi isolanti dovuti alla spinta dei Superbonus, installati nella maggior parte dei casi senza svolgere alcuna verifica preventiva sullo smaltimento del vapore che, passando attraverso le murature, fuoriesce all’esterno, richiede un approfondimento del tema e della tecnica di verifica.
Spesso si applicano materiali, sia nella manutenzione ordinaria sia nell’isolamento termico, senza alcuna analisi della natura del muro su cui si opera e di eventuali patologie presenti dimenticando, purtroppo, qualunque intervento “curativo” di eventuali patologie preesistenti.
Ricordiamo che le norme UNI 11715 e 11716 del 2018 impongono la soluzione delle patologie preesistenti prima di applicare un sistema ETICS alle murature.
Come procedere ad una diagnostica accurata e alle possibili soluzioni sarà oggetto di altra comunicazione.
La resistenza al passaggio del vapore opposta dai materiali
Ogni materiale ha una propria capacità intrinseca ad opporre resistenza al passaggio del vapore. Questa resistenza prende il nome di μ.
Il μ è un numero puro e deriva dalla seguente formula:
L'aria, per definizione, ha sempre un μ pari a 1. E’ importante che la misura sia fatta, per l’aria e per il materiale da certificare, nelle stesse condizioni ambientali. Infatti l’aria calda o fredda, secca o umida, ha diversa capacità di opporre resistenza al passaggio del vapore.
Quindi ogni misura si rapporta sempre all’elemento aria. Esempio se un materiale ha un μ pari a 100 vuol dire che oppone 100 volte maggior resistenza al passaggio del vapore rispetto all’aria (nelle stesse identiche condizioni termoigrometriche).
Ogni materiale edile ha un proprio μ. Anche le stesse guaine bituminose impermeabili, in realtà, hanno una loro, seppur minima, capacità di far passare vapore; nel loro caso si parla di μ di alcuni milioni.
Vediamo la capacità di resistere al passaggio del vapore d'acqua di alcuni materiali e manufatti (i valori riportati sono le media di centinaia di test eseguite anni fa dall’Istituto Giordano di Bellaria).
Il passaggio del vapore attraverso un manufatto (sistema murario) non dipende però solamente dal μ del materiale ma anche dal suo spessore che il vapore deve attraversare.
È ovvio che più è grande lo spessore e più tempo ci mette a passare il vapore d'acqua.
Questa moltiplicazione μ x S (dove lo spessore del materiale è espresso in metri) porta ad un valore internazionalmente conosciuto come Sd (spessore equivalente di aria).
Sd = μ x s (in metri)
Per esempio, come abbiamo visto nella tabella precedente, un intonaco di calce ha mediamente un μ pari a 10; moltiplicando 10 per lo spessore dell’intonaco di 0,02 m (2 cm), avremo un risultato Sd pari a 0,20 m.
Su questo intonaco potremo quindi applicare qualunque tipo di finitura, senza creare barriere al passaggio di vapore, a condizione che l’Sd di questa finitura sia uguale o inferiore a 0,20 m.
Dobbiamo confrontare quindi gli Sd dei singoli manufatti e non i μ.
La regola è che, dall’interno del muro andando verso l’esterno l’Sd dei vari manufatti deve essere sempre uguale o inferiore. Un Sd superiore diventa automaticamente una barriera al vapore.
Consultando le schede tecniche dei prodotti siamo ora in grado di progettare un sistema murario che sia perfettamente in grado di lasciar passare il vapore senza creare tensioni di vapore tra i diversi materiali.
L’errore nel progettare un sistema a cappotto
Prendiamo un esempio di produzione locale di cappotto sintetico. Nel caso che illustriamo, lo spatolato sintetico antialga, avente un Sd maggiore del rasante cementizio su cui è applicato, provocherà, nel periodo successivo all’installazione, accumuli di condense nel cappotto, con sicuri danni e patologie.
Quando questo succederà, dipende solo dalla differenza numerica dei due valori di Sd.
Se è molto alta vedremo problemi insorgere anche solo dopo pochi mesi. Se è minima occorreranno anni, ma sarà matematicamente inevitabile.
Analizziamo le schede del produttore dei singoli manufatti di questo sistema isolante:
1. LASTRA DI POLISTIRENE ESPANSO
Ipotizziamo un μ medio pari a 50, moltiplicato per uno spessore medio di 0,10 m ci dà un Sd = 5 m.
2. COLLA RASANTE CEMENTIZIA
Il calcolo, estremamente preciso perché ottenuto in laboratorio specializzato, ci dà un Sd = 0,011 m (μ 5 x S 0,00203 m), decisamente inferiore a quello del polistirene e quindi inserito nel sistema senza che crei problemi.
3. SPATOLATO SINTETICO ANTIALGA
Il calcolo, anche qui preciso perché ottenuto in laboratorio, ci dà un Sd = 0,036 m (μ 10 x S 0,0036 m), superiore di circa 3,5 volte a quello della colla rasante cementizia. SI E’ CREATA UNA BARRIERA AL VAPORE!
La conseguenza, inevitabile, sarà quella di accumulare condense all’interno del sistema ETICS, riducendo fino all’80% le sue resistenze termiche e rendendo vano tutto il lavoro.
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