Diario di una due giorni a Venezia alla Biennale di Architettura 2025
Lasciamo la nostra postazione in redazione per salpare alla volta di Venezia. La nostra mission sarà quella di raccontarvi la Biennale durante i due giorni di pre-apertura. Sarà una corsa contro il tempo – lo sappiamo già – e ci perdonerete se non saremo sempre precise o puntuali: tra padiglioni, incontri e chilometri macinati a piedi, le riflessioni più profonde arriveranno, come sempre, solo a posteriori.
Giorno 1 – Arsenale: dove tutto comincia
8 maggio - Il nostro viaggio è iniziato nelle ampie sale espositive allestite alle Corderie dell’Arsenale, il cuore pulsante della 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Qui si concentra il concept curatoriale della Biennale 2025, che promette – almeno sulla carta – di indagare il rapporto tra architettura, transizione ecologica e diverse forme di intelligenze interconnesse.
Attraverseremo le installazioni cercando di cogliere connessioni, provocazioni, visioni future. Parleremo con architetti, progettisti, curatori. Annoteremo idee, suggestioni e anche perplessità.
Cosa vuol dire, oggi, progettare in ascolto del clima? Cosa significa “architettura dell’adattamento”?
Ad accoglierci questo testo: “L'architettura è sempre stata una risposta al clima: un atto di riparo, sopravvivenza e fiducia nella vita. Dalle prime capanne primitive alle fondamenta sommerse di Venezia, il progetto umano si è evoluto in dialogo con la natura. Oggi, questa evoluzione non è più scelta ma necessità: il cambiamento climatico non è uno scenario futuro ma una realtà presente. Dobbiamo adattarci. Questo richiede la messa in campo di ogni forma di intelligenza: naturale, artificiale, collettiva. Non abbiamo bisogno di genio individuale, ma dell'intuizione che scaturisce dai processi collaborativi. Non di soluzioni rigide, ma di ecosistemi flessibili. Di fronte ad un mondo in trasformazione, l'architettura deve adattarsi essa stessa, spingendosi verso territori finora inesplorati.”
L’impatto con la prima installazione è immediato e coinvolgente: non si tratta solo di una visione, ma di un’esperienza corporea. La vista ci restituisce con brutalità l’impatto che riversiamo sull’ambiente, mentre il calore che avvolge il corpo rende palpabile il cambiamento climatico. Fa caldo, terribilmente caldo. L’umidità è opprimente. Intorno a noi, sospesi nell’aria, decine e decine di condizionatori ronzano accesi: non refrigerano, ma amplificano il disagio. E’ l’oggi, è lo stato dell’arte.

“Il 2024 ha segnato un momento critico: la Terra ha registrato le temperature più calde di sempre, spingendo le medie globali ben oltre il limite di +1,5°C fissato dagli Accordi di Parigi del 2016. In soli due anni, il cambiamento climatico ha impresso un’accelerazione che sfida anche i modelli scientifici più validi”_ Carlo Ratti, Curatore della 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.
Poi c’è un oltre, l’altro lato della collina…Entriamo ed esploriamo la sezione Natural Intelligence. Qui l’architettura dialoga con la scienza e la tecnologia, proponendo installazioni immersive e ricerche avanzate che esplorano nuovi modi di costruire e abitare il pianeta. Dalle simulazioni estreme del clima futuro all’uso dell’intelligenza artificiale per trasformare materiali naturali, fino alla progettazione basata su dati microbiologici e all’impiego di biocompositi innovativi, ogni progetto suggerisce una possibile risposta alle sfide ambientali e sociali globali, attraverso un approccio interdisciplinare e collettivo.

La sezione Artificial Intelligence amplia lo sguardo sull’intelligenza artificiale, estendendolo oltre i modelli linguistici per abbracciare robotica, ingegneria e scienza dei dati. Attraverso progetti che spaziano dalla robotizzazione dei cantieri alla ricostruzione postbellica con strumenti di visione artificiale, la mostra indaga come le tecnologie emergenti possano ridefinire il lavoro, la progettazione e la resilienza urbana. Un invito a riflettere sul ruolo ambivalente dell’AI: risorsa per il progresso o arma nelle mani sbagliate, a seconda dell’uso che se ne fa.
La sezione Collective Intelligence mette al centro l’apprendimento condiviso e le pratiche nate ai margini, mostrando come comunità di tutto il mondo riescano a generare soluzioni spaziali ingegnose intrecciando risorse materiali e reti sociali. Dalle favelas ai mercati africani, l’architettura si presenta come espressione collettiva di resilienza e creatività. A dare voce a queste esperienze è lo Speakers’ Corner, una piattaforma sopraelevata dedicata a incontri, workshop e dialoghi aperti, pensata per accogliere punti di vista molteplici e amplificare le intelligenze diffuse.
La sezione conclusiva Out si apre con Oxyville, un’installazione sonora immersiva a 360°che ti invita a chiudere gli occhi e attraverso il suono a immaginare la tua città.
Pranzo veloce, tempo permettendo, e poi di nuovo in marcia: ci aspettano le Partecipazioni Nazionali allestite all’Arsenale, tra cui Arabia Saudita, Argentina, Cina, Cile, Irlanda, Emirati Arabi, Lettonia, Messico, Ucraina, Turchia, Slovenia, Serbia, Perù e molte altre ancora.
Infine, raggiungeremo lo spazio allestito alle Tese delle Vergini, dove ci attende l’ultima tappa della giornata: il Padiglione Italia. Siamo curiose di immergerci nella visione curatoriale di Guendalina Salimei e scoprire come ha interpretato il tema di questa Biennale.

Concluderemo la giornata cercando di mettere in ordine i pensieri – magari davanti a uno spritz – pronte a condividere con voi le prime impressioni.
Giorno 2 – Giardini: il mondo in un parco
9 maggio - Il secondo giorno lo dedicheremo ai Padiglioni Nazionali dei Giardini. Con ancora addosso l’eco dell’energia sperimentale respirata all’Arsenale, ci muoveremo tra Francia, Spagna, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Paesi Nordici, Giappone, Brasile… fino alle due superpotenze in eterna competizione – USA e Cina (il padiglione è Arsenale). Il padiglione della Russia, come nel 2023, resterà chiuso al pubblico.
Ogni padiglione sarà una finestra su un modo diverso di intendere l’architettura e il suo ruolo nel mondo: tra identità nazionali, agende politiche e qualche inevitabile retroscena diplomatico nascosto tra render, plastici e installazioni.
Ci aspetteranno code, chiacchiere in più lingue, incontri inaspettati e qualche scoperta memorabile.
Il taccuino sarà pieno, le gambe stanche, la testa forse un po’ confusa. Ma è proprio da questo caos fertile che nascerà il nostro racconto finale.
Stay tuned con Ingenio per la Biennale 2025
Seguiremo la Biennale con lo sguardo curioso di chi vuole capire, senza pretendere di giudicare. Vi aggiorneremo in tempo reale sui nostri canali, ma il racconto completo – quello più ragionato – arriverà dopo. Con calma, a mente fredda, e con l’aiuto di esperti.
#BiennaleArchitettura2025 #Intelligens

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