Vespaio aerato: cos'è, come funziona e quando realizzarlo
Il vespaio aerato, detto anche vespaio ventilato, è una tecnica costruttiva ampiamente utilizzata nella realizzazione dei solai di fondazione per proteggere gli ambienti abitati dall’umidità di risalita e dai gas nocivi provenienti dal sottosuolo, in particolare il radon. Con il tempo, è diventato uno standard progettuale per migliorare le condizioni igienico-sanitarie dell’edificio, soprattutto in contesti a rischio di umidità o in presenza di terreni con elevate emissioni di gas naturali.
Vespaio aerato: cos’è e quali funzioni
Il vespaio aerato è una soluzione costruttiva che prevede la creazione di un’intercapedine ventilata tra il terreno e il solaio contro terra, con la funzione di separare fisicamente la superficie di sedime dalla struttura dell’edificio.
Il flusso d’aria all’interno dell’intercapedine crea una barriera fisica tra il terreno e l’edificio, ostacolando l’umidità di risalita e contribuendo all’allontanamento del gas radon dagli ambienti interni, grazie alla formazione di un cuscinetto d’aria ventilato alla base della struttura.
Per garantire un’adeguata ventilazione, è necessario predisporre tubi o canali di aerazione che mettano in comunicazione il vespaio con l’esterno. Nei locali interrati, tali condotti devono essere collegati alle intercapedini d’aria verticali perimetrali.
Il vespaio aerato può essere realizzato con diverse tecnologie tra cui casseri a perdere (elementi prefabbricati tipo igloo, cupole, ecc.), vespai con setti e tavelloni, vespai ventilati con canalizzazioni.
L’altezza di un vespaio aerato dipende da una combinazione di fattori tecnici e ambientali, tra cui il grado di umidità del terreno, la presenza di gas radon, il tipo di ventilazione adottata (naturale o forzata), la tipologia di fondazione, l’eventuale passaggio di impianti tecnici e le prescrizioni previste da normative locali o regolamenti edilizi. In contesti critici, come terreni molto umidi o soggetti a elevate concentrazioni di gas radon, altezze maggiori garantiscono una ventilazione più efficace e prestazioni superiori in termini di salubrità e protezione dell’edificio.
Nel caso di vespai aerati realizzati con elementi modulari prefabbricati, l’altezza dei componenti varia a seconda del produttore, con valori generalmente compresi tra 10 e 80 cm. Tuttavia, in funzione di specifiche esigenze progettuali, sono disponibili elementi di altezza superiore.
Principali funzioni di un vespaio aerato
Le principali funzioni del vespaio aerato sono:
- Isolare il solaio dal terreno, riducendo l’umidità di risalita capillare;
- Favorire la ventilazione naturale o forzata dell’intercapedine, migliorando la qualità dell’aria e riducendo la concentrazione di radon;
- Prolungare la durabilità delle fondazioni e degli elementi costruttivi;
- Permettere il passaggio di impianti tecnici, come scarichi e dorsali impiantistiche;
- Migliorare il comfort indoor, soprattutto in termini di salubrità e igiene.
Un aspetto progettuale da non trascurare riguarda il corretto passaggio degli impianti di scarico. La progettazione di queste reti richiede particolare attenzione al mantenimento della pendenza necessaria per il regolare deflusso delle acque reflue verso la fossa biologica. In questo contesto, l’altezza del vespaio assume un ruolo strategico: una quota adeguata consente infatti una distribuzione ottimale delle tubazioni, evitando interferenze con altri impianti e garantendo l’efficienza idraulica dell’intero sistema di scarico.

Vespaio aerato: sistemi costruttivi per realizzarlo
Casseri a perdere (tipo igloo, cupole, ecc.)
Soluzione veloce e modulare: gli elementi plastici prefabbricati si montano a incastro, creando una cassaforma a perdere su cui eseguire il getto della soletta in c.a. L’intercapedine che risulta, data dalla conformazione degli elementi prefabbricati, è vuota e può essere adibita al passaggio di impianti.
Con fondazione a trave rovescia: il vespaio con casseri a perdere può essere collocato a fianco o sopra la fondazione, in base alla quota utile disponibile. In ogni caso, gli elementi prefabbricati saranno appoggiati su uno strato di magrone.
Con fondazione a platea: gli elementi prefabbricati che costituiscono il vespaio poggiano direttamente sulla platea in calcestruzzo.
