Rigenerazione urbana: il masterplan dell'Ex Arsenale per il nuovo Polo delle amministrazioni statali di Pavia
Un patrimonio storico pronto a rinascere nel segno della sostenibilità, del dialogo tra passato e futuro e della restituzione alla collettività. L’ex Arsenale di Pavia, complesso militare ottocentesco affacciato sul Ticino, diventerà un laboratorio di rigenerazione urbana, capace di intrecciare architettura contemporanea, paesaggio fluviale e memoria storica. Di seguito alcune indicazioni e curiosità del progetto.
Il futuro dell’ex Caserma Cairoli: conservazione e innovazione nell’hub statale di Pavia
Un open day per raccontare alla città la visione di un nuovo spazio pubblico nel cuore del tessuto urbano
*Aggiornamento
L’iniziativa, promossa dall’Agenzia del Demanio in sinergia con il Comune di Pavia, è stata presentata in occasione di un open day rivolto a cittadini, istituzioni e stakeholder: un momento di ascolto e condivisione per illustrare l’intervento che interesserà un’area complessiva di circa 140 mila metri quadrati, a pochi passi dal centro urbano e collegata strategicamente alla rete ferroviaria e autostradale.
Dopo la demolizione di venti edifici di scarso valore architettonico che alteravano l’equilibrio ambientale dell’area, l’Agenzia ha affidato il servizio di progettazione del nuovo masterplan al raggruppamento composto da Artelia Italia, Vittorio Grassi Architects, Parcnouveau, F&M Ingegneria e Iconia Ingegneria, vincitore della gara europea con una proposta che integra tutela, bellezza e funzionalità.
Nel 2023 dopo la firma del contratto con l'impresa DAF Costruzioni srl di Milano, vincitrice dell'appalto, erano partite le attività di demolizione. La cerimonia di avvio dei lavori ha visto la presenza del Sindaco di Pavia, Fabrizio Fracassi, e del Direttore Regionale Lombardia dell'Agenzia del Demanio, Massimiliano Iannelli.
La demolizione, approvata dalla Commissione Paesaggio del Comune di Pavia e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Provincia di Pavia, è stata necessaria dato il vincolo di tutela paesaggistica dell'area prossima al fiume Ticino. Sette edifici presentano amianto, richiedevano un intervento di bonifica in accordo con l'Agenzia per la Tutela della Salute (ATS).
Gli edifici in questione, costruiti durante il periodo di utilizzo dell'area da parte dell'Esercito come magazzini e uffici, non possiedono valore storico-artistico e sono stati demoliti con una spesa complessiva di 814.000 euro. L'appalto è stato assegnato tramite procedura negoziata dopo un'indagine di mercato rivolta alle imprese specializzate.
I lavori di demolizione si sono conclusi entro aprile 2024, coincidendo con la pubblicazione della gara per il progetto di riqualificazione complessivo. Quest'ultimo mira al restauro degli edifici di pregio, alla costruzione di nuove strutture al posto di quelle demolite e alla valorizzazione ambientale dell'area di oltre 80mila metri quadri. L'Agenzia del Demanio ha finanziato l'intero appalto con 1,3 milioni di euro.
Il primo edificio ad essere demolito è stato un piccolo fabbricato simbolico nel cortile, a sottolineare l'obiettivo di ripristinare i valori spaziali originali del complesso. Nel cantiere sono state adottate misure per mitigare impatti ambientali, e l'impresa si è impegnata a massimizzare il riuso e il recupero dei materiali, puntando a riciclare almeno il 70% dei prodotti di demolizione.
Questo avvio dei lavori ha segnato il primo passo tangibile verso la realizzazione del piano di rigenerazione urbana, un'iniziativa sinergica tra l'Agenzia del Demanio e il Comune di Pavia per convertire un'area in disuso in un Polo delle amministrazioni statali moderno e innovativo, focalizzato sulla sostenibilità ambientale e sul benessere della comunità.
