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Istanbul, al via il più importante restauro strutturale della cupola di Hagia Sophia degli ultimi 150 anni

A Istanbul prende il via il più importante restauro strutturale di Hagia Sophia degli ultimi 150 anni. Obiettivo: migliorare la resistenza sismica della cupola con materiali leggeri e compatibili, digitalizzare l'interno complesso architettonico, mantenere aperta al pubblico la moschea durante i lavori di restauro.

Un restauro strutturale senza precedenti per proteggere Hagia Sophia dal rischio sismico

A Istanbul è iniziata una nuova fase di restauro della Basilica di Santa Sofia, oggi attiva come Moschea di Santa Sofia Kebîr, con l’obiettivo di migliorarne la sicurezza sismica. Si tratta dell’intervento strutturale più significativo degli ultimi 150 anni, volto a preservare un capolavoro architettonico unico al mondo.

Testimone di quasi 1.500 anni di storia, sopravvissuta al crollo di imperi, a catastrofi naturali e a numerosi interventi conservativi, Santa Sofia continua a rappresentare un simbolo universale di stratificazione culturale e spirituale.

Alla luce del devastante terremoto che nel 2023 ha colpito la Turchia meridionale, cresce la preoccupazione per un evento sismico di grande magnitudo nella zona di Istanbul, città situata lungo una delle principali faglie attive del Paese.

Il restauro in corso mira dunque a rafforzare l’edificio contro futuri eventi sismici, salvaguardando la sua integrità strutturale e il suo valore come patrimonio dell’umanità.

 

Restauro di Hagia Sophia a Istanbul
Hagia Sophia, Istanbul. (© Foto di Niek Verlaan da Pixabay)

   

Un monumento, diverse identità, una storia complessa

Santa Sofia, costruita a Istanbul per volontà dell’imperatore bizantino Giustiniano I tra il 532 e il 537 e completata nella sua forma definitiva nel 562 con la ricostruzione della cupola centrale, è considerata tra gli edifici a cupola più grandiosi e complessi della storia dell’architettura.

Progettata dagli architetti Antemio di Tralle e Isidoro di Mileto, Santa Sofia è un capolavoro assoluto dell’ingegneria tardo-antica, simbolo della potenza imperiale e della fede ortodossa. Per quasi mille anni fu il fulcro spirituale del mondo bizantino, affermandosi come la principale cattedrale del cristianesimo orientale.

Nel 1453, in seguito alla conquista di Costantinopoli da parte del sultano ottomano Mehmed II, l’edificio fu trasformato in moschea, segnando l’inizio di un nuovo capitolo nella sua lunga e complessa storia.

Nel 1934, su iniziativa del fondatore e primo presidente della Repubblica Turca, Mustafa Kemal Atatürk, Hagia Sophia fu convertita in museo, valorizzandone l’identità multiculturale e trasformandola in un simbolo di dialogo tra civiltà.

Tuttavia, nel luglio 2020, il governo turco - su decisione del presidente Recep Tayyip Erdoğan - ha riconvertito l’edificio in moschea attiva, senza darne comunicazione preventiva all’UNESCO.

Tra il 1935 e il 2020, l’uso dell’edificio come luogo di culto fu formalmente vietato. Un’eccezione si verificò nel 2006, poco prima della visita di Papa Benedetto XVI, quando il governo turco destinò una piccola stanza del complesso alla preghiera, accessibile ai fedeli di tutte le religioni. A partire dal 2010, le pressioni da parte di associazioni islamiche e di alcuni rappresentanti del governo per riservare l’edificio esclusivamente al culto musulmano si fecero sempre più insistenti. Già nel 2013, il richiamo alla preghiera tornò a risuonare dai minareti di Hagia Sophia due volte al giorno, segnando un passaggio simbolico che avrebbe condotto, nel 2020, alla riconversione ufficiale dell’edificio a moschea.

