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Parco della Giustizia di Bari: il nuovo spazio urbano ripensato in chiave green da Atelier (s) Alfonso Femia

Il progetto di Alfonso Femia/Atelier(s) Alfonso Femia con Proger, Magnanimo Ingegneri Associati e Land Italia consiste nella conversione di un vuoto urbano in spazio verde, rappresentando così un nuovo polo nevralgico della città. Il cantiere rappresenta uno dei primi esempi pubblici che ha adottato misure di sostenibilità e di riuso e riciclo dei materiali utilizzati.

Il nuovo spazio urbano ripensato da Alfonso Femia Atelier: scenario di giustizia

Una grande estensione di verde, ponte tra il margine e l’estremo urbano, e la ricerca del coinvolgimento emozionale dei cittadini sono gli aspetti innovativi del progetto di Alfonso Femia/Atelier(s) Alfonso Femia con Proger, Magnanimo Ingegneri Associati e Land Italia.

Di cosa è fatta una città?

Di case, scuole, ospedali, negozi, cinema, teatri, musei, parchi, palestre e poi strade che connettono gli edifici e i quartieri l’uno all’altro. Raramente si citano tribunali e carceri.

Quasi una contraddizione in termini perché lo spazio urbano è scenario della giustizia (e dell’ingiustizia) in diverse declinazioni, incluse quelle istituzionali e formali. L’esercizio dei diritti alla salute, al lavoro, a un’esistenza dignitosa dipende dalla forma dello spazio urbano e, contemporaneamente, la determina.

Il Parco della Giustizia di Bari è, in questo senso, paradigmatico di una progettualità che tiene conto della cultura giuridica nel processo di trasformazione della città.

Il progetto  consentirà di accorpare tutti gli uffici giudiziari di Bari e di realizzare un grande parco verde di circa 10 ettari che punta a diventare il centro nevralgico e sociale del quartiere, in continuo dialogo con il centro della città e il mare.

Planimetria Parco della Giustizia di Bari, credits Atelier(s) Alfonso Femia & Diorama).
Planimetria Parco della Giustizia di Bari, credits Atelier(s) Alfonso Femia & Diorama.

Lo scenario

Il Parco della Giustizia di Bari sorgerà nella località Carassi, quartiere ad alta densità di traffico, che nasconde, nell’indifferenziata espansione edilizia senza qualità, una villa ottocentesca, una delle poche chiese rurali rimaste e l’unico menhir ancora presente nella città, oltre alle due ex caserme Milano e Capozzi, da tempo abbandonate e in stato di degrado. Il quartiere si trova sul margine dello spazio urbano in prossimità della zona rurale ed è, attualmente, un’area di vuoto. Il bordo urbano è eterogeneo composto da case popolari e villette unifamiliari di media altezza alternate a spazi aperti.

È in questo contesto che sorgerà il Parco della Giustizia della città di Bari. Esito di un concorso indetto dall’Agenzia del Demanio, il progetto rivela un’assoluta coincidenza di visione tra i committenti e il raggruppamento vincitore del bando – Atelier(s) Alfonso Femia mandataria, Proger, Magnanimo Ingegneri Associati e Land Italia – sui termini di sviluppo della città contemporanea.

Oltre ad assolvere le necessarie funzioni richieste, il Parco della Giustizia si pone come volano per la nascita di una nuova dimensione, in cui il verde governa lo sviluppo urbano, soddisfacendo esigenze di aggregazione, ludiche, sportive e compensando visivamente e funzionalmente le disarmonie esistenti, a partire dagli spazi di risulta e inutilizzati, dalla mancanza di una compensazione ambientale per l’alta densità di traffico, alla discontinuità ambientale e paesaggistica.

L’idea progettuale si alimenta proprio alle esigenze urbanistiche e architettoniche, sociali ed economiche e punta a ricostruire la connessione tra le parti, a ricomporre i frammenti territoriali, adottando il verde come collante tra le parti e propulsore di attività civiche intergenerazionali, calate laddove si amministra la Giustizia.

Ha dichiarato Alfonso Femia: “Per la prima volta, un luogo deputato all’amministrazione della Giustizia si trasforma in area urbana e paesaggio condiviso. Il progetto avvicina aspetti complessi della società, attraverso il filtro della dimensione culturale e ambientale. Il parco che ospiterà la città della Giustizia diventerà un luogo pubblico collettivo ed educativo, innovativo e rispettoso dell’ambiente”.