Il progetto di demolizione è stato redatto dai tecnici interni alla Direzione Regionale Lombardia dell’Agenzia del Demanio ed ha ottenuto il via libera della Commissione Paesaggio del Comune di Pavia e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della provincia di Pavia, trattandosi di area prossima al fiume Ticino interessata da un vincolo di tutela paesaggistica.
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Cenni storici
Ergendosi sopra le vestigia dell'antico monastero adiacente alla Chiesa medievale del Santissimo Salvatore, nel 1786 l'Imperatore Austriaco Giuseppe II concesse l'utilizzo della struttura alla municipalità per scopi civili. Subito dopo l'unificazione d'Italia, nel 1862, lo Stato aggiunse padiglioni all'officina del Primo Reggimento Genio.
Durante il primo conflitto mondiale, le esigenze logistiche portarono all'espansione del complesso con la creazione di ulteriori edifici. Tra le due guerre mondiali, il complesso militare si estese oltre il Navigliaccio.
Negli anni '30 del Novecento, l'Architetto Gino Chierici progettò un corpo destinato ad uffici, dando vita alla facciata più curata dell'Arsenale, allineata con l'ingresso di Via Riviera. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il personale dell'Arsenale raggiunse le 2.000 unità, impegnate nella produzione di supporto logistico. Furono eretti capannoni con copertura a shed, sostenuti da strutture verticali in ghisa o cemento armato.
Negli ultimi decenni di attività, la costruzione di nuovi corpi proseguì in modo piuttosto disorganico, occupando aree libere con capannoni prefabbricati. Verso la fine degli anni '90, le attività relative al Genio si ridussero progressivamente, limitandosi principalmente alle manutenzioni e cessando praticamente del tutto intorno al 2008.
La gestione disordinata del complesso culminò negli anni recenti, portando alla sua riduzione e chiusura. Iniziò il dibattito sulla riqualificazione della vasta area, trasformandola in un ampio vuoto urbano.
Tra il 2014 e il 2015, il Ministero della Difesa dismette l'Arsenale, che passa sotto la responsabilità dell'Agenzia del Demanio. Nel 2017, un decreto dirigenziale del MIC sottopose l'intera area a una dichiarazione di interesse culturale.
Gara europea di affidamento del servizio di progettazione
Gara europea con procedura telematica aperta ai sensi dell’art.71 del D.lgs. 31 marzo 2023 n.36 per l’affidamento del servizio di progettazione (PFTE-esecutivo e coordina-mento per la sicurezza in fase di progettazione) dell’intervento di rigenerazione urbana con criteri di sostenibilità e con l’utilizzo di metodi e strumenti di gestione informativa delle costruzioni del compendio immobiliare di proprietà dello Stato denominato ex Ar-senale di Pavia, già ex Caserma Cairoli – Officina di costruzione del Genio Militare S.Mauro (scheda PVD0032) sito in Pavia – Via Riviera n.40 – 60 da destinare a nuovo polo delle Amministrazioni Statali della città.