La decisione del presidente Erdoğan di riconvertire Hagia Sophia al culto islamico ha suscitato un’ampia reazione a livello internazionale. Attraverso una nota ufficiale, UNESCO ha espresso il suo rammarico precisando che qualsiasi modifica riguardante i monumenti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale deve essere comunicata in anticipo e non deve compromettere il valore universale eccezionale che ne giustifica l’iscrizione.

Hagia Sophia, iscritta nel 1985 tra le “Aree storiche di Istanbul”, è considerata dall’UNESCO un bene emblematico per tutta l’umanità e un simbolo di coesistenza pacifica e dialogo interreligioso.

  

La cupola di Santa Sofia: cuore ingegneristico di una meraviglia architettonica millenaria

La Moschea di Santa Sofia (Ayasofya-i Kebir Cami-i Şerifi), capolavoro indiscusso dell’architettura tardo-antica, è comunemente riconosciuta come la più alta espressione dello stile bizantino.

La sua struttura monumentale, però, va oltre l’identità bizantina: riflette una sintesi raffinata di influenze romane, greche e islamiche, dando vita a una delle architetture più emblematiche e stratificate del mondo.

Nel corso dei secoli, Santa Sofia è stata ripetutamente colpita da eventi sismici, che hanno provocato il crollo e la successiva ricostruzione di varie sezioni della cupola, oltre a rendere necessari numerosi interventi di riparazione su altri elementi strutturali dell’edificio.

Secondo quanto riportato nello studio Structural Characteristics of Hagia Sophia: I—A Finite Element Formulation for Static Analysis, condotto nel 2005 da Tulay Aksu Ozkul ed Eiichi Kuribayashi, "nel 558 crollò l’arco orientale, seguito da quello occidentale nel 989; la cupola principale crollò nel 558 dopo due violenti terremoti avvenuti rispettivamente nell’agosto 553 e nel dicembre 557." La cupola centrale venne quindi ricostruita tra il 558 e il 562, adottando un profilo più elevato rispetto a quello originario. Nonostante ulteriori crolli parziali avvenuti nei secoli X e XIV, la configurazione generale della seconda cupola è rimasta sostanzialmente invariata fino a oggi.

Nel 2005, anno in cui fu realizzato questo studio, l’edificio presentava significative deformazioni, imputabili alle proprietà dei materiali impiegati, alla rapidità con cui fu costruito, ai danni provocati dai terremoti e agli interventi di restauro avvenuti nel tempo. Numerose erano le anomalie strutturali visibili, tra cui l’inclinazione verso l’esterno dei pilastri principali, la deformazione degli archi, fessure alla base delle semicalotte e fessurazioni radiali nei livelli inferiori della grande cupola, nonché alla base delle semicalotte stesse.

 

Restauro di Hagia Sophia a Istanbul
L'interno di Hagia Sophia, Istanbul. (© Foto di Filip Filipović da Pixabay)

  

Hagia Sophia: l’esperienza del professor Carlo Blasi nel restauro del monumento
Per approfondire, consulta queste pubblicazioni a firma del Prof. Carlo Blasi
Hagia Sophia in Istanbul: earhquakes and restorations / Blasi, Carlo. - (2001), pp. 179-203.
Santa Sofia a Istanbul: dagli studi di Piero Sanpaolesi ai recenti rilievi / Blasi, Carlo. - (2012), pp. 177-198
"Le grandi fabbriche storiche: una storia di cupole", Carlo Blasi - Video registrazione dell'intervento tenutosi nell'ambito del Corso Dottorale IL COMPORTAMENTO DELLE STRUTTURE STORICHE IN MURATURA E IL LORO CONSOLIDAMENTO_ (Parma, 13 - 21 Aprile 2023). min. 42 della video registrazione. 

Il sistema statico di Hagia Sophia

Al centro della composizione architettonica di Hagia Sophia si innalza la maestosa cupola centrale, autentico fulcro strutturale e simbolico dell’intero edificio.

