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Progettazione sostenibile: il valore dell'analisi LCA e gli strumenti per contenere l'impatto ambientale di un edificio

L'intervista fatta dall'editore di Ingenio, Ing. Andrea Dari allo società specializzata in Ingegneria Strutturale Redesco, nello specifico al gruppo composto dal Dott. Ing. Mauro E. Giuliani (Direttore), dall' Ing. Paolo De’ Angelis (Partner) e dall' Ing. Francesco Lomurno (Progettista) dedicata al tema della sostenibilità in un progetto e dell'importanza dell'analisi LCA per ridurre l'impatto di un edificio sull'ambiente.

La professione dell'ingegnere strutturista e il "peso della sostenibilità"

Di seguito l'intervista realizzata dal direttore di Ingegno, Ing. Andrea Dari al gruppo di progettazione della società di ingegneria Redesco. Le risposte sono una combinazione di visioni del gruppo di riferimento, nello specifico:

  • Mauro E. Giuliani (Direttore)
  • Paolo De’ Angelis (Partner)
  • Francesco Lomurno (Progettista)

Andrea Dari: Qual è il peso oggi che ha la sostenibilità nelle scelte di chi deve elaborare un progetto, al di là degli elementi del capitolato d’appalto?

Redesco Progetti: La professione dell’ingegnere strutturista ha per sua natura una vocazione alla sostenibilità. Sin dalla formazione il progettista è indirizzato verso l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse, qualunque esse siano, rendendo implicitamente il “peso della sostenibilità” un cardine dell’attività professionale.

É pur vero che nell’evoluzione temporale questa spinta è stata condizionata da molteplici fattori esterni fortemente connessi con la congiuntura macroeconomica determinando, di fatto, una sensibilità variabile; se nei primi decenni del secolo scorso dover misurare le risorse impiegate era una necessità connessa al costo/disponibilità dei materiali, a partire dalle fine degli anni ’80 le tematiche legate alla “produzione” (termine che a partire da quegli anni, anche in edilizia, ha sostituito l’artigianalità del cantiere) hanno distratto l’approccio al progetto basato sull’impiego misurato dei materiali, privilegiando soluzioni standardizzate e più semplici dal punto di vista concettuale ed esecutivo.

Negli ultimi anni, la presa di coscienza generalizzata sull’interconnessione delle attività sugli effetti dell’impronta ecologica, sta lentamente riportando l’attività di progettazione verso i modelli del passato (maggiore efficienza nell’uso dei materiali) e contemporaneamente spingendo la ricerca ad innovare materiali e sistemi sinora caratterizzati da un’evoluzione tecnologica molto poco stimolata.

Impatto di un edificio e LCA: come qualificare la sostenibilità di un progetto

Andrea Dari: Quale tipo di organizzazione si è dotata Redesco per poter trasformare una scelta sostenibile in risultati sostenibili?

Redesco Progetti: In Redesco la ricerca costruisce un elemento chiave dell’attività. Consapevoli dell’impatto energivoro dei materiali con cui lavoriamo, le tematiche legate alla sostenibilità sono da sempre state argomento di approfondimento dei progetti.

Negli ultimi anni ci si è quindi dotati di strumenti di misura che potessero quantificare l’impatto del nostro lavoro, individuando la valutazione dell’LCA come strumento efficace per qualificare la sostenibilità di un progetto.

È importante sottolineare che, ad oggi, in assenza di chiari incentivi che privilegino una scelta più sostenibile rispetto ad un’altra, è ancora difficile che LCA possa indirizzare l’intero processo di progettazione.

L'analisi LCA che peso ha nelle scelte progettuali e cosa è cambiato negli appalti pubblici

Andrea Dari: Nell’ambito dei processi di progettazione quale peso ha LCA nelle scelte progettuali? in quali fasi del processo viene attuata?

Redesco Progetti: Cominciando dalla fine, l’attuazione di LCA avviene attraverso l'analisi dei dati raccolti nel corso del ciclo di vita del prodotto, LCA può aiutare a identificare le fasi del processo che contribuiscono maggiormente agli impatti ambientali complessivi e a individuare le opportunità di miglioramento. Ciò, teoricamente, potrebbe consentire ai progettisti di prendere decisioni informate e di adottare soluzioni che riducano l'impatto ambientale complessivo del prodotto o del sistema.

