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Gli OIR, l'ecosistema nazionale degli ambienti digitali e i contratti pubblici

Nella nota del professor Ciribini si parla dell'obbligo della gestione informativa digitale, secondo il Codice dei Contratti Pubblici, evidenziando la necessità di formalizzare i requisiti informativi, come gli OIR (Organisational Information Requirements), per garantire una gestione strategica degli investimenti pubblici. L'integrazione di infrastrutture nazionali per la condivisione dei dati diventa così cruciale per iniziative come il PNRR.

OIR e infrastrutture digitali: pilastri per la gestione degli investimenti pubblici

L’entrata in vigore della obbligatorietà della gestione informativa digitale, prevista dal Codice dei Contratti Pubblici, il D. Lgs. 36/2023, al 1° gennaio 2025, mette, tra le altre cose, in risalto la necessità di meglio formalizzare i requisiti informativi dell’organizzazione, in questo caso della stazione appaltante o dell’ente concedente, i cosiddetti OIR, ovvero Organizational Information Requirements, contemplati dalla serie normativa internazionale UNI EN ISO 19650.

La finalità principale degli OIR consiste nell'evitare che la configurazione del capitolato informativo, che rappresenta l'atto finale a evidenza pubblica di un processo articolato, costituisca una azione estemporanea, come sovente malauguratamente si verifica.

Le esperienze condotte dal Gruppo di Lavoro dell’Università degli Studi di Brescia sul tema, sia in ambito scientifico sia in ambito consulenziale, hanno condotto a formulare alcune ipotesi innovative in merito.

 

Angelo Luigi Camillo Ciribini, Università degli Studi di Brescia
Angelo Luigi Camillo Ciribini, Università degli Studi di Brescia (Ingenio)

 

In primo luogo, di là anche delle sintetiche citazioni sull’argomento contenute nella serie normativa predetta, è palese che si tratta di ragionare sui requisiti contenutistici che una amministrazione pubblica possa definire nei documenti programmatici di mandato e in quelli di maggior dettaglio e di più breve periodo.

Ciò consente di analizzare e di annotare, al fine di tradurli in forma di dati strutturati, i testi espressi in linguaggio naturale, per il tramite di metodologie tradizionali e manuali oppure grazie al ricorso a modelli linguistici di grandi dimensioni. Il che presuppone la necessità di impiegare specifiche ontologie del dominio e particolari dizionari dei dati.

A questo fine, nella fase della individuazione degli obiettivi strategici dell’amministrazione pubblica che riflettono l’impulso politico che gli organi elettivi intendono imprimere sarebbe possibile utilizzare, per il settore in questione, una ontologia dedicata e uno specifico modello dei dati, accompagnato da un dizionario dei dati.

LEGGI ANCHE: 01.01.2025: il tempo per la gestione informativa digitale è in scadenza
La scadenza del 01.01.2025 per la gestione informativa digitale richiede azioni immediate e una preparazione accurata per evitare gravi conseguenze. È cruciale promuovere una trasformazione culturale e organizzativa profonda, comprendendo le implicazioni dell'intelligenza artificiale per una transizione digitale sostenibile.

 

OntoPiA: la rete di ontologie e vocabolari controllati dalla Pubblica Amministrazione

Si ricorda, peraltro, che esista OntoPiA, la rete di ontologie e vocabolari controllati della pubblica amministrazione.
Lo scopo è quello di trasferire i contenuti della intenzione manifestata in metadati e in dati corrispondenti e di definire le relazioni che intercorrono tra le entità al riguardo.

Naturalmente, questo intento programmatico dovrebbe, poi, riflettersi nella eventuale traduzione delle volontà politiche in relazione ai bisogni o alle esigenze scaturenti dalla collettività e dalla comunità di riferimento, possibilmente localizzabili in un sistema informativo geografico e, in particolare, entro il City & Land 3D Modelling.

La validazione dei bisogni in rapporto alle intenzioni e la loro localizzazione geo-spaziale dovrebbero consentire di comprendere se essi possano essere soddisfatti attraverso investimenti pubblici di carattere immobiliare o infrastrutturale.

È qui che si salda la logica politica con quella finanziaria, tale per cui una ontologia generale del settore possa consentire di esprimere in maniera strutturata e comprensibile dagli algoritmi ciò che abitualmente è contenuto dei documenti programmatici e nei documenti inerenti ai bilanci di previsione e di consuntivazione pluriennali e annuali.

Questo passaggio evidenzia un duplice scopo: assicurare la continuità dei flussi informativi e la coerenza dei processi decisionali e, soprattutto, permettere alle diverse culture, politiche e amministrative (di per sé molto eterogenee quanto a componenti economico-finanziarie, giuridico-amministrative e tecnico-gestionali) di dialogare efficacemente entro un ecosistema digitale e un sistema informativo unitario.

Conseguentemente, la trasposizione dei documenti finanziari nel programma triennale e nell'elenco annuale degli investimenti pubblici, colle distinzioni di fasizzazione temporale tra il sopra e il sotto soglia, andrebbe, sempre entro un contesto di metadati e di dati, a collocarsi nella sfera del Portfolio e del Programme Management.

In questo modo, la digitalizzazione della amministrazione pubblica e, segnatamente, della gestione informativa digitale, si incentrerebbe sulla gestione e sulla mitigazione del rischio, esito che sta a significare il fine ultimo dell'affare.

Sotto questo profilo è, dunque, chiaro che requisiti contenutistici e requisiti informativi dell'organizzazione si porrebbero, senza soluzione di continuità, anche in relazione ai requisiti informativi per il patrimonio, gli AIR (Asset Information Requirements), e all'anagrafe patrimoniale digitale della amministrazione pubblica, una progressiva transizione verso, appunto, l'ambito del singolo investimento pubblico, del singolo Project.


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