Il tribunale - il Quadrifoglio

Riproducono la sagoma biomorfa del quadrifoglio, i quattro edifici del Tribunale: nella sfasatura tra le foglie si realizzano i passaggi pedonali e le aree per la sosta. Credenze popolari attribuiscono alle foglie del quadrifoglio il significato di speranza, fede, amore, fortuna, particolarmente emblematici del ruolo degli edifici.

Gli edifici coprono il 30% dell’area di progetto, il 70% è destinato a verde.

La permeabilità degli edifici

Ogni tribunale avrà un’area all’aperto, una grande corte. Gli atrii, quasi piazze interne, accoglieranno professionisti e pubblico, creando le condizioni per svolgere attività di studio, lavoro, scambio e relazione.

Lo spazio esterno tra gli edifici crea una spina centrale di percorrenza sui punti cardinali Nord/Sud, che sfocia nella Piazza Lineare dei Tribunale, caratterizzata da alberi di specie locali, panchine e aree di sosta.

Involucro e coperture

In facciata un sistema di frangisole variabili per dimensioni e inclinazioni crea superfici cangianti per la diversa incidenza della luce nel corso della giornata.

In copertura il binomio pensiline fotovoltaiche, collettori di energia rinnovabile, e spazi verdi si armonizza con l’intorno ambientale.

credits Atelier(s) Alfonso Femia & Diorama),
Parco della Giustizia a Bari, credits Atelier(s) Alfonso Femia & Diorama).

La mobilità e il problema (risolto) dei parcheggi

Per rispondere alla necessità di aree di sosta sia per il tribunale, sia per il quartiere il progetto prevede parcheggi interrati riservati agli addetti ai lavori (che si sviluppano su un unico piano interrato, occupando il centro di ogni edificio); parcheggi a raso lungo la strada perimetrale; parcheggi per car sharing e colonnine di ricarica dei veicoli elettrici.

L’ingresso in auto al Tribunale avviene dal versante orientale. Nella parte a Nord sono stati previsti percorsi dedicati alla mobilità dolce che attraversano il parco.

Il parco 

Il parco ha due caratteri prevalenti: la sua fascia esterna è la porzione deputata all’attività pubblica e a quella sportiva, mentre la parte centrale è un grande cuore verde che crea spazio e suggerisce un paesaggio ampio e naturale. La presenza del grande lago all’interno del parco diventa simbolico nel riconnettere le persone alla natura, nelle parole del paesaggista Andrea Kipar , studio LAND un "pezzo di cielo nel parco per unire tutti questi elementi dove architettura, paesaggio, suolo si incontrano.“

credits Atelier(s) Alfonso Femia & Diorama),
Parco della Giustizia a Bari, credits Atelier(s) Alfonso Femia & Diorama).

Solamente i percorsi saranno illuminati. Le aree verdi e boschive saranno protette dall’inquinamento luminoso.

L’impatto emozionale

Informato ai più aggiornati criteri di sostenibilità ambientale, riduzione dei consumi ed efficienza energetica, così come le cogenze legislative e normative impongono, lo studio progettuale ha messo al centro dell’analisi il soddisfacimento degli obiettivi di condivisione degli spazi da parte della collettività. Lo scenario di riferimento è rappresentato dai luoghi in cui la comunità si aggrega, si muove, cresce.

Al centro della progettazione abbiamo messo le necessità non più delle persone in quanto singoli individui, ma come membri di un gruppo. Per tenere insieme la scala esigenziale sia individuale, sia collettiva è stato necessario comprendere l’identità della comunità capire le sue necessità e i modelli per il coinvolgimento emozionale, favorendo la realizzazione di un ambiente entro le quali le relazioni si possano costruire.

Esempio virtuoso di cantiere gestito in chiave sostenibile 

Il cantiere del progetto è uno dei primi esempi virtuosi pubblici in chiave sostenibile. Sono previsti monitoraggi ambientali, misure per ridurre al minimo gli impatti attraverso il riciclo di 1,2 milioni di rifiuti e una riduzione importante di consumi energetici e idrici.

Avviato il cantiere a maggio con l’inizio della demolizione dei fabbricati delle ex Caserme Milano e Capozzi, che si estendono su un’area di circa 15 ettari, nel quartiere Carrassi.

