Interazioni fra l’Allegato I.9 del D.lgs 36/2023 e l’apparato legislativo e normativo esistente e precedente
Fra le innumerevoli novità introdotte dal documento, si parla anche di BIM. In questo articolo sarà analizzato l’Allegato I.9 “Metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni” al fine di contestualizzarlo all’interno del panorama normativo e legislativo esistente e precedente.
I livelli legislativi e normativi: dove si inserisce l’Allegato I.9 del D.lgs 36/2023?
L’Allegato I.9 “Metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni” del D.lgs 36/2023 si compone di 13 articoli volti a chiarire e definire “le modalità e i termini di adozione dei metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni”. Pertanto, esso si configura come raccolta, sintesi e definizione di concetti presentati nelle legislazioni e normative precedenti.
Al fine di contestualizzare e capire le connessioni esistenti fra l’Allegato I.9 del D.lgs 36/2023 e l’apparato normativo e legislativo precedente, è bene chiarire meglio le gerarchie normative e legislative definendo le connessioni fra esse esistenti.
È utile a questo scopo ricordare la differenza fra legge e norma:
- Le leggi hanno carattere vincolante e obbligatorio,
- Le norme hanno carattere volontario e non obbligatorio.
Tale definizione di norma è riportata nel Regolamento UE 1025 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012, secondo cui: "«norma»: una specifica tecnica, adottata da un organismo di normazione riconosciuto, per applicazione ripetuta o continua, alla quale non è obbligatorio conformarsi (…)’’.
È possibile, quindi, definire dei livelli legislativi e normativi utili a stabilire le gerarchie fra essi.
A livello legislativo (vincolante e obbligatorio), quindi, si avrà:
- Direttive appalti;
- Decreti legislativi;
- Decreti ministeriali.
A livello normativo (volontario e non obbligatorio), invece, ci sono:
- Normative Internazionali;
- Normative Europee;
- Normative Nazionali.
Le leggi hanno prevalenza sulle normazioni. Le norme, quindi, sono procedurali - valgono, cioè, a livello contrattuale - a differenza delle leggi che sono obbligatorie e valgono sempre.
Calandoci nel contesto BIM, questi livelli e gerarchie sono principalmente (e non solo) identificate nelle seguenti leggi e normative:
- Direttiva Appalti 24/2014/UE.
- Decreto legislativo 36/2023 (successivo al D.lgs 50/2016).
- Decreto Ministeriale 312/2021 (successivo al D.M. 560/2017).
- ISO 19650 - Organizzazione e digitalizzazione delle informazioni relative all’edilizia e alle opere di ingegneria civile, incluso il Building Information Modelling (BIM) - Gestione informativa mediante il Building Information Modelling.
- EU 17412 - Building Information Modelling - Livello di fabbisogno informativo.
- UNI 11337 - Edilizia e opere di ingegneria civile - Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni.
Per maggiori approfondimenti
Si rimanda alla lettura dell'articolo pubblicato su Ingenio dal titolo "Normativa BIM: da dove partire?"
In questo contesto, quindi, il D.lgs 36/2023 e conseguentemente il suo Allegato I.9 oggetto d’analisi di questo articolo si inseriscono al di sopra del D.M. 312/2021 e di tutte le normative di settore e hanno validità vincolante e obbligatoria.
Le interazioni nel contesto legislativo e normativo BIM
L’Allegato I.9 “Metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni” del D.lgs 36/2023 si inserisce all’interno di un contesto legislativo e normativo strutturato e, pertanto, ne colgono e riprendono alcune parti e riflessioni avviate.
Ad esempio, a partire dal primo articolo dell’Allegato I.9 al D.lgs 36/2023 si ritrovano subito richiami all’Art. 7-bis (Punteggi premiali) del D.M. 312/2021 in cui si introducono i punteggi premiali nell’ambito dei criteri di aggiudicazione dell’offerta e se ne suggeriscono alcuni da poter utilizzare. Nell’Allegato I.9 al D.lgs 36/2023 il tema viene approfondito dichiarando che il testo funge da guida nell’utilizzo di metodi e strumenti digitali (“modalità e termini di adozione”) e affermando che “(…) L’utilizzo di questi metodi e strumenti costituisce parametro di valutazione dei requisiti premianti per la qualificazione delle stazioni appaltanti.”
Nello stesso Art.1 dell’Allegato I.9 al D.lgs 36/2023 alle successive lettere a), b), c) si riprende in forma del tutto similare l’Art.3 Adempimenti delle stazioni appaltanti del D.M. 560/2016, in cui si riportano le indicazioni principali da seguire prima di adottare i processi relativi alla gestione informativa digitale delle costruzioni; in sintesi:
a) piano di formazione specifica del personale
b) piano di acquisizione e di manutenzione degli strumenti hardware e software
c) redazione e adozione di un atto di organizzazione
Il testo, in linea con le indicazioni e i riferimenti del Decreto legislativo precedente (Art. 23, comma 13, D.lgs 50/2016), inoltre, riprende i concetti di “piattaforme interoperabili” e “formati aperti e non proprietari”, spiegando come i dati sono prodotti, elaborati e gestiti dalle prime (piattaforme interoperabili) e fruibili attraverso la tipologia dei formati.
Non mancano richiami anche alle normative.
L’art. 4 dell’Allegato I.9 al D.lgs 36/2023 cita “Le stazioni appaltanti adottano un proprio ambiente di condivisione dati”. Anche in questo caso la nozione è ripresa da riferimenti precedenti: la UNI EN ISO 19650-2 riporta al punto 5.1.7 Stabilire l’ambiente di condivisione dati della commessa testuali parole:
"Il soggetto proponente deve definire (attuare, configurare e sostenere) l’ambiente di condivisione dei dati (ACDat) della commessa per rispondere ai requisiti generali della commessa e per favorire la produzione collaborativa di informazioni (punto 5.6)."
Infine, ciò che emerge dalla lettura dell’Allegato in analisi, è la ripresa in più parti di quello che è lo strumento principale di comunicazione dei requisiti informativi: il Capitolato Informativo. A partire dalla UNI EN ISO 19650/11337-6:2017 e dal D.lgs 560/2017, alla ripresa nel D.M. 312/2021 anche nell’Allegato I.9 ad D.lgs 36/2023 viene citato come strumento regolatore e uniformante del team e della commessa (Art. 6, Art.8, Art. 9, Art. 10) a ribadire l’estrema importanza di questo documento.
Sicurezza dei dati, proprietà intellettuale e cyber security
Aspetto interessante e ormai non più trascurabile è l’attenzione al tema della sicurezza dei dati, proprietà intellettuale e cyber security. Nell’Allegato I.9 del D.lgs 36/2023 questi temi sono trattati e ripresi nell’Art. 8 lettera c) e nell’Art. 12 lettera b) e lettera c).
Nel mondo della digitalizzazione in cui il protagonista diventa il dato è sempre più importante essere consapevoli dei rischi legati alla scarsa analisi e pianificazione degli aspetti ad esso legati.
Anche la UNI EN ISO 19650-1 richiama i concetti di sicurezza ad ampio raggio in diversi punti del testo. Pertanto, ad esempio, nella sua lettura ritroviamo frasi volte alla sensibilizzazione su questi aspetti come:
“… Sicurezza delle informazioni: Una strategia di aggregazione o una struttura di scomposizione dei contenitori informativi a supporto della sicurezza informativa dovrebbe suddividere i contenitori o le sezioni spaziali del cespite immobile in base alle autorizzazioni per l’accesso alle informazioni.”
“… Dovrebbero essere messi in atto processi correlati alla sicurezza delle informazioni durante l’intero ciclo di vita del cespite immobile per affrontare problematiche quali l’accesso non autorizzato, la perdita o la corruzione delle informazioni, la loro degradazione e, per quanto possibile, la loro obsolescenza.”
Di questi aspetti, secondo l’Allegato I.9 del D.lgs 36/2023, bisognerebbe parlarne all’interno del Capitolato Informativo chiarendo “specifiche relative all’ambiente di condivisione dei dati e alle condizioni di proprietà, di accesso e di validità del medesimo, anche rispetto alla tutela e alla sicurezza dei dati e alla riservatezza, alla disciplina del diritto d’autore e della proprietà intellettuale” e requisiti informativi “per facilitare la gestione dell’ambiente di condivisione dei dati nell’ambito della cyber security” e “per incrementare il livello di protezione, di riservatezza e di sicurezza dei dati, con particolare riferimento all’ambiente di condivisione dei dati”.
Per approfondimenti giuridici
Si rimanda alla lettura dell'articolo pubblicato su Ingenio dal titolo "Nuovo Codice degli Appalti: l’Allegato I.9 dedicato al BIM"
L’Allegato I.9 del D.lgs 36/2023 rappresenta la cristallizzazione di concetti, temi e principi di cui si parla ormai dal 2009 con la prima versione della UNI 11337-1.
Si potrebbe intendere questo documento come un punto d’arrivo di numerose analisi, studi e applicazioni fino ad ora fatti; ma rappresenta anche un punto d’avvio per nuove riflessioni e sviluppi sul tema BIM e un costante miglioramento del settore.
L’allegato I.9 si configura come un supporto all’applicazione e alla definizione degli aspetti digitali e un importante contributo a tutto l’apparato normativo e legislativo esistente.
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