Con un diametro di circa 31 metri e un’altezza superiore ai 55 metri dal piano di calpestio, con uno spessore variabile tra i 30-50 cm, la cupola sembra sospesa nello spazio, un effetto reso possibile da un raffinato sistema statico di eredità ingegneristica romana, in particolare per l'uso di sistemi voltati e archi portanti. Questo elemento architettonico segna una svolta nella concezione dello spazio costruito: da chiuso e compartimentato, esso si apre in un unico grande volume luminoso, dominato dalla verticalità.

Le proporzioni armoniche e la simmetria della pianta esprimono l’eredità dell’architettura greca classica, fondata su misura, equilibrio e ordine geometrico.

Come riportano Tulay Aksu Ozkul ed Eiichi Kuribayashi [1], Santa Sofia presenta due sistemi strutturali distinti ma interconnessi: un sistema principale, che sostiene i carichi portanti e la cupola, e un sistema secondario che contribuisce all'equilibrio dell'intera struttura.

Il sistema principale include la grande cupola, quattro pilastri angolari di tipo composito, i gruppi di archi di collegamento, quattro pilastri secondari e due semicalotte.

Il sistema secondario comprende altri elementi strutturali, tra cui le semicalotte delle esedre, la semicalotta dell’abside, le volte, le pareti e i colonnati dei corridoi laterali, del nartece e delle gallerie. Anche i contrafforti possono essere considerati parte essenziale del sistema strutturale secondario.

Tuttavia, l’intero comportamento statico dell’edificio può essere compreso analizzando la distribuzione e il trasferimento dei carichi tra questi sistemi.

In particolare, "la trasmissione dei carichi avviene secondo una gerarchia che parte dalla cupola e si trasferisce successivamente agli archi principali, alle semicalotte, ai pennacchi, agli archi diagonali, alle semicalotte delle esedre, ai colonnati, ai contrafforti principali e infine ai pilastri. La grande cupola, che poggia su una cornice posta sugli archi principali, si sviluppa a partire da una base di forma rettangolare in pianta. All'interno della cupola vi sono numerose nervature che si riducono progressivamente in altezza man mano che si avvicinano al vertice, fino a scomparire nello spessore della cupola stessa. I carichi della cupola sono trasferiti agli archi disposti sui quattro lati. Gli archi in direzione est–ovest fungono anche da supporto per le semicalotte situate nella stessa direzione. Gli archi posti a nord e sud sono irrigiditi da archi secondari e da riempimenti tra archi principali e secondari. Sotto gli archi lungo l’asse nord–sud si trova un timpano che poggia sulle colonne delle gallerie."

    

Dai mosaici bizantini ai minareti: l’identità stratificata di Santa Sofia

L’interno di Santa Sofia è un trionfo di raffinatezza e solennità, impreziosito da straordinari mosaici bizantini, sontuosi rivestimenti marmorei e decorazioni dorate che amplificano la sacralità e la monumentalità dello spazio.

Con la conquista ottomana del 1453, come già accennato, l’edificio fu convertito in moschea. In questa nuova fase della sua storia, furono aggiunti i quattro minareti, il mihrab (nicchia che indica la direzione de La Mecca) e il minbar (pulpito). Questi elementi islamici si integrarono con equilibrio nella struttura preesistente, dando forma a un unicum architettonico che incarna secoli di stratificazione culturale, religiosa e artistica.

 

Restauro di Hagia Sophia a Istanbul
Hagia Sophia, Istanbul (© Foto di Waldo Miguez da Pixabay)

   

Sicurezza sismica di Santa Sofia a Istanbul: rilievi, diagnostica e modellazione per la salvaguardia del patrimonio

La straordinaria complessità strutturale di Santa Sofia è oggi al centro di un nuovo e delicato intervento di restauro, il più importante degli ultimi 150 anni. Dopo il devastante terremoto che nel 2023 ha colpito la Turchia meridionale, cresce la preoccupazione per un possibile evento sismico a Istanbul. Il progetto in corso mira a consolidare la cupola centrale e le mezze cupole laterali, garantendo la stabilità del monumento di fronte a eventuali futuri eventi sismici.