In particolare - fa sapere l’Agenzia del Demanio -,  il cantiere ha l'obiettivo di seguire attentamente questi aspetti:

  • sicurezza: per il cantiere sono stati sottoscritti i protocolli di legalità con la Prefettura ed è stata avviata l’interlocuzione con le organizzazioni sindacali per il mantenimento dei più alti standard di sicurezza durante l’esecuzione dei lavori. A tal fine viene previsto anche l’utilizzo delle più moderne tecnologie, tra cui il monitoraggio con l’impiego di droni dotati anche di telecamere a infrarossi.
  • riciclo: in coerenza con le ultime direttive europee (CAM - Criteri Ambientali Minimi), verranno adottate misure innovative e sostenibili per consentire la rimozione e il trattamento sicuro delle materie, facilitandone il reimpiego per un valore pari a oltre il 90%. Ciò si traduce in oltre 1,2 milioni di quintali di rifiuti recuperati e reintrodotti nel mercato per il riutilizzo.
  • monitoraggio ambientale: verranno adottate misure di contenimento atte a ridurre la dispersione di polveri in ambiente fuori dall’area di lavorazione. Già a partire dalla fase di progettazione sono state effettuate indagini preliminari che hanno escluso la presenza di sostanze inquinanti e/o tossiche. Il sistema di rilevazione di polveri è integrato da postazioni fonometriche per la rilevazione rumori. Il sistema di monitoraggio ambientale sarà attivo per tutta la durata dei lavori.
  • rispetto dell’ambiente e l’utilizzo delle risorse: tutta la progettazione dell’intervento è stata eseguita con il prioritario obiettivo del rispetto dell’ambiente e la salvaguardia delle specie vegetali. Particolare attenzione verrà posta al contenimento dei consumi idrici, riducendo al minimo l’approvvigionamento dall’acquedotto con l’adozione di misure per il riutilizzo delle acque sia di origine meteorica che di quelle impiegate nelle operazioni di cantiere.
  • efficientamento energetico: altro elemento di novità è l’attenzione al contenimento dei consumi di energia nel cantiere e la conseguente riduzione delle emissioni di gas “climalteranti”. Sarà favorito l’utilizzo di macchinari con tecnologie a basso impatto ambientale, con alimentazione di tipo elettrico, per il sostanziale abbattimento degli inquinanti, del rumore e delle vibrazioni.

L'attività di bonifica sarà realizzata dall’impresa IDEA S.r.l., individuata dopo una procedura di gara tra 10 imprese, che si è aggiudicata l’appalto per un importo complessivo di poco più di 9 milioni di euro, con un risparmio su quadro economico di 5 milioni di euro che potranno essere messi a disposizione del progetto Parco della Giustizia.

I lavori dureranno intorno ai 6 mesi, dove si svolgeranno attività di comunicazione per tenere aggiornati i cittadini sull'avanzamento delle fasi di cantiere.

Il Ministero della Giustizia è committente e principale finanziatore dell’intervento, e con una convenzione del 2020, cui è seguito un accordo integrativo nel mese di ottobre 2022, ha affidato all’Agenzia del Demanio le funzioni di Stazione Appaltante e tutte le attività tecnico-amministrative.

Il comune di Bari favorevole al progetto in ottica di realizzare un intervento sostenibile a servizio della città e futuro centro nevralgico per lo sviluppo urbano.


Atelier(s) Alfonso Femia è uno studio di architettura internazionale con sede a Genova, Milano e Parigi. L’esperienza maturata in più di 25 anni di attività progettuale, sviluppata a tutte le scale di intervento, si riflette nella profondità di approccio ai temi più sensibili della città e del territorio.

Alfonso Femia ©F. Avandero.
Alfonso Femia ©F. Avandero.

Fondatore dell’atelier(s) è Alfonso Femia: nel 1995, ideatore e co-fondatore di 5+1, nel 2005 trasformato in 5+1AA e che ha successivamente, nel 2017, mutato la sua denominazione in Atelier(s) Alfonso Femia. Affianca l’attività professionale con un intenso impegno di ricerca sui temi di connessione tra l’architettura, il contesto sociale urbano e territoriale, la governance e il cambiamento climatico.

Tra i progetti degli ultimi dieci anni, la nuova sede di Vimar a Marostica, la Dallara Academy a Parma, la nuova sede del Gruppo BNL-BNP Paribas a Roma, LesDocks de Marseille, The Corner a Milano, housing sociale a Milano; housing sociale, direzionale e turistico in Francia.

Nel biennio 2021/2022 ha vinto, in Italia, il concorso per la riqualificazione e il recupero della prima Zecca d’Italia a Roma, per il terminal Porto Corsini a Ravenna, per la Cittadella della Cultura a Messina, per il terminal di Porto Marghera-Venezia, per il waterfront di Reggio Calabria, per l’aeroporto di Salerno e Il Parco della Giustizia a Bari e all’estero, i campus universitari ad Annecy e ad Avignone in Francia.

Immagini

credits Atelier(s) Alfonso Femia & Diorama

Parco della Giustizia Bari.

credits Atelier(s) Alfonso Femia & Diorama

Allegati

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