STAZIONE APPALTANTE: Agenzia Del Demanio Direzione Regionale Lombardia
TITOLO DELL’APPALTO: Lavori di demolizione di venti fabbricati di edilizia corrente e privi di valore storico artistico, interni al compendio di proprietà dello Stato denominato “Ex Caserma Cairoli, Officina di Costruzione del Genio Militare S.Mauro” – sito in Pavia – Via Riviera n.40-60 (scheda PVD0032)
DIRETTORE REGIONALE: Ing. Massimiliano Iannelli
RESPONSABILE UNICO DEL PROGETTO: Arch. Ciro Iovino – Agenzia del Demanio
DIRETTORE DEI LAVORI: Ing. Nicola Verdi – Studio Calvi srl – Pavia
COORDINATORE PER LA SICUREZZA: Arch. Ennio Borlandi – Novi Ligure (Al)
IMPRESA ESECUTRICE DAF: Costruzioni Stradali srl – Milano
IMPORTO DEI LAVORI: 814.764,65 euro di cui 7.396,57 per oneri della sicurezza
INIZIO LAVORI: 11/12/2023
TERMINE DI ESECUZIONE: 02/04/2024
Il cuore del progetto
Il cuore del progetto è la valorizzazione del Navigliaccio, antico canale che attraversa il sito e che sarà restituito alla città come asse verde e blu. Questo elemento diventa il fulcro attorno a cui si articoleranno nuove architetture e spazi aperti fruibili, concepiti come estensioni del paesaggio fluviale. “Il canale diventerà un elemento di interfaccia tra i nuovi edifici e il parco che si configurerà come uno spazio strategico, caratterizzato da ampie aree fruibili e versatili capaci di accogliere diverse attività collettive”, si legge nella presentazione progettuale. Il sistema idrico, oltre a generare un affascinante effetto scenografico – un vero e proprio teatro naturale – svolgerà anche un ruolo ambientale, contribuendo alla riduzione dell’isola di calore e alla gestione delle acque meteoriche.
La rigenerazione dell’ex Arsenale prevede il restauro di 16 edifici storici e la demolizione di altri cinque, per fare spazio a tre nuove costruzioni pensate per ospitare archivi pubblici. Le nuove strutture, progettate secondo criteri di sostenibilità ambientale, si integreranno armoniosamente con il paesaggio e con la memoria del luogo, in un equilibrio tra conservazione e trasformazione. Il progetto restituirà 4.400 mq di suolo permeabile, contribuendo alla rinaturalizzazione dell’area.
L’intervento punta a creare un hub pubblico e istituzionale: gli spazi rigenerati accoglieranno sedi di importanti uffici statali – tra cui Agenzia delle Entrate, Tribunale di Pavia, Ispettorato del Lavoro e Archivio Notarile – e servizi pubblici aperti alla cittadinanza. Un’operazione strategica anche sotto il profilo economico, che consentirà un risparmio annuo di 1,18 milioni di euro in locazioni passive per lo Stato.
“L’intervento sull’Arsenale di Pavia è una importante iniziativa di rigenerazione urbana che l’Agenzia del Demanio ha avviato per restituire alla collettività spazi in disuso, creare sviluppo e nuove opportunità al territorio – ha dichiarato il Direttore dell’Agenzia, Alessandra dal Verme – Il compendio sarà un esempio di sostenibilità ambientale e sociale, con ampie aree verdi aperte al pubblico, in continuità con il parco fluviale del Ticino, e spazi moderni rifunzionalizzati per ospitare amministrazioni e fornire servizi al cittadino”.
Una visione condivisa anche dal primo cittadino pavese, che ha sottolineato il valore sociale e culturale dell’intervento:
“La riqualificazione dell’Arsenale è un passaggio strategico per il futuro della nostra città: recupero di un’area storica e restituzione ai cittadini di un affaccio sul Ticino tra i più suggestivi – ha dichiarato il Sindaco Michele Lissia – È fondamentale che questa rigenerazione non si limiti a ospitare esclusivamente funzioni amministrative, ma che sappia ibridare servizi pubblici, accessibilità, spazi per la cultura, il tempo libero e la socialità”.
Il Sindaco ha ricordato anche l’importanza della partecipazione civica: “Anni fa l’associazione “Arsenale creativo” aveva riacceso l’attenzione su questo luogo prezioso e oggi, finalmente, quel processo prende forma e sostanza. Il cambiamento climatico – ha concluso – ci impone di ripensare i luoghi urbani anche in chiave ecologica e ambientale”.
Il futuro dell’ex Arsenale di Pavia si configura così come un cantiere di rigenerazione aperto alla città, un ponte tra eredità industriale e nuove forme di urbanità, dove l’identità storica si fa risorsa e motore per una trasformazione responsabile, accessibile, collettiva.
Fonte: Agenzia del Demanio
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