Gli studi per determinare la sicurezza sismica di Santa Sofia e dei suoi minareti sono stati condotti sotto la consulenza del Professore di Ingegneria Civile dell'Università Tecnica di Istanbul, il Prof. Dr. Alper İlki e dal Comitato Scientifico.

È stato elaborato un modello digitale aggiornato (Digital Twin) della struttura, basato sui dati più recenti acquisiti attraverso nuvole di punti ad alta densità. Grazie al modello 3d dell'opera sono state condotte analisi avanzate delle prestazioni strutturali, con particolare attenzione al comportamento sismico dell’edificio. L’obiettivo è identificare le possibili modalità di danneggiamento e collasso in caso di sisma.

Le attività di modellazione e diagnosi strutturale sono state condotte in conformità con le indicazioni contenute nella Guida alla gestione dei rischi sismici per gli edifici storici (ICOMOS, 2017). Gli proposti interventi di rinforzo proposti saranno progettati e simulati direttamente sul modello numerico, al fine di valutarne l’efficacia prima della fase esecutiva.

 

    

Interventi strutturali su cupola e coperture

Come riportato da Hürriyet Daily News, nella notizia pubblicata il 10 dicembre 2024, il prof. Ahmet Güleç, membro del comitato scientifico per il restauro di Ayasofya, ha spiegato che "La parte inferiore della cupola è ricoperta di mosaici, rendendo quasi impossibile l'intervento strutturale dal basso". Per questo motivo, ha aggiunto, "il restauro si concentrerà sull’esterno, a partire dalla rimozione della copertura in piombo e dei materiali a base di cemento che hanno causato danni nel tempo".

L'intervento per consolidare la grande cupola e le coperture secondarie mira a non appesantire la struttura, impiegando materiali leggeri, ad alta resistenza e compatibili con quelli originari.

Durante le indagini preliminari sono emerse irregolarità strutturali nel rivestimento in piombo, che hanno reso necessario pianificare la rimozione dello strato esterno della cupola per analizzarne le condizioni interne.

Güleç ha infine evidenziato l’attenzione riservata alla tutela dell’autenticità dell’edificio, dichiarando: "Useremo materiali e tecniche coerenti con la costruzione dell'era ottomana per garantire che la cupola sia stabile e fedele al suo carattere originale".

Per proteggere la cupola e i lavori in corso dalle intemperie, è stata installata una copertura temporanea sopra la struttura. Questo sistema consente alla squadra di proseguire le operazioni senza interruzioni, anche in caso di pioggia o vento.

Il prof. Güleç ha spiegato che sarà necessario installare una struttura scheletrica interna per sostenere il soffitto della cupola, e che attualmente il progetto è in fase di pianificazione. L’obiettivo è realizzare l’intervento riducendo al minimo i disagi, attraverso l’allestimento di un’impalcatura il più possibile discreta e funzionale.

 

Interventi sul minareto di Bayezid e sulle strutture esterne

Come riportato dal Daily Sabah nell’articolo dell’8 dicembre 2024, i lavori di restauro sul minareto di Bayezid comprendono lo smantellamento e il consolidamento di alcune due parti, con particolare attenzione alla rimozione della sezione decorativa del balcone (şerefe) per consentire un'ispezione approfondita della struttura interna.

Il prof. Ahmet Güleç, membro del comitato scientifico, ha spiegato: "La sezione del balcone è stata accuratamente rimossa e siamo scesi per ispezionare il nucleo del minareto. In genere, i minareti sono costruiti utilizzando tenoni per mantenere la loro integrità strutturale, ma qui abbiamo osservato una tecnica di costruzione unica. Al posto dei tenoni, sono stati utilizzati morsetti sia interni che esterni per formare anelli, eliminando la necessità di tenoni tradizionali."