LCA risulta tanto più efficace tanto quanto può essere applicata fin dalle prime fasi di sviluppo del prodotto o del sistema.

Per quanto riguarda le scelte progettuali, LCA avrebbe potenzialmente un peso significativo in quanto permette di valutare le alternative in termini di sostenibilità ambientale; tuttavia rileviamo che al momento, gli oneri che esso determina (progettazione iterativa e ottimizzazione spinta, impiego di materiali “sperimentali” o innovativi) non sono favoriti da strumenti finanziari/fiscali che innescherebbero un processo virtuoso.

Andrea Dari: In Italia il tema della sostenibilità negli appalti pubblici è regolamentato attraverso i Criteri Ambientali Minimi. Il decreto ha l’obiettivo di fare diventare la sostenibilità un elemento progettuale attraverso alcuni elementi obbligatori e alcune premialità. Si tratta di uno strumento utile per chi progetta?

Redesco Progetti: La domanda è interessante: più che uno strumento, abbiamo sempre ritenuto i CAM come un requisito che materiali e modalità di messa in opera, previsti ed affinati nelle varie fasi di progetto, dovessero avere per assicurarne un controllo sotto il punto di vista della sostenibilità.

Da questo punto di vista, i CAM, pur riconoscendone l’indubbia e necessaria utilità nella spinta del mercato dei prodotti da costruzione verso la strada della sostenibilità, non ci è parso che possiedano la “forza” per orientare la progettazione in maniera virtuosa. Questo perché i criteri premianti (requisiti finalizzati alla selezione di prodotti o servizi con prestazioni ambientali superiori a quelle definite dalle specifiche tecniche) non trovano riscontro nei criteri di aggiudicazione ancora, molto spesso, a trazione “economicamente vantaggiosa”.

Insomma, ci pare proprio che sia come se fossero state definite le regole per partecipare al gioco [DM 23 giugno 2022 n. 256] senza però spiegare come si misura e si ottiene un punteggio e nemmeno “come si vince”.

In questo modo, oggi, non ci pare che i progetti e gli appalti soggetti ai CAM siano sottoposti a stimoli virtuosi, limitandosi il più delle volte all’applicazione di un adempimento normativo.

Andrea Dari: Il cambiamento del codice dei contratti porterà a un inevitabile aggiornamento del decreto. Quali elementi dovrebbero essere considerati per renderlo più utile?

Redesco Progetti: Probabilmente una spinta efficace, come in molti altri casi, potrebbe essere quella di guardare dove stanno andando le politiche sulla sostenibilità del mercato dell’edilizia degli altri paesi. Questo è fondamentale per capire quali siano le grandezze da misurare in un sistema globale.

Il dibattito sulla sostenibilità è certamente complesso inoltre, spesso, viene asservito a tematiche politiche; per questo motivo da tecnici, risulta fondamentale definire quali siano i parametri consolidati che, senza dubbio, ci permettano di determinare i valori della sostenibilità.

Le amministrazioni di Danimarca e Canada stanno per prime legiferando indicando delle quantità ben definite di kgCO2e/mq che gli edifici pubblici dovranno contenere in tutte le fasi del ciclo di vita indicando, di fatto l’LCA come lo strumento per la determinazione del parametro da misurare.

La spinta dell’Europa sulle Classe Energetica degli edifici pubblici dalla classe G alla classe F entro il 2027 e alla classe E entro il 2030. (I residenziali avranno invece tempo fino al 2030 per la Classe F e fino al 2033 per la Classe E) è un altro segnale forte che mostra come, una volta definito il parametro obiettivo, ogni paese possa individuare il proprio strumento per raggiungerlo; in Francia, per esempio, una legge dell’agosto ‘21 agosto prevede che per le abitazioni più energivore i proprietari non possono aumentare gli affitti dal 2022 ed addirittura affittarle dal 2025. Sebbene siano leciti i dubbi sulla sostenibilità economica e sociale di queste prescrizioni, la strada verso l’obbligatorietà di una reale misura delle prestazioni ambientali delle costruzioni è chiaramente indicata.

In sintesi, iniziare a includere LCA nei progetti e negli appalti permetterebbe di contribuire alla costruzione di un database utile a qualificarli sotto il punto di vista della sostenibilità.

Inoltre, per quanto concerne l’attività dei progettisti, questo costituirebbe un ulteriore strumento in grado di mettere in evidenza quando dicevamo rispondendo alla prima domanda, ovvero aggiungendo un ulteriore parametro da ottimizzare al paniere, permettendo all’ingegneria italiana di trovare un nuovo campo in cui distinguersi.

Quali sono gli strumenti utili per misurare la sostenibilità di un'opera 

Andrea Dari: Il settore in questi anni si è dotato di numerosi strumenti finalizzati a poter supportare, misurare, certificare la sostenibilità dei processi e delle opere, dagli edifici alle infrastrutture: EPD, ESG, norme, protocolli, schemi di certificazione. Cosa è realmente utile e sarebbe necessario potenziare e valorizzare per chi oggi progetta nel nostro Paese?

Redesco Progetti: L’architettura degli strumenti ad oggi disponibili è certamente complessa e articolata. Come in tutti i settori la sovrapposizione di certificazioni di prodotto e processo rende complesso l’orientamento anche all’interno di uno specifico settore.

In aggiunta, la sempre più rapida evoluzione tecnologica rende particolarmente complesso il confronto tra i prodotti.
Tra tutti, riteniamo che lo strumento del EPD ricopra oggi un ruolo di primo piano per la qualificazione fornendo informazioni sulle prestazioni ambientali di un prodotto lungo l'intero suo ciclo di vita. Purtroppo gli EPD sono, ad oggi, caratterizzati da alcune criticità che necessiterebbero di azioni di correzione e integrazione;
1. La disponibilità dei dati sulle prestazioni ambientali può essere limitata per alcuni prodotti da costruzione. Potrebbe essere difficile ottenere informazioni precise e complete su tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, come l'estrazione delle materie prime, la produzione, il trasporto e lo smaltimento. Per questo parametro andrebbero condivisi a livello globale dei valori di riferimento
2. Le prestazioni ambientali di un prodotto possono variare in base al luogo di produzione, ciò rende difficile confrontare le informazioni tra diversi produttori e fare confronti affidabili tra prodotti simili.
3. Mancanza di standardizzazione: Attualmente, non esiste una standardizzazione globale per la compilazione delle EPD. Ciò porta a una mancanza di uniformità nelle informazioni fornite e nella metodologia di certificazione utilizzata. Si pensi che uno stesso prodotto può possedere EPD differenti in funzione dell’area geografica in cui esso viene certificato.
4. Le EPD richiedono una costante manutenzione e aggiornamento per rimanere valide nel tempo. Le informazioni sulle prestazioni ambientali dei prodotti possono cambiare, ad esempio, a causa di miglioramenti tecnologici, cambiamenti nelle pratiche di produzione o nella disponibilità dei dati. L’eventuale mancanza di aggiornamenti regolari può compromettere l'affidabilità delle EPD.

Le EPD, per l’Europa, seguono una standardizzazione globale a livello di processo e struttura, grazie agli standard internazionali definiti dalla serie di norme ISO 14025. Queste norme stabiliscono le linee guida per la valutazione del ciclo di vita dei prodotti, la selezione dei parametri ambientali da considerare e le modalità di comunicazione delle informazioni tramite EPD.

Per gli altri continenti, sono applicati standard differenti (Cina, Nord America, Giappone,…)

Ad oggi, non esiste una standardizzazione globale per i criteri specifici utilizzati per valutare le prestazioni ambientali dei prodotti da costruzione che tuttavia sono liberi di circolare nel mercato globale. Ciò significa che le variazioni e gli adattamenti regionali nelle metodologie di calcolo e nei requisiti specifici per diverse categorie di prodotti possono contenere differenze nelle certificazioni e nei risultati delle EPD a seconda della regione o del paese in cui vengono emesse rendendo di fatto, non attendibile il raffronto diretto.

Probabilmente un’armonizzazione dei criteri validi per l’emissione delle EPD costituirebbe il passaggio necessario alla determinazione univoca delle grandezze oggetto di misura dell’analisi LCA.

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