Vespai con setti e tavelloni
Si tratta di un sistema tradizionale, il cosiddetto gattaiolato, oggi poco utilizzato per via dell'ampia diffusione dei più pratici elementi prefabbricati descritti in precedenza. Il sistema prevede la realizzazione di muretti in laterizio, provvisti di fori di aerazione, sui quali vengono appoggiati tavelloni a formare un piano continuo. Su tale superficie viene successivamente eseguita la gettata della soletta in calcestruzzo, completando la costruzione del solaio contro-terra. Gli spazi tra i muretti fungono da canali di ventilazione, messi in comunicazione con l’esterno tramite aperture predisposte nelle murature perimetrali oppure, nel caso di locali interrati, mediante un’intercapedine perimetrale aerata.
Vespai ventilati con canalizzazioni
Soluzione più sofisticata, indicata in zone ad alto rischio radon. In questi vespai l’aria viene estratta o immessa tramite sistemi meccanici di ventilazione. Se la ventilazione è attuata mediante un’estrazione di aria (depressurizzazione), il gas radon viene aspirato prima che possa penetrare attraverso il solaio. Se la ventilazione forzata prevede un’immissione di aria all’interno del vespaio si opera una pressurizzazione positiva che impedisce al gas di infiltrarsi nel vespaio. I risultati conseguiti attraverso una ventilazione meccanica del vespaio sono senz’altro migliori rispetto a una ventilazione naturale che può essere indicata come metodo per diluire le concentrazioni di radon, unitamente alla sigillatura di fessure, nel caso di livelli relativamente bassi di gas. La ventilazione meccanica può essere installata anche in vespai riempiti con materiale inerte tipo pietrame, ghiaia o argilla espansa.
La ventilazione all’interno di un vespaio aerato può essere di tipo:
- naturale, sfruttando le differenze di pressione tra bocchette di ingresso e uscita;
- forzata, mediante piccoli impianti di aspirazione meccanica.
Nota: anche un vespaio di tipo tradizionale, realizzato con materiali inerti come pietrame, ghiaia o argilla espansa, può essere definito “aerato” se dotato di bocchette di aerazione perimetrali o di tubazioni che attraversano lo strato a contatto diretto con il terreno. La natura granulare di tali inerti, opportunamente selezionati sulla base del progetto, formano uno strato permeabile all’aria e idoneo alla ventilazione.
Come si realizza il solaio su vespaio aerato con elementi prefabbricati
Le principali operazioni di posa possono essere, a titolo d’esempio, così sintetizzate:
- Preparazione del terreno;
- Realizzazione del sottofondo in magrone (indicativamente di circa 10 cm);
- Posizionamento delle bocchette di ventilazione;
- Posa del ferma-getto;
- Montaggio dei casseri;
- Posa della rete elettrosaldata;
- Getto della soletta in calcestruzzo (indicativamente di circa 4 cm);
- Strato impermeabile al passaggio del gas radon;
- Strato di isolamento termico;
- Sottofondo di livellamento/riempimento;
- Strato di controllo vapore;
- Massetto (con o senza impianto radiante);
- Strato di finitura del pavimento (ceramica, parquet ecc.)
Obbligo coibentazione del vespaio
La coibentazione del vespaio aerato diventa obbligatoria quando il solaio che lo sovrasta separa un ambiente riscaldato da un ambiente non riscaldato o dal terreno. In questi casi, il solaio è considerato un elemento disperdente e deve rispettare i limiti di trasmittanza termica (U) stabiliti dal D.M. 26/06/2015 ("Requisiti minimi") e successivi aggiornamenti. Tali limiti variano in base alla zona climatica in cui si trova l'edificio.
Inoltre, la norma UNI EN ISO 13370 fornisce le metodologie per il calcolo della trasmittanza termica degli elementi edilizi a contatto con il terreno, come i solai su vespaio. Questa norma è fondamentale per determinare le prestazioni termiche del solaio e verificare la conformità ai requisiti normativi.
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Nota tecnica: In commercio sono disponibili sistemi prefabbricati coibentati per la realizzazione di vespai aerati, costituiti da elementi modulari con altezze variabili. Questi componenti, realizzati con materiali isolanti come l’EPS, fungono da casseri a perdere per il getto della soletta in calcestruzzo armato. Il risultato è una struttura ad alta resistenza, dotata di intercapedine ventilata e isolamento termico integrato, in grado di migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio.
Realizzare un vespaio aerato è obbligatorio?
Non esiste una norma nazionale che imponga in modo vincolante la realizzazione del vespaio aerato in tutte le costruzioni. Tuttavia, in molte circostanze questa soluzione risulta essenziale per garantire il rispetto delle normative locali, tutelare la salubrità degli ambienti interni e soddisfare standard minimi di sicurezza e igiene edilizia.
In particolare, nelle aree caratterizzate da elevata umidità o da un significativo rischio di accumulo di gas radon, il vespaio aerato rappresenta una soluzione tecnica efficace per tutelare la durabilità delle strutture edilizie, prevenire fenomeni di degrado precoce e garantire condizioni ottimali di salubrità e benessere abitativo.
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Quando è consigliato realizzare un vespaio aerato
La costruzione di un vespaio aerato è consigliata in presenza di:
- Terreni umidi o con falda superficiale;
- Zone ad alta concentrazione di gas radon (Aree prioritarie, già individuate da mappe con le concentrazioni medie comunali);
- Interventi su edifici esistenti soggetti a fenomeni di umidità di risalita.
Quando può non essere necessario
Il vespaio può non essere richiesto quando:
- L’edificio è dotato di autorimessa interrata o piano interrato ventilato, che funge già da barriera fisica e ventilata;
- In edifici su platea impermeabilizzata (es. Vasca bianca);
- In zone secche, con substrati non soggetti a rilascio di radon e con basso rischio idrogeologico.
Tuttavia, anche in questi casi, l’assenza del vespaio deve essere giustificata da un’analisi progettuale, soprattutto nei casi di nuova costruzione.
Problematiche e limiti
Sebbene generalmente efficiente, il vespaio può presentare criticità se:
- Mal progettato: senza sufficiente ventilazione, può diventare una camera stagnante, peggiorando i fenomeni di condensa.
- Non correttamente sigillato: il gas radon può infiltrarsi lateralmente nei locali abitati se non sono previste barriere radon sulle pareti verticali.
- Manutenzione difficile: una volta realizzato, non è ispezionabile se non con appositi pozzetti o canaline.
Efficienza reale: controllo dell’umidità e mitigazione del radon
Un vespaio aerato, se correttamente progettato e realizzato, rappresenta una soluzione efficace per migliorare la salubrità degli edifici. In particolare, consente di:
- Limitare la trasmissione di umidità dal terreno, contribuendo a prevenire fenomeni di condensa, muffe e degrado precoce dei materiali da costruzione;
- Ridurre significativamente la concentrazione di gas radon, con abbattimenti che possono raggiungere anche il 90% rispetto ai livelli iniziali, grazie a un’adeguata ventilazione naturale o forzata del vespaio
Tuttavia, la sola presenza del vespaio non è sufficiente: va integrata con accorgimenti costruttivi come membrane impermeabili, barriere al vapore, giunzioni sigillate e, in casi critici, impianti di aspirazione attiva.
Prescrizioni per il vespaio aerato in alcuni Regolamenti Edilizi
Diversi regolamenti edilizi comunali evidenziano l'importanza del vespaio aerato come misura obbligatoria per garantire la salubrità e l’isolamento delle costruzioni dal terreno.
Il Regolamento Edilizio di Torino, ad esempio, stabilisce che i pavimenti dei locali destinati alla permanenza di persone non devono poggiare direttamente sul suolo, ma essere isolati tramite vespaio ventilato di almeno 30 cm di altezza (art. 28). Tuttavia, possono essere ammesse soluzioni alternative, previa presentazione di specifica relazione asseverata da un progettista abilitato, atte a conseguire i medesimi risultati per la protezione dell’umidità e dalle infiltrazioni. Per i locali nei piani seminterrati e sotterranei, invece, se utilizzati come locali commerciali e di lavoro è richiesto un vespaio aereato di altezza pari ad almeno 50 cm e murature protette da intercapedini (art. 36/d). LINK al R.E. di Torino.
A Milano, l’art. 88 del Regolamento Edilizio impone vespai aerati alti almeno 50 cm per rendere agibili i locali seminterrati e sotterranei, con possibilità di riduzione a 25 cm a condizione di una maggiore aerazione. LINK al R.E di Milano.
A Roma, è richiesto un vespaio ventilato sotto il pavimento di minimo 30 cm di altezza nei semisottosuoli destinati a uso abitativo (art. 38), mentre i piani terreni devono sovrastare su sotterranei o vespai ben ventilati in tutta la loro estensione (art. 39). LINK al R.E di Roma.
Anche Rimini (art. 28), per garantire un adeguato isolamento delle umidità del suolo, dove non si costruiscono cantinati e sotterranei, il Regolamento Edilizio impone la realizzazione di vespai o intercapedini arieggiati di almeno 50 cm, con superficie di aerazione pari almeno all’1/100 di quella del vespaio stesso o dell’intercapedine. Inoltre, "i pianterreni destinati ad uso abitazione dovranno avere il pavimento sollevato di almeno 30 cm. dal piano di campagna". LINK al R.E. di Rimini.

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