Güleç ha inoltre evidenziato le problematiche emerse nel corso dei lavori: "La parte superiore del minareto era stata precedentemente riparata utilizzando materiali a base di cemento, che hanno causato danni evidenti nel tempo. Questi materiali sono stati rimossi per evitare un ulteriore deterioramento e ora sono in corso i rinforzi necessari."

Contemporaneamente, proseguono anche i lavori di restauro delle superfici esterne della moschea. Per garantire la sicurezza del cantiere, è stata installata un’impalcatura in acciaio, completata da coperture protettive in rete. Le indagini preliminari hanno rivelato diverse criticità nei materiali originari, che vengono affrontate attraverso interventi mirati. "Abbiamo già completato alcune piccole riparazioni all'interno, in particolare sulle superfici in marmo e sul pavimento, l'attenzione ora è rivolta al rafforzamento della struttura per garantire che possa resistere all'attività sismica", ha dichiarato Güleç.

Un altro aspetto centrale del progetto è la pulizia controllata delle superfici in pietra, condotta nel rispetto dei materiali originali. "Abbiamo effettuato analisi sulla malta e sull'intonaco utilizzati nell'edificio ed eseguiremo una sabbiatura controllata sulle sezioni di pietra che necessitano di pulizia. L'obiettivo è garantire che il processo di pulizia venga eseguito a bassa pressione per evitare di danneggiare la superficie, pur rimuovendo efficacemente lo sporco e la sporcizia."

A testimonianza del rigore scientifico adottato, Güleç ha aggiunto: "Abbiamo iniziato a condurre un'analisi dettagliata del periodo basata su campioni di malta per comprendere le diverse fasi di restauro che Santa Sofia ha subito."

Infine, ha sottolineato una delle principali difficoltà incontrate: la protezione dell’edificio dalle condizioni climatiche. "Date le condizioni meteorologiche avverse, tra cui forti venti e forti piogge, stiamo adottando ulteriori misure per salvaguardare l'edificio. In particolare, utilizzeremo un tipo specifico di intonaco per proteggere le sezioni superiori della struttura, permettendole di respirare e garantendo una protezione a lungo termine contro gli agenti atmosferici."

  

Progetto integrato di documentazione, analisi sismica e restauro del complesso di Santa Sofia Kebir

Obiettivi principali

  • Documentazione digitalizzata dell’intero complesso e i suoi dintorni per conservarne la memoria per le future generazioni.
  • Raccogliere, digitalizzare e classificare tutta la documentazione storica e scientifica relativa all’edificio.
  • Valutare le condizioni strutturali della moschea e il suo comportamento sismico per pianificare misure di protezione.

Attività svolte

  • Gestione documentale:
    Digitalizzazione e archiviazione delle informazioni provenienti da archivi pubblici, privati e accademici.
  • Rilievo 3d del complesso architettonico:
    Rilievi laser scanner e fotogrammetrici (anche con droni) per produrre una nuvola di punti ad alta densità e ortofoto. L’obiettivo è mantenere un gemello digitale aggiornato della struttura.
  • Indagini radar:
    Indagini di diagnostica non distruttive per individuare danni nascosti (fessure, cavità, umidità) e componenti strutturali non visibili.
  • Indagini e analisi analitiche:
    Realizzazione di piante, sezioni e schede tecniche per la documentazione dello stato di fatto e dei materiali.
  • Analisi storiche:
    Studio degli interventi di riparazione effettuati nei secoli, in particolare dopo i terremoti che hanno colpito la struttura.
  • Analisi sismiche:
    Modellazione digitale della struttura e analisi delle prestazioni sismiche, secondo Linee guida per edifici storici (ICOMOS, 2017), con proposte di interventi di rinforzo.
  • Progetti di restauro:
    Redazione e approvazione di progetti per il restauro delle facciate e dei minareti, con l’avvio dei lavori secondo fasi successive.
  • Restauri in corso:
    Interventi su mausolei (Sultani Mehmed III, Selim II, Murad II), tomba dei principi, scuola Sibyana, sala Meyyit, porta laterale e cronometrazione della casa, comprendenti pulizie, consolidamenti, rifacimenti di coperture e restauri decorativi e strutturali.

  

CONSULTA QUI IL DIARIO DEL RESTAURO

"Santa Sofia, uno dei patrimoni culturali più importanti al mondo, è un simbolo di civiltà che si erge da secoli nel cuore di Istanbul. I lavori di restauro che abbiamo iniziato per Santa Sofia, che è stata riaperta al culto nel 2020, sono eseguiti con grande cura" ha dichiarato il Ministro della Cultura e del Turismo turco, Mehmet Nuri Ersoy.

 

Il contributo dei fratelli Fossati al restauro ottocentesco di Santa Sofia

Tra i restauri storici più celebre di Aya Sofya ci fu quello voluto dal sultano Abdülmecid I e realizzato tra il 1847 e il 1849, sotto la direzione dell’architetto ticinese Gaspare Fossati, affiancato dal fratello Giuseppe, ingegnere.

Il restauro fu imponente: impiegarono oltre 800 operai per consolidare la cupola e le semicupole, restaurare e pulire i mosaici, rinnovare l’illuminazione e restaurare gli elementi liturgici islamici come mihrab e mimbar. Inoltre, ai quattro grandi pilastri furono aggiunti gli otto pannelli calligrafici circolari che riportano i nomi di Allah, del profeta Maometto, dei primi quattro califfi (Abū Bakr, Umar, Uthman e Ali) e dei due nipoti di Maometto: Hassan e Hussein.

 

Restauro di Hagia Sophia a Istanbul
Gli interni di Hagia Sophia, Istanbul (© Foto di Mojca-Peter da Pixabay)

 

Concluso il restauro, i Fossati pubblicarono nel 1852 a Londra un volume illustrato con litografie che ritraggono l’interno monumentale di Santa Sofia, documentando lo stato dell’edificio e il loro intervento. L'opera include anche una panoramica storica dell’evoluzione architettonica dell'edificio.

Oltre a Santa Sofia, i Fossati progettarono altri edifici pubblici a Istanbul, tra cui ambasciate, teatri e residenze. Dopo la morte del loro protettore, Reşid Pascià, rientrarono in Svizzera nel 1858. Gaspare proseguì la sua carriera in Italia, stabilendosi a Milano, dove fu membro della commissione incaricata di esaminare i progetti per la Galleria Vittorio Emanuele II e partecipò attivamente alla riorganizzazione urbanistica di piazza del Duomo.

 

Riferimento del volume citato sul restauro dei fratelli Fossati
FOSSATI, Gaspard. Aya Sofia Constantinople, As recently restored by Order of H.M. the Sultan Abdul Medjid, London, P. & C. Colhaghi, 1852. >>> Clicca qui per vedere alcune immagini

 

Sezione trasversale di Santa Sofia, ricostruzione (1908)
Sezione trasversale di Santa Sofia, ricostruzione (1908). Fonte: Wilhelm Lübke / Max Semrau: Grundriß der Kunstgeschichte. 14. Auflage. Paul Neff Verlag, Esslingen, 1908
(© contenuto ospitato su Wikimedia Commons)

 

Restauro e trasparenza: un cantiere aperto per la Moschea di Santa Sofia

Come dichiarato dall’ingegnere Mehmet Selim Okten, membro del comitato scientifico del progetto, l’intervento di restauro in corso sarà condotto con massima trasparenza. Il pubblico potrà seguire l’evoluzione dei lavori, grazie a un sistema di comunicazione aperto che mira a garantire l’accessibilità e la salvaguardia di uno dei capolavori più ammirati del pianeta.

 


Fonti consultate

